Three complicated hearts

di Daerys the Drow
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In a heartbeat


Hugo e Etan se ne stavano spaparanzati sul divano maneggiando i joystick della console come fosse una cosa talmente naturale per loro che quasi non si preoccupavano di guardare lo schermo. Dovevano aver già passato molte ore dietro quel gioco, insieme. Insieme.

Che cavolo gli era passato per la testa di arrivare prima per le prove del gruppo? Ora era costretto a guardare le facce dei due fessi fare smorfie strane mentre parlavano di cose che non stava ascoltando.

J.Jay sprofondò nel posto lì vicino, maledicendosi per quella che doveva essere la settantottesima volta nel giro di un'ora.

Si annoiava e Hugo, da meraviglioso padrone di casa che era, non aiutava. Quando era arrivato si era limitato a farlo entrare per poi tornare subito a giocare con Etan. Trottando.

Aveva passato i minuti ad osservarli. O meglio, osservarlo. Hugo. Stupido, rozzo e sfigato, ma... lo vide un attimo spalancare quegli occhioni nell'attimo in cui l'adrenalina di un probabile scontro gli aveva fatto avere un mezzo infarto, poi rilassarsi per un nanosecondo e subito dopo scattare sull'attenti per riprendere l'assalto. Pochi secondi e i due si diedero il cinque, per poi ridere. Un dialogo divertente? Una battuta di un personaggio nel gioco?

A J.Jay non fregò assolutamente niente, teneva solo gli occhi incollati a Hugo, scrutando ogni sua espressione.

Quel volto aveva qualcosa di magnetico.

"Cazzo, mi sto rincretinendo." Si alzò senza guardarli. -Me ne vado al cesso.-

-Non cadere nella tazza!- scherzò Etan.

J.Jay roteò gli occhi. "Divertente..."

Si accomodò sulla tazza guardando il soffitto. Sentiva una specie di vocina nella testa che non sembrava avere la minima intenzione di tacere e le immagini del pomeriggio continuavano a ripresentarglisi in rapida successione: Hugo vicino a Etan, Hugo e Etan concentrati, Hugo che batteva il cinque con Etan, Hugo che rideva con Etan.

Erano sempre così stramaledettamente vicini e lui si sentiva lontano...

Perché?! Perché non poteva averlo lui?!

Non si rese conto del tempo che scorreva e quando uscì, si vide venire incontro Hugo con lo strumento a tracolla e la solita espressione scazzata.

-Allora sei ancora vivo. Dobbiamo andare, sono arrivati gli altri.-

Di nuovo, J.Jay lo guardò senza riuscire a seguire mezza parola di quello che diceva. Quel volto, quegli occhi, quelle labbra l'avevano di nuovo catturato, peggio di una calamita.

"Fanculo."

In un attimo, gli prese il volto tra le mani e lo baciò.





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