Ringrazio
anche solo chi legge.
Dedicato
al compleanno di arashinosora5927.
Oltre il colore dei capelli
Lambo si
mordicchiò il labbro, le sue
iridi erano liquide.
“I-io... non sono
una stupida mucca.
Sei tu a essere stupido, Stupidera”
gemette. Aprì la
confezione di shampoo e tirò su con il naso, trattenendo le
lacrime.
Versò il
contenuto della propria
fialetta di colorante rosso dentro l'altra, richiuse lo shampoo e lo
sbatté, mescolando i due liquidi.
“Me la
paghi” piagnucolò Lambo,
rimettendo lo shampoo sul mobiletto. Ridiscese, nascondendo la
fialetta vuota dentro i suoi voluminosi ricci mori.
**************
Tsuna rischiò di
cadere, sentendo
l'urlo risuonare per la casa. Chiuse il fornello con cui stava
cucinando la pasta col formaggio e corse al piano di sopra, verso il
bagno da cui era venuto il grido.
Aprì la porta
del bagno.
Gokudera, ritto in piedi
davanti allo
specchio, afferrò un asciugamano e si nascose la testa.
“Decimo, non
guardatemi” gemette.
Tsuna si grattò
un sopracciglio
castano e batté un paio di volte le palpebre.
“Gokudera-kun, ti
sei fatto male?”
domandò.
“N-no Decimo, ma
non guardatemi”
gemette Gokudera.
Tsuna osservò il
suo petto pallido e
nudo, arrossì vedendo che l'altro indossava solo dei boxer.
“Ti sei fatto il
bagno? Iiiih... che
imbarazzo. Avrei dovuto bussare” gemette.
“So-sono
asciutto” lo rassicurò
Gokudera.
“Però
ti prego, non farmi
preoccupare. Dimmi cosa è successo” lo
implorò Tsuna.
Hayato gemette e
abbassò
l'asciugamano.
“C'era del
colorante dentro il mio
shampoo” gemette.
Tsuna batté le
palpebre, vedendo che i
capelli dell'altro erano diventati rosso chiaro.
“Non stai
male” biascicò.
“Sembro
G” ammise Gokudera,
lasciando cadere sul pavimento umido del bagno l'asciugamano. Stava
in piedi nudi sulle mattonelle del bagno.
< Oh... Capisco cosa
sta provando.
Sentirei le stesse cose se un giorno mi ritrovassi i capelli color
oro. Mi sentirei la brutta copia di Primo Vongola >
pensò Tsuna.
“Non che questo
ti renda brutto...
A-aspetta... Iiiih. Non intendevo quello! Non volevo dirlo
così!”
strepitò.
“Non
sarà una tinta a rendermi
affascinante come G” esalò Gokudera.
“Gokudera-kun,
è vero, ho gli occhi
per vedere. Io noto tutti quei bei ragazzi che incontriamo.
Lo so che sei geloso di
Yamamoto perché
è l'idolo della scuola. Come so che pensi di non essere
all'altezza
della perfezione di G” sussurrò Tsuna.
Gokudera incassò
il capo tra le
spalle, tirandosi una delle ciocche di capelli rosati.
“Non dico che G
non sia un bel
ragazzo. Ha un fascino misterioso. Inoltre è un braccio
destro
perfetto e riesce a fare tutto quello che vuole. Chiunque potrebbe
fare il boss con uno come lui al suo fianco”.
Proseguì Tsuna.
Gokudera
indietreggiò e andò a
sbattere contro il lavandino.
< Ed io non voglio
essere Boss! >
pensò Sawada.
“Però
tu sei più speciale di così.
Tu non seguiresti 'chiunque', tu fai sentire unico solo me.
G mi ha fatto sentire un
incapace,
qualcuno che avesse bisogno di essere aiutato in tutto. Era come se
non sapessi fare i compiti quando erano esercizi lampanti. Ha cercato
di mettermi contro Yamamoto, solo per farmi vincere una stupida
partita di calcio.
Io non voglio essere l'eroe
della
scuola! Io voglio solo divertirmi con i miei amici!”
gridò.
Gokudera sgranò
gli occhi.
“Vi ha
ferito?” chiese.
“Sì,
perché ha cercato di mandare
via la persona che mi piace. Se fosse stato per lui, saresti tornato
in Italia.
Puoi essere figo quanto
vuoi, ma se mi
porti via i miei amici e il mio Gokudera-kun, non ti voglio!”
gridò
Tsuna.
Gokudera gli avvolse le
spalle sottili,
dalla pelle abbronzata, con un braccio e lo trasse a sé.
Tsuna arrossì.
“Niente
può portarmi via da voi,
Decimo” disse Gokudera.
Chiuse gli occhi e lo
baciò, Sawada
ricambiò il bacio e si staccò, riprendendo fiato.
“Potresti anche
avere i capelli
verdi, saresti sempre il mio Gokudera-kun”
sussurrò Tsuna.
“Vostro,
Decimo” rispose Hayato con
voce calda.
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