Lontano,
la polvere interstellare scivola in assenza di gravità nel
vuoto
profondo, come un madido pulviscolo che aleggia e filtra la luce
bianca del sole, separando i suoi raggi e sporcando il chiaro colore.
Scurisce le stelle, come un manto opaco che cela il tremolio delle
galassie più distanti.
La
luce affoga nell'immenso mare dello spazio, s'increspa in onde alte
di chiara spuma, bianca e soffice, come i rami delle galassie, in un
vivace fragore continuo. Si ritrae, trasuda dai pugni di stelle,
vischiosi e d'impaccio come sabbia, gocciola, svanendo nel nero mare,
persa nel vuoto. Vagano, costanti, i pianeti, sussultano sugli assi
attorno alle loro stelle. Le code lunghe degli asteroidi si
frantumano, in percorsi sciolti, continui, intessuti e abbracciati.
Gli
unici suoni che il silenzio sente sono i battiti pacifici di una
passata esplosione di energia, raccolta con pacifica costanza,
dall’inesorabile battito del cuore di Freezer, come se fosse
il
cuore dell'universo, il cuore che custodisce la nascita e la morte
del tutto.
I
suoi occhi viola, nascosti dai lembi fiacchi del pianeta delle
Lacrime, che gronda di pioggia scura, seguono distanti la lunga scia
di una cometa fino a quando, leggiadra, si inabissa all'orizzonte.
La
sua figura fredda, frastagliata dalla pioggia acida che piange sul
pianeta, attende, immobile, lo scorrere del tempo, scandendo gli
istanti con uno schiocco continuo di dita. Aspetta il suo presagio e
affoga la bollente sete di conoscere nel refrigerio di un vento
sferzante.
In
quella zona del pianeta, sorge, nelle terre inaccessibili dell'Est
australe, un tempio sacro, vegliato e caro dall’Imperatore,
tanto
quanto lo è il fuoco per gli uomini nelle notti
più nere. Alto e
scosceso, si apre nella montagna come sfociato dalla roccia
ghiacciata e custodisce i desideri più neri che
l’Imperatore non
ha mai osato svelare, brandendoli dietro un muto orgoglio per
costringersi ad aspettare, sempre più impaziente, le
risposte che
vuole. Nelle fitte scanalature della montagna, immobili, scendono
tante colate di ghiaccio, chiare come le acque di un lago calmo, e in
una di queste scanalature, si apre la via al tempio nascosto. Freezer
è lì, immobile, ad ascoltare lo scroscio
incessante dell’acqua,
in una notte dimenticata dal sole.
La
roccia fredda fa da altare ai libri sacri dell'Universo, scaturiti
per mano dei primi Kaiohshin, quando, appena nati, tradussero gli
enigmi dello spazio, dipingendo i lenti moti dei pianeti e tessendo i
fili tra le costellazioni. Gli occhi dei primi Kaiohshin tradussero
le profezie nascoste negli astri e calcolarono i tempi di avvenimento
delle leggende: nulla del futuro e nulla del passato fu celato e la
magia non conosce parole più sacre, per interrogare
l’infinito.
Con quelli stessi occhi che prima dei tempi scoprirono l'universo,
l'Imperatore, ora, vuole scrutare il futuro e impadronirsi del tempo
perché possa modellarlo come desidera e possa frenare la sua
corsa,
sciogliendo, in anticipo, le tele dei miti intrecciate in origine.
Le
pupille rubino sangue
si assottigliano, all'intenso e continuo sfruscio del Libro delle
Stelle: i vecchi sacerdoti si affrettano a leggere, inciso nel fuoco,
il responso degli astri. Calcolano sull’almanacco macchiato
di
pallida cera i giorni e i secoli che mancano; i colori dello spazio
luccicano, chiari, tra le pagine, ma le risposte, vacue e
inspiegabili, rimangono sempre le stesse.
Sfolgorante,
all'interno della stanza buia del tempio di pietra, lo scintillio del
cosmo dipinto nei libri non abbandona il volto raggrinzito del sommo
Indovino: i lembi delle Costellazioni s'incontrano e si fondono sotto
il suo sguardo, le lune danzano nel percorso dei pianeti, si staglia
l’Orsa Maggiore ad abbracciare la Cintura dello Scorpione e
il
Sagittario vola nelle braccia della Vergine; tutti i pezzi
s'incastrano e ruotano, come ruota il ciclo della Fortuna
nell’universo. Le rughe aggrinzite sul volto pallido si fanno
sempre più marcate e le lunghe dita secche graffiano le
pagine,
palpando ogni parola e linea d'inchiostro, finché Freezer
non parla
ancora.
<<
Allora? Cosa prevede il mio futuro, è cambiato qualcosa
nelle
stelle? >> la voce alta dell'Imperatore si frastaglia tra
le
pareti della caverna e raggela più dei sentieri di ghiaccio
sciolti
nella roccia.
Freezer
vuole il suo responso divinatorio su un glorioso futuro: vuole
leggere solo ricchezze ed abbondanza tra le stelle, vuole conquiste,
vuole sangue, vuole morte che genera vita, vuole il suo dominio
assoluto nel cosmo.
Gli
astri non mentono mai, non hanno mentito ai Kaiohshin né ad
alcun
dio che mai li interpellò: il giovane Re conserva solo
polvere nel
suo cuore, le sue stelle sono intrise di odio, il suo destino
è
segnato nel suo sangue di demone e da questo trae vigore in una
spirale continua. La morte guiderà i suoi passi e lui
porterà il
suo bianco vessillo.
Il
vecchio canuto alza il suo sguardo opaco dai sacri libri e lo posa
sulle spalle rudi ma mostruose del giovane demone: sa cosa palesano
le stelle e sa che la risposta può essere una sola ed
immutabile. I
mortali per quanto cerchino di cambiare gli ingranaggi del Fato e di
scongiurare il suo percorso, non possono alterare il suo orologio,
che continua a girare, attraversa le profondità
più remote del
cosmo, si bagna della vita guizzante delle galassie e ordina al tempo
di camminare ad un certo passo, senza accelerare o deviare dal suo
tragitto.
Le
fiamme di luce cristallina infrangono gli occhi lucidi e ciechi del
saggio. << Giovane, Imperatore, le stelle non cambiano
mai il
loro corso, ciò che è stato scritto
all’inizio rimarrà scritto
fino alla fine dei tempi >>
Freezer
si avvicina a passi impazienti all’Indovino finché
gli specchi di
luce non colorano anche i suoi occhi. << Voglio sapere il
mio
futuro, voglio il mio potere tra le mani. Ora. >>
L’Indovino
apre ancora la mente al grande Libro delle Stelle e domanda
ciò che
non ha avuto ancora ascolto. Il vento spegne le fiamme di poche
candele e il Libro si illumina di opulento bianco. Con voce grave, le
stelle parlano nelle parole del vecchio Indovino.
<<
Il tuo futuro sarà lungo e costellato di conquiste. I
pianeti
rimpiangeranno la loro nascita e non ci sarà terra in cui
non
sorgerà lamento e stridore di denti davanti al tuo incedere.
I tuoi
nemici si inchineranno ai tuoi piedi e gli eserciti non
riconosceranno altro padrone >>
Freezer
si avvina nuovamente alle candele d’incenso e ne
respirò il
profumo divino, inebriandosi delle parole sacre che fluttuavano tra
il fumo.
<<
Le stelle bianche sorgeranno sui tuoi passi e le galassie intere
respireranno la tua luce: non si udirà nome più
potente del nome di
Freezer per i secoli a venire >> il vecchio canuto chiude
gli
occhi, sospirando profondamente. I colori chiari del Libro formano
ombre enigmatiche lungo il suo profilo e lungo la parete della
caverna. Gli altri sacerdoti siedono tutt’attorno in
silenzio, con
la fronte nascosta da un pesante mantello ricoperto di fili di
ghiaccio azzurro. Le dita del vecchio tremano nuovamente nel cogliere
ciò che la dea del Fato gli sussurra all’orecchio.
<<
Uomini, donne e bambini vivranno e serviranno il tuo regno,
finché
da un pianeta di sangue non sorgerà una luce nuova, dorata,
che
riporterà l’equilibrio nell’universo
>> Freezer si volta,
colto dalle improvvisate parole, con il volto contrito dallo sdegno,
verso l’Indovino e i suoi occhi sangue non smettono di
cogliere la
luce opalescente che d’un tratto irradia i testi sacri. Sotto
il
suo sguardo sbigottito, le pagine del Libro si voltano con crescente
impeto e la luce diventa quasi accecante, di un azzurro intenso, un
azzurro che lo tramortisce, come incastonato in due iridi potenti, di
un guerriero d’oro, più fulgido della luce.
Il
vecchio continua la sua profezia, ispirato dai forti venti
d’energia
che fuoriescono dal Libro Sacro e abbracciano la sua figura
scheletrica.
<<
La luce e la vita torneranno allora tra le galassie. Il nome di
guerriero puro scaccerà il male, il sigillo del tempo
chiuderà
finalmente il tuo sguardo, consegnandoti alla morte, e
cancellerà
ogni ricordo dalle menti dei mortali del tuo regno >>
I
Libri Sacri vengono improvvisamente scaraventati a terra e il vecchio
Indovino si scotta col fuoco scaturito dalle mani
dell’Imperatore:
divampano le fiamme sull’altare, mangiano feroci gli
almanacchi,
sciolgono le candele e le profezie scompaiono veloci in grigia cenere
incandescente. I sacerdoti fanno immediato riparo, coi loro mantelli
neri, al vecchio sacerdote che annaspa davanti alla morte di
ciò che
era stato scritto per durare nei secoli. Il giovane Imperatore si
arma della sua corazza da demone e le dita lunghe di ghiaccio
stringono una nuova sfera di energia. La stringe tra le mani, come se
fosse l’energia pura delle stelle, la potenza di milioni di
galassie improvvisamente destate, l’urlo incessante dei
pianeti che
sussurrano di continuo il suo nome.
<<
Ti sbagli, vecchio >>
Non
abbandona mai gli occhi pallidi del sacerdote e si avvicina a passi
lemmi all’ara sacra dilaniata dal suo potere.
<<
Le stelle risponderanno sempre al mio nome, le albe e i tramonti
sorgeranno e cesseranno sempre per mia volontà. Nulla
è più grande
di me, io ascenderò agli dei e la corona
dell’immortalità sarà
mia, perché nessun guerriero sorto dal sangue mi
ucciderà >>
La
sua voce si fa più grave e le pupille si dilatano
orribilmente. Le
sue parole vibrano tra i fogli del Libro Sacro, ancora accasciato al
suolo: questo sussulta nell’aria, brilla, le sue pagine
iniziano a
girare, sempre più svelte, mentre si scrive, incandescente,
un nuovo
futuro nato dalla profezia di Freezer.
<<
Ucciderò ogni uomo, donna, bambino, vecchio o infante che
oserà
anche solo pensare di attentare alla mia vita. Il pianeta di sangue
imploderà su se stesso, umilierò il suo re,
torturerò il suo
principe e nessuno di quella stirpe rimarrà vivo!
>>
Si
incidono le pagine, come lava fusa, scavano il Libro nel profondo,
scandendone ogni sillaba. Freezer urla, la terra trema, le galassie
palpitano di forza nuova: sotto lo sguardo delle stelle il futuro sta
cambiando.
<<
Io sono il futuro, io creo le stelle, io dono la luce
all’Universo,
le stelle colano dalle mie mani come sabbia, se solo lo posso
desiderare, nulla sfugge alla mia presa, nessuna galassia è
sfuggita
e sfuggirà al Grande Freezer! Nulla sfugge al mio controllo,
tutto è
mio! >>
Esplode
il potere di Freezer, travolge con furia i sacerdoti che svaniscono
come fumo e il tempio si corrode nelle sue fondamenta. Cadono le
lastre di ghiaccio e si spaccano in un rumore sordo al suolo,
travolgendo il sacro altare. Il Libro delle Stelle scompare sotto la
roccia e si spegne la sua luce.
La
pioggia battente e acida accompagna la solitudine di Freezer fuori
dall’imboccatura della caverna. Il giovane Imperatore si
volta
un’ultima volta verso la devastazione del tempio.
<< Io
scriverò e leggerò le stelle. >>
I
suoi passi vengono nascosti dall’acqua scrosciante e nulla
rimane,
se non le rovine di un tempo passato e ignoto, ormai raggiunto.
Sarà
lui a condurre la dea del Fato a scrivere dolcemente per lui le righe
della battaglia, il suo futuro lo condurrà lui.
Il
Libro delle Stelle, sepolto sotto la roccia che per lunghi secoli gli
aveva fatto da custode, si disperde in polvere, nell’aria, le
ultime pagine si staccano a fatica, ma la figura di un guerriero
dagli occhi azzurri e brillante come l’oro rimarrà
incisa nelle
pieghe del Fato. Queste si staccano lentamente, come i petali di un
fiore indeciso ad aprirsi, si alzano tra le nuvole del pianeta, e la
carta, ancora pullulante un briciolo di magia, danza tra le stelle.
Le galassie accolgono i vecchi fogli tra le loro braccia chiare e la
profezia si fissa per sempre nel firmamento, ad aspettare che nuovi
occhi, in
futuro,
la leggano ancora.
(1942
parole)
Angolo
dell’autrice
Ciao
a tutti! Sono tornata con questa storia, un po’ un azzardo e
un po’
un esperimento per il contest ma spero vi sia piaciuta!
Se
avete il piacere di lasciarmi una recensione sarebbe una cosa molto
bella:)
Alla
prossima!
Zappa
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