Incubi
e biscotti
Sono
le cinque di mattina.
La
piccola Erina ha avuto un incubo, si sveglia con un urlo.
Le
ci vuole qualche minuto per calmarsi, ma finalmente il
cuore riprende il ritmo normale. Respira a fondo due o tre volte, poi
lo
sguardo le va sull’altro letto nella stanza.
Vorrebbe
parlare di quell’incubo con Alice, sua cugina – non
ha problemi a svegliarla –, ma si accorge con stupore che non
è nella stanza.
“Oh no! Il mostro…
devo salvare Alice!” pensa terrorizzata, ricordando
il mostro del suo
sogno.
Si
alza e va davanti alla porta.
Ha
paura di cosa potrebbe aspettarla al di fuori della sua
stanza, ma deglutisce ed apre.
Sporge
la testa oltre l’uscio per controllare; sembra tutto
normale, si dice con un sospiro di sollievo.
Esce
e sceglie una direzione a caso, non ha idea di dove
possa essere Alice.
A
un tratto si blocca in mezzo al corridoio. Ha sentito
qualcosa… un odore.
Storce
il naso. È odore di bruciato.
Corre
in cucina e trova la porta aperta. Eccola lì, davanti
ai suoi occhi: Nakiri Alice, intenta a svuotare nel cestino una teglia
di
qualcosa.
Erina
dapprima sbuffa, pensando d’essersi preoccupata
inutilmente, ma poi le vede.
Lacrime.
Sua
cugina sta piangendo.
La
raggiunge, vagamente preoccupata. «Alice, che hai?
Perché
piangi?»
L’altra
bambina si gira verso Erina e inizia a piangere
ancora di più.
«Non
riesco a fare i biscotti!» le grida disperata. «Ho
già
bruciato due teglie, e… mamma…!» non
conclude la frase.
Erina
la guarda incerta. Sua cugina, diversamente da lei, è
ancora inesperta in cucina. Riserva un’occhiata al cestino.
Ecco l’origine
dell’odore che l’ha spinta a correre lì.
«Perché
vuoi fare i biscotti a quest’ora?» chiede diretta.
Secondo lei, se uno non sa cucinare dovrebbe evitare e basta. Piatti
che non
possano soddisfare il suo palato non hanno ragion d’esistere.
Alice
la fissa quasi arrabbiata. «È il compleanno di
mamma!»
esclama. «L’hai dimenticato? Sei cattiva,
Erina!» decreta con le manine sui
fianchi.
«Zia
Leonora…?» mormora l’accusata.
L’aveva proprio rimosso.
«Non sono cattiva», sbuffa per difendersi.
«Invece
sì!»
«Sono
i tuoi biscotti ad essere cattivi» rimarca Erina,
decisa a vincere la discussione.
Ci
riesce, in effetti. Alice scoppia di nuovo in lacrime.
Vorrebbe
dire qualcosa per consolarla, ma non saprebbe cosa.
D’altra parte ha detto la verità.
Sua
cugina si asciuga le lacrime e la guarda con rabbia.
Poco dopo le si accende lo sguardo.
Punta
un dito contro Erina. «Mi aiuterai tu!»
Eh?
«Insieme
faremo dei biscotti buonissimi, sì sì, ne sono
certa! Mettiamoci al lavoro!»
La
detentrice del palato divino non è così
entusiasta. «Ho
sonno», protesta. «Non voglio assaggiare i tuoi
bisc…»
L’occhiata
torva che le lancia la cugina la fa ricredere. «E
va bene», mormora rassegnata.
«Fai
solo quello che ti dico io, però».
Passano
in cucina altre due ore, sedendosi infine
stanchissime sul pavimento.
Erina
non è soddisfatta, lamenta «ancora una quindicina
di
errori», ma Alice dal canto suo è contenta.
Sa
che Leonora apprezzerà.
Si
addormentano lì, l’una sull’altra. Insieme.
NdA
Prima di tutto
ringrazio Jill per il prompt; "A vuole fare un regalo per il compleanno
della mamma e B diventa il suo assaggiatore. Peccato che tutti i
biscotti che A prepara sono immangiabili ma B li mangia comunque per
non farlo rattristare", l'ho un po' modificato per adattarlo ad Erina e
Alice, ma lo spunto è questo.
Mi piace il
rapporto di competizione-affetto delle due cugine. Mi piace anche
l'idea di riempire il fandom con personaggi semi-ignorati.
Alla prossima
^_^
Mari
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