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tutti coloro che detengono i diritti del manga ed anime "Fairy Tail".
Questa Storia è stata scritta per fini ludici e senza scopo
di lucro.
Capitolo 1
Dove Vivremo Noi
La
neve scendeva copiosa e lenta, ricoprendo i resti di quel piccolo
villaggio con il suo ovattato silenzio; lui era lì, seduto
davanti alla tomba dei suoi genitori, fermo e intento a guardare
l'unica donna che, dopo Ur, gli era stata davvero vicina. Voleva dirgli
qualcosa, lo vedeva chiaramente, e sembrava che Juvia stesse
scegliendo, fin troppo accuratamente, le parole più
appropriate per farlo.
- La persona
che ha ucciso il necromante che stava controllando tuo padre...- si
decise, finalmente, a parlare; aveva gli occhi blu piantati a terra e
con il respiro mozzato dall'ansia più che dal freddo che li
circondava - È Juvia...- concluse cercando di trattenere
quelle lacrime che proprio non volevano rispondere al suo controllo.
Neppure Gray
sapeva ben dire cosa stesse provando in quel momento, un misto di
rabbia, rancore e tristezza lo pervase con una forza tale da
impressionarlo, ma la cosa che, fra tutte, lo faceva infuriare oltre
ogni limite era quella strana sensazione di sollievo che aveva
cominciato a provare non appena aveva visto Juvia.
- Tu...- Gray
parlò, cercando di controllare la furia omicida che gli
attanagliava il cuore.
-
Juvia...- lo interruppe la ragazza - Juvia non crede che lei
potrà continuare ad amare Gray-sama...- disse cominciando a
piangere e tremare - Juvia ha ucciso...-.
Gray non
voleva sentire altro, non aveva intenzione di ascoltarla, gli avrebbe
causato solo dell'altro dolore.
- Il padre di
Gray-sama...- concluse la ragazza chiudendosi poi in un rigido silenzio.
Il senso di
colpa la stava divorando e, sebbene sapesse che il suo gesto aveva
donato una nuova libertà a Silver, non riusciva a non
sentirsi responsabile del dolore che il "suo" Gray-sama stava provando
in quel momento. Non si sentiva degna nemmeno di respirare e pensava di
meritarsi quel pianto e quella grande sofferenza che le straziava il
petto, si ripeteva mentalmente che aveva fatto la cosa giusta per il
bene della Gilda e dell'umanità stessa, ma questo non
riusciva per niente a sollevarla. E come poteva del resto? Aveva ucciso
il padre dell'uomo che amava, solo per questo, a suo dire, meritava di
morire.
Gray odiava
tutto e tutti, aveva perso tutti: sua madre, Ur e, infine, anche suo
padre, ma la consapevolezza che stava per perdere anche Juvia, l'unica
di cui aveva un estremo bisogno, gli stava dando il colpo di grazia,
lacerando completamente il suo giovane cuore.
Di nuovo il
vuoto, poi la paura s'insinuò nelle sue vene, mescolandosi
al sangue e alla rabbia. Gray si chiese perché tutto questo
stava capitando proprio a lui, perché proprio lui doveva
ritrovarsi in quella tragica e assurda situazione?
Non aveva
risposte per le sue domande e, lentamente, cominciava a dolergli anche
la testa, tante erano le emozioni che provava in quel momento.
L’unica cosa di cui aveva certezza era il certo senso d'odio
che stava provando, talmente grande e forte da aggrapparcisi con tutto
il suo essere.
Guardò
Juvia che, versando copiose lacrime, era immobile davanti a lui, in
attesa che lui le dicesse qualcosa, qualsiasi cosa; con un balzo Gray
le fu addosso, afferrandola per il colletto del cappotto e, mentre
stringeva forte la calda stoffa fra le mani, pensò davvero
di poterle fare del male.
- Tu...-
avrebbe potuto ferirla, se non addirittura ucciderla e per un attimo
aveva pensato di farlo davvero - No...- disse infine, cominciando a
sentire le sue emozioni premere per uscire fuori.
Il passo verso
l’oblio dell’oscurità era corto, Gray lo
sentiva, ancora In quell'istante Gray capì, Juvia, la "sua"
Juvia, era la perfezione fatta donna, se ne stava lì,
davanti a lui, in attesa del suo giudizio, pronta perfino a farsi
uccidere, se questo fosse servito a farlo stare meglio.
Juvia soffriva
come mai le era capitato in tutta la sua vita, vederlo star male in
quel modo le dilaniava l'anima e la consapevolezza di perdere il suo
sole, le fece realizzare che morire, per mano dell'unico uomo che
amava, sarebbe stato come ricevere un'immensa grazia divina.
Fu un attimo
per Gray capire quello che dava valore a tutta la sua intera esistenza.
Juvia lo aveva seguito fin lì e, tralasciando le manie da
stalker, gli aveva detto quella che per molti poteva essere una
raccapricciante verità. Non era stato facile comprendere la
purezza del suo gesto compiuto dalla ragazza ma, inequivocabilmente,
grazie a Juvia, Silver, suo padre, poteva finalmente tornare da sua
madre e riposare in pace.
Allora
perché, nonostante che quell'immagine gli avesse trasmesso
un immenso senso di pace, lui non poteva essere felice? Quella era
un'altra domanda che gli attanagliava la mente, l'unica fra tutte che
trovò celermente una solida risposta negli occhi blu della
maga che aveva di fronte. L'unica domanda che si risolse e dissolse
quando adagiò la testa sul caldo e morbido seno di Juvia,
sentendosi sollevato e protetto, finalmente libero di esternare tutto
il suo dolore.
- Grazie...-
disse piangendo e inginocchiandosi a terra, ancora abbracciato a lei -
Mi dispiace...- continuò cercando di dare un senso ai
cattivi pensieri che aveva formulato poco prima - Davvero... Scusa...-
era dispiaciuto per quel bruciante destino cui Juvia era stata
costretta a risolvere.
-
Gray-sama...- gli rispose lei stupita dal quel gesto, ormai incapace di
trattenere le lacrime.
Calore, era
quella la sensazione che Juvia provava in quell'istante. Non riusciva a
spiegarsi il perché del gesto di Gray, ma senz'ombra di
dubbio quell'abbraccio era riuscito a dare pace alla sua mente
infervorata da miliardi di milioni di tristi e tragici pensieri.
- Sei
così...- disse tornando a far confluire dentro di
sé l'aria che aveva smesso di respirare interminabili minuti
prima - Caldo...- concluse dando un senso alle cose.
Da quando
erano partiti da Magnolia, la pioggia non aveva cessato nemmeno un
minuto di scendere sopra le loro teste. Come se potesse essere
diversamente, considerando che Juvia non aveva smesso neanche per un
minuto di piangere, urtando sensibilmente i nervi del suo
accompagnatore.
- Adesso basta
piangere Juvia...- disse il giovane, non troppo carinamente, voltandosi
verso la sua accompagnatrice.
- Gr...
Gray-sama...- rispose la ragazza singhiozzando - Ju.. Juvia
è tanto triste per lo scioglimento di Fairy Tail...- e,
lasciando scendere un'altra lacrima, cadde a terra, inginocchiandosi
per la stanchezza.
Gray ancora
non riusciva a spiegarsi cosa l'avesse spinto a chiederle di
accompagnarlo, per lui Juvia era incredibilmente appiccicosa e tendeva
ad avere delle strane manie da stalker.
- Fairy Tail
non è ancora finita...- la guardò intensamente -
Te lo prometto Juvia...- sentenziò accarezzandole la testa -
Ti fidi di me, vero?- concluse porgendole la stessa mano per aiutarla a
rialzarsi.
Gray sapeva
quanto Juvia fosse attaccata a Fairy Tail, infatti è stato
proprio all'interno della Gilda che ha cominciato a sentirsi parte
integrante di un gruppo, amata e accettata da tutti coloro che, nel
giro di poco, aveva cominciato a considerare dei "nakama", amandoli e
proteggendoli anche a costo della propria vita.
- S...
Sì...- afferrando la mano di Gray, il volto di Juvia si
rischiarò in uno splendido sorriso.
In fondo, le
aveva chiesto di seguirlo perché stava bene insieme a Juvia,
era allegra e (un po' troppo) fantasiosa, aveva liberato suo padre, gli
era sempre stata vicina e, anche se gli costava ammetterlo, l'aveva
portata con sé perché Juvia era la sua ancora di
salvezza. Ovviamente queste cose Juvia non le sapeva, infatti la
ragazza si era limitata solo a non chiedere niente e a fare i salti di
gioia per quella fortunata occasione di poter passare un po' di tempo
da sola col "suo" (ci teneva sempre a specificarlo) Gray-sama.
Nel frattempo,
la pioggia si era placata lasciando spazio ad un tiepido sole e Juvia,
se da una parte era ancora triste per lo scioglimento della Gilda,
dall'altro canto già pregustava le meraviglio avventure (che
nella sua testolina si figuravano tutte amorose e/o sessuali) che
avrebbe vissuto con il "suo" Gray-sama.
La maga
dell'acqua si rimise in piedi, senza minimamente celare il
compiacimento che provava nel tenere per mano il suo amato (gli occhi a
cuoricino ne erano una casta prova), ma la cosa più
sensazionale per entrambi fu quel che accadde dopo, infatti Gray,
abbattendo le sue glaciali barriere, si caricò sulle spalle
la ragazza, con l'intento di non farla affaticare ulteriormente.
- So che
starai un po' scomoda, ma tanto siamo quasi arrivati Juvia...- disse il
mago del ghiaccio sistemandosela meglio sulla schiena e godendo appieno
del contatto con le sue generose forme.
- Gr...
Gray-sama...- Juvia si sentì avvampare per l'imbarazzo -
Juvia non vuole pesarti...- disse quasi svenendo per l'emozione.
- Non
preoccuparti...- le rispose non riuscendo a nascondere un sorrisetto
malizioso e un lieve rossore che gli imporporava le guance - Sei
leggerissima Juvia...- e poggiò la mano sopra al simbolo di
Fairy Tail che la ragazza aveva impresso sulla coscia sinistra.
"Vuoi tu, Juvia,
accogliere Gray come tuo sposo?" le fu chiesto.
"Sì, lo
voglio..." rispose lei tutta sognante e con gli occhi a cuoricino.
"E vuoi tu, Gray,
accogliere Juvia come tua sposa" fu chiesto anche a lui.
" Sì, la
voglio con tutto me stesso..." rispose il ragazzo altrettanto
appassionato.
"Non osi l'uomo
separare ciò che Dio ha unito... Con i poteri a me
conferiti, io vi dichiaro marito e moglie... Adesso può
baciare la sposa..." concluse il parroco benedicendo la coppia.
Le calde labbra di
Gray si poggiarono, con delicatezza, su quelle morbide e carnose di
Juvia, suggellando quel momento con un casto e tenero bacio d'amore.
La fervida e
romantica immaginazione di Juvia, con tanto di verbale delirio, aveva
già cominciato a volare oltre ogni limite divagando da un
romanticissimo matrimonio in bianco, ad un ipotetico futuro figlio
insieme al "suo" Gray-sama.
- Potremmo
chiamarla Yuki mentre, se fosse maschio, potremmo dargli... Mmm,
vediamo... Juvia sta pensando a qualche nome per un maschietto...- la
ragazza farneticava sognando ad occhi aperti.
- ANCORA SONO
GIOVANE PER SPOSARMI!- scattò isterico e teso Gray,
infrangendo così i sogni della bella maga.
- Sei
così crudele Gray-sama...- rispose Juvia deprimendosi appena.
Gray dovette
soffocare una risata di divertimento, giusto per non darle la
soddisfazione di vederlo ridere, anche se quello era un altro motivo
per cui teneva a lei. Aveva capito che Juvia sapeva renderlo felice,
riuscendo perfino a farlo ridere di gusto quando si esprimeva con
quelle sue facce così buffe.
All'orizzonte
si potevano ben scorgere i profili di un piccolo villaggio di campagna,
ben diverso dalle città cui erano abituati, uno di quei
posti tranquilli dove, per vivere, si coltivava la terra e si attingeva
l'acqua dal fiume.
"Dopo
Magnolia, questo sarebbe il posto perfetto per crescere mio figlio..."
pensò Gray figurandosi un vivace bambino dai capelli e occhi
blu.
***
- Ce la fai adesso a camminare da sola?- le chiese prima di farla
scendere.
- Aye!-
rispose Juvia serena e felice.
A malincuore
Gray fece scendere Juvia dalla sua schiena, sorreggendola appena e
aiutandola a rimettersi per bene in piedi.
- Ok, adesso,
intanto che io vado a cercare un posto dove stare, tu vai a comprare
qualche provvista...- sentenziò Gray quando fu certo che la
maga potesse sorreggersi sulle sue gambe.
- Gray-sama,
Juvia non ti deluderà, vedrai! Acquisterà il cibo
migliore di questo posto!- disse battendo il pugno sul palmo della mano
con un'espressione piuttosto convinta e decisa.
- Ne sono
certo Juvia...- le accarezzò di nuovo la testa - Ci troviamo
qui fra un mezz'ora... Non tardare, ok?- sorrise prima di lasciarla
andare alla sua "missione".
Venti minuti
dopo circa, Juvia si ritrovava ad aspettare il suo amato nel punto
esatto in cui lui l'aveva congedata, non poteva nascondere di essere
eccitata ed emozionata per quella nuova avventura, sentiva il cuore
batterle forte nel petto tanta era la gioia di poter vivere
quell'esperienza con l'uomo che amava più della sua stessa
vita.
- E NON TI
PERMETTERE MAI PIÙ…- urlava un alquanto nudo Gray
intanto che usciva da una locanda - Ma tu guarda che razza di
gente…- continuò borbottando fra sé.
- Che cosa
è successo Gray-sama? E perché sei senza
vestiti?- pigolò Juvia raggiungendolo.
- Scusi...- chiese
avvicinandosi al bancone.
- Dica...- gli rispose
il barista.
- Salve, mi chiamo
Gray Fullbuster, sono nuovo del posto e stavo cercando qualcosa dove
sistemarmi con la mia compagna... Non è che potrebbe
aiutarmi?- chiese educatamente.
- C'è una
locanda più avanti...- rispose caustico l'altro lucidando un
boccale di vetro con un vecchio e sudicio canovaccio.
- Beh, grazie...-
disse Gray allontanandosi dal bancone per avviarsi verso la porta.
Gray pensò
che vivere, per qualche giorno, in una locanda poteva anche andare
bene, anche se, al più presto, avrebbe dovuto cercarsi una
casa, una di quelle vere fatte di legno e mattoni.
- Ehi... Guardate un
po' quel bel bocconcino che sta uscendo adesso dal fruttivendolo...- la
voce di uno sconosciuto lo raggiunse.
- Mhhh... Proprio
carina... Credo sia appena arrivata in paese...- un'altra voce maschile
gli fece drizzare le antenne.
Per un breve,
brevissimo, istante sperò che quel "bel bocconcino" non
fosse la "sua" Juvia, ma quando l'altro uomo aveva detto "appena
arrivata in paese", ogni minimo dubbio aveva preso la forma della bella
maga che lo accompagnava in quel lungo viaggio.
- L'ho vista arrivare
insieme a quel tizio che sta uscendo adesso...- continuò il
primo.
- Se venisse una notte
con me, io le...- il secondo non terminò la frase che due
forti mani lo avevano già afferrato e sbattuto al muro.
- Sentiamo... Se
venisse una notte con te, tu cosa faresti? Le racconteresti le
favolette?- lo provocò Gray che aveva già
provveduto a togliersi la maglietta.
Provava uno strano
senso di fastidio da quando aveva compreso che quei due avevano messo
gli occhi sulla "sua" Juvia, nessuno poteva permettersi di guardarla o,
tantomeno, desiderarla, era come se Gray avvertisse il costante bisogno
di tenerla sempre sotto la sua stretta sorveglianza, dandole tutta la
protezione di cui necessitava.
- EHI...-
urlò il barista dalla sua postazione - NON VOGLIO RISSE QUA
DENTRO... CHIARO?-.
- Mi scusi...- rispose
Gray poggiando a terra l'uomo - Aveva solo fatto un po' troppi commenti
sulla mia donna...-.
Un momento. "la sua
donna" come gli veniva in mente di proclamare Juvia come "la sua
donna", finché lo accompagnava in quel viaggio di
accrescimento personale poteva anche andare anche bene, ma da
lì a considerarla "la sua donna" ce ne voleva.
Perso nei suoi
pensieri com'era, non si accorse della sedia che andava ad infrangersi
contro la sua schiena, provocandogli un leggero fastidio e stimolandolo
a cominciare una rissa per difendere l'onore della "sua" bella Juvia.
- Ice Make...- disse
poggiando il pugno sul palmo della mano e portandoli al fianco sinistro.
Guardò
la "sua" Juvia, che non nascondeva un certo piacere nel vederlo mezzo
nudo, e si rese conto di essere davvero fortunato ad averla con
sé; era geloso e se lei, in quel momento, fosse stata
lontana da lui, non sarebbe riuscito a campare nemmeno un minuto.
- Tsk...- si
voltò verso il bar notando che tutti i suoi occupanti erano
usciti fuori per prendere a calci i corpi, svenuti, di quelli che si
erano rivelati come "i bulli" del paese.
- Ehi, ma
cos'è successo là dentro, Gray-sama?-
continuò a chiedere Juvia.
- Niente di
che...- le cinse il collo con un braccio e l'attirò a
sé facendole poggiare la fronte contro il torace nudo - Solo
due che volevano fare gli spacconi...- disse compiaciuto, ma anche
consapevole del fatto che, facendo in quel modo, tutti quanti avrebbero
capito che Juvia era "sua" e che nessuno doveva darle fastidio.
- Gr...- Juvia
sentiva il viso esplodere per il calore che provava in quel momento -
Gray-sama...- il cuore sembrava essere impazzito vista la stretta
vicinanza col suo bel mago.
- Andiamo...-
Gray l'allontanò dal suo abbraccio - C'è una
locanda più avanti dove potremo stare per qualche giorno...
Dopo ci troveremo una casa...- sentenziò guardando la
ragazza.
- Una... Una
casa con Gray-sama...- se era possibile, il rossore di Juvia aumento
ancora un po'.
Gray si era
fatto carico di una delle due buste che Juvia aveva riportato dalla sua
"missione" quando, con loro sommo stupore, un anziano signore si era
avvicinato a loro. Gray lo guardò bene e gli
sembrò di averlo visto, poco prima, dentro la locanda dove
poi aveva dato spettacolo. Era un anziano signore, con tanto di barba
bianca, vestito in un modo piuttosto bizzarro, infatti calzava delle
buffe scarpe a punta di colore ocra, dei pantaloni al polpaccio fatti
di un leggero tessuto in fantasia viola a rombi bianchi, una camicia,
questa in tinta unita e dello stesso colore prevalente dei pantaloni,
un gilet ocra con delle rifiniture cangianti col resto del suo
abbigliamento, un paio di occhiali sulla punta del naso e un basco a
coprirgli la testa, anche questo completamente abbinato al resto del
suo abbigliamento.
- Scusate se
vi disturbo...- cominciò a parlare il vecchietto.
Sia Juvia sia
Gray lo guardarono seriamente e senza celare un certo sospetto, vista e
considerata l'immensa forza magica che l'anziano signore sprigionava.
- Dica
pure...- rispose Gray sempre mantenendo un certo distacco.
- Non dovete
essere titubanti...- l'anziano si aprì in un dolce sorriso -
Sono un mago come voi, non sono un vostro nemico...- sorrise ancora.
- Ci dica
gentile signore...- disse Juvia cercando di mostrarsi gentile.
- Non volendo
prima, dentro il bar, ho sentito che cercavi un posto dove sistemarti
con la tua fidanzata qui a Peonia...- esordì il vecchietto.
- Ehm...
Ecco... Noi... Sì, cercavo un posto dove vivere...- disse
Gray non poco imbarazzato.
- Gray-sama e
Juvia sono fidanzati... Ahhhwww...- disse la maga che già si
era immersa nel suo bel mondo di sogni romantici, non essendole
sfuggito il fatto che il suo amato non aveva controbattuto all'anziano
per dire se erano fidanzati o meno.
- Allora
seguitemi...- disse l'anziano mago cominciando ad incamminarsi.
Quel piccolo
paesino era un, agglomerato concentrico di strade dove, per ogni lato,
si ergevano, rispettivamente a destra e sinistra, negozi e abitazioni.
Lo stile era piuttosto semplice, diciamo quasi contadino, infatti, il
legno e la paglia la facevano da padrone nella composizione di mura e
tetti, come d'altronde ogni casa aveva il suo proprio appezzamento
d'orto da coltivare.
Svoltato
l'ultimo angolo e percorsi altri cento metri, fra una villetta
apparentemente bifamiliare ed un'altra un po' più modesta,
Juvia e Gray riuscirono a scorgere una deliziosa casetta, anche questa
rigorosamente di legno e paglia; certo non era un Grand Hotel, ma per
loro era praticamente perfetta.
- Questa
è casa mia, ma siccome devo lasciare il paese per un lungo
lavoro che mi terrà occupato per molto tempo, ho deciso di
lasciarla a voi...- sorrise rivolgendosi poi ai due ragazzi.
- Noi la
ringraziamo signore, ma...- cominciò Gray.
- Dimmi pure
quel che ti preoccupa figliolo...- il giovane vecchietto si
allargò ancora in un caldo sorriso.
- Ma qual
è il suo tornaconto?- concluse schietto e deciso il mago del
ghiaccio.
- Il mio
tornaconto dici?- chiese stupito il vecchietto.
-
Sì, insomma, cosa ci guadagna lei?- continuò
imperterrito Gray.
- Oh, beh...
Avevo pensato di chiedervi una somma ragionevole di Jewel...- disse
pensandoci.
Dopo tutto
quello che avevano passato, Gray aveva imparato a non fidarsi subito
delle persone, ma quello strano vecchio gli trasmetteva un certo senso
di pace e tranquillità.
- Capisco che
sono uno strano e vecchio estraneo che vi offre di vivere in una casa,
ma... Ecco...- frugò dentro la sua borsa e ne estrasse un
foglio - Questa è la mia nomina come membro del Consiglio...
Fidatevi di me Gray Fullbuster e Juvia Loxar, so per certo che siete
dei ragazzi fantastici e vi considero al pari degli eroi... Vi basta
questo per farvi capire che sono totalmente dalla vostra parte?- il suo
sguardo divenne serio e deciso, mentre porgeva loro quel foglio.
Gray e Juvia
lo guardarono sconvolti, non solo conosceva i loro nomi senza che
nessuno glieli avesse mai detti, quel dolce e gentile vecchietto era
anche uno dei membri del nuovo Consiglio della Magia.
- Allora? Vi
basta questo come garanzia?- chiese.
- S...
Sì...- balbettò Juvia.
- Mi scusi...-
Gray abbassò lo sguardo - Grazie signore... Noi avremo cura
della sua casa...- disse infine.
- Non avevo
dubbi cari...- sorrise ancora - Vi chiedo solo di non farne parola con
nessuno...- alluse sottilmente alla sua nomina.
-
Certamente... Può fidarsi di noi...- disse Juvia annuendo un
po' troppo concitatamente.
- Ci conti...-
Gray sorrise deciso - E ora parliamo d'affari... Quanto vuole per
l'affitto?-.
- Oh, beh... -
rispose il vecchietto pensando - Non so quantificare il tempo in cui
starò lontano da casa, perciò ho pensato che
60.000 Jewel al mese andranno più che bene... Vi aggrada
come proposta?- concluse sempre con quella bella e serena espressione
sulle labbra.
Una volta
congedatisi dal vecchio, Juvia e Gray si addentrarono nella loro nuova
abitazione; era piccola con un solo bagno e una sola camera da letto
(per la somma gioia di Juvia), una piccola cucina annessa al salotto e
alla sala da pranzo.
- Ti piace
Juvia?- chiese Gray.
-
Sì Gray-sama...- rispose lei già entusiasta.
- Bene,
perché qui è dove vivremo noi!!!- disse lui
convinto e battendo il pugno sul palmo della mano sinistra.
"Una volta Juvia
viveva insieme a Gray-sama... Da soli..." disse soddisfatta la bella
maga dell'acqua.
Note
dell'Autrice:
Salve a tutti!!! Sono nuova su Efp e questa è la prima
Fanfic che pubblico! Non so perché io abbia scelto proprio
Fairy Tail come base per la mia prima Fanfic, ma poco importa, spero
che quanto avete appena letto vi sia piaciuto, perciò vi
chiedo di commentare e di dirmi se ci sono errori di battitura, orrori
grammaticali o se semplicemente avete apprezzato il mio umile
componimento.
Come scritto in descrizione cercherò di pubblicare con una
certa regolarità, almeno un capitolo ogni
venerdì, perciò vi saluto e vi dico alla
prossima...
Con affetto...
Serrure
Secret Histoires
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