A stretto contatto - Capitolo1
Destino inevitabile - A
stretto contatto
Capitolo 1
Come tutto ebbe inizio.
Quel
giorno era iniziato male, come tanti altri nella sua vita e, cosa
peggiore, negli ultimi istanti era riuscito persino a peggiorare.
Era questo il pensiero di Watanuki, mentre con aria scocciata
si avviava a passo lento verso il negozio di Yuuko, portando con
sé delle pesanti buste.
«Ma insomma, perché devi seguirmi anche qui?! Non
ti basta di scocciarmi a scuola?» Sbottò il
ragazzo in questione, voltandosi a fissare con rabbia crescente quello
che ormai considerava la sua nemesi personale.
Impassibile come sempre, Doumeki aspettò che
Watanuki finisse di urlargli contro. «Sei in
ritardo.» Esclamò togliendosi l'indice
dall'orecchio.
Quelle tre parole, dette nel suo solito tono disinteressato, sembrarono
far crescere ancora di più la rabbia di Watanuki che lo
guardò malamente.
«In ritardo? In Ritardo?!» Replicò,
fermandosi a prendere un respiro profondo. «Sono stato
costretto a scappare per mezza città, inseguito da spettri
di ogni tipo con queste buste in mano, e tu dici che sono In
Ritardo!»
«Idiota.» Rincarò l'altro.
A quello, il più piccolo sembrò scaldarsi
ulteriormente continuando la sua tirata sull'essere sfruttato, sul
dover sottostare ad una donna che era una vera arpia e, ovviamente, sul
dover subire anche la compagnia di un eterno musone.
Continuò così per un po', lamentandosi del
mostriciattolo nero che, d'accordo con la strega, si divertiva a
torturarlo, del dover portare troppi pesi e dell' essere usato come uno
schiavo.
«E mi raccomando. Non aiutarmi mai eh!»
Borbottò.
Doumeki lo osservò con la coda dell'occhio. Poi,
senza mutare minimamente espressione, allungò una mano verso
il ragazzo.
«Che c'è, ora?» Urlò l'altro.
L'arciere ignorò la domanda, limitandosi ad alleggerirlo del
peso di due buste. Poi, dopo alcuni secondi di totale silenzio, decise
di dar voce ai suoi
pensieri. «Che cucini oggi? I takoyaki sarebbero
perfetti.»
«Takoyaki? Takoyaki?! Non prendo ordini da te, idiota! E non
ti cucino un bel niente! Ammettilo. Tu! Non mi stai accompagnando per
queste!» Strillò, sollevando appena le
restanti buste. «Miravi solo a mangiare, vero?
Vero?!» Continuò.
Doumeki si limitò ad una rapida occhiata.
«Lo sapevo! Tu!» Riprese il più
piccolo.«Sei sempre il solito... solito... Insomma! Non ti
preparerò un bel niente! Morirai di fame!»
Proprio un giorno cominciato e destinato a finire male,
pensò.
Poi finalmente giunsero al negozio.
«Hei! Waaaaatanuki!» Urlò Mokona,
saltando in faccia al ragazzo. «Hai portato da bere?
Waaaatanuki!»
«Si, si... ho portato tutto....»
Commentò questi, togliendosi il manju nero di dosso.
«Oh, perché capitano tutte a me!»
sospirò poi con aria affranta.
«Sempre a lamentarti, eh?»
Quella voce, sarcastica e al contempo melodiosa, lo fece sobbalzare.
«Yuuko-san? Qua… Quando è comparsa
lei?!» Strillò il giovane, fissando la donna.
«Un minuto fa non c'era e... Lasci stare...»
Borbottò. «Meglio non sapere...»
Sospirò infine, temendo una delle risposte incomprensibili
della strega.
Yuuko lo studiò con aria divertita. «Hai portato
il sakè che ti avevo chiesto?»
Watanuki annuì, guardandola con sospetto.
«Però dimentichi di assaggiarlo a stomaco
vuoto!»
«Oh… Watanuki sei sempre il solito
guastafeste!» lo riprese allegramente la strega, prima di
voltarsi verso Doumeki. «E tu? Cosa ci fai qui?»
Domandò sorridendo al ragazzo.
L’arciere scosse le spalle «Ho portato le
buste».
«Come se avesse fatto lui tutto il lavoro!»
Borbottò Watanuki, ormai furioso. «Non prenderti
tutto il merito. Ne hai portate solo due!» Gli
urlò, additandolo.
Quella protesta fu accolta dalla risata della strega che,
già su di giri, invitò entrambi ad accomodarsi,
mandando Watanuki in cucina ed invitando Doumeki a condividere una
bottiglia di sakè.
Senza replicare, Watanuki si avviò con aria mesta in cucina.
La vita, pensò, alle volte era proprio ingiusta.
Circa un'ora dopo il ragazzo, con indosso il grembiule ed un fazzoletto
legato sui capelli, rientrò in sala accompagnato da un
Mokona carico di lattine.
«Si mangia!» Strillò il manju nero,
saltando sul tavolino e sedendosi vicino all'arciere.
«Evviva!» Gli fece eco Yuuko, aprendo una lattina
di birra e assumendo un'aria pensosa. «Ma forse il nostro
Doumeki-kun preferirebbe del sakè...»
«E chi se ne importa!» Strillò il cuoco,
lanciandole un’occhiataccia prima di posizionare l'ultima
portata sul tavolino.
«Sakè! Sakè!»
Strillò Mokona, entusiasta della proposta.
La strega osservò la scena sogghignando e poi
batté le mani. «È deciso,
sakè sia! Watanuki, vai in magazzino a prenderlo?
C'è ancora la bottiglia inviataci da Fay e
Kurogane...»
Il ragazzo la guardò, incredulo. «Quella?! Ma
è... enorme. Vi ucciderà il fegato!»
La donna tornò ad assaggiare gli stuzzichini ignorandolo del
tutto.
«Watanuki non sa godersi la vita!» Urlò
Mokona a quel commento. «Ti accompagno io, Watanuki scritto
come primo d'aprile!» Terminò, rimbalzando sulla
sua testa per atterrare davanti a lui.
~x~X~x~
Il ragazzo si guardò attorno con aria critica, ispezionando
il magazzino con sguardo dubbioso.
«Dunque... se non sbaglio la bottiglia si trovava da queste
parti.» Mormorò, muovendo un paio di passi tra gli
scaffali. «Questo posto avrebbe bisogno di una
bella ripulita.» borbottò.
«Pu Pu Pu! Waaaatanukii guarda lassù!»
Urlò Mokona.
«Che c'è ancora. Non vedi che sto...
Uh!» Esclamò il ragazzo, girando lo sguardo in
cerca dell’animaletto. Non vedendolo si spostò
indietro, cercandolo e trovandolo di fianco ad una bottiglia.
«Mo-Ko-na!» Urlò improvvisamente rosso
di rabbia. « Si può sapere come ha fatto a finire
così in alto?!»
Il manju nero lo fissò sogghignando. «È
tardi. Yuuko ci aspetta. Sbrigati, su!»
«Sempre a me le cose difficili eh?!» Si
lamentò il ragazzo, salendo su una pila di libri ammucchiati
e lasciati proprio li sotto. «Ci sono quasi... un attimo e...
Ahi! Mi ha punto» Urlò.
«Waaaatanuki, sbrigati!» Ripetè Mokona.
«Si, si, mi sbrigo!» Sbuffò l'altro e,
recuperata la bottiglia si apprestò a ritornare in sala.
Quandò fu di ritorno, la strega lo accolse con uno sguardo
di
rimprovero. «Ce ne hai messo di tempo.»
«Già.» Concordò l'arciere,
servendosi l’ennesimo stuzzichino.
Il tutto sotto lo sguardo irritato del cuoco, al quale non
sfuggì quanti ne fossero stati mangiati in quel breve lasso
di tempo.
«Watanuki non voleva prenderla e continuava a
lamentarsi.» Lo accusò Mokona.
«AhAhAh, Watanuki si lamenta sempre!»
Scherzò Yuuko lanciandogli un'occhiata divertita.
«Su su, portami la bottiglia. E servici
qualcos’altro che vada bene col sakè!»
Il ragazzo osservò i presenti con sguardo carico di rabbia,
allontanandosi tra borbottii vari.
Yuuko rise. «Doumeki-kun, non lo trovi divertente?»
Commentò, versando da bere per sé, Doumeki ed
ovviamente Mokona.
L'arciere si limitò ad annuire con aria vagamente distratta.
Lo sguardo puntato su quello che sembrava essere un petalo di ciliegio
che, comparso all'improvviso, stava ora adagiandosi sul pavimento e a
pochi centimetri da lui. Una visione piuttosto insolita in quel periodo
dell'anno.
«Ma cosa...» Il ragazzo si allungò per
raccoglierlo, vedendolo sparire tra le sue mani.
«Che strano...» mormorò con espressione
neutra.
«Cosa è strano?» Domandò la
strega, osservandolo attraverso il bicchiere.
«C'era qualcosa vicino alla mia gamba, un... petalo credo, ma
è sparito quando ho cercato di prenderlo.»
La donna lo scrutò per un attimo con sguardo assorto.
«Mmh. Diverse cose si comportano in quel modo...»
Mormorò,. «E tra esse, pochissime hanno effetti
positivi.»
~x~X~x~
La strana tensione portata dalle parole di Yuuko svanì nel
momento stesso in cui Watanuki fece il suo rientro in sala.
Nonostante l'espressione cordiale con la quale si sforzò di
servire i nuovi piatti, qualcosa sembrava essere fuori posto: La sua
carnagione si era fatta più pallida e i movimenti apparivano
improvvisamente meno aggraziati del solito.
«Oi... tutto bene?» Domandò l'arciere.
«Non mi chiamo Oi...» Protestò il
più giovane con fare meno aggressivo del solito.
«Sei strano.» Continuò l'altro, senza
smettere di studiarlo.
«Strano a chi? Sto benissimo invece!»
Sbottò Watanuki. «E smettila di fissarmi. Neanche
fossi un'opera d'arte!»
«Infatti sei un'idiota.» Fu il commento dell'altro.
Quelle parole sembrarono produrre una strana reazione silenziosa da
parte del più giovane che, sotto lo sguardo attento di Yuuko
e quello sempre più cupo di Doumeki, si spostò
con fare scocciato puntando un dito contro il suo rivale.
«Tu! Chi hai chiamato idiota?» Si
lamentò debolmente, portandosi in avanti e perdendo
l'equilibrio. La sua espressione si fece confusa per un breve istante,
poi davanti ai suoi occhi fu tutto nero ed infine svenne.
«Yuuko, Watanuki è ubriaco senza bere!»
Esclamò Mokona saltellando verso il ragazzo privo di sensi.
La strega osservò Doumeki mentre si alzava per precipitarsi
dall'amico e, senza dire nulla, si avvicinò ai due ragazzi
per studiare meglio la situazione.
Anche Mokona fece lo stesso. «Watanuki ha la
febbre?» Domandò con espressione preoccupata.
Quel dubbio spinse l'arciere a sfiorare la fronte del ragazzo.
«Non mi pare.» Dichiarò.
Al contatto con la mano di Doumeki, Watanuki sembrò
riacquistare un pò di colore, muovendosi appena ed aprendo
gli occhi con espressione stanca. «Che... cos'è
successo...» Domandò, debolmente.
«Sei svenuto.» Fu la pronta risposta di Yuuko.
«Svenuto?» Ripetè il giovane
sollevandosi per ricadere subito dopo, questa volta tra le braccia
dell'arciere che, senza smettere di sorreggerlo si voltò ad
osservare la strega chiedendole il motivo di quell'improvviso malessere.
La donna ricambiò lo sguardo senza rispondere e Watanuki
approfittò del momento per agitarsi e sganciarsi dalla presa
di Doumeki. «Si può sapere che stai
facendo?» Gli urlò, voltandosi e fissandolo con
aria scocciata. «Ce la faccio da so...» Non
riuscì neppure a terminare la frase che un nuovo giramento
lo obbligò ad aggrapparsi al collo dell'altro, mentre la
stanza prendeva a girargli intorno, facendosi sempre più
buia.
«Che sta... succedendo...» Mormorò
appoggiando la fronte contro il petto dell'arciere.
A quella domanda Yuuko mosse un passo in avanti e, dopo avergli fatto
cenno di attendere, si rivolse al ragazzo più grande.
«Prima avevi visto... un petalo, è
corretto?»
«Si.»
«Un petalo... di ciliegio...» mormorò.
Il ragazzo annuì nuovamente e, dopo una rapida occhiata
all'ambiente circostante, la strega si voltò in direzione di
Mokona chiedendogli di controllare l'intera stanza in cerca del petalo.
«È ancora presto per la fioritura...»
Tentò Watanuki con aria confusa. La sua protesta
però passò del tutto inosservata ed in quel
mentre Mokona tornò dalla rapida perquisizione dichiarando
che no, non c'era alcun petalo.
«Capisco...» Fu il commento della donna.
«Doumeki-kun tu l'hai visto sparire, vero?»
«È sparito quando ho cercato di
prenderlo.» Confermò il giovane.
«Si può sapere di che state parlando?»
Replicò Watanuki, staccandosi dal compagno e andando a
sedersi con fare nervoso al basso tavolino ormai pieno di bottiglie,
cibarie e lattine vuote.
Yuuko lo guardò con espressione seria. «Non posso
ancora dirvi di cosa si tratta. Ma per il momento credo sia meglio che
tu vada a vivere con lui.» Esclamò indicando
l'arciere che, braccia incrociate, li stava osservando appoggiato alla
parete.
«Da... lui?!» Domandò un Watanuki sempre
più incredulo e vagamente imbarazzato. «Per quale
motivo dovrei stare da lui?» Protestò con
rinnovato vigore.
«Perché Doumeki-kun ha il tipo di energia che ti
serve per riprenderti.» Commentò la donna notando
l'espressione ancor più confusa del ragazzo. «Sto
dicendo che avendo metà del suo occhio e grazie al sangue
che condividete, la sua è l'energia a te più
compatibile.»
«Cosa?! Sta scherzando spero.» Borbottò
Watanuki. «E poi non posso andare a stare da lui. Ho un
appartamento io!»
La voce piatta di Doumeki infranse la lamentela del cuoco.
«Se viene a stare da me, sarà al
sicuro?» Chiese infatti, ignorando le motivazioni dell'altro.
Quest'ultima annuì, sorridendo. «Solo se starete a
stretto contatto.»
L'arciere sembrò considerare la cosa, osservando Watanuki
che, sempre più nervoso, riprese a lamentarsi, ripetendo le
ultime parole della strega ed inveendo contro la donna e le sue assurde
idee.
«E per quante ore dovrei starci, eh?» Le
urlò contro, indicando Doumeki con mano tremante.
L'interpellata sbuffò, roteando gli occhi verso il cielo in
modo quasi esagerato.
«Ti sembro un medico? Un matematico, forse? Dipende tutto da
te... E da quanto reggerai, dopo ogni contatto.» Concluse con
aria quasi divertita.
«Reggere? Io reggo benissimo!» Brontolò
il ragazzo, raccogliendo le lattine di birra ed avviandosi in cucina.
Quando fu fuori, la stanza sembrò sprofondare in un
innaturale silenzio che Doumeki spezzò rivolgendosi alla
strega.
«È proprio necessario?»
Domandò senza smettere di fissarla.
«Lo è...» Puntualizzò la
donna facendosi ancora più seria. «Cerca di stare
davvero a stretto contatto con lui. È di vitale
importanza.»
L'arciere sapeva bene che le parole pronunciate dalla strega non erano
mai lasciate al caso. Così davanti a tanta decisione non
potè far altro che annuire.
Poi qualcosa sembrò mutare la sua visuale.
L'occhio che condivideva con Watanuki iniziò ad inviargli
immagini confuse; La cucina di Yuuko, il frigorifero che gli apparve
come un'immagine mossa, il pavimento.
Senza attendere oltre e, dopo uno sguardo allarmato all'indirizzo di
Yuuko, il ragazzo si precipitò verso la stanza appena vista.
~x~X~x~
Nel frattempo in cucina Watanuki, dopo aver buttato via le
lattine, si
stava apprestando a ripulire borbottando come al solito.
«Ma insomma» inizò, mentre prendeva
spugna e detergente. «Si può sapere che le
è preso, io sto benissimo!» Quasi per dimostrarsi
questo punto, sollevò una delle pesanti pentole vuote ed
iniziò a strofinarla vigorosamente. «Non so cosa
sia successo, ma sicuramente non è niente.
Niente!» Borbottò, facendo un gesto di sfida alla
finestra davanti a lui.
Improvvisamente cupo, aprì il getto dell'acqua per lavare la
pentola, guardando con aria assorta verso l'esterno.
«Andare a vivere da lui...» Quel pensiero gli
causò un lieve rossore alle guance. «È
imbarazzante!» Borbottò, corrucciando le
sopracciglia.
Con un gesto rabbioso lasciò andare la pentola sul piano da
lavoro e, presa una terrina, si mosse per riporla nel frigorifero.
Spostandosi si scoprì leggermente più debole. Uno
stato che aumentava ogni secondo di più, tanto da obbligarlo
ad appoggiarsi ad un mobile.
Lentamente anche la vista sembrò abbandonarlo e quando
intorno si fece tutto sfocato, consapevole di non avere molto tempo
mosse un paio di passi verso l'altra stanza. Un attimo dopo svenne.
Fu così che lo trovò Doumeki quando si
precipitò in cucina, disteso sul pavimento e privo di sensi.
Senza perdere tempo il ragazzo gli andò vicino tentando di
farlo riprendere, senza successo.
«Non si riavrà subito.»
Comunicò la strega giunta alle sue spalle. «Ha
consumato troppe energie, e questo...» Continuò
indicando il ragazzo disteso sul pavimento «È
quanto accadrà se non ci sarai tu ad aiutarlo. Te lo chiedo
ancora una volta, quindi. Lo ospiterai?»
Il ragazzo si limitò ad annuire, stringendo a sé
il corpo ancora esanime dell'amico, alzandosi e avviandosi verso
l'uscita del negozio. «Questo basterà?»
Domandò.
Yuuko lo guardò con espressione indecifrabile.
«Deve bastare. Per forza.» Commentò con
tono neutro. «In fondo, si tratta di hitsuzen...»
Concluse parlando a sé stessa mentre osservava i due ragazzi
che si allontanavano.
* Manju è la parola con la
quale vengono spesso
identificati i due Mokona. Significa polpetta e sia nel manga che
nell'anime la si trova spesso. "Kuro manju" ovvero polpetta nera per
identificare il Mokona nero e "Shiro manju" ovvero polpetta bianca, per
identificare la Mokona bianca.
Noi abbiamo optato per una versione
mista, più comprensibile ma ahinoi non
esattamente corretta. Confidiamo nella vostra comprensione. Ma
i
Mokona hanno davvero insistito per questo. :P
Nota delle Autrici:
*Lay e Harianne brindano con il sakè di Yuuko-san, poi si
accorgono dei lettori e nascondono l'alcool altrove*
Salve! Questo era il primo capitolo di Destino Inevitabile, un progetto
che ci ha impegnate e ci sta impegnando da diverso tempo... *lanciano
un'occhiata al sakè e fanno finta di niente*
Dopo mesi di lavoro, finalmente iniziamo a postare questa fanfiction...
che felicità.
Comunque sia, Destino Inevitabile sarà piuttosto lunga e da
questo momento in avanti, previ strani ed inquietanti imprevisti (che
quando si ha a che fare con Yuuko-san, si sa, succedono), aggiorneremo
una volta a settimana. Ci saranno, attenzione attenzione, oltre a "A
stretto contatto" anche
altre due parti... quindi, si, è una Trilogia attualmente
ancora
in fase di scrittura, ma non preoccupatevi, abbiamo già
tutto,
dobbiamo solo metterlo in prosa.
Speriamo che il capitolo iniziale vi sia piaciuto, se pensate ci sia
stata poca azione, beh, sappiate che ci rifaremo... quindi,
grazie della lettura! E per favore... Recensite!!! Un commentino non vi
costa nulla e rende noi molto contente!
*inchino profondo*
Le Streghe
Ps. Il sito non è ancora pronto ma sappiate che presto
potrete trovare info, aneddoti, quiz sulla fanfic e tanto altro sul
sito a lei dedicato. Hitsuzen
Ps.2 Un grazie speciale a Kyle che ha fatto da consulente di idee per
alcune scene. Ci tiene a precisare che la cosa vale SOLO per i capitoli
privi di scene hot. Ebbene si, dimenticavamo di dirvi la cosa
più importante. Ci sarà del puro e sano yaoi! *_*
Alla
prossima settimana...
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