Legami Pericolosi
Storia
scritta per il
#martedìfashfic del gruppo Facebook Reylo Italia.
Data
una fan art si deve
scrivere qualcosa ispirata o strettamente inerente all'immagine.
La
fan art incriminata è di camminliu
e la potete trovare questo indirizzo: https://camminliu.tumblr.com/post/175021226545
Legami
pericolosi
Rey
era appena rientrata, ansimante e sudata, nel suo piccolo e scarno
alloggio, dopo una giornata a dir poco allucinante. Alla nuova Base
c'era un sacco di lavoro da fare per metter su una ribellione come si
deve, e i grattacapi di certo non mancavano. Tutti si adoperavano per
fare il loro dovere e lei non era certo da meno. Essendo ormai
l'ultimo jedi, le era piombata sulle spalle una pesante
responsabilità e non poteva prendere quel ruolo alla leggera.
Aveva
passato il pomeriggio ad allenarsi con la sua fidata asta, in attesa
di trovare un modo per riparare la spada di Anakin ancora
spezzata, che custodiva gelosamente dentro la sua sacca. C-3PO la
stava aiutando a tradurre i testi jedi che si era portata via da
Ahch-To*.
Le
cose stavano andando a gonfie vele e già stava pregustando
il
momento in cui si sarebbe trovata di nuovo faccia a faccia con Kylo
Ren e lo avrebbe fatto più nero di quanto non lo fosse,
dandogli una
lezione che avrebbe ricordato per sempre.
La
giornata pesante l'aveva sfiancata e aveva proprio bisogno di
liberarsi di quel fastidioso senso di stanchezza. Per un istante mise
da parte i suoi intenti combattivi, abbandonandosi al desiderio
disperato di darsi una strigliata.
Alla
Base non avevano risorse illimitate e dovevano razionare ogni cosa, e
questo valeva a maggior ragione per l'acqua delle docce. In novanta
secondi scarsi ci si doveva bagnare, insaponare e risciacquare, pena
il dover restare fastidiosamente appiccicaticci fino alla sera
successiva.
Ma
per lei non era affatto un problema fare tutto velocmente, era
abituata a farsi bastare quel poco che le veniva offerto. Una doccia
di un minuto e mezzo, ogni giorno, per lei era un lusso, altro che
una limitazione.
Prese
della biancheria pulita e un ampio asciugamano e si diresse verso la
porta per raggiungere il settore delle docce comuni.
Non
appena ebbe varcato la soglia del suo alloggio, fu assalita da quella
solita e dannata sensazione: un leggero sbandamento e un brivido che
la scuoteva fin nel profondo. La Forza la stava connettendo di nuovo
con Kylo Ren e lei ne aveva decisamente abbastanza.
Sbuffò
inferocita prima di voltarsi e protestare. Possibile che non
riuscisse a ritagliarsi due minuti per se stessa? Aveva dedicato
tutta la sua giornata alla Resistenza e adesso anche il serpente
assassino richiedeva la sua odiosa attenzione.
Quella
sera non aveva proprio voglia di cimentarsi, per l'ennesima volta, in
noiose guerre psicologiche e dolorosi duelli mentali, in cui entrambi
ne sarebbero usciti devastati e nessuno avrebbe mai avuto la meglio.
Si
girò con uno scatto, decisa a liquidarlo con un paio di
insulti ben
assestati, per poi ritornare felicemente alla sua doccia, ma le parole
le
morirono miseramente in bocca: l'immagine che le apparve la
lasciò
letteralmente sconvolta, disintegrando ogni suo intento distruttivo.
Il desiderio di saltagli alla gola si trasformò in una
sensazione di
puro disagio ed imbarazzo: Kylo Ren le voltava le spalle,
praticamente nudo, fatta eccezione per un paio di slip neri che
indossava con sfacciata disinvoltura e che aderivano per bene ai suoi
glutei tondi, muscolosi e sodi. Era chino su qualcosa, che ovviamente
non poteva vedere, e con una mano stava armeggiando animatamente.
Che
diavolo stava facendo? Certo non era la prima volta che le sbatteva
in faccia i suoi muscoli, lucidi e tesi, la sua pelle chiara
costellata di nei e cicatrici, ma su Ahch-to gli era apparso nudo, a
tradimento, soltanto dalla cintola in su. In quel momento invece le si
era materializzata davanti la visione d'insieme. Deglutì
sonormente e
gli indumenti le scivolarono di mano.
Non
appena Kylo sentì il richiamo della Forza, e soprattutto lo
sguardo
di Rey piantato sulla sua schiena, si voltò con uno scatto e
subito
la sua espressione divenne cupa e corrucciata: “Questa cosa
sta
cominciando a diventare imbarazzante, oltre che fastidiosa,”
la
freddò truce, sperando di intimorirla e nascondere il
disagio che si
era ritrovato a provare, suo malgrado.
Rey
saltò sul posto come se fosse stata punta da qualcosa:
“Ehi! Non è
certo colpa mia se la Forza ci connette nei momenti più
assurdi e
disparati, senza darci neanche un minimo di preavviso,” lo
aggredì
brutale, cercando di concentrare lo sguardo sul suo viso. Se quei
dannati slip aderenti avevano avuto il potere di disegnare
armoniosamente la linea morbida delle sue natiche, non osava
immaginare cosa avrebbero mostrato della controparte
anteriore. Lei non poteva permettersi di cedere a certe immonde
curiosità, era un jedi. O quasi...
Oltretutto
Kylo era Il Nemico.
Lui
non fece una piega e nemmeno cercò di coprirsi, come era
facilmente
prevedibile: “Non ti scaldare tanto, la prossima volta
potrebbe
toccare a te di venire sorpresa mezza nuda. Userò la tua
stessa
scusa quando mi salterai alla gola per protestare!” la
redarguì
per bene, dimostrandosi risoluto.
Rey
rimuginò su quella specie di battuta e si stupì
di se stessa:
invece di arrabbiarsi le venne da sorridere. Tutta quella situazione
aveva dell'assurdo. Era come se la Forza si stesse divertendo a
prendersi gioco di loro.
“Si
può sapere che stavi facendo, chinato in quel modo e... in
mutande?”
gli chiese divertita, anche se era consapevole di rischiare grosso ad
esporsi e ironizzare con un soggetto simile.
“Non
sono affari tuoi,” reagì lui indignato,
incrociando le braccia al
petto e dimostrandosi irremovibile.
“Oh
andiamo, per una volta lasciamo perdere minacce di morte e affini, e
cerchiamo di instaurare un dialogo civile,” gli
suggerì,
raccogliendo le sue cose e posandole sulla branda.
Kylo
seguì con occhi curiosi i suoi movimenti, avrebbe dato
qualsiasi
cosa pur di riuscire a vedere il suo ambiente circostante e scoprire
dove si trovasse. Ma il loro bizzarro legame funzionava
così:
appariva solo lei, non poteva farci niente. “Non vedo a quale
scopo,” la liquidò sintetico.
Rey
accusò il colpo, era chiaro che ancora gli bruciasse
l'abbandono
sulla Supremacy, ma tentò lo stesso un approccio
più amichevole.
“C'è
mancato poco, sai...” cambiò discorso imbarazzata,
“che mi
vedessi mezza nuda, intendo. Se non addirittura nuda del tutto. Stavo
andando a farmi una doccia,” gli confidò a bassa
voce, nascondendo
la vergogna che il solo pensiero riusciva a suscitarle.
Perché si
ritrovava a immaginare certe cose? E, soprattutto, perché i
suoi
occhi cercavano insistentemente di posarsi su quella specie
di
gonfiore che Kylo aveva tra le gambe, nonostante la sua mente
facesse di tutto per mantenere lo sguardo fisso alla sua faccia?
Kylo
la studiò qualche istante con sospetto. Adesso a che gioco
stava
giocando quella piccola impertinente, arrogante ed impicciona?
“Stavo
riempendo la mia vasca,” decise di soddisfare la sua
curiosità,
visto che lei si era dimostrata più accondiscendente.
“La
tua cosa?”
Kylo
la guardò perplesso, corrugando la fronte. Poi
constatò divertito:
“Tu non sai cos'è una vasca da bagno,”
la schernì per bene e
lei sbatté un paio di volte le palpebre, rimanendo
interdetta.
“Le
uniche vasche che ho visto in vita mia sono i
sudici e
puzzolenti abbeveratoi dell'avamposto di Niima. Dubito che stiamo
parlando della stessa cosa.”
Kylo
si aprì in un sorriso genuino, come poteva dimenticare che
avesse
vissuto praticamente tutta la vita nel deserto di Jakku? Colto da un
ulteriore e assurdo senso di compassione verso di lei decise di
renderla partecipe delle sue piacevoli abitudini. E anche per darle
una lezione su come se la spassasero all'interno del Primo Ordine,
alla faccia dei ribelli.
“Direi
proprio di no. Quella che ho davanti è una vasca in pregiato
marmo
nero, accostata ad un'ampia vetrata che affaccia in modo molto
suggestivo sullo spazio. Può contenere almeno trecento litri
d'acqua
calda, perfettamente autoregolata, in cui ho preventivamente sciolto
essenze profumate e rilassanti,” le spiegò
diligentemente, ma Rey
pareva scettica, o si ostinava a non capire.
“Serve
per lavarsi!” Fu brutalmente elementare, sperando che
finalmente
riuscisse ad afferrare il concetto.
Rey
sgranò gli occhi e gli riservò un'espressione
indignata. “E tu
hai il coraggio di sprecare ben trecento litri d'acqua per lavarti
una sola volta? Dalle mie parti ci avrebbero dissetato tutto
l'avamposto per una settimana!”
Kylo
alzò gli occhi al soffitto, sbuffando infastidito. Ecco che
l'odioso
istinto ipocrita e soccorrevole dei jedi tornava a prendere possesso
di lei, minacciando di far degenerare quell'ennesima connessione in
una lite.
“Di'
un po', avrò pure il diritto di fare quello che mi pare nei
miei
alloggi? Sei tu che hai voluto ficcare il naso a tutti i costi e
adesso ne approfitti per farmi la morale!” gli
ringhiò contro,
pronto a tenere testa ai suoi insulti.
Inaspettatamente
però Rey non lo aggredì.
Era
assurdo ed oltremodo imbarazzante, ma averlo di fronte, furioso e in
mutande, riusciva solo a divertirla e a scatenarle un senso di
inaspettata tenerezza. Poi però si rabbuiò.
“L'acqua mi fa
paura...” gli confessò titubante. Ricordava ancora
il terrore di
quando era precipitata nella fossa oscura su Ahch -To, ed era stata
sul punto di affogare.
Kylo
sussultò come se si fosse scottato, lo sguardo intenso e
limpido di
Rey riusciva sempre a scatenargli reazioni potenti e contrastanti.
“È
solo una vasca, non c'è alcun pericolo, ed immergersi
è una
sensazione molto piacevole,” tentò di
rassicurarla, riuscendo a
percepire il suo disagio.
“Beh
buon bagno allora... Io me ne torno ai miei novanta secondi di doccia
fredda e tonificante,” ironizzò con un velo di
tristezza,
aspettandosi di vederlo svanire di lì a poco.
Kylo
invece rimase scosso dalle sue parole: “Non avete nemmeno
l'acqua calda?” constatò perplesso, e Rey scosse
il
capo dispiaciuta.
“Credo
che sia giunto il momento di sperimentare cosa significhi farsi un
bagno, Rey di Jakku,” le propose, rabbonendo il tono e
invitandola con un gesto esplicito della mano. Si rese conto solo in
quel momento, di quanto fosse sudata e appiccicaticcia.
Rey
sussultò, sinceramente sorpresa da quell'invito inaspettato.
Si
guardò intorno agitata, avvicinandosi a lui e richiudendo la
porta
alle sue spalle. Se qualcuno della Base l'avesse beccata a
socializzare con le pareti della sua cabina sarebbe stata la sua fine.
Se
poi avessero disgraziatamente scoperto del suo legame con il Leader
Supremo in persona,
avrebbe anche potuto dire addio alla sua reputazione.
Scrutò
Kylo, cercando di percepire i suoi reali intenti. Aveva già
tentato
di fregarla una volta, non era da escludere che ci avrebbe riprovato,
in maniera anche più subdola.
“Tranquilla...
prometto che non cercherò di affogarti,” la
anticipò abilmente,
anche se non poteva leggerle nella mente era sicuro che ci avesse
pensato. “Sarebbe troppo facile, oltre che disonorevole, e io
desidero batterti in un duello leale,” le annunciò
fiero. Era un
gran bastardo, un assassino sanguinario, ma pur sempre un Cavaliere.
Rey
sospirò per farsi coraggio, la sua curiosità
di condividere
quell'esperienza con lui era pari almeno al desiderio disperato di
fuggire. Per una volta però decise di fidarsi, dopotutto era
solo
una connessione.
“Accetto,
ma ad una condizione: resterò in biancheria
intima,” gli annunciò
alzando il mento, sfoggiando la sua solita arroganza.
Kylo
ridacchiò trionfante, era convinto che non avrebbe mai osato spogliarsi
davanti
a lui, ma quello che aveva ottenuto era molto più di quanto
avesse
lontanamente sperato.
“Come
desideri...” commentò alzando entrambe le mani, in
segno di resa.
“Ok,
adesso girati!” gli ordinò perentoria e Kylo
obbedì sogghignando.
Rey
prese un lungo respiro e iniziò a slacciarsi le cinture che
tenevano
legata la lunga fascia. Non riusciva a crederci: non stava succedendo
veramente. Si stava davvero spogliando davanti al suo peggior nemico?
O era solo un pessimo scherzo della sua psiche, un'allucinazione
dovuta alla sua giornata stressante? Eppure non riusciva a trovare
quel gesto abbastanza raccapricciante, nemmeno se ci si metteva
d'impegno.
Rimase
in mutandine e con la fascia di lino che le teneva sollevato il seno.
Gli si avvicinò titubante, non aveva idea di come entrare in
qualcosa che non poteva vedere, ma era sicura che la Forza l'avrebbe
guidata.
Il
suo genuino entusiasmo, però, si spense di colpo:
“Ehi, un momento,
che stai facendo?” Rey saltò sul posto e divenne
paonazza nel
vederlo abbassarsi gli slip, fino a metà delle natiche.
“Finisco
di spogliarmi...” le spiegò una cosa ovvia.
“Non
ci provare nemmeno. Se vuoi che entri in quell'affare, resterai
vestito almeno quanto me!” lo minacciò puntandogli
un dito contro,
imbarazzata come mai lo era stata nella sua vita.
Kylo
lasciò la presa sugli slip e si girò verso di
lei. L'immagine del
corpo esile e armonioso della jedi lo colpi come uno schiaffo,
paralizzandolo sul posto. Dovette farsi violenza fisica per non
lasciarsi ammaliare dalle sue forme e perdere completamente il filo
del discorso.
“Dovrei
farmi il bagno con indosso le mutande?” le chiese
assottigliando lo
sguardo, passandosi frustrato una mano tra la capigliatura folta e
corvina. “È una cosa assurda,”
protestò vivamente.
“Assurda
o no, te le tieni addosso!” si dimostrò irremovibile.
*
* *
Rey
non avrebbe mai creduto che, immergersi in una vasca piena d'acqua
calda, sarebbe stata un'esperienza talmente sconvolgente. Kylo era
entrato per primo e si era seduto sul fondo, lei lo aveva seguito,
adagiandosi sopra le sue gambe lentamente, ignara e curiosa di quello
che sarebbe successo.
Non
appena i loro corpi erano entrati in contatto era riuscita a
percepire parte dell'ambiente in cui lui era immerso. Come era
accaduto sull'isola di Ahch-To, quando Kylo era stato investito
dall'onda impetuosa che si era infranta sulla scogliera e aveva
sentito il calore del fuoco acceso nella sua capanna, così
ora lei
poteva percepire il tepore dell'acqua scioglierle le membra tese ed
affaticate dall'allenamento.
Un
intenso profumo di spezie ed essenze muschiate le inebriava i sensi.
Era lo stesso che aveva invaso le sue narici quando si era avvicinata
a lui, nell'ascensore della Supremacy, e le era venuto naturale
chiamerlo Ben.
Abbandonando
lentamente la schiena contro il suo petto, la testa sulla sua spalla,
chiuse gli occhi e riuscì finalmente a lasciarsi andare e
rilassarsi. Rilasciò le braccia e queste iniziarono a
galleggiare
come se fosse davvero immersa in una vasca. Poteva persino sentire i
vapori profumati risalire dalla superficie e inumidirle il viso,
saggiare la consistenza della schiuma che le spumeggiava intorno.
Cercò
di visualizzare mentalmente la grande finestra e il nero dello spazio costellato
da infiniti puntini luminosi, che si potevano ammirare attraverso lo
spesso strato di vetro. Cercò di immaginare il resto della
cabina,
ordinata, essenziale e super tecnologica, l'esatto opposto degli
alloggi umidi, malsani e sgangherati, riservati ai membri della
Resistenza.
Sentì
il respiro regolare e leggero di Ben contro il suo orecchio, la
morbidezza delle sue labbra sul collo. Tutte quelle sensazioni le
suscitavano pace e tranquillità, e un inaspettato senso di
protezione di cui, si scoprì, esserne disperatamente
bisognosa.
Inaspettatamente
Ben iniziò ad accarezzarle le spalle e le braccia, a
massaggiarle i
muscoli tesi e doloranti, sembrava sapesse esattamente ciò
di cui
aveva bisogno e lo lasciò fare senza protestare. Poi si
dedicò con
delicatezza e dedizione a lavare i suoi capelli.
L'idillio
di quel momento fu turbato solamente da una strana sensazione.
Qualcosa di lungo e duro aveva iniziato a premerle su una coscia e la
costrinse a riaprire gli occhi sospettosa.
Possibile
che Ben tenesse a portata di mano la sua spada laser persino dentro
la vasca? Dopotutto non era un pensiero così assurdo. Un
uomo
potente come lui non poteva permettersi di abbassare la guardia e
fidarsi ciecamente dei suoi sottoposti. A maggior ragione nei momenti
di relax.
Eppure
c'era qualcosa che non le quadrava del tutto. In teoria il fondo di
quell'aggeggio poteva nascondere ogni tipo di insidia e lei ne
sarebbe comunque stata ignara.
Quasi
fu tentata di chiederglielo, o addirittura di toccarla, ma poi si
rese conto che sarebbe stato meglio non approfondire l'argomento ed
evitare di rovinare la magia di quegli istanti.
Completamente
immersi in un intenso legame di Forza, non avrebbero mai potuto farsi
del male a vicenda, di questo ne aveva l'assoluta certezza.
“Ti
rendi conto dell'effetto che mi fai?” Il tono profondo e
sensuale
con cui Ben aveva pronunciato quelle poche parole, ebbe il potere di
farla sussultare e di scatenarle uno strano formicolio al basso
ventre. Si girò verso di lui, incontrò il suo
sguardo languido e
rilassato e quasi le loro labbra si sfiorarono.
“Ben...”
riuscì solo a sussurrare piano, prima che la vista
cominciasse ad
annebbiarsi e la gola farsi secca.
Che
cosa le stava succedendo?
Di
colpo ebbe paura e il legame si dissolse, rapido e spietato,
così
come era venuto.
Rey
si ritrovò nel suo scarno alloggio, seduta sul pavimento
arrugginito
e gelido, bagnata zuppa dalla testa ai piedi.
Il
cambio repentino di temperatura le provocò un brivido
violento che
la scosse fin dentro le ossa. Nascose il viso tra le mani cercando di
metabolizzare tutte quelle sensazioni che l'avevano lasciata con un
fastidioso senso di frustrazione.
Le
servì qualche istante per recuperare il pieno controllo del
suo
corpo, e contemporaneamente sollevò la testa sentendosi
osservata.
Rose la stava fissando muta, sconcertata, con un sopracciglio alzato
e le braccia abbandonate lungo i fianchi. Da quanto tempo era
lì a
fissarla?
Quella
piccoletta l'aveva studiata fin dall'inizio con interesse e
ammirazione. Anche se la considerava un tantino stramba e misteriosa,
si era sempre dimostrata sua amica. Ma in quel momento non poteva
certo darle torto: la situazione in cui l'aveva sorpresa era
decisamente imbarazzante. La materializzazione del suo incubo
perggiore.
Le
riservò un sorrisino sghembo. Che cosa le avrebbe raccontato?
Fine
*
* *
Note:
*
Spoilerone fresco fresco dal fumetto canonico Poe Dameron nr. 28, non
so se prenderlo positivamente o mettermi a piangere.
Angolo
autrice:
Doveva
essere una flashfic, ok... ma dato che non posseggo il dono della
sintesi e questi due mi scatenano film mentali infiniti, mi
è uscita
sta cosa allucinante. Lascio alla fantasia dei lettori immaginare cosa ci abbia fatto Ben con la sua "spada". ^ ^'
Grazie
infinite alla BOSS <3 di Reylo Italia per l'iniziativa stupenda
che ha risvegliato la mia ispirazione.
|