Prigione
Emma
Emma viveva in una prigione.
Certo si trattava di una prigione
dorata ma non cambiava
molto per la sua libertà.
Sin da quando era piccola, non aveva
avuto scelta su chi
frequentare o dove poter andare, sua madre aveva sempre deciso per lei
e
nonostante adesso avesse vent’anni, le cose non erano
cambiate, non era mai
stata a fare compere con le amiche né era mai uscita una
volta con loro la sera,
Emma non poteva fare niente che non fosse approvato dai suoi genitori.
Suo padre non era mai a casa a causa
del suo lavoro, tornava
ogni due week end e per le vacanze natalizie mentre sua madre si
occupava di
dirigere la villa, i domestici e la vita della figlia.
Il padre di Emma è un
ambasciatore e da qualche anno si
trova all’ambasciata del Cairo in Egitto e per stare insieme
ai suoi familiari
ogni anno prenota in un lussuoso villaggio vacanza dove moglie e figlia
trascorrono tre mesi, lui le raggiunge ogni fine settimana e poi
trascorre con
loro i giorni di vacanza che gli spettano, quest’anno
sarebbero andati molto a
sud di Marsa Alam.
Non erano mai stati in quella parte
dell’Egitto ma non era
elettrizzata all’idea di andarci, da quello che aveva letto
su internet quella
parte del paese era semidesertica i villaggi erano in pratica nel nulla
e il
centro turistico più vicino da dove sarebbe stata era a
più di cinquanta kilometri,
solo quando erano in vacanza, i suoi gli lasciavano un po’ di
libertà, con la
scusa di visitare posti diversi dall’italia ma lontana da
tutto sicuramente
avrebbe avuto poche opportunità.
Quando era a casa, non aveva il
permesso di uscire come
facevano le sue amiche quindi era sempre molto sola, tutti parlavano
d’incontri
al pub, serate in discoteca e appuntamenti con ragazzi e lei non aveva
mai
fatto queste cose, aveva avuto qualche flirt ma niente di serio.
Voleva innamorarsi con tutta se
stessa, provare quelle
sensazioni di cui sentiva parlare sempre le sue amiche, semplicemente
voleva un
ragazzo.
Emma non sapeva.
Non sapeva che quella vacanza avrebbe
cambiato per sempre
lei e la sua vita.
Sahir
Anche Sahir viveva in una prigione
però molto diversa da
quella di Emma.
Sahir era imprigionato in una vita e
in una cultura che non
gli apparteneva.
Era nato in Egitto venticinque anni
fa’, la sua è sempre
stata una famiglia povera e Sahir aveva dovuto lasciare la scuola molto
presto
nonostante gli piacesse studiare per mettersi a lavorare.
Di giorno lavorava al mercato insieme
al padre, vendevano
frutta e la sera seguiva un corso scolastico, era consapevole che se
non si
fosse impegnato con lo studio la sua vita si sarebbe fermata a un banco
di un
mercato.
All’età di
vent’anni con un amico era partito per l’Italia
con l’intenzione di completare i suoi studi, insieme con lui
avevano progettato
di trovare un lavoro e un posto dove vivere e al momento completamento
della
formazione sarebbe tornato nel suo paese per aiutare il suo popolo.
Sahir s’impegnava molto per
potersi realizzare, lavorava e
studiava senza sosta, mente il suo amico si avvicinava sempre
più all’illegalità
e ai guadagni facili a spese della vita degli altri.
Erano passati tre anni da quando
erano arrivati in Italia
quando una notte la polizia con una retata era entrata a casa dei due
ragazzi e
li aveva arrestati per detenzione e spaccio di droga.
Anche se la colpa non era di Sahir.
La sua vita era distrutta, i sogni e
i progetti erano
svaniti nel nulla, sarebbero stati rimpatriati entrambi.
Tornato in Egitto con disonore, i
suoi genitori non lo
volevano più a casa, anche se era innocente.
Non sapendo che direzione dare alla
sua vita si diresse
verso sud sulla costa del Mar Rosso, la zona lì era in
sviluppo grazie al
turismo sicuramente avrebbe trovato un lavoro e un posto dove stare.
Dopo alcuni giorni di ricerche
finalmente trovò un lavoro
come cameriere in un grande hotel italiano, non voleva fare quello
nella sua
vita ma per ora si doveva accontentare.
Ma anche per lui la vita aveva in
serbo delle sorprese.
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