Decisioni

di Yurha
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CAPITOLO 1
 

«Programmazione..»
La voce di John Jack McCoy in quel momento aveva una sorta di tono ambiguo che fece suonare qualsiasi campanello d’allarme potesse mai esistere nella testa dell’Assistente Connie Rubirosa.
Voltò automaticamente lo sguardo nell’ufficio in cui si erano appena rinchiusi il Procuratore Cutter e la sua amica Carly, la cancelliera del giudice Malcom Reynolds.
Stavano discutendo di qualcosa che sicuramente non riguardava minimamente la programmazione del processo dato che la prima cosa che vide fu Mike ridere e Connie non potè far altro che chiedersi il motivo per cui le importasse tanto sapere per cosa stesse ridendo in quel modo.

Uscirono dall’ufficio del giudice Reynolds.
L’avvocato assegnato alla difesa d’ufficio Estelle Addams andò verso l’ascensore del primo piano del tribunale penale distrettuale di Manhattan e Mike e Connie, si fermarono un momento nel largo corridoio che portava proprio a quegli ascensori.
Cercò di resistere alla tentazione ma alla fine, cedette alla curiosità.
Mike camminava  alle sue spalle, Connie girò la testa verso di lui e lo guardò con la coda dell’occhio.
«Che c’è..?» chiese lui intuendo che qualcosa le frullava in testa.
«E così.. Tu e quella cancelliera siete..» rispose lei sia con uno sguardo che con un leggero sorriso strano, incrociando le braccia al petto e lasciando intendere il continuo della frase.
Vide che in quel momento Mike cambiò espressione, da rilassato a quasi imbarazzato e lei si sentì esattamente come se gli avesse dato un’improvviso schiaffo senza motivo.
«Amici.» concluse alzando una mano e facendo di tutto per non incrociare il suo sguardo.
«Amici. Allora il conflitto d’interessi non si pone, vero?» chiese con mezzo sorriso e con tono quasi divertito.
Mike la guardò ed anche sul suo volto comparì un mezzo sorriso, che cercò di trattenere.
«No.. e nemmeno la tua gelosia si pone, vero?»
Lei si ricordò di ciò che le disse quando erano alla Procura, poco prima d’incrociare Jack che usciva quasi disperato dal suo ufficio, lamentandosi che non c’era abbastanza luce per leggere dei documenti importanti.
«Avevo il grembiulino quando iniziasti a lavorare qui, ricordi?» rispose lei scherzando, sapendo perfettamente di toccare un nervo scoperto.
Connie trovava Mike incredibilmente attraente, soprattutto da quando gli erano comparse alcune ciocche di capelli tendenti al grigio.
Nonostante avesse solo una quarantina d’anni, gli davano un tocco di carisma in più e quando si ritrovava a pensarci, diceva a sè stessa che le cose che provava erano quasi ridicole e del tutto fuori luogo.
«...Quella era Estelle Addams, non io...!» esclamò volendo sottolineare il fatto che non avevano poi così tanti anni di differenza.
Connie camminava verso l’ascensore con un’espressione divertita e sentendo la voce di Mike lontana, alzò il braccio facendogli un leggero cenno, quindi lui si affrettò a raggiungerla.

Il giorno dopo si trovarono in tribunale per il continuo del processo e nel pomeriggio, il giudice Reynolds annunciò il rinvio del dibattimento al giorno dopo.
Connie lasciò Mike nell’ufficio del giudice, dicendole che sarebbe tornato subito.
Pensò che volesse parlare un altro pò con la sua “amica”.
Alzò gli occhi al cielo e sentì una sensazione, una sorta di gelosia ma non lo era a tutti gli effetti, era una cosa strana..
Si sentì ancora una volta ridicola.
Dopo un pò, si stufò di aspettare Mike fuori dalla porta dell’ufficio del giudice quindi tornò alla Procura ma giusto un paio di minuti dopo lui uscì da quella stanza.
Si guardò intorno e, non vedendo la sua assistente, andò direttamente verso l’uscita del tribunale.
Quasi un quarto d’ora dopo essere rientrato in ufficio, Connie sentì ripetutamente una presenza alle spalle poi, subito dopo, vedeva con la coda dell'occhio l’ombra del suo capo avvicinarsi alla sua scrivania.
Mike sembrava pensieroso e vagava tra il suo ufficio e quello di lei senza sosta.
Connie pensò che ormai poteva aver quasi consumato il linoleum del corridoio a furia di fare avanti e indietro..
Mentre era intenta a scrivere al computer, ogni tanto, di sottecchi riusciva a vedere la sua giacca fare capolino, girare e tornare indietro, ma alla fine si arrese.
Arrivò per l’ultima volta alla scrivania di Connie e si buttò sulla sedia vicino a lei.
«Ti sei fermato a parlare con la tua amica?» disse infine tirandogli una frecciatina molto sottile che andò a segno, continuando a guardare lo schermo davanti a sè come se non le importasse.
«Non credo che sia questo il punto.» disse cercando di sviare il discorso.
“Colpito ed affondato..” pensò lei guardando in basso per scrivere un appunto per poi tornare a leggere qualcosa sullo schermo del pc.
Mike spiegò tutto ciò che aveva in testa e le passò anche il pezzo di carta sopra cui c’era tutto il copione scritto dalla cancelliera, trovato sulla scrivania del giudice.
«Voglio parlare con il giudice senza Carly.» disse alla fine guardandola con un’espressione pensierosa, come se si aspettasse un’occhiataccia.
«Cosa fai a pranzo?» chiese di punto in bianco, prendendola in contropiede.





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