Alla fine del tunnel

di fri rapace
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Prologo-Alla fine del tunnel James bloccò il collo possente, preparandosi ad affondare il suo palco di corna nel fianco di uno dei suoi migliori amici. Lo avrebbe ferito per salvare la vita a una delle persone che odiava di più al mondo.
Il lupo mannaro alzò il muso nella sua direzione e lo fissò.
La sua vista di cervo non gli permetteva di vedere dritto avanti a sé, e quel che percepì fu un’immagine sfocata, due occhi feroci e senz’anima e dietro di essi, come un riflesso, lo sguardo buono di Remus. Si sentì terribilmente meschino, perché l’amico non aveva nulla a che spartite con la bestia che prendeva il suo posto una volta al mese.
Perché il vero Remus in quel momento non c’era più.
James era pronto a colpire, ma esitò.
Il lupo mannaro piantò di nuovo le zanne nel corpo del ragazzo privo di sensi, con oscena ingordigia.
E già mentre James lo colpiva, con tanta forza da sentire la propria nuca vibrare, seppe che l’esitazione era stata fatale.
“Perdonami, amico”, pensò l'Animagus, certo che Remus non l’avrebbe perdonato mai. E non perché l’aveva colpito, ma perché non era stato in grado di proteggerlo da se stesso, impedendogli di uccidere. Glielo avevano promesso, gli avevano giurato che mai gli avrebbero permesso di rovinare o togliere la vita a qualcuno. Ma Sirius lo aveva tradito, e ora lui…
Guardò il corpo privo di vita del ragazzo. Era accasciato scompostamente sulle assi di legno del pavimento, tanto gracile nei suoi vestiti strappati, le orribili ferite che occhieggiavano tra i brandelli di stoffa.
“Perdonami…” esitò di nuovo, le narici umide che si dilatavano per attenuare il senso di soffocamento che lo stordiva.
Sapeva che ancora una volta l’esitazione sarebbe stata fatale.
E così fu. La parola “amico” riferita a Severus Piton non prese mai forma nella sua mente, solo un riflesso subito svanito.
Ma il senso di colpa per non essere riuscito a salvarlo lo avrebbe tormentato per sempre.
E la certezza di aver perso un amico a causa sua - per colpa di Severus! Era sempre colpa sua! - non fece che alimentare l’odio che provava nei suoi confronti.
James abbassò il capo, sconfitto. Lo scaricare la colpa su Severus questa volta non avrebbe funzionato, lui era la vittima e non poteva mentire a se stesso su questo.
Cosa era passato per la testa a Sirius? Sapeva bene come avrebbe agito il lupo mannaro, lo sapeva! Sirius aveva commesso un omicidio, e il vedere l’arma che aveva scelto per colpire l’odiato compagno di scuola guaire a poca distanza dai suoi zoccoli, gli fece più male di un «Ti odio» urlatogli da Lily.
Il mannaro si alzò sulle zampe anteriori, grondando sangue dal fianco lacerato e facendo schioccare le forti ganasce, pronto ad attaccarlo.
Remus in quel momento non c’era più, e non ci sarebbe stato più per molto, molto tempo.





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