" Essere un fantasma non è poi cosi male" Izuku continuava a
ripeterselo, guardando intorno come se tutto fosse nuovo per lui. Ed
effettivamente lo era, tutto ai suoi occhi sembrava sconosciuto, e allo
steeso tempo nostalgico. Si era svegliato in in bosco illuminato solo
dalla luce della luna, senza neache un ricordo, le uniche parole
stampate nella sua mente erano un nome e un cognome: Izuku Midoriya.
Poichè erano stranamente familiari aveva supposto
appartenessero
a lui. Cercando delle risposte si era avviato fuori dal bosco scorgendo
in lontanza le luci di un villaggio. Era cosi concentrato in quella
ricerca che non aveva assolutamente notato che i suoi piedi non
toccavano terra. Il primo indizio lo aveva ricevuto da un abitante del
luogo che correndo, lo aveva letteralmente attraversato. Per la
cronaca, non è assolutamente una bella sensazione, era come
se
fosse stato diviso a metà. Rabbrividendo, era rimasto a
fissare
un punto nel vuoto davanti a sè. Forse si trattava di
un'allucinazione? Il freddo del bosco, poteva avergli causato una
febbre? Si portò una mano alla fronte, convinto di sentirla
scottare, ma non sentì nulla, tranne che un gran freddo.
Cercò allora di chiedere informazioni ad un'altra persona,
ma
quella continuò per la sua strda come se non lo avesse
visto. Fu
in quel momento che inizò a capire: non lo aveva visto
perchè era invisibile. E quali creature sono invisibili, e
prtaticamente nessuno può udirle? La risposta giunse alla
sua
mente, velocemente come le lacrime. Era diventato un fantasma. Era
perso, senza indizi, e non c'era nessuno in grado di aiutarlo. Quello
che faceva più male però, era non
avere ricordi.
Perchè era diventato così? Aveva dei genitori? Cosa avrebbe
dovuto fare?. Cercò di fermare le lacrime, ma
sentì solo un
freddo vuoto dentro di sè, cosa che le fece scendere
più
copiose. Spostando lo sguardo annebbiato per il villaggio,
cercò
dei lati positivi, almeno uno, per recuperare un pò di
speranza. Forse, si disse, avrebbe potuto diventare il fantasma di quel
villaggio, e spaventare le persone. Sorrise, scuotendo la testa, non
avrebbe mai potuto fare una cosa del genere a degli onesti cittadini.
Si avvicinò alla parete di un edificio, cercando di
schiarirsi
le idee, e si trovò all'interno di esso, senza che avesse
attraversato ne una porta, ne una finestra. Bene, poteva passare
attraverso le pareti, questo poteva rivelarsi un trucchetto
interessante, che gli riportò il sorriso. Si
guardò
intorno, vedendo mobili e candele accese. Era entrato in
un'abitazione e ne sarebbe uscito quanto prima, tuttavia
sentì una persona piangere, e non potè
fare a meno
di fluttuare verso quel rumore. La scena che vide gli spezzò
il
cuore, e fece tornare le lacrime: una donna era seduta vicino al
focolare e piangeva disperata, stringrndo qualcosa nelle mani. Izuku
non vide bene, forse era un ritratto, ma non volle indagare oltre, si
era già abbastanza intromesso nella vita altrui.
Dunque
fluttuò fuori, e lasciò la donna dai lunghi
capelli verdi
a piangere da sola. Cercando di togliersi quell'immagine dalla testa,
lasciò vagare lo sguardo sul villaggio, arrivando ad
un'amara
conclusione. Lui non apparteneva a quel luogo, non apparteneva neanche
a questo mondo, e rimanendo non avrebbe trovato nessuna risposta.
Sospirando decise di tornare nel bosco, non era sicuro di poter trovare
qualcosa di utile, ma lì era iniziato tutto e valeva la pena
tentare. Mentre si incamminava, anche se i suoi piedi non toccavano
terra, continuava a ripetersi come un mantra ed altra voce, che essere
un fantasma non era poi così male, anche se per il momento
quelle
parole non avevano esercitato un grande effetto. Si addentrò
nel
bosco, senza una meta precisa, non avendo la più pallida
idea di
dove si fosse risvegliato, il bosco sembrava tutto uguale. Dopo quelle
che sembrarono ore, ma il buio del bosco potrebbe aver alterato le sue
percezioni, sentì un rumore. Qualcosa o qualcuno si stava
muovendo. Poteva trattarsi di un animale selvatico, ma decise di
seguire quel rumore; non era affatto spaventato, d'altronde nessuno
avrebbe potuto vederlo e fargli del male. Ma non era un animale la
fonte del rumore, bensì un ragazzo, che si muoveva agile nel
buio, come se stesse passeggiando in pieno giorno. Izuku lo
osservò, l'altro aveva un lungo mantello, e i capelli di due
colori diversi, metà bianchi e metà rossi. Si
chiese cosa ci facesse nel
bel mezzo del bosco a notte fonda. Era molto lontano dal villaggio,
possibile che si fosse perso? Eppure sembrava totalmente a suo agio in
quel luogo, come se lo conoscesse bene. Tuttavia sembrava vagare senza
una meta, gli occhi rivolti all'orizzonte. Notò che sembrava
triste, e stanco, ma poteva essere solo una sua impressione.
Continuò a fissarlo, convinto di essere protetto da
un'assoluta
invisibilità, ma l'altro come se avesse percepito la sua
presenza, voltò lo sguardo nella sua direzione. Non appena
lo
vide sbarrò gli occhi come se fosse spaventato, o come
se
non si aspettasse di trovarlo lì. Izuku non sapeva bene come
comportarsi. Lo avrebbe sentito se gli avesse parlato? Si torse le mani
chiedendosi cosa fare. Non era nenache del tutto sicuro che stesse
guardando lui, finora aveva incontrato persone che non
riuscivano a vederlo, ma quel ragazzo continuava a fissarlo. Senza
muovere un passo, finalmente pronunciò delle parole, ma in
modo
così flebile che Izuku dovette sforzarsi per sentirle.
" I-izuku
sei prorio tu? Sei tornato per perseguitarmi?". La voce era spezzata,
pensò di averlo sapventato, ma si accorse anche che aveva
pronunciato il suo nome. Non voleva far fuggire l'unico indizio che
aveva trovato, dunque si affrettò a rispondere, sperando che
potesse sentire le sue parole. " Non sono quel genere di fantasma, non
sono qui per spaventarti, mi dispiace se l'ho fatto. Sei l'unico in
grado di vedermi, e che mi ha riconosciuto, quindi vorrei chiederti
delle informazioni, se non ti dispiace, perchè oltre al mio
nome, non ricordo nulla". Aveva parlato talmente veloce che
probabilmente le sue parole dovevano risultare incomprensibili. Si era
già scordato come pronunciare un discorso sensato? Come
prima
impressione non era stata delle migliori, e se i fantasmi potevano
arrossire, in quel momento doveva risultare paonazzo. Ma l'altro lo
guardò sorridendo, ma in modo così triste che per
poco
Izuku non riprese a piangere. " Certo che ti vedo, per una volta sono
grato delle mie capacità... Ma se non ricordi nulla
dovrò
spiegarti tutto. Certo è naturale che non ricordi,
è
stato un evento traumatico..." Era come se parlasse con se stesso,
Izuku non riusciva a seguire le sue parole, ma si rese conto di aver
trovato qualcuno che lo conosceva bene. Notando la sua espressione perplessa,
contunuò: " Scusami sarai confuso,
prometto che ti
spiegherò ogni cosa, sono solo molto felice che tu sia
tornato".
Accompagnò le utime parole con un sorriso abboazzato, che
provocò in Izuku una strana sensazione di nostalgia, di
qualcosa
che aveva visto e visto più volte, che aveva apprezzato
profondamente. Si sentì un idiota a non ricordare nulla di
una
perona che sembrava conoscerlo tanto bene, si chiese che relazione li
legasse, ma non ebbe il coraggio di chiederlo.
"Mi spiace, sembri
sapere molte cose su di me, ma non ricordo neppure il tuo nome, anche
se " Si interruppe, che razza di protagonista da romanzo sarebbe
sembrato, se avesse detto che quell'accenno di sorriso gli ricordava
qualcosa? " Anche se il tuo viso, non mi sembra del tutto
sconosciuto". L'altro continuò a fissarlo, come se avesse
paura
che potesse scomparire da un momento all'altro. Sembrò
volersi
avvicinare, ma si fermò dopo un passo, sospirando
profondamente.
" Bene, ne sono felice". Ma il suo tono di voce, e il suo sguardo erano
molto lontani dall'esere felici. Izuku si chiese se avesse fatto
qualcosa di sbagliato, stava per parlare, qunado il misterioso ragazzo
aggiunse " Parlare qua fuori al freddo non è l'ideale,
fra
poco arriverà l'alba, meglio che rientriamo". Non capiva
come
l'alba potesse rappresentare un pericolo, ma annuì e
fluttuò più vicino all'altro, che si era
già
voltato e incamminato nel bosco. Non osò avvicinarsi troppo,
aveva paura di turbarlo, o renderlo ancora più triste. Si
dispiacque molto che la sua presenza avesse questo effetto, e per un
momento meditò di andarsene.Come se l'avesse sentito, la sua
guida parlò
" Puoi avvicinarti, non ti farò nulla".
Iniziò a pensare che quel ragazzo potesse leggere nella
mente.
"
Non avevo dubbi, non sembri una persona cattiva " lo disse con
leggerezza, ma ci credeva davvero. L'altro si volto a guardarlo , un
epressione mista di tritezza e nosatlgia. " Anche in versione fantasma
non sei cambiato nenache un pò", continuò a
camminare
senza aggiungere altro. Izuku ci capiva sempre meno, ma
interpretò la frase come un complimento, ma non potè
aggiungere altro perchè giunsero di fronte ad un castello,
che
lo lasciò senza parole. Era un catello vero, come quelli che
si
vedono nei libri, con tanto di torri e ponte levatoio. " Wow sembra il
castello di un principe!".
" Mi spiace deluderti, ma sono ben lontano dall'essere un principe".
Non capì se si trattava di una battuta, ma dal tono
realizzò che probabilmente parlava seriamente. Avrebbe
voluto
aggiungere che non ci credeva, dall'aspetto e dai modi sembrava un
principe, ma si morse la lingua pur di non pronunciare quelle parole.
Che cosa gli stava succedendo? Perchè continuava a pensare a
complimeti e frasi imbarazzanti? Sperò vivamente di non
poter
arrossire. Intanto l'altro aveva aperto una piccola porta su un fianco
dell'edificio, e invitò Izuku ad entrare.
Aprrezzò quel
gesto che lo fece sentire umano, anche se poteva attraversare i muri
senza problemi. Ma questo fu un dettaglio che non pronunciò.
Salirono delle scale a chiocciola che li portarono in una sala enorme,
adornata con un camino intorno al quale erano disposte delle potrone.
In reltà nella sala non c'era molto altro, oltre ad un lungo
tavolo in legno ad un lato della stanza. Il fuoco era acceso e
scoppiettava nel camino, e per un momento ricordò ad Izuku la
donna che piangeva. Scosse la testa per dimenticare quell'immagine, e
si avvicinò al camino. Prcepiva un leggero calore, ma il
fuoco
era così rilassante che avrebbe potuto fissarlo per ore.
Anche
l'altro si avvicinò, fissando il fuoco. Sembrava immerso nei
suoi pensieri, e Izuku non voleva disturbarlo. Osservandolo alla luce
del fuoco notò che anche i suoi occhi erano di due colori
diversi.
Il volto era molto pallido, esageratamente in confronto con quelli
degli abitanti del villaggio. Una cicatrice risaltava su quel
pallore.
Non poteva fare ammeno di osservarlo, ma non perchè fosse
impressionato, trovava quelle caratteristiche molto interessanti. Ma
poichè non era educato fissare in quel modo le persone,
tornò a concentrarsi sul fuoco. Mentre gurdava le fiamme
danzare,
riflettè sulle parole che poco prima quel ragazzo aveva
pronunciato nel bosco. L'alba, e quindi il sole non erano di suo
gradimento. Era molto pallido
rispetto alle perone che aveva incontrato fino ad ora, si muoveva
perfettamente nel buio, e probabilmente leggeva nel pensiero. Tutte
quste abilità, decisamnete fuori dal comune portarono Izuku
a
pensare che il ragazzo che gli stava accanto fosse una creatura
soprannaturale, probabilmente un vampiro. Non provò un
briciolo
di paura, anzi fu grato di aver trovato una creatura del genere. Senza
di lui avrebbe continuato a vagare da solo nel buio per
l'eternità. Si voltò di nuovo verso l'altro e
chiese "
Sei un vampiro, giusto? È per questo che prima hai parlato di
abilità". Non sapeva se fosse la cosa giuta da chiedere, ma
era
una domanda spontanea.
Ricevette una risposta immediata " Si, anche
questa volta sei stato molto perspicace, e vedo che non
hai pura."
Non c'era biasimo nel suo tono, quasi divertimento.
"Il mantello è un indizio molto eloquente.
Comunque non c'è
nulla di cui aver paura. Non lo dico solo perchè sono
invisibile, e non puoi farmi nulla, ma ribadisco che non trovo nulla di
pericoloso in te". Di nuovo il sorriso triste " Sei il solito ingenuo
che crede di vedere del bene in tutte le persone ..." Non sembrava una
critica, e Izuku pensò che
fosse
una splendida capacità, e ringraziò
silenziosamente che
gli venisse attribuita.
" Per quanto vorrei continuare a parlare con
te, il cielo sta diventando pericolosamente chiaro, non voglio diventare
cenere proprio ora che posso rivederti". Izuku non seppe come
rispondere, percepì sollievo in quelle parole, e
dimostravano
che il ragazzo misterioso era molto affezionato, quindi si
limitò ad annuire.
" Ti prego, ti prego di non uscire dal
castello, ogni stanza è a tua disposizione. Non considerarmi
una
sorta di tiranno, non vorrei che ti perdessi. Avremo tutta una notte
per poter parlare, ti chiedo di avere un pò di pazienza."
c'era
urgenza in quelle parole, specialmente in quella supplica, che ad Izuku
scaldarono il cuore. Era bello che qualcuno si preoccupasse
così
per lui.
" Non ti preoccupare, non penso affatto che tu sia un
tiranno. In ogni caso non ho un luogo dove andare, sono più
che
felice di rimanere qui". Sorrise per rendere le sue perole
più
efficaci. " D'accordo " allungò una mano come se volesse
sfiorare il volto del ragazzo fantasma, ma la ritirò subito,
come realizzando improvvisamente che il suo interlocutore era
invisibile. Si limitò a guardarlo negli occhi,
così
intensamente, che Izuku si sentì avvampare, ma
cercò
comunque di non distogliere lo sguardo. " Scusami, volevo accertarmi di
non star sognando. Buonanotte". Izuku non ebbe modo di replicare
perchè l'altro gli voltò le spalle, e si
incamminò
per la scalinata. Rimase da solo nella grande sala, con il solo rumore
del fuco, le guance in fiamme, e il cuore che batteva all'impazzata. Ma
per questo ultimo sintomo non era sicuro, forse se lo stava
immaginando. Respirò profondamente, fluttuando per la stanza,
e
cercando di scrollarsi di dosso quella sensazione, che non era
esattamente sgradevole, ma lo faceva cadere nella confusione
più
assoluta. Quello non era uno sguardo qualunque, era uno di quegli
sguardi riservati alle persone importanti. Questo significava che era
una persona molto, molto, importante per l'altro? In tutta quella
confusione si era dimenticato di chiedergli il nome, si ripromise di
farlo come prima cosa, la notte successiva. Forse stava
esagerando e immaginando tutto.
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