Buon Mclennon
day a tutti, ma soprattutto a John & Paul! <3
Like dreamers
do
“Dai, vieni, ti accompagno a casa.”
Paul si voltò verso John, guardandolo sconcertato.
“Perché?”
John scrollò le spalle, sorridendo vagamente, “Così. Mi va.”
“Ma non c’è bisogno.”
“Stai zitto e cammina, dai!”
John lo tirò per la manica del giubbotto incitandolo a
camminare.
Paul decise di non protestare ulteriormente. Non ne aveva
motivo. Negli ultimi mesi, da quando John era al Liverpool College of Art, da quando aveva conosciuto la sua nuova ragazza, Cynthia, e quell’altro idiota di Stuart, Paul era diventato
una semplice ruota di scorta. O almeno, era come si sentiva lui. John era più
grande, aveva trovato persone della sua stessa età. Se non era a scuola, era
con Cynthia. Se non era con Cynthia,
era in giro con lo stramaledettissimo Stuart. Paul poteva giusto accontentarsi
di qualche intervallo passato insieme o dei loro concerti.
Perciò ora che John gli stava offrendo quello che Paul aveva
solo potuto sognare nelle ultime notti, qualche minuto solo per loro, come non
accadeva da tempo, Paul semplicemente accettò e seguì John, che iniziò a
percorrere il campo da golf di Woolton.
Uno strano silenzio li avvolse, quasi goffo e Paul si morse
il labbro. Dio, odiava sentirsi così con John. Sembrava quasi che si fossero
appena conosciuti, o peggio, che non avessero più nulla da dirsi. Avrebbe
dovuto fare qualcosa per uscire da quel silenzio imbarazzante, ma cosa? Qualche
commento sul concerto di quella sera? Non era successo una beata mazza, John
avrebbe capito il suo patetico tentativo di dare il via a una conversazione che
sarebbe risultata altrettanto patetica.
“Ci fumiamo una sigaretta, che dici?”
Eccolo! Come sempre, John leggeva nel suo animo e trovava le
parole più giuste. Semplici, ma così fottutamente giuste. Dava voce a
quell’intrico di pensieri e sentimenti e dubbi e cazzate varie che si agitavano
dentro Paul.
“Sicuro.”
John si sedette sotto il primo albero che incrociarono. Paul
si sistemò accanto, mentre John recuperava una sigaretta dal suo pacchetto.
L’ultima, in effetti.
“Ti va di dividercela?”
“Solo perché ho dimenticato le mie a casa.”
Bugia. Le aveva, le aveva eccome nella tasca del suo
giubbotto ma non si sarebbe lasciato mai perdere quest’occasione. Cazzo, era
così patetico!
John gliela porse per il primo tiro. Paul si concesse tutto
il tempo del mondo per aspirare il fumo della sigaretta. Dopo averla
restituita, si lasciò andare all’indietro, sdraiandosi sul prato fresco di
aprile. John lo imitò.
“John?”
“Cosa?”
Dio, avrebbe voluto dirgli un sacco di cose ma non aveva il
coraggio di dirne neanche una misera.
“No, niente.”
Avrebbe voluto dirgli che gli era mancato da morire in quei
giorni, che aveva ripreso a sognarlo, come gli era capitato prima di
incontrarlo, prima di quell’incredibile giorno di inizio luglio.
Avrebbe voluto dirgli che era fottutamente geloso, per colpa
di Cynthia, per colpa di Stuart.
Avrebbe voluto, sì, ma aveva paura di come John potesse
prenderlo in giro. Era una cosa a cui teneva e essere preso in giro da
John proprio su questo sarebbe stato
difficile da accettare. E John sapeva essere anche cattivo, quando voleva.
“Paul?” lo chiamò John, espirando il fumo e passandogli la
sigaretta.
“Mm?”
“Lo sai che quest’anno saranno già tre anni che ci
conosciamo?”
“Ah…” esclamò Paul, la sigaretta
rimasta a mezz’aria, “Davvero?”
Si finse sorpreso, ma cazzo, lo sapeva perfettamente che
erano tre anni. Come se non avesse tenuto il conto dal giorno in cui John era
entrato nella sua vita e l’aveva letteralmente scombussolata.
“Già.”
Paul sorrise fra sé, sentendosi particolarmente
intraprendente, “Sembrano molti di più.”
“Cosa vuoi insinuare?”
“Solo che sembra passata una vita.”
Paul sbuffò e una nuvoletta di fumo si disperse nell’aria
fresca di aprile, mentre lui passava nuovamente la sigaretta quasi finita al
proprietario.
“Perché è tanto difficile sopportarmi?”
Paul rise, “Colpito e affondato!”
John non disse niente, con grande sorpresa di Paul, che già
si aspettava una delle sue battute acide.
“Almeno ti ho fatto ridere.”
Paul batté le palpebre e si voltò, giusto in tempo per
vederlo spegnere la sigaretta per terra.
“Cosa?”
“Hai capito.” ripeté John, tranquillamente, “Avrai detto due
parole in croce questa sera.”
“Non è v-”
“Per non parlare degli ultimi mesi. Continui a ignorarmi.”
“Io? Stai scherzando spero.” Paul balzò seduto e lo guardò
indignato, “Sei tu quello che sta sempre in giro con i suoi nuovi amichetti.”
John sollevò un sopracciglio, l’espressione divertita
piuttosto che infastidita, “Amichetti?”
“Sì, quella Cynthia come si
chiama, e quell’altro coglione di Stuart. Cazzo, John, stai sempre con loro
ormai. Chi ti vede più?” sbottò Paul.
Sì, sapeva perfettamente di essere ridicolo con quella sua
scenata di gelosia, peggio di un ragazzino con la sua prima cotta, ma era stato
John a tirare in ballo l’argomento.
“Ah, eccolo il problema allora, sei geloso.”
Paul si morse il labbro nervosamente. Ecco, ora John lo
avrebbe preso per il culo fino alla fine dei suoi giorni. Perciò cercò
miseramente di salvarsi in corner.
“Hai capito male.”
John rise dolcemente, allungando una mano per afferrargli il
bavero della giacca e attirarlo a sé. Paul spalancò gli occhi sorpreso,
ritrovandosi il secondo dopo con la mani sul petto di John.
“Ho capito benissimo invece. Ho fatto ingelosire la mia
principessa, ma non devi essere geloso.”
Paul non aveva ancora ben compreso il perché si fosse
ritrovato di punto in bianco addosso a John, ma la sensazione del corpo caldo
di John sotto il suo non gli dispiaceva di certo.
“Seh figurati. Come se non lo
sapessi, che è più facile stare con Cynthia. O che
trovi più interessante Stuart, perché è un pittore e avete più cose in comune.”
John continuò a ridere, abbracciando Paul, che mise comunque
il broncio nonostante le braccia di John lo stringessero teneramente.
“Sei proprio un coglione, Paul.”
“Tu lo sei.”
“Tu di più.”
“Non è vero!” protestò Paul e pensò anche di aver vinto
questo round, quando John non rispose.
John che voleva avere sempre l’ultima parola in tutti i loro
battibecchi, come del resto anche Paul.
Quest’ultimo sorrise fra sé ritenendo ormai la sua vittoria
certa e fece per adagiarsi sul petto di John, ma all’improvviso questi si mise
a cantare in modo quasi impercettibile.
“And I
Oh I'll be there”
“John?”
Con molta sorpresa di Paul, John si mise a
sedere, mentre l’altro si scostava un po’ per guardarlo perplesso.
“Waiting for you,
You, you came just one dream ago”
John continuò a cantare alzando la voce, e
rivolgendogli un grande sorriso, gli afferrò le mani trascinandolo in piedi con
sé. Paul lo seguì, senza riuscire a opporre resistenza. Non che ne avesse
davvero voglia.
“And now I know that I
will love you
I knew when you first said hello”
Non appena furono entrambi in piedi, John lo
attirò a sé con un braccio attorno alla vita, iniziando a muoversi sulle note
silenziose della canzone che stava cantando. Un ballo così goffo in cui Paul si
lasciò condurre, ancora troppo incredulo che stesse accadendo davvero.
“That's how I know
That I will love you”
Paul sorrise quando John gli cantò quegli ultimo
versi, ammiccando maliziosamente, ma ancora dolcemente.
“And I waited for your kiss
Waited for the bliss
Like dreamers do”
Quando John cantò quegli ultimi versi, si fermò, le mani
strinsero Paul più forte a sé.
“Pensi che questo sia sufficiente per farti perdonare?”
domandò Paul, ritrovandosi però a stringere John a sua volta.
“Assolutamente sì.”
John arricciò il naso e si avvicinò a lui per strofinarlo
contro quello di Paul. Il cuore di Paul perse un battito, mandando a quel paese
anche la sua parte più razionale che gli urlava, ‘Seriamente, Paul, ti bastano
due moine per cedere?’
Fanculo, sì!
“E adesso magari pensi anche che dovrei baciarti, no?”
John scrollò le spalle, con quel sorriso cha faceva venire
voglia a Paul di prenderlo a schiaffi e subito dopo attirarlo nel bacio più
appassionato.
“Sono un sognatore, lo sai?”
John lo attirò a sé, cercando la sua bocca, ma Paul si
scostò appena.
“Lo sono anche io, se per questo.”
“Allora vedi. Dovresti proprio baciarmi.” mormorò John, un
semplice soffio sulle labbra di Paul che tuttavia lo fece rabbrividire.
Quando Paul avvolse le braccia attorno al collo di John,
sperò davvero che non fosse un altro sogno, perché non aveva alcuna intenzione
di risvegliarsi nel suo letto. Da solo. Ancora.
“Come fanno i sognatori?”
Ecco perché, si fidò di John e chiuse gli occhi.
E aspettò.
“Come fanno i
sognatori.”
Note dell’autrice:
spero che sia rimasto qualcuno in questo fandom che è
stato la mia ancora di salvezza negli anni scorsi. D’altra parte anche io ho
avuto bisogno di una pausa perché l’ispirazione è calata molto e mi è
dispiaciuto un sacco.
Comunque nei giorni scorsi parlando con la mia amica
giapponese, @whydontwedoitontheinternet, abbiamo deciso di darci
ispirazione a vicenda, e quindi abbiamo pensato qualcosa che potesse essere
scritto e disegnato. E quindi il disegno lo trovate QUI.
A me ha fatto molto piacere ritrovare un po’ di ispirazione
per questi due meravigliosi ragazzi. D’altra parte il mio obiettivo è sempre
quello di arrivare a 100 ff su di loro. E con questa
siamo a 88. Sopportatemi ancora un po’.
Grazie ad Anya che ha betato come sempre e grazie a whydontwedoitontheinternet
per l’ispirazione. <3
A proposito, conoscete la Mclennon radio?
È una radio gestita principalmente da 3 italiani, io e altri due ragazzi. Mandiamo
playlist e facciamo anche degli show. Io mi occupo di
Hard rock café. Da oggi parte la mclennon
week con show e playlist dedicati a John e Paul.
Seguiteci numerosi. Io andrò in onda domenica sera. :P
A presto
kia85