Tien & Jiaozi

di Nenottina
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Sono quasi giunto a destinazione ormai, è valsa la pena viaggiare fin qui se entro breve conoscerò finalmente colui che diventerà il mio maestro di arti marziali. Si chiama Eremita della Gru, ma tutti lo chiamano semplicemente “Condor”. Gira voce che sia davvero un combattente eccezionale, nonché un ottimo insegnante, non appena mi vedrà accetterà sicuramente di farmi entrare nella sua cerchia di allievi all’istante. D’altronde, non può essere da meno dato chi si troverà davanti…
 
Tensing ha appena compiuto sedici anni, è un giovane ambizioso con tanti sogni e speranze, certo ha già fatto esperienza nel mondo delle arti marziali, ma per la prima volta quest’oggi avrà la possibilità di allenarsi in un vero e proprio dojo, con uno dei migliori maestri in circolazione. Anche perché, pare che Muten non accetti allievi.
Pochi minuti ed è finalmente arrivato di fronte al grande edificio che ospita le lezioni quotidiane degli allievi dell’Eremita della Gru, e con la tipica sfrontatezza che lo caratterizza in quegli anni non si fa problemi a varcare la soglia per entrare nel grande cortile, guardandosi intorno per individuare qualcuno che fosse già intento ad allenarsi, o, chissà, magari lo stesso Condor.
Nel giardino interno sono piantati diversi alberi, ma c’è anche un ampio spazio erboso apposito per gli allenamenti.
 
“Tutti fuori, ci serve più spazio!”
 
La voce dell’anziano maestro si fa sentire forte e chiara anche fuori dall’edificio, tanto che il ragazzo si volta in quella direzione, con un lieve stupore sul viso, attendendo che tutti quanti lo raggiungessero all’esterno.
Un leggero sorriso, quasi un sogghigno, compare sul volto del giovane Tensing mentre osserva quelli che saranno i suoi nuovi compagni, uno in particolare cattura la sua attenzione, un ragazzino dalla pelle pallida e l’aria timida, l’ultimo della fila, che cammina al fianco del Condor.
Poco a poco tutti gli studenti compaiono uno dietro l’altro, non sono molti, anzi sono piuttosto pochi, il ragazzo se ne immaginava di più, ma evidentemente quasi nessuno è in grado di reggere ai ritmi imposti dal maestro.
Le occhiate che gli lanciano tuttavia non lo intimidiscono, non sanno che egli punta a diventare il miglior allievo di Condor in pochi giorni; per Tensing, entro una settimana non oseranno nemmeno incrociare il suo sguardo.
 
“E tu chi sei, ragazzo? Cosa ci fai qui?”
 
Chiede infatti l’Eremita della Gru, notando il giovane dai tre occhi con in spalla quella piccola sacca contenente tutti i suoi averi. Non sembra per nulla sorpreso, piuttosto è infastidito da quell’intrusione che gli sta portando via del tempo prezioso.
 
“Mi chiamo Tensing, e voglio partecipare ai vostri allenamenti”
 
Il tono deciso del nuovo arrivato fa immediatamente colpo sul Condor, che a quel punto sorride con aria soddisfatta e compiaciuta. Egli vuole solo il meglio nel suo dojo, e Tensing si è subito dimostrato all’altezza.
 
“Bene, voi altri, sapete cosa fare”
 
A quell’ordine i giovani allievi si allontanano, sistemandosi a coppie l’uno di fronte all’altro per iniziare, mentre Tensing fa qualche passo in direzione del suo nuovo maestro, pronto ad ascoltare qualche informazione in più, e di fatto il Condor non esita a rivolgergli nuovamente la parola.
 
“Mi sembri molto capace, Tensing, sono sicuro che migliorerai in poco tempo. Puoi iniziare anche subito”
 
“Certo! E’ un onore far parte del suo dojo, maestro. Mi impegnerò al massimo”
 
“Lo spero, ragazzo. Scegli pure con chi allenarti”
 
A quel punto, entrambi si voltano verso l’ampio spazio aperto dove i combattimenti sono già entrati nel vivo, tutti sono molto concentrati e per questo Tensing fatica a scegliere, non avrebbe problemi ad interrompere una qualunque di quelle battaglie, ma gli sembrano tutti abbastanza forti da destare la sua attenzione.
Solo uno di loro non ha ancora iniziato, ed è a quel punto che sia il Condor che Tensing si accorgono di lui, è quel piccoletto che chiudeva la fila poco prima. Osserva con i pugni stretti la battaglia a gran velocità che stanno tenendo altri due compagni, incerto se buttarsi nella mischia.
 
“Cosa aspetti?”
 
Il maestro lo richiama immediatamente, ma vedendo l’aria sorpresa del suo interlocutore sospira appena, facendogli segno di raggiungerlo.
Nessuno si sarebbe mai aspettato che quel semplice gesto della mano avrebbe decretato una lunga e sincera amicizia negli anni a venire.




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