Questi
personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della DC
Comic, Warner Bros, Bruno Heller ecc.; questa storia è stata
scritta senza alcuno scopo di lucro per il mio puro divertimento e
spero che non ne ricordi altre, in tal caso non sarebbe voluto, ma
fatemelo sapere!
Prologo
« D’accordo facciamolo »
affermò Jim Gordon. Mani in tasca e una certa
perplessità in quello che si accingeva a mettere in atto. Si
girò più volte verso la porta
d’ingresso dello studio di Oswald per controllare che
effettivamente fosse chiusa. Gli sembrava che Cobblepot avesse girato
la chiave appena entrati, ma non ne era del tutto sicuro. Spiegare
quello che stavano facendo sarebbe stato alquanto imbarazzante,
soprattutto se fosse entrato qualcuno dei killer di Oswald o peggio, un
agente do polizia.
Fece per avvicinarsi ma non riuscì a trattenersi dal ridere.
Oswald se ne stava goffamente rigido, evidentemente teso, in piedi con
la schiena rivolta alla scrivania, occhi chiusi in attesa. Jim lo
trovò stranamente tenero e si stupì della fiducia
che stava riponendo in lui .
« Perché stai ridendo? » chiese Oswald,
leggermente infastidito e ora decisamente meno tenero.
« Perché non puoi limitarti a chiudere gli occhi,
inclinare leggermente la testa e restare in attesa » rispose
divertito.
« Beh, credevo dovessi fare qualcosa tu »
« E tu te ne stai lì, passivo? Questa è
la tua idea di “baciare qualcuno”? »
Oswald sbuffò e roteò gli occhi « Va
bene, professore. Mi insegni lei » rispose, allargando le
braccia in segno di resa.
Jim si fece serio e nel fare qualche passo verso Oswald si morse
istintivamente il labbro « Ti avvicini e senti
l’elettricità nell’aria, qualcosa che
sta per accadere. State occhi negli occhi, c’è
quell’attimo che precede un bacio che ci si ritrova a
sorridere, un misto di imbarazzo e aspettativa »
Si accorse che Oswald aveva serrato le mani sul bordo del costoso legno
della scrivania, quasi a sorreggersi, ma non aveva mai tolto gli occhi
da quelli di Gordon. Oswald stava tremando, era una sensazione nuova,
era tutto nuovo e non aveva idea di quello che sarebbe successo.
Jim pose delicatamente una mano su un fianco dell’altro e
Oswald si ritrovò a fissare quella mano come se non stesse
accadendo a lui, per poi riportare velocemente lo sguardo verso Jim, in
un misto di terrore e desiderio che quel qualcosa finalmente accadesse.
« Cosa fai? » chiese Oswald, con la voce spezzata e
leggermente più alta del solito.
Jim si morse nuovamente il labbro. Anche se lo stato di panico di
Oswald faceva più ridere che aumentare
l’interesse, Gordon ormai sentiva che aveva avviato una
tempesta che non poteva fermare « Dove pensavi di tenere le
mani? In tasca? »
« Beh, no… non lo so » rispose Oswald
velocemente, guardando le sue mani ancora rigidamente bloccate sulla
scrivania e pensò, che in effetti, poteva spostarle da
qualche altra parte, ma non sembrava in grado di staccarle, come se
fossero state incollate al legno.
« Quando sarete a questo punto, così vicini da
sentire il respiro dell’altro e il cuore che martella nel
petto, beh in quel momento potrai inclinare la testa… ma non
chiudere ancora gli occhi » fece in quella maniera
autoritaria che a Oswald tanto piaceva, nonostante non lo avrebbe mai
ammesso a Jim, nemmeno sotto tortura.
« Ok… » rispose in un sussurro, cercando
di respirare mentre il viso di Jim si avvicinava terribilmente. Avrebbe
voluto vedersi allo specchio perché temeva di avere
un’espressione assurda, occhi sgranati e labbra tremanti,
eppure a Gordon non sembrava dare fastidio.
Finalmente furono labbra su labbra, un primo approccio leggero,
sembrava più l’anteprima di quello che sarebbe
accaduto. Jim passò il braccio sinistro dietro alla schiena
di Oswald mentre la mano destra aveva abbandonato il fianco ed era
lentamente salita fino ad accarezzare i capelli. Cercava di farlo
rilassare, lo sentiva tremare tutto e per un attimo pensò di
staccarsi per controllare che fosse tutto a posto, ma proprio quando
stava per ritirarsi indietro, Oswald decise di rispondere al bacio,
cercando di imitare quello che Gordon aveva fatto fino a quel momento.
Jim prese la sua mano destra e finalmente Oswald decise di abbandonare
la posizione di difesa per lasciarsi andare ed entrambe le mani
finirono su Gordon.
Jim si era completamente dimenticato perché era
lì, tutto quello che era accaduto nelle ultime settimane, il
fatto che non sarebbe mai dovuta accadere una cosa del genere, il fatto
che aveva un’operazione da coordinare dall’altra
parte della città.
Lo stava baciando con un certo trasporto, finché non si rese
conto che stava facendo una cosa orribile. Stava ingannando Oswald, non
si era soffermato più di tanto sui suoi sentimenti e su cosa
implicasse quello che stavano facendo. O forse, non aveva voluto
ragionarci perché si sarebbe reso conto che nelle ultime
settimane si era ritrovato molto più coinvolto di quanto
avesse voluto ammettere.
In ogni caso, non poteva ingannarlo oltre. Si staccò
improvvisamente, lasciando Oswald boccheggiare, come se improvvisamente
gli mancasse l’aria. Si tirò indietro con
l’espressione che nascondeva colpa e qualcos’altro.
Oswald, che fino a un attimo primo stava sorridendo, sentì
gli occhi inumidirsi leggermente.
« Jim? » provò, incerto, senza ricevere
risposta.
Jim non aprì bocca, lo guardò sconvolto, si
voltò e uscì dalla porta che scoprì
non essere stata chiusa a chiave, lasciando Oswald da solo a chiedersi
cosa avesse sbagliato.
*****
* ****
Tre
settimane prima
Harvey entrò nell’ufficio di Gordon senza troppe
cerimonie, una scatola di ciambelle in una mano e un ingombrante
fascicolo nell’altra. Chiuse la porta dietro di sé
con il piede, stando ben attendo che nessuno potesse sentirli.
« Questa operazione è troppo importante. Non
possiamo permetterci errori » fece, appoggiando il fascicolo
sul tavolo. Gordon fissò quelle carte, erano mesi che
progettavano nei minimi dettagli come stanare la banda che stava
terrorizzando i quartieri poveri e finalmente sembrava essere arrivato
il momento di porre fini ai loro traffici.
« Soprattutto non possiamo permetterci che Pinguino
interferisca in qualche modo » commentò Jim
« Non penso gli interessi ma non vorrei che reclamasse una
qualche forma di controllo »
« E’ quello che ho pensato anch’io e per
questo ho la soluzione, Capitano » fece Bullock, allegro,
mentre prendeva una ciambella e iniziava ad addentarla.
« Sentiamo » rispose Gordon, prendendo una
ciambella a sua volta.
« La distrazione perfetta. Cosa sappiamo di Oswald? Sappiamo
che quel pazzo maniaco si adopera tanto per avere il potere come
affermazione personale, per essere rispettato e amato »
« Sì, e quindi? »
« Sofia lo aveva distratto con un orfano da accudire, prima
ancora c’era stata la vicenda di Nygma. Se gli trovassimo
qualcuno che possa distrarlo il tempo che noi portiamo a termine
l’operazione saremmo a posto »
Gordon lo guardò perplesso, non era sicuro di dove andasse a
parare il piano di Bullock « Cosa stai suggerendo, Harvey?
»
« Cobblepot ha bisogno di un nuovo contabile e io ho mandato
uno dei nostri agenti del reparto amministrativo, Ben Smith. Somiglia
un po’ a te ma è più magro e con gli
occhiali, stile Ed. Il mix perfetto »
Gordon non poteva credere a quello che aveva appena sentito «
Aspetta, cosa? Hai mandato un agente sotto copertura senza chiedermi il
permesso? Hai idea di cosa farà Oswald quando lo
scoprirà? »
« Quando lo scoprirà il nostro agente
sarà già lontano. Finita questa missione, si
sposterà a New York dai genitori, il padre sta molto male.
Dimmi che non è perfetto! »
« Non lo è, Harvey. Ma ormai hai messo in moto
questa cosa e bloccarla potrebbe solo attirare l’attenzione.
Spero solo che Smith sia un attore abbastanza credibile »
« Andrà bene, Capitano »
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