#8 Reciprocità
Carta: Otto di picche
Significato:
Indica perdita
di equilibrio e mancanza di reciprocità o un amore non ricambiato, ma indica
anche qualcosa che richiede particolare attenzione, proprio perché fondata da
una connessione sottile.
Fandom: Legends of Tomorrow
Episodio: 1x 07 – Pirati del tempo
Personaggi: Leonard Snart; Sara
Lance
Sara ha una bellezza che ti attrae.
Sara è disillusa. Sara è un fascio di nervi che a
volte ti aprirebbe volentieri la gola. Sara è un vaffanculo sussurrato a un bacio di distanza, in bocca al tuo sogghigno.
Sara sono due gambe che si intrecciano alle tue nella
stiva e la freddezza dell’assassina anche con una mano di carte fra le dita.
Sara ha le palle di dire le cose come stanno. Di darti
del criminale con la naturalezza con cui uccide. E l’ovvietà di non aspettarsi
da te nulla più del tuo interesse. E ti va bene così.
Ok.
Ho riesumato questa storia. Non perché l’avessi
dimenticata (scherziamo?!), ma perché proprio proprio
non ce la facevo, ad aggiornare. Basta guardare la mia cronica lentezza
abituale.
Comunque. L’ho riesumata. Chè
dopo un annetto, ci stava anche l’idea di avviarsi a scrivere la parola fine.
Tanto più che le drabble sono tutte belle e pronte.
Quindi: partiamo! Con il consueto (?) aggiornamento
ogni settimana. Che dovrebbe cadere di mercoledì, se la matematica non è un
optional (voi fate conto che lo sia).
Siamo al giro di boa. Letteralmente.
Perché le drabble sono
quattordici, e con questo numero otto stiamo tornando verso la riva. Piano piano, una bracciata dopo l’altra, senza lena affannosa, ma
la boa ce la stiamo lasciando alle spalle. Quasi di sfuggita.
Come l’otto di picche. Perché l’otto di picche è una
carta che non fili. È una di quelle carte che spesso ti dimentichi nel mazzo,
perché viene dopo il sette (e hai in mente che il sette è quello bello) e
precede il nove, la carica cui seguono i pezzi da novanta.
Eppure l’otto di picche è una bella carta. Una carta
che se ne resta lì, in bilico fra gli scarti e le cose importanti. E ti
costringe a chiederti se appartieni agli uni o altri altri,
a entrambi o a nessuno in particolare.
Per questo ho tirato in ballo Sara.
Perché Sara c’è. E su questo non si può discutere. C’è
nelle provocazioni, in una seduzione ambigua. C’è con quel suo mettere alla
prova Len e vedere fin dove sia disposto a spingersi,
fin dove voglia mantenere in piedi la sua facciata. O se esiste davvero, una
qualche facciata.
Davanti a questa carta mi sono chiesta chi fosse lo
specchio di Snart, il suo contraltare. E no: non è
Mick. Mick lo completa, non lo riflette.
La risposta è stata Sara.
Perché Sara per certi aspetti è come Snart; ha vissute esperienze come Snart.
E cerca tanto il riscatto quanto Snart lo soppesi con
indifferenza.
E poi. Sara è quella cui Leonard mostra il volto
normale, umano. Sotto strati di affettazione, ma quel volto c’è. E Sara non ha
paura di riconoscerlo per quello che è: un bastardo imbroglione.
O almeno io la vedo così. Come vedo così il bacio che
gli dà alla fine. Non è amore; e non è neanche rimpianto o seduzione. È il
capolavoro di Leonard: il furto nel furto. Perché Sara lo bacia senza
gratitudine o riconoscenza, ma con frustrazione e rabbia. Perché Snart ha fregato a Rey il ruolo
dell’eroe; e a lei l’occasione di riscatto.
E mi fermo. O scrivo una dissertazione.
E per la cronaca: questa storia esiste proprio grazie
a Sara, in un certo senso. Grazie al mazzo di carte che Len
mostra a Sara e con cui si intrattengono. Se non era un invito a nozze quello,
allora non so cosa poteva esserlo per me.
A presto miei (sparuti. Praticamente dispersi) fedeli
lettori!