Scesi dall’aereo e ad aspettarmi c’era Bobby che appoggiato alla sua Auston Martin mi sorrideva bonario, con la giacca di pelle azzurra in mano feci una piccola corsa e quando fui a pochi passi da lui lo stritolai in uno dei miei abbracci .
“Ehi, Ehi piccola calma non mi vorrai stritolare vero? Ma adesso muoviamoci ho preso solo un giorno non una eternità” fece poi un gran sorriso che io ricambiai ,salii in macchina al posto del passeggero e con delle leggere fusa la macchina partii.
Il viaggio non era stato lungo, più che altro silenzioso, il che era molto strano zio Bobby era un gran chiacchierone e la parola silenzio nel suo vocabolario non esisteva.
Mi girai per iniziare una conversazione e mi ritrovai a pensare che Bobby assomigliava in modo impressionante alla mamma. Di lei avevo visto poche foto ,ma me l’ero sempre impressa molto bene, lo zio aveva i capelli castani chiari corti e gli occhi di un azzurro non-ti-scordar-di-me molto espressivi , il mento era arrotondato il che faceva pensare sulla sua età,il fisico era asciutto ,ma non era mingherlino, gli zigomi erano alti e la pelle abbronzata, per il resto era l’uomo che ogni donna avrebbe voluto come marito.
“Come sta Consuelo” feci un piccolo sorriso sotto i baffi era proprio vero che non se la sarebbe dimenticata molto facilmente “Lei molto bene, pensa che prima di partire mi ha chiesto di te” il volto di Bobby si illuminò di una luce che solo le persone innamorate possono avere “e anche di salutarti” dire che era felice era un eufemismo ,era un bambino il giorno di Natale“non la lasciate lavorare troppo” disse con finta aria minacciosa “no,non ti preoccupare” feci un sospiro di sollievo l’interrogatorio su Consuelo , almeno per oggi doveva essere finito, dopo di che mi misi a guardare fuori dal finestrino, il paesaggio desertico.
La casa di Bobby era una villetta a due piani fatta di legno e vetro, molto moderna .Anche se lui la usava davvero poco, si vedeva che era la casa di un uomo solo senza una donna ad occuparsi di lui.
Arrivata mi accompagnò nella mia camera che era al secondo piano. La stanza aveva le pareti di un azzurrino chiaro e con delle tendine di raso bianche ,il letto ad una piazza e mezza aveva una coperta con tante sfumature di blu ,in una parete c’era una piccola libreria in legno bianco, che dopo poco pensai a riempire con i miei libri che mi ero portata da casa insieme a quelli di scuola che misi nello scompartimento più nascosto alla mia vista.
Sotto la finestra c’era una scrivania che riempii con il mio computer verde , il mio libro delle costellazioni, il modem e la stampante.
Nell’armadio misi i vestiti leggeri che mi ero portata e sulla sedia misi la giacca di pelle azzurra.
Dopo di che presi il beauty-case e mi diressi in bagno che per fortuna non dovevo condividere con Bobby ,lui non si faceva mai gli affari suoi. Mentre mi facevo la doccia canticchiavo a bocca chiusa una sinfonia di Beethoven (Silence)la mia preferita, come sempre ci rimasi molto poco e velocemente mi chiusi in quella che ormai sarebbe stata per due mesi la mia camera.
Mi rivestii velocemente Bobby non era capace di bussare e quando sentii la voce dello zio che mi chiamava per la cena uscii da il mio rifugio azzurro.
Andai velocemente in cucina dove mi aspettava seduto al tavolo rotondo ,sopra c’era ogni tipo di pietanza e rimasi a bocca aperta ,lo zio guardandomi si mise a ridere e mi disse che aveva iniziato a preparare già da stamattina “non ce n’era bisogno” “si,invece che c’è n’era bisogno devo raccontarti un mucchio di cose e hai bisogno di forze” me ne ero quasi dimenticata e dico quasi.
Feci un cenno con la testa e ci mettemmo a tavola, Bobby era un ottimo cuoco a differenza di papà, ma nello zio c’era qualche cosa che diceva o che forse urlava che non era umano o almeno non era terrestre.
La luce stava quasi per svanire dietro l’orizzonte e il tramonto da quelle parti era fantastico ,quando finimmo di mangiare lo zio si era fatto molto più ansioso ed ero certa non vedesse l’ora di raccontarmi tutto, sicuramente non vedeva questo momento da quando era morta la mamma.
Dopo il millesimo “dai Nikita muoviti io domani devo andare a lavoro” risposi “ho finito zio, ho finito” e dopo di che mi fece un grandissimo sorriso.
Ci spostammo in salotto su uno dei divani bianchi di pelle sicuramente nuovi.
“Cosa ti ha raccontato Charlie” “non molto in effetti e delle cose che mi ha detto non ne ho capite neanche la metà”
Bobby annuii “allora ti spiegherò meglio io” si sistemò sul divano, prese uno dei cuscini blu di velluto e se lo mise in grembo “Vedi Nikita io non sono tuo zio biologico ,tua madre mi ha fatto chiamare così perché ero suo confidente e amico e se i tuoi fossero morti ti avrebbero affidata a me” ero confusa e a quel se i tuoi genitori fossero morti un brivido mi attraversò la schiena ,ma non lo interruppi “Di recente Nikita nei tuoi sogni cosa hai visto” “Beh non faccio un sogno da parecchio tempo, ne ho fatto solo uno” Bobby fece una faccia perplessa, ma si riprese subito “E cosa hai visto” feci un respiro profondo “Non riuscivo a muovermi ed ero nello spazio, in pigiama, sentivo solo una voce femminile che mi diceva di tornare, ma non so a chi appartenesse non la vedevo in faccia la persona che parlava” lo zio si accigliò ancora di più “Ma come è possibile a questa ora avresti dovuto vedere cose più nitide , ma forse ancora non sei pronta” “NO! Ti prego zio Bobby papà mi ha raccontato di una certa Vanoriel e di Groel ti prego spiegami cosa sono” Bobby si era immobilizzato una statua di un dio greco ,al sentire che sapevo queste cose e stette zitto ancora per diversi minuti che a me parvero interminabili “Mi spiace Nikita ,ma questa sera non si può fare e adesso ti conviene andare a letto è tardi e se fai in tempo puoi vedere le più belle costellazioni” perché lo faceva ,perché ,lo zio si comportava come se non fosse successo niente e questo mi innervosiva non poco ,con uno scatto mi alzai dal divano e correndo salii le scale ed entrai in camera sbattendo la porta. Perché non voleva dirmi la verità so che c’è qualche cosa di speciale in me ,qualche cosa che di certo non era umano .Le palpebre mi stavano diventando pesanti e tenerle aperte stava diventando faticoso, allora le chiusi senza pensare più a niente.
Vieni Nikita devi venire … stai attenta non ascoltarla devi metterti al sicuro nasconditi
Ciao! Ringrazio ancora baby95 per i suoi commenti, sto iniziando a leggere la tua storia è molto bella!E anche chi leggerà soltanto.
Alice95.
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