Addio rimpianto, benvenuta felicità
D’accordo, ciao tutti, chi non muore si rivede, ne?
Bene, mi è
venuta in mente questa ficcy mentre pensavo a cosa mi piacerebbe che
succedesse, visto che avevo un piccolo rimpianto un po’ come quello di Sasuke
di non poter rivedere Sakura ne sapere cosa pensasse di lui. Io dovrò tenermi
il rimpianto, dato che la mia “Sakura” non potrò più vederla, ma va bene lo
stesso. E poi anche per festeggiare la mia promozione nella maturità, Ce l’ ho
fatta! YATTAAAAAAAAAAAA
Una piccola
introduzione per farvi capire meglio cosa succede…
Allora
il nostro gruppo ha appena finito la maturità e si ritrovano in un bar per
festeggiare. I ragazzi sono arrivati presto, mentre le rispettive ragazze
tranne Sakura dovevano farsi belle e quindi ovviamente arrivano più tardi xD
“Ehi,
raga ho voglia di divertirmi” disse un biondino stravaccandosi sul tavolo di un
bar “Che facciamo?” rivolto alla piccola combriccola che lo attorniava.
“Abbiamo
appena finito la maturità, cosa vuoi fare, dobe?” gli rispose un moro al suo
fianco.
“Su,
Sasuke, sii buono, Naruto è preoccupato perché non potrà più vedere la sua
bella Hinata così spesso, come quando eravamo a scuola” disse un ragazzo con un
codino in testa.
“Beh,
Shika, la cosa vale anche per te, o sbaglio? Ino dovrà lavorare nel negozio di
fiori dei genitori” gli rispose Sasuke in malo modo.
Un
ghigno increspò le labbra di Shika: “Già, ma sai, cercavano un posto come
lavorante ed io ho preso la palla al balzo e sono stato assunto” rispose con
una scrollata di spalle e un sorriso in viso.
“Già,
l’unico messo davvero male, sei tu Sasuke” disse un altro ragazzo coi capelli lunghi
neri.
“Taci
Neji, solo perché tu e Tenten andate alla stessa università, non credere di
essere facilitato” rispose acidamente Sasuke “ci sono un sacco di bellissimi ragazzi
lì”.
“Difficile
che succeda qualcosa, oltre al fatto che sono stra-sicuro dell’amore di Tenten,
ho già deciso che ci sposeremo giusto prima degli inizi del trimestre
universitario” un coro di fischi accolse questa notizia, mentre solo due facce
restavano immusonite.
“Naruto,
maledizione, andrete alla stessa università e solo perché avete dei corsi
diversi non cade il mondo” disse Choji, cercando di tirare su il morale del
biondino, che tuttavia si rallegrò solo quando fu arrivato il suo spritz e ne
bevve un lungo sorso: “In fondo hai ragione, anche se non frequentiamo gli
stessi corsi, ci possiamo sempre vedere fuori” e con questo batté il cinque a
Choji.
Poi
tutti si girarono verso Sasuke, che era intento a fissare il bicchiere mezzo
vuoto e facendolo ondeggiare appena.
“Dovresti
dirglielo” disse Naruto fissando l’amico.
“Dire
cosa e a chi?” rispose l’altro cercando di fare il finto tonto.
“A
Sakura che la ami, è ovvio” rispose Shika, accendendosi una sigaretta ed
aspirandone una boccata.
“Non
dite fesserie” rispose subito Sasuke, punto sul vivo, mentre la sua faccia
virava su un rosa lievemente più acceso e tendente al rosso.
“Come
vuoi, te ne pentirai” disse con fare sicuro Neji.
“Ah,
davvero? E cosa dovrei fare? Andare lì dirle ti amo e poi non vederla per tre
settimane perché va al mare e poi vederci di nuovo per tre mesi prima che lei
parta per l’estero a studiare?” sbottò Sasuke.
“Se
è la distanza che ti spaventa dovresti superarla come paura, perché è davvero
un’idiozia…” iniziò Naruto, ma fu bloccato da Sasuke: “Non è la distanza, io
non so cosa lei provi per me” disse con la voce sempre più fievole, finché non
fu che un debole sussurro.
“Si,
si come no! L’abbiamo capito tutti che lei è cotta di te” gli disse Naruto,
mentre gli batteva con fare fraterno una spalla.
“Quanto
sei dobe” disse Sasuke al rimando.
“Ragazzi
ecco a voi le altre ordinazioni e le patatine che avete ordinato” disse il
cameriere, facendo poi dietro front e tornando all’interno del bar, sempre
seguito dallo sguardo di Sasuke.
“Sono
quasi sicuro che a Sakura piaccia Sasori, non avete notato come si comportavano
a scuola?” disse, sempre guardando la porta dove era sparito il ragazzo.
“Allora
portala qua e chiedile chi preferisce” disse Shika, dando un altro tiro alla
sigaretta, subito appoggiato anche dagli altri.
“Non
so dove abita” accampò Sasuke.
“Ti
do le indicazioni, è qui vicino” gli disse Naruto.
“Perché
non vai a prenderla tu, allora?” disse Sasuke, bevendo quello che restava del
contenuto del bicchiere e inforcandone un altro.
“Non
è me, che lei vorrebbe vedere arrivare, ti do le indicazioni e tu vai e chiedi,
quindi giù il bicchiere” gli disse, prendendo il secondo bicchiere di spritz
dalle mani del moro e trascinandolo via.
“Secondo
voi ce la farà?” chiese Choji, mentre osservava i due allontanarsi.
“Ha
abbastanza alcool in corpo per farlo, tranquillo” disse Neji.
“Appunto
se lo beccano, rischia l’auto e la patente” rispose Choji.
“Non
succederà, per quanto nervoso non farebbe l’idiozia di farsi beccare” disse
Shika, salutando Ino in compagnia delle altre, che finalmente erano arrivate.
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“Allora
hai capito?” chiese preoccupato Naruto, l’amico non sembrava tanto in grado di
guidare.
“Si,
tranquillo!” gli rispose Sasuke, mettendo in moto e chiudendo la porta.
“Speriamo
bene” disse Naruto vedendolo partire, girandosi poi e tornando dagli altri.
Ma cosa gli saltava in
mente di fare? Era una stronzata, le aveva detto che non sarebbe mai venuto a
trovarla a casa, magari non chiaramente, ma sicuramente il sottinteso lei l’aveva
colto. Ecco questa dovrebbe essere la strada, cavoli ci saranno anche i
genitori, con che faccia? Basta che le dica se può uscire un attimo, qui vicino
ci dovrebbe essere un parco, la porterò lì e… è questa la casa.
La
macchina si fermò e, dopo aver pento il motore, uscì e titubante si diresse
verso il campanello, ma una voce lo fermò.
“Desideri
qualcuno?” la voce proveniva da una donna seduta in terrazza, sicuramente stava
godendo del fresco.
“Cercavo
Sakura” ecco così si fa, voce risoluta,
il tuo solito comportamento di ghiaccio.
“Adesso
arriva” e si alzò ed entrò in casa, pochi attimi dopo, uscì la ragazza in
questione, a Sasuke si bloccò il respiro, se una donna era bella quando era elegante,
Sakura era stupenda, anche solo coi pantaloncini corti, una maglietta sformata
e i capelli raccolti.
“Chi
è?” chiese, non riconoscendo nell’oscurità il ragazzo.
“Sono
Sasuke” e anche se buio giurò che la bocca ella ragazza si fosse aperta a forma
una O sbalordita “devo parlarti, puoi uscire?” chiese, senza staccare lo
sguardo da dove pensava fossero gli occhi di lei.
“Dammi
tre secondi che m cambio” e stava già entrando quando Sasuke la fermò: “Non ti
preoccupare, voglio solo andare al parco qui dietro” sentì un brivido corrergli
lungo la schiena, e infatti un uomo sbucò dalla porta con uno sguardo alquanto
minaccioso.
“Al
parco, eh?” disse burbero.
“Sì,
tornerò tra un po’” disse Sakura con voce gelida, scendendo i pochi scalini che
li dividevano e percorrendo il vialetto. Sasuke rimase sorpreso da questa
freddezza e rimase un momento interdetto a guardare il cancello chiuso. “Ti
muovi sasuke? Mamma tornò tra un po’” disse rivolta alla madre che era uscita.
Sasuke
si riscosse e le corse dietro, affiancandola.
“Non
credevo sapessi dove abitassi” disse Sakura, guardando comunque davanti a lei.
“me
l’ha spiegato qualche minuto fa Naruto, gli ho detto che sarebbe stato più
semplice se ti fosse venuto a prendere lui, ma ha detto che ti” fece una
piccola pausa, indeciso se continuare o meno, poi decise di andare avanti “ti
avrebbe fatto più piacere che fossi venuto io” a quelle parole Sakura rise: “Naruto
mi conosce davvero bene,… quel baka” e continuò a camminare. Il resto del
percorso si svolse in silenzio, finché arrivati al parco la rosa non corse
verso l’altalena, facendo segno di seguirla.
“Di
cosa volevi parlarmi?” chiese subito, dondolandosi appena.
Sasuke
fece un respiro profondo, non aveva voglia di girare attorno alla faccenda: “Voglio
sapere chi preferisci tra me e Sasori” Sakura si bloccò di colpo e lo guardò
sorpresa, poi si mise nuovamente a ridere.
“Perché
mi fai una domanda del genere?” e iniziò a dondolarsi più forte.
“Sembra
che tu e Sasori andaste molto d’accordo a scuola” disse Sasuke, fissando il
suolo ai suoi piedi.
“Non
hai risposto alla mia domanda” disse Sakura, facendo calare nuovamente il
silenzio.
Passarono
qualche minuto, poi la rosa si fermò e si girò verso il ragazzo al suo fianco.
“Adesso
ascolta: per Sasori provo affetto, forse molto vicino all’amore, ma…” a queste
parole Sasuke si era già alzato e si dirigeva verso l’uscita del parco.
“Aspetta”
urlò Sakura correndogli dietro.
“Cosa
c’è da spettare? Mi sembra tu mi abbia risposto” e continuò a camminare.
“Impara
ad ascoltare fino alla fine invece di andartene a metà discorso” disse
afferandolo per il braccio e costringendolo a fermarsi “provo quel sentimento perché
Sasori assomiglia molto ad un’altra persona” a questo punto fu Sakura ad
abbassare gli occhi.
“A
chi?” chiese Sasuke continuando ad evitare di guardarla.
“Ha
importanza?” gli rispose di rimando. Si,
l’ha per me.
Sakura
lo strattonò fino ad una panchina dove si sedette.
“Quello
che ti sto per dire non deve uscire da qui” disse guardandolo negli occhi,
facendogli scappare un sorriso, erano in un parco pubblico, all’aperto.
Sasuke
fece un cenno, e Sakura si girò e iniziò, fissando il suolo: “Assomiglia alla
persona che più odio su questa terra, la odio, la odio con tutto il mio essere,
però nel frattempo vorrei anche che questa persona mi volesse bene, perché in
un angolino del mio cuore io gliene ne voglio” a questo punto si fermò,
aspettando chissà quale esclamazione dal ragazzo che tuttavia rimase in
silenzio. “Sasori assomiglia a quella persona, forse non tanto di aspetto
fisico quanto per carattere. Sono identici” un sorriso triste le increspò le
labbra, ma non si fermò “l’hai vista anche tu quella persona, almeno per pochi
secondi. Era, è… mio padre” aspettò nuovamente, ma solo il silenzio proveniva
da Sasuke che era intento ad assorbire e capire ciò che gli stava dicendo.
“Patetico,
vero? Cercare l’affetto paterno in un ragazzo della mia stessa età, tuttavia è un po’ diverso, perché
l’affetto che provò per Sasori è più profondo di quello che si prova per un
padre” a quel punto guardò Sasuke, il suo sguardo si era rabbuiato e si stava
alzando.
“Capisco,
quindi dopotutto non avevo sbagliato, preferisci Sasori” e restò in piedi,
vicino a lei.
Non
sentì il movimento e tanto meno vide la mano arrivare, percepì solo il dolore
improvviso sulla guancia.
“Non
ti avevo detto di ascoltare fino alla fine? Possibile che tu tiri sempre le tue
conclusioni, a metà discorso?” ora stava urlando e come al solito lo guardava
fisso negli occhi, benché più piccola, non si faceva intimorire.
Se
fosse stata qualsiasi altra ragazza adesso, l’avrebbe già mandata al diavolo se
non fatto di peggio, ma con Sakura era diverso. Sentiva che in qualche modo
erano legati, che fosse attrazione fisica o amore non aveva importanza, la
voleva, voleva stare con lei, baciarla, abbracciarla…
“Maledizione
devi imparare ad ascoltare fino alla fine” continuava a urlare “E’ vero, provo
un profondo affetto per Sasori, ma cavolo, quello che vorrei baciare, quello
che vorrei sbattere contro una parete, spogliare, toccare e baciare, sentire le
sue braccia intorno a me, sei tu” disse senza fiato, il viso roso quanto un
peperone tendente al viola. Stava cercando di non abbassare lo sguardo, ma l’imbarazzo
era troppo e alla fine tolse i suoi occhi smeraldo da quelli onice di lui e si
girò. Sasuke era davvero sbalordito. Provava le sue stesse cose, le sue stesse
emozioni, volevano le stesse cose.
L’abbracciò
e baciò i suoi capelli rosati, mentre un sorriso gli si allargava sul viso.
“Scusa”
le disse nelll’orecchio, poi stava per togliere le braccia, ma le mani di
Sakura lo fermarono.
“Aspetta,
abbracciami ancora un po’, ho sognato questo momento decine di volte” facendolo
sorridere ancora di più.
La
strinse più forte, poi la voltò e si avvicinò alle sue labbra sfiorandole: “E
questo quante volte l’hai sognato?”.
“Troppe
volte, dimmi che è reale e non un sogno”disse Sakura al che Sasuke le diede un
pizzicotto sulla guancia.
“Ma
che fai?” sbottò Sakura.
“Ti
provo che questo non è un sogno” disse avvicinandosi e baciando poi dove aveva
lasciato un piccolo segno rosso sulla guancia della ragazza.
“Insieme,
finalmente” disse Sakura, avvicina dosi ancora di più e facendo aderire
completamente il corpo di lei, a quello del ragazzo.
“Già”
disse di rimando, abbracciandola forte.
“Finché
durerà” disse Sakura.
“No,
tesoro, per sempre” la corresse Sasuke, facendola sorridere.
“Sì,
per sempre.”
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“Secondo
voi ce l’hanno fatta a chiarirsi?” chiese Choji, mentre apriva il terzo
pacchetto di patatine.
“Certo”
dissero in coro Hinata e Naruto, finendo poi a ridere.
“Non
ti preoccupare, conosco Sasuke e Sakura come le mie tasche, è andato tutto bene”
disse Ino, stringendosi a Shika, mentre Neji e Tenten si baciavano in un angolo.
“Adesso
tocca a me trovarmi una ragazza” disse Choji, facendo ridere tutta la combriccola.
Ecco a voi, non
mi piace molto il finale, ma francamente, avendola scritta di getto, non ho
nessunissima voglia di pensare a qualcos’altro. Ringrazio anticipatamente
chiunque volesse recensire o solo leggere questa ficcy, farete molto contenta l’autrice.
xD
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