Capitolo 2
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Takuya correva
ansimando per le vie di Shibuya, ancora una volta
aveva fatto tardi pensò mentalmente continuando a muoversi. Fortuna che
l’edifico scolastico si trovasse a poco più di
quindici minuti da casa sua, e avendo una buona resistenza nella corsa, avrebbe
impiegato anche meno.
L’orologio dell’enorme struttura segnava le otto e un quarto,
folle di ragazzi aspettavano davanti al cancello prima
di entrare, altri, invece, si erano già affrettati a prendere posto nei loro
banchi. Alcuni docenti passeggiavano lungo i corridoi attendendo il suono del
campanello che dava inizio alle lezioni.
Una macchina nero corvino, fermò per pochi attimi davanti
l’enorme edificio, giusto il tempo di permettere la discesa del suo passeggero.
Poi, ripartì subito dopo lasciando dietro di se una lunga fumata grigia.
- Izumi-chan!!-
gridò dall’altro lato della strada la persona scesa dall’auto. La ragazza dai
capelli biondi sobbalzò.
- Ah Junpei! Ben arrivato!- rispose
Izumi, voltatasi verso di lui con un sorriso.
Da parte sua, l’enorme ragazzo dall’alta statura, arrossì
rincretinito nei confronti dell’amica, poi scosse fortemente il capo e
attraversò il piccolo tratto di via che li separava.
Un grosso camion gli tagliò il percorso, lui prontamente si
arrestò a pochi centimetri da esso, aspettando che
passasse.
Takuya correva
frettolosamente lungo il tragitto della scuola, il passaggio del lungo tir gli
avrebbe tolto altro tempo pensava esaminando l’enorme macchina, così
adocchiando un piccolo spazio, decise di aggirarlo dirigendosi verso il lato
anteriore. Junpei fece altrettanto, infilandosi però
sul lato posteriore. Entrambi sbucarono dalle due
estremità del massiccio mezzo di trasporto, indirizzandosi immediatamente sul
marciapiedi. Junpei guardava Izumi
sventolandole la mano , mentre Takuya
sollevò la testa rivolgendo lo sguardo al grande orologio posto nella parte
centrale dell’edificio scolastico. Entrambi proseguirono
a passo spedito, nella stessa traiettoria.
- Aah fermi!! Fermi!!- gli urlò Izumi agitando le
braccia. Junpei, credendolo un saluto, fece
altrettanto.
Takuya girò il capo nella
direzione della ragazza, ma troppo tardi per
accorgersi anche dell’amico.
Junpei travolse completamente il
giovane ragazzo, crollandogli addosso.
Izumi sospirò scuotendo la testa,
poi corse ad aiutarli.
- Mi stai schiacciando! Alzati Junpei!-
lo esortò Takuya con voce
strozzata.
Izumi protese una mano verso il
compagno più grande aiutandolo a drizzarsi, mentre Takuya,
tolto il grosso peso, riprese fiato.
- Tutto ok Junpei?-
chiese la ragazza preoccupata.
- Benissimo! Grazie! Non ho nemmeno un graffio…- rispose
l’aitante giovine guardandosi in dosso.
Ricadendo su Takuya,
Junpei non avvertì nulla, ad eccezione dell’amico che
rimase sdraiato sul ruvido asfalto. Infatti se
non fosse stato per lui che gli attutì il colpo, il robusto ragazzo non avrebbe
risposto positivamente alla domanda fattagli dall’amica.
- Dare una mano a rialzarmi è chiedere troppo, vero?! Ma tu guarda…- Takuya sbottò
sollevandosi da terra. Scosse i pantaloni per togliersi un po’ di
terriccio, e riprese la cartella caricandola sulle spalle.
- La prossima volta fa più attenzione! Avresti
potuto investire Izumi!- rimproverò Junpei all’amico.
La ragazza da parte sua, non commentò. Takuya
le rivolse un rapido sguardo, poi ritorno con gli occhi sul compagno.
- Guarda
che la colpa è anche tua! Mi sei piombato addosso
all’improvviso, un altro po’ è mi schiacciavi!
- Esagerato… avanti non farla lunga, sono dimagrito se non
l’hai notato…
- Dimagrito?? A me sembra il contrario…- asserì Takuya convinto squadrandolo dall’alto in basso- Oltre a crescere in
altezza ti sei anche allargato di…pancia…!
- Vorresti dire che sono
ingrassato?!- pronunciò Junpei dall’aria furente.
- Lascia perdere Junpei, Takuya è da un po’ di
tempo che vede tutte le persone in una maniera “diversa”…diciamo più gonfia…- sbottò
Izumi con occhi rivolti altrove.
- Non dirmi che sei ancora offesa
per quello che ho detto ieri? Pensavo fosse un capitolo chiuso…- anche Takuya rivolse lo sguardo in altro
luogo, infilandosi le mani in tasca.
- Capitolo chiuso? Ah d’accordo come vuoi tu, è inutile
dialogare con un ottuso…tanto avrà sempre ragione lui…
- Non iniziamo a offendere! – il
ragazzo si girò nuovamente verso la compagna- Io non ho
detto di aver ragione! E poi ieri sei scappata di
corsa dopo avermi tirato lo schiaffo…gradirei sapere il motivo…mi sono rimasti
ancora i segni delle tue dita…- mugugnò toccandosi la guancia.
- Ben ti stà così impari, le donne
vanno rispettate!
Le parole di Izumi
ricordarono quelle della madre dettegli prima di uscire. Rimase
un po’ attonito, poi girando il capo aggrottò la fronte sbuffando.
- Izumi-chan lascialo
perdere, lui non sa come trattare le donne, è ora di entrare vieni.- Junpei porse una mano alla ragazza che non l’afferrò, e
voltando il capo, oltrepassò il cancello con aria collerica. La seguì senza esitare ma qualcosa lo bloccò.
- Junpei… Aspetta un attimo…- Takuya fermò prontamente l’amico tirandogli uno orecchio, Junpei si voltò di
scatto con una smorfia di dolore che gli attraversava il viso.
- AHI! Mi fai male! Molla!- gli ordinò lui strattonandolo
via. Poi si tocco il lobo arrossito- Che dolore…a momenti mi staccavi l’orecchio…ma sei impazzito?
- Ti stà bene! Oltre mio fratello,
a chi altri hai detto della lite che ho avuto con Izumi?! Avanti parla! O ti staccò
anche l’altro!- lo esortò Takuya minacciandolo. Junpei prontamente arrestò coprendosi i lati della faccia
con entrambe le braccia.
- Non ci provare nemmeno! E poi
l’ho riferito solo a Shinya…d'altronde non credevo
che volessi nasconderlo…
- Ah ti ringrazio per aver pensato al posto mio…tu lo
conosci mio fratello, sai che non riesce a tener
chiusa la bocca…stamattina per vendicarsi di averlo chiamato scimmia, lo ha
detto sfacciatamente a mia madre con quel tono di voce stridente e squillante…se
non hanno sentito tutti i condomini è perché la maggior parte di loro sono anziani
con problemi di udito…- Takuya sospirò sbuffando,
mentre la fronte aggrottò di riflesso.
- Che vuoi che interessi alle persone che abitano nel tuo
palazzo se hai litigato con Izumi dicendole di
mettersi a dieta!! Ma dai!-
fece Junpei strillando ad alta voce.
Un gruppetto di ragazze passò di lì ascoltando la
conversazione, praticamente impossibile da non udire.
Guardarono Takuya con occhiata
agghiacciante, fulminandolo con lo sguardo.
- Ecco…lo sapevo…adesso sì che l’opera è
completa…- il ragazzo portò una mano alla fronte scuotendo la testa. Con la
coda dell’occhio vide il gruppo di collegiali parlottare tra loro
mentre lo fissavano indignate, saettò gli occhi altrove trascinando Junpei- Vieni, andiamo…oggi non è giornata…- asserì poi emanando un lungo respiro.
- Fortuna che le madri sono sempre
comprensive con i propri figli. La tua ha fatto altrettanto vero?-
chiese Junpei adocchiando in lontananza Izumi salire le scale.
Anche Takuya
la intravide per merito dei capelli biondi, ma proseguì a camminare
distogliendosi.
- Ti do un consiglio, se mai dovesse capitarti una cosa
simile, non dirlo a una donna soprattutto se questa è
tua madre…puoi stare tranquillo che non
darà mai ragione a un uomo…- il giovane storse la bocca incamminandosi con
passo deciso quanto indignato verso il grande portone di legno.
- Ha dato ragione a Izumi!?! Ah ah incredibile!
Ragazzo mio non hai fortuna con le donne…se vuoi ti do
lezioni private di galanteria…il grande Junpei sa
come trattarle! – propose lui dandogli una forte pacca sulla schiena che fece irrigidire
l’amico.
Takuya lo fissò perplesso quanto
dolorante per il forte scossone ricevuto.
- …No grazie…non prendo lezioni da te…mi
ritroverei peggio di prima…-concluse lui massaggiandosi la schiena.
- E’ la tua risposta definitiva? L’accendiamo?
Takuya sbatté la cartella dritta
nello stomaco del compagno.
Junpei si tenne la pancia,
dolorante.
- Stavo scherzando…perché mi hai colpito??
Ho appena mangiato tre cornetti e due toast ripieni di sottaceti e funghi…così
mi si bloccheranno sullo stomaco…
Il giovane guerriero del fuoco rimase allibito.
- Mi meraviglio che non sia successo prima…ma
dove la metti tutta questa roba?! Sei una macina trita tutto…
Giunti a metà corridoio, i due si salutarono per avviarsi nelle
proprie classi . L’aula di Junpei,
essendo due anni più grande, si trovava al pian
terreno, Takuya, invece, salì fino al terzo, cioè
l’ultimo.
Harajuku
Ore 13:00
- Kouji che hai? Tutto bene?-
chiese una voce poggiandogli una mano sulla spalla.
Il ragazzo si voltò immediatamente quasi sussultando.
- Ah Kouichi…sei tu…no sto bene tutto apposto- lo rassicurò lui.
Ma il suo sguardo mentiva, e questo il fratello l’ho capì all’istante.
- Puoi ingannare con la voce ma non
con gli occhi…lo sapevi che sono lo specchio dell’anima?- fece il moretto
sedendosi accanto a lui.
- No…- Kouji non aggiunse altro, Kouichi aveva ragione pensò fissando il sacchetto del
pranzo ancora intatto.
Frequentavano entrambi un istituto privato al centro di Harajuku. Ogni mattina si davano
appuntamento davanti alla stazione per raggiungerlo insieme. Le loro classi
erano sullo stesso piano, e all’ora di pranzo si
incontravano al di fuori per mangiare.
- Non hai fame?- domandò Kouichi
notando l’ involucro del pranzo ancora sigillato.
Lui annuì con un solo cenno del capo.
Koichi sospirò.
- Hai
fatto ancora quel sogno vero?
Lo sguardo del ragazzo col codino diventò
più cupo, poi si voltò verso il fratello annuendo nuovamente.
- E’ già la settima volta che succede o sbaglio?
Kouji scosse il capo appoggiando
il braccio alla spalliera della panchina.
- No, non sbagli. Con la giornata di oggi
è una settimana esatta… per quanto mi sforzi non riesco a dargli un senso
logico- Kouji chinò la testa all’indietro volgendo lo
sguardo al cielo.
- E se non lo avesse? Voglio dire,
se non avesse una logica “naturale”? Sai a cosa mi riferisco… – disse Kouichi
guardando il fratello.
Kouji ritornò all’istante sul suo
gemello.
- Dici che potrebbe trattarsi – il
suono del campanello per il fine pranzo lo interruppe bloccandogli le parole in
gola. Portando le mani in tasca, si alzò. Kouchi lo
seguì subito dopo.- Ne riparliamo stasera a casa di nostro padre.
- D’accordo, allora avvisiamo anche gli altri?- chiese poi
il fratello.
Kouji negò con il capo.
- Preferisco non creare polveroni
inutili…dopotutto non abbiamo prove concrete.
- Come vuoi. Allora
- KOUJIIIII!!!
Una voce femminile dal tono squillante interruppe Kouichi.
Il ragazzo dai capelli lunghi sussultò voltandosi in
direzione del suono ma, prima che potesse farlo, delle braccia gli si strinsero
in vita cingendolo.
- Mi-Miyama?!-
esclamò lui sgranando gli occhi nel vedere la ragazza.
- Quante volte ti ho detto che devi
chiamarmi Kumiko?! I cognomi sono troppo formali! E
io e te non siamo di certo estranei!- fece la ragazza
stringendolo ancora di più.
- La-lasciami!- sbottò Kouji con voce strozzata- Non respiro!
- Sei sempre il solito scontroso! Ma è questo che mi piace
di te!!- la giovane invece di ridurre, aumentò più
forte la pressione, lasciando il ragazzo senza fiato.
Kouji ansimava fissando disperato Kouichi che prontamente intervenì.
- Ehm…Kumiko non mi saluti
nemmeno?- chiese sperando di distrarla.
- Ah, si scusa ciao Kouichi! Come
vanno le cose? Mi hanno detto che il professor Nakajima sarà affidato alla tua classe per sostituire
l’insegnate ammalato di scienze…ti avverto che non sarà facile stargli dietro…è
un tipo molto severo e perfettino!- La ragazza allentò un po’ la presa, e Kouji da parte sua ne approfittò per svincolarsi dalla
stretta. – Aaah Kouji
aspetta! Che cattivo che sei…!!- dichiarò col broncio.
- Si può sapere che ci fai qui?- chiese lui in tono alquanto
seccato.
- Semplice, sono venuta a prenderti per ritornare in classe
assieme!
- Non se ne parla nemmeno!- espresse prontamente
sistemandosi la giacca un po’ smossa dall’abbraccio di prima.
- Niente storie! Su andiamo altrimenti la professoressa Ootori si incavola!
- Per Kouji il tempo di reagire
non ci fu, Kumiko lo preso a
braccetto trascinandolo con se.
- Ciao Kouichi buona lezione! –
fece la ragazza sventolando la mano.
Kouji si voltò in direzione del
fratello sperando ancora una volta che l’aiutasse ma…
- Grazie anche a voi! Divertitevi! – esclamò Kouchi sorridendo. Guardandoli rientrare in aula, anche lui
si approntò a farlo- “Almeno si svagherà un po’…”- pensò lui riflettendo al
discorso fattogli poco prima dal fratello.
DRIIIIIIIIIN
Il suonò della campanella proclamò
la fine delle lezioni. I ragazzi si accalcarono in massa davanti ai cancelli.
Molti di loro aprirono gli armadietti per depositare o prendere oggetti
personali.
Izumi si diresse verso il suo,
aprendolo. Con stupore vi trovò all’interno un grazioso fiore di anemone bianco.
- Ma…e tu come ci sei finito qui
dentro?- disse la ragazza prendendolo delicatamente in mano.
Izumi si guardò in torno, era
evidente che qualcuno lo avesse infilato di proposito nella piccola fessura in
alto. Raccolse un libro dallo stipetto, dopodichè lo richiuse indirizzandosi verso l’uscita.
- Takuya te ne vai già? Non
aspetti che venga anche Izumi?- chiese Junpei all’amico.
- No…è meglio di no…e poi non vedo perchè dovrei…
- Per
esempio perché lo facciamo tutti i giorni…o almeno quasi tutti…- rispose il
ragazzo restando impalato davanti al portone principale.
- Beh,
adesso non mi và, preferisco ritornarmene da solo piuttosto che
intossicarmi il tragitto…- si caricò la cartella in spalla dirigendosi verso la grande cancellata, ma
proprio in quel momento, dal grande portone spuntò la ragazza dai capelli
biondi.
- Izumi-chan!!-
esclamò Junpei agitando le braccia- Sono qui!
Takuya si voltò di scatto.
- Ah eccoti! Com’è andata la lezione? Tutto ok?- domandò la ragazza sorridendo.
- Ah si…si benissimo!- Junpei arrossato in volto come suo solito assentiva più
volte con il capo.
- Ma tu guarda…quando la smetterà…-
mormorò Takuya rimasto impalato ad osservare la scena.
Izumi si voltò
verso di lui rivolgendogli lo sguardo, poi aggrottò le sopracciglia.
- Acc! C’è l’ha ancora con me!? Aah le donne non le capirò mai…-
sospirando riprese a camminare ma la sua attenzione venne attratta da un
ragazzo di alta statura che gli passò di fianco strusciandogli la spalla.
- Ehi ma che maniere!- disse prontamente Takuya.
- O scusa, sei talmente basso che
non ti ho visto…- replicò il giovane con tono freddo e distaccato.
- Cosa?! Cosa hai
detto?!- reagì immediatamente, ma il ragazzo andò via senza voltarsi
neanche. Lo seguì con lo sguardo vedendolo indirizzarsi verso Izumi.
Junpei le stava accanto, si era
offerto di portarle la cartella ma lei delcinò l’offerta ringraziandolo gentilmente. Nella mano
sinistra portava quel piccolo anemone bianco candido che spiccava proprio per
il suo colore così luminoso.
- Ehi bionda!- esclamò quel ragazzo rivolgendosi alla
ragazza- Sei Orimoto del terzo anno giusto?
- Si…sono io… volevi qualcosa?- chiese
lei con tono calmo ma un po’ seccato. Se c’era una cosa che Izumi
detestasse, era quella di venirle affibbiato
l’appellativo “bionda”.
- Stasera ti andrebbe di uscire con me?- propose lui senza preamboli.
Izumi arrossì di colpo rimanendo
un po’ confusa.
Si schiarì la voce con un colpetto di tosse.
- Mi dispiace ma… ho un impegno e
poi non ti conosco nemmeno…
- Beh, rimediamo subito, mi chiamo Ivan Ussuri,
sono nato in Russia ma studio qui in Giappone. Molto
lieto di fare la tua conoscenza! - concluse il ragazzo
facendole un inchino.
Takuya e Junpei
guardarono stizziti la scena,
ma che faccia tosta quella specie di bellimbusto senza cervello
pensarono entrambi diventando rossi dalla rabbia.
- Allora, adesso che mi conosci, accetti di uscire con me?
- …No, devo darti una seconda risposta negativa
ma proprio non posso mi dispiace.
- Che hai da fare di più importante?
Puoi sempre rimandare…- propose lui con aria saccente quanto invadente.
- Mi dispiace ma non posso…- ribadì
la ragazza cominciando a sentirsi in disagio.
- Avanti bionda non ho tempo da perdere! – con tono spavaldo
si avvicinò a lei. La ragazza avvertì un brivido di freddo attorniare le gambe,
da parte sua cercò di mantenere la calma ma non fu
facile.
- Ho detto di no e poi ho un nome!- esclamò con voce più
forte.
Intervenì all’istante Junpei, oramai furioso, che si accostò al giovane russo.
- Non hai sentito che ha da fare? Sei forse sordo oppure
posso definirti un semplice ottuso?! Gira dall’argo!
- Non ho chiesto il tuo giudizio razza di montagna in divisa…togliti di mezzo!
- Ma chi ti credi di essere?! Razza
di spaccone prepotente vattene subito altrimenti
- Bastà così Junpei!-
lo fermò Izumi- Andiamo via!- la ragazza s’incammino
verso l’uscita aggirando l’insistente scocciatore, ma in quel momento una mano
le si posò sul braccio strattonandola indietro. Nel dimenarsi il piccolo
anemone le scivolò tra le dita, adagiandosi al suolo. Il russo lo calpestò
quasi volontariamente comprimendolo sotto la scarpa.
- Domandare è lecito, rispondere è
cortesia. I tuoi non ti hanno insegnato l’educazione bionda?
- Si chiama IZUMI!!
Una voce tuonò all’improvviso, senza
accorgersene il giovane russo si ritrovò un pugno sul viso, finendo a
terra.
- TAKUYA!- urlò lei all’amico.- Ferma non c’è ne bisogno! Lascialo stare non vale la pena sporcarsi le
mani con lui- la ragazza lo prese per mano
trascinandolo via, ma lui cercò di staccarsi.
- Lasciami Izumi! Ti prometto che
non lo uccido!
- Guarda non ci metterei la mano
sul fuoco… ha già avuto quello che si merita, ma ora basta, andiamo via!
Takuya si fermò
per un attimo a guardarlo con disprezzo, poi voltandogli le spalle seguì
l’amica.
- Ahahahahh!
Un risolino beffardo risuonò alle spalle dei tre.
Si voltarono di colpo.
- Che hai da ridere? Ne vuoi un
altro?- propose Takuya allo
straniero che scherniva di gusto.
Izumi lo strattonò ancora una
volta, ma prima che lei potesse trascinarlo via, il giovane russo contraccambiò
il favore colpendolo al volto.
- Era dovere ricambiare il gentile omaggio da parte tua, ti
pare?! Non potevo comportarmi come uno zotico…!
- Maledetto!! – Takuya cercò di colpirlo ma venne subitamente fermato da Junpei
che lo trattenne con una presa.- Lasciami andare! Gli faccio vedere io a quella
specie di grattacielo chi è più forte tra noi due! In questo modo gli passera la voglia di fare lo spaccone!
- Certo, così dovrò portarti in spalla fino a casa…abbiamo
già troppi problemi con i ragazzi dell’istituto affianco, ci mancava solo il Niwayori per completare la collezione…- ribadì
Junpei sospirando.
- …Siete così ridicoli…ma dopotutto
mi fate pena…!- il ragazzo raccolse la cartella, cadutagli a terra, allontanandosi
sotto gli sguardi dei due. Passò di fianco a Izumi sussurrandole a voce bassa - Sono sicuro che ci
rivedremo molto presto…amica del vento!- le sue ultime parole crearono un
leggero palpito in più nel cuore della ragazza, fece un passo indietro, quegli
occhi color ghiaccio la fissavano incutendo un certo timore.
Poi si allontanò dal gruppetto e girando l’angolo, sparì.
- Izumi che ti ha detto quell’
imbecille? Se ti ha offesa non appena l’ incontro lo
sistemo io!- asserì Junpei battendosi una mano in
petto.
Lei sorrise forzatamente, poi si avvicinò a Takuya.
- Ti fa male?- chiese al ragazzo guardando la ferita.
- Non mi faccio mettere K.O. da uno
come lui! Ho incassato pugni più forti dai cavalieri reali!-
dichiarò lui asciugandosi un po’ di sangue dal labbro inferiore.
L’anemone bianco giaceva al suolo, oramai senza vita. Izumi si accovacciò a terra guardandolo.
Takuya voltò lo sguardo verso di
lei notando il piccolo fiore rovinato.
- Mi dispiace…non ho potuto
proteggerti- disse la giovane al piccolo anemone.
- Ti preoccupi per un fiorellino? Ma dai, dove l’ho raccolto
ne era pieno…se vuoi ti ci posso portare.
Lei si voltò di scatto verso il ragazzo con occhi pieni di
stupore. Takuya scosse velocemente il capo
arrossendo.
Che aveva detto??? Izumi rimase allibita. Possibile?!
- AAAH io no, volevo dire…ecco - cercò di correggersi
ma purtroppo era troppo tardi per rimangiarsi la frase.
- Ma allora…lo hai messo tu nel mio armadietto?!- chiese prontamente la ragazza.
- Ecco...senti…adesso non farla tanto lunga…si trattava solo di un fiore…e poi a me non è costato nulla…-
grattandosi la guancia indirizzò lo sguardo altrove. Fece ticchettare la punta
della scarpa al suolo nervosamente.
Izumi lo guardò un attimo senza
parlare, poi chiuse gli occhi sorridendo.
- Grazie Takuya!- esclamò la
ragazza dai lunghi capelli biondi che svolazzavano nel vento.
Lui arrossì nuovamente, per poi risponderle in tono formale.
- Di niente…figurati…
Junpei, completamente dimenticato
dai due, non
afferrò minimamente il discorso.
Socchiudendo le palpebre si portò le mani sui fianchi.
- Ma si può sapere che avete? Fate
capire anche me!- lo stomaco del ragazzo iniziò a brontolare, Izumi e Takuya vennero
interrotti dal roboante suono. Si scambiarono una rapida occhiata, per poi concludere ridendo.- Smettetela! Non ci trovo nulla di
strano…per andare di fretta non ho fatto la solita colazione che faccio ogni mattina…è normale che adesso comincio ad avere
appetito! Ricordate che mangiare fa bene allo spirito! Forza, andiamo a casa,
il mio stomaco non aspetta…!
Junpei afferrò gli amici sotto
braccio, e i tre si incamminarono verso la grande
cancellata.
Il vento, placato, lasciava spazio a
un clima piuttosto mite e tranquillo.
Tutto limpido.
Tutto luminoso.
Troppo luminoso.
Regna oscuro padrone
delle tenebre…regna sul tuo nuovo mondo che presto ti
apparterrà. L’oscurità contrasterà la luce, il giorno sarà strappato dal tuo
immenso potere, lasciando spazio alla notte.
L’ombra corroderà gli animi di chi vorranno
opporsi alla tua supremazia, finendo nel nero abisso senza uscita.
Chi guarda nel buio
profondo, sarà divorato dalle tue fauci.
Chi contrasta la
potente forza, sarà dilaniato alle tue mani.
Il tempo della
vendetta è oramai giunto, lungamente hai atteso, e ora ti sei
risvegliato.
E’ venuto il momento
di continuare la partita.
Queste le parole di una figura oscura sospesa in un cielo cupo,
un posto avvolto dalle tenebre dove la luce è solo un
insieme di lettere senza significato.
La stessa presenza che alberga nei sogni di Kouji?
Forse.
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