Riddikulus

di s u n
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Riddikulus.

 
 

Quella era paura vera.
Così tremendamente reale.
Ormai Lord Voldemort aveva deciso il suo destino. L'aveva marchiato. Come un prigioniero.
Il Marchio Nero bruciava. Lui lo stava chiamando.
Draco avvertiva un'enorme paura per tutto quello che sarebbe successo. Una paura che lo stava divorando vivo. Una paura che gli percorreva tutto il corpo, costantemente, ormai.
Avrebbe voluto che quello che gli stava accadendo –dentro e fuori, fosse stato frutto di un Molliccio. Così lo avrebbe fatto sparire, finalmente.
Desiderava, ardentemente, cacciare via quella paura, quasi asfissiante, con una semplice parola.
Riddikulus.
Riddikulus.
Continuava a ripersela.
Dieci lettere, che Draco inizialmente aveva trovato così ridicole. Quasi stupide. Insensate.
Inutili.
Eppure, in quel momento ne aveva bisogno; ne aveva dannatamente bisogno.
Ma non si trattava di un incubo.
Intrisa di paura, ah! Disgustosa realtà.
E allora il «Riddikulus!» che sussurò divenne un soffio nel venticello autunnale.
Eppure Draco ne aveva bisogno.



 
Note:
Ehilà!
Sinceramente non è una storia alla quale io sappia dare una spiegazione.
Solo che il mio incantesimo preferito - dopo Lumos e Nox - è Riddikulus. E Draco Malfoy è il mio personaggio preferito e credo che il divenire un Mangiamorte l'abbia fatto soffrire intensamente. Così volevo creare un piccolo legame fra i due, et voilà!
Grazie per aver letto la mia storia.
Alla prossima.

S u n.




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