UN
POSTO PER ME
Un
passo, due passi, tre
passi...
Conto
i deboli e stentati
passi che sto facendo.
E'
l'unica cosa che posso
fare.
Potrei
anche contare le
gocce che mi stanno bagnando così intensamente ma non lo
faccio
perché non riesco a vederle.
Non
so dove andare.
Sono
sola, disperata e
affamata.
Non
so più che fare.
Non
so nemmeno chi sono e
che cosa voglio.
L'unica
cosa che posso
fare è camminare sotto la pioggia battente.
Non
c'è nessuno in giro.
Chi
vuoi che vada in giro
sotto una pioggia battente?
Anche
se questa è la
parte bassa della città, dove stanno i malviventi, nessuno
è così
pazzo e disperato da andarsene in giro sotto un clima simile.
Nessuno
tranne me.
Sono
stanca.
Ho
i piedi tutti
indolenziti.
E'
tutto il giorno che
cammino senza sosta.
Alla
disperata ricerca di
un posto dove vivere.
Un
posto per me.
Lo
cerco da sempre ma non
l'ho mai trovato.
Forse
non esiste...
Alla
fine, trovò un
vicolo sporco e mi ci infilò dentro.
Non
è il miglior posto
del mondo ma almeno sono riparata.
Guardo
in alto e vedo le
luci della Capitale.
Sono
così belle e
distanti... sembrano luci magiche.
Allungò
istintivamente
una mano, sperando di raggiungerla.
Fin
da bambina, quelle
luci mi abbagliavano e mi affascinavano...
Il
mio desiderio era
quello di raggiungere e vederle da vicino... ma non l'ho mai fatto.
Per
una saiyan come me,
brutta, sporca, vestita solo di stracci e patetica, quel posto
così
bello doveva restare lontano da me.
Dopotutto,
una come me,
che a malapena sa chi è e da dove viene, che andrebbe a
farci in una
bella città come quella?
Assolutamente
niente.
“E
tu chi diavolo sei?”
chiede una voce femminile alla mia destra.
Mi
voltò spaventata e
vedo una figura nell'ombra.
La
figura mi si avvicina
lentamente e la luce della luna l'illumina completamente.
E'
una ragazza un po'
bassa, magra e minuta.
Ha
i capelli neri, ribelli
e appuntiti e gli occhi dello stesso colore.
Indossa
un top lilla, dei
lunghi e larghi pantaloni viola, dei bracciali argentati e degli
stivali grigi.
E'
molto bella, al
contrario di me.
Inoltre,
ha molto più
carattere e carisma.
Si
vede subito che è
qualcuno di molto importante...
“Mi...
mi dispiace... me
ne vado subito...” balbettò e faccio per andarmene
dal vicolo ma,
lei, con tutta la calma del mondo, mi dice: “Se non hai dove
andare, puoi stare da me.”
Mi
voltò a guardarla, non
credendo alle mie orecchie.
Mi
ha appena proposto di
stare da lei?!
Una
come me con lei?!
Non
posso credere alle mie
orecchie...
Lei,
senza mezzi termini,
mi prende per il polso e mi trascina nel vicolo.
Io
non mi ribello.
Sono
disposta a dormire e
a vivere in una cantina pur di smettere di vivere per strada...
Ci
fermiamo davanti a una
catapecchia.
E'
un po' sporca e
malridotta ma io non ho alcuna intenzione di lamentarmi.
Dopo
aver vissuto per
strada tanti anni, sono pronta ad accettare qualunque cosa.
Lei
si volta verso di me e
mi domanda: “Come ti chiami?”
“Kale...” faccio io,
timidamente.
Lei,
con un calcio, apre
la porta.
E'
un luogo abbastanza
sporco e vissuto ma è comunque abitabile.
Noto,
inoltre, ce ci sono
altre due ragazze, le quali indossano lunghe tuniche con un cappuccio
sulla testa.
“Ragazze!”
fa la
ragazza, che sembra essere il loro capo “Questa è
Kale. Da oggi
farà parte della nostra banda.” “Come
volete, capo.”
annuiscono le altre due, prontamente.
Questa
ragazza gode di
così tanto rispetto... è incredibile che una
persona così
importante e rispettata abbia offerto a una come me un posto dove
stare...
“Beh,
Kale...” fa la
giovane “Io sono Caulifla, il capo di questa banda. Se vuoi
stare
con noi, sappi che dovrai ascoltarmi e ubbidirmi sempre.”
“L...
lo farò senz'altro... non si preoccupi...”
Caulifla
mi guarda
un'ultima volta poi, allontanandosi ordina: “Datele del cibo
e
degli abiti.”
E'
così bella... e così
carismatica... al contrario di me.
Lei
è tutto e io sono
niente.
“Fa
sempre così...”
mi dice una delle ragazze, avvicinandosi “Sembra dura ma sa
essere
gentile. Lei è un autentico prodigio nel combattimento e non
c'è al
mondo nessun saiyan più forte di lei. Persino l'esercito non
riesce
a controllarla. Tuttavia, nonostante il suo potere, pensa anche alle
persone che vivono nei quartieri malfamati. Si è sempre
presa cura
di noi e anche degli abitanti di questo posto, per questo si
è
guadagnata il rispetto e la stima di tutti qui. Lei, per tutti noi...
è una specie di sorella maggiore.” “Una
sorellona...”
sussurrò, dolcemente.
Caulifla
mi ha aiutata...
come una sorella maggiore.
Ho
deciso.
Aiuterò
e sarò sempre
fedele a Caulifla.
Farò
tutto quello che è
in mio potere per aiutarla a esaudire i suoi desideri.
Perché
è a lei che devo
tutto.
Perché
lei, quando ero
disperata e avevo ormai perso ogni speranza, mi ha dato ciò
che più
desideravo con tutta me stessa.
Un
posto per me. |