Piccolo Dialogo fra due Sposandi

di Subutai Khan
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“Sei sicuro del passo che stiamo per fare?”.
“Mai stato più sicuro in vita mia. Mai”.
“Il solito esagerato. Devi sempre trasformare ogni dialogo in una tragicommedia”.
“Non c’è nulla di tragico. E poi senti chi parla, quello che porta noccioline e birra al nostro matrimonio”.
“Che ti devo dire, sono il mio pasto preferito. E comunque sai bene che questa cerimonia non ha la minima validità ufficiale, quindi chissenefrega”.
“Non mi importa, cacchio. Fra l’altro, perché sposarsi ubriachi a Las Vegas è legalmente vincolante e farlo da sobri sulla spiaggia di Cancún non lo è? Ridicolo”.
“Chiedilo a quel pagliaccio che ha preso il posto di presidente degli Stati Uniti d’America. Se questo è rendere di nuovo grande la nostra nazione… alè. Viva la vita”.
“...”.
“Che hai? Tutto bene? Non ci starai… ripensando?”.
“No, te l’ho detto. Sono sicuro. È solo che…”.
“Che…”.
“Che è un grosso sacrificio, il mio. A Tatiana, Nikki, Rebekah e a tutte quelle altre mancherò. E loro mancheranno a me”.
“Sigh. Non so quanti santi non ti prenderebbero a calci in faccia dopo che hai fatto l’elenco di tutte le prostitute a cui hai pagato università, casa, vitto per i successivi trent’anni e forse anche l’educazione dei figli”.
“Il mio caro e dolce maritino, ecco chi. Quello per cui vale la pena rinunciare a tutto quel ben di Dio”.
“...sei orribile. E dolcissimo”.
“Devo pur stare al tuo passo, no?”.
SMACK.




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