Per gli jotun trovare l'anima gemella è
sia facile che difficile, la loro essenza è profondamente
legata all'albero che come regalo gli fa comparire il nome dell'amato
sul polso al loro primo sguardo. Ogni jotun in età fertile che
cerca il proprio compagno ancora sconosciuto intraprende un viaggio
tra i due reami in cerca dell'anima gemella. I sacerdoti non hanno un
nome, ma il simbolo di Ydgrasill. Solo i secondogeniti dei re non
hanno nulla, loro sono da sempre sposi del popolo, al servizio del
loro re fratello. Laufey è il principe cadetto, pronto a
diventare supremo consigliere il giorno dopo l'incoronazione del re.
Laufey si nasconde dietro una delle
colonne, non è possibile, si dice, non può essere. Ha
visto arrivare la delegazione del regno del nord e ha sentito
qualcosa solleticargli il polso, quando l'ha tastato con le dita ha
sentito le nuove linee in rilievo. Ora è nascosto, sconvolto,
il suo compagno di vita è tra quella corte e lui ne è
terrorizzato. Non ha il coraggio di leggere il nome che accarezza con
le dita. Come può il principe cadetto sposarsi? Quelli come
lui sono nubili a vita, le Norne stesse lo hanno deciso, nell'intera
storia dei reami di Jotunheim nessun principe cadetto è mai
stato accoppiato. Nessuno. Stringe il polso, le lacrime che
minacciano di scendere sul suo viso. Cosa deve fare? Dirlo a suo
padre? Scappare? Suo fratello sta per sposarsi, gli ultimi invitati
sono arrivati proprio quando quel fastidioso segno gli è
comparso sul polso. Non è possibile che lui abbia un compagno,
è una cosa assurda, inaudita. Il re del sud sarà
incoronato subito dopo il matrimonio e poi lui dovrà prestare
giuramento di servirlo a vita. Non può avere uno sposo, il suo
sposo sarà il regno. Ansima ormai in preda al panico. È
tutto sbagliato. Le Norne si sono sbagliate... ma loro non sbagliano
mai. Allora cosa è successo?
“Laufey...” Il padre l'ha
finalmente trovato, ma ora si domanda cosa sia successo, il figlio è
sconvolto.
“Papà, le Norne si
sbagliano?” Laufey lo domanda con un filo di voce.
“No, amore, loro sono
infallibili.”
“Allora perchè...”
Alza il polso, coperto con la mano.
“Cosa vuoi dire...” Il re
guarda il figlio e il polso coperto alternativamente, quel gesto è
quasi infallibile, ma suo figlio non ha quel destino, lo sanno tutti.
Allora perchè le Norne gli hanno dato un'anima gemella?
“Non è possibile, deve
essere un errore. Non l'ho guardato, non voglio sapere, devo andare
via, la cerimonia del mio giuramento la faremo in privato, solo con
il nostro popolo.” Layfey parla svelto, non vuole pensare
all'alternativa, il popolo è e deve essere il suo unico
pensiero.
“E' successo quando ho visto
arrivare quelli del nord, sarà qualcuno di loro, basta che non
mi faccia vedere da nessuno, mi chiuderò nelle mie stanze,
quando saranno via potrò uscire... io...” Alza lo
sguardo e perde la sua guerra personale contro le lacrime, che
decidono di scendere sulle sue guance senza permesso.
“Laufey, piccolo mio...” Il
re lo abbraccia, non ha idea di cosa può fare, mai è
successa una cosa simile, ma se è quello che vogliono le
Norne... Sospira a sentire il figlio singhiozzare contro alla sua
spalla. È poco più di un ragazzo, per tutta la vita gli
hanno insegnato quale sarebbe stato il suo destino, e ora tutto viene
ribaltato. Sentirlo piangere così disperatamente gli fa capire
quanto in realtà il figlio sognasse una vita con la sua anima
gemella, non possono semplicemente fingere che nulla stia succedendo.
“Cosa succede?” Grotan
entra nelle stanze del padre con un sorriso e si blocca.
“Laufey, stai bene?” Corre
subito dal fratellino, gli sembra sconvolto e ha il viso rigato dalle
lacrime.
“Perdonami...” Laufey
singhiozza stringendosi al maggiore.
“Cosa succede, padre?”
Grotan guarda il padre che sfoglia un vecchio libro con il sommo
sacerdote del tempio.
“Laufey ha un'anima gemella. Ha
il segno, anche se si rifiuta di farcelo vedere.” Il re
sospira, nessuno dei testi sacri riporta una alterazione simile. Il
primogenito diventa re, ha un'anima gemella e si sposa, il
secondogenito diventa suo consigliere supremo, prende i voti sposando
il popolo. Non è una legge, è un dato di fatto scritto
sul libro delle Norne, nessuna scelta, nessuna via d'uscita. Eppure è
lì davanti a lui. Laufey non sta scherzando, non è un
gioco, è vero.
“Dobbiamo posticipare. Il
matrimonio, le cerimonie, non possiamo rischiare...” Grotan
viene interrotto dal fratello, che scuote la testa.
“Non possiamo, devi sposarti, il
trono, i voti... Io...” Laufey non riesce a calmarsi, a
ritornare in se, i singhiozzi lo scuotono nel profondo. Vorrebbe
potersi strappare la pelle, cancellare quel nome, o almeno è
quello che dovrebbe volere davvero, ma sentirlo sul suo polso,
toccare il nome con le dita, vuole sapere chi è, vuole che
l'altro lo trovi e lo stringa con forza, vuole sentirsi dire che va
tutto bene e che tutto si sistemerà. Quello che è il
suo dovere sta cercando disperatamente di restare nella sua mente, ma
il suo cuore sta cercando di costringerlo a leggere quel nome per
intero. È lungo, e lui ha già decifrato la prima
sillaba FA, ma si è sempre fermato prima di continuare.
“Sire, che non sia mai successo
non vuol dire che se succeda sia sbagliato. Le Norne sanno e vedono
tutto. È scritto più volte che non si deve spezzare il
legame tra le anime gemelle. Mentre non è scritto da nessuna
parte che il principe cadetto debba essere il consigliere supremo.
Forse uno dei vostri cugini non avrà il marchio, magari invece
di essere un sacerdote il suo destino è quello di essere il
consigliere.” Il sommo sacerdote sfoglia le pagine, ma sa a
memoria il loro contenuto.
“Sono stato scelto dalle Norne
per essere sacerdote, lo sono stato da prima che voi nasceste ed ero
più vecchio di vostro padre. Nulla è stato fatto da
questa famiglia per offendere le Norne, nulla sarà fatto, se
posso darvi il mio consiglio. Il giovane principe ha la sua anima
gemella, nessuno deve ostacolare questa unione.” Quando finisce
di parlare tutti nella stanza tacciono.
Laufuey cammina senza meta per il
castello, è ormai notte inoltrata, ma non riesce a dormire e
stare nella sua stanza lo stava facendo impazzire. Si affaccia ad una
delle finestre, le tende della delegazione del re del nord sono
illuminate da piccole torce, si domanda se non sia pericoloso tenere
una fiamma così vicina alla stoffa. La sua anima gemella è
lì, tra quelle fragili tende che si muovono appena nella
brezza leggera. Guarda alcuni soldati che passano per l'accampamento,
li può sentire ridere nel silenzio della notte. Sembrano
spensierati, senza problemi. Vorrebbe poterlo essere anche lui,
invece ha sempre avuto un peso sulle spalle. Ha dovuto studiare per
essere all'altezza del suo compito, non ha mai avuto veramente degli
amici, era troppo impegnato. Ma non si lamenta, ha avuto tutto
l'amore della sua famiglia. I suoi padri hanno sempre dimostrato di
amarlo, e suo fratello maggiore ha cercato di viziarlo in tutti i
modi. Sospira, lui li ripaga tradendoli. Ritorna sui suoi passi,
deve cercare di dormire.
Laufey si sveglia di soprassalto, il
cuore che batte impazzito nel petto, era un sogno o è stato
svegliato da un botto? Si guarda attorno, dalla finestra entra un po'
di luce, ma è strana, sembra tremolante. Un altro botto lo fa
saltare via dal letto, la vestaglia che scivola insieme a lui, va
alla finestra e vede le fiamme. Fa alcuni passi indietro sconvolto,
il castello è in fiamme? Sa di averlo visto ma non vuole
crederci. Un altro botto, stavolta più vicino fa tremare il
pavimento sotto i suoi piedi nudi. Va alla porta, non dovrebbe, in
caso di attacco o incendio i reali devono rimanere nelle loro camere,
che sono ben sorvegliate, ma quando esce nessuna guardia è
visibile, nessun servo nei paraggi. Sa che sta succedendo qualcosa di
terribile, corre per le scale di servizio, meglio non passare in
bella vista, poi sale fino alle stanze di suo padre, si blocca, sono
sbarrate con una trave, i soldati morti nel corridoio. Usa una lancia
per liberare la porta, teme cosa troverà al suo interno, ma
deve vedere.
“Laufey!” Il padre lo
abbraccia subito, anche lui è solo in vestaglia, ma è
armato con la sua spada.
“Andiamo via.” Laufey è
sicuro che non devono stare lì, qualcuno voleva tenere il re
chiuso e quello è il motivo per correre.
Scendono al piano terra, un gruppo di
soldati gli va incontro, sono sopratutto gente del nord.
“Sire, venite, dobbiamo portarvi
in salvo.” Uno degli uomini parla sicuro.
“Mio figlio maggiore,
dobbiamo...” Il re si volta e smette di parlare, l'ala del
castello dove vive il figlio non c'è più. Un altro
boato fa tremare tutto.
“Dobbiamo andare via.”
Laufey stringe il braccio del padre.
“Sarà fuggito come noi,
siamo in pericolo qui.” Lo tira fuori dal castello, un altro
boato e sono le sue stanze a venire distrutte, può vedere il
buco nella facciata. Chi ha organizzato tutto quello? Si aggrappa al
padre all'esplosione di qualche minuto dopo, le stanze del re non
esistono più.
Laufey trema stretto al braccio del
padre, la vestaglia gli si appiccica al corpo, una pioggia scende
incessante, probabilmente opera dei sacerdoti che tentano di spegnere
l'incendio. Attorno a loro molte persone del castello, alcuni feriti,
quasi tutti in stato confusionale. Non vede suo fratello o il suo
compagno, nessuna delle sue guardie o dei suoi servitori. I sacerdoti
passano tra le persone, cercano di dare conforto, assistenza.
Il gran sacerdote si avvicina al re, e
Laufey si sposta, arriva tremando al limite della radura in cui si
sono rifugiati, il suo amato castello in fiamme, c'è ancora
gente che cerca di salvare chi è rimasto imprigionato, per
fortuna non ci sono state altre esplosioni. Le guardie del re del
nord aiutano chi trovano e cercano di spegnere l'incendio. Laufey
cerca disperatamente di non pensare al fatto che il fratello non è
lì con loro, che nessuna delle persone di quell'ala del
castello è tra di loro. Fa alcuni passi verso il castello,
vorrebbe sapere e non vorrebbe. Ma deve.
C'è una delle guardie del nord
sulla fontana al centro della piazza, urla istruzioni, efficiente,
sembra che tutti gli obbediscano. Si stringe le mani al petto, il suo
castello è distrutto, ma non è quello che lo preoccupa.
C'era gente in quelle stanze, servitori, guardie, quanti saranno
morti? Si guarda attorno e riconosce alcuni volti. Gli gira la testa,
è quasi arrivato alle porte del castello, barcolla, ora può
sentire i gemiti di chi è rimasto intrappolato e ferito. Le
lacrime gli rigano il volto, deve aiutare, ma come? Delle barelle gli
passano accanto, altri volti, altre persone che conosce.
“Fermo tu, non andare dentro, non
vestito così.” Qualcuno lo chiama, la guardia che dava
ordini, è la sua voce.
“Sei ferito, i tuoi piedi...”
Laufey viene preso per il braccio e
voltato, qualcosa fa bloccare il suo interlocutore, che sussulta.
Tutto sembra fermarsi, il mondo non esiste più, il tempo è
rallentato mentre lo sconosciuto alza la mano libera e si guarda il
polso.
“Laufey...”
Il suo nome sulle labbra dello
sconosciuto non può suonare così dolce, vero? Si
guardano negli occhi qualche secondo che sembra eterno, poi tutto
torna normale, il mondo riprende a girare. La guardia si toglie il
mantello e glielo mette, e lui si domanda cosa stia davvero
guardando, nessuna guardia del nord ha un'armatura simile. Ma tutto
sparisce quando viene sollevato da terra.
“Ti porto da un curatore, hai i
piedi feriti.”
La voce della sua anima gemella è
profonda e autoritaria, vorrebbe tanto potersi rilassare tra quelle
braccia.
“No, mio fratello, devo
trovarlo.” Si agita.
“Dov'era?”
“L'ala nord.”sussurra.
“Quella del principe Grotan? E'
stata la prima ala ad essere distrutta, nulla si è salvato per
tre camere a partire da quella del principe.”
“No...” Laufey si copre la
bocca con le mani, non può credere che il suo amato fratello
sia morto. Si stringe alla sua anima gemella e inizia a piangere.
“Farabuti, che succede?”
“Devo portarlo dai curatori,
aiuta tu, il fuoco è quasi del tutto spento, i sacerdoti
stanno facendo molto.”
Laufey sente a malapena lo scambio tra
i due, Farabuti, il nome al suo polso, lo sta portando via dal
castello.
Farabuti guarda il castello, ormai le
fiamme sono quasi spente, il fratello gli ha detto che il re si è
salvato, cerca di concentrarsi, di fare un piano. Tutto gli sembra
sbagliato. Quel giovane ragazzo, la sua anima gemella, Laufey... Si
volta per guardare un curatore che gli benda i piedi, gli sembra così
fragile in vestaglia da notte con il suo mantello sulle spalle.
“Fratello.” Margel gli si
avvicina, ha il volto pallido.
“Siamo arrivati alle stanze del
principe, le bombe sono state tutte posizionate all'esterno del muro,
per questo il palazzo sembra sventrato, ma i pavimenti hanno retto.
Le guardie sono state uccise prima, decapitate, come quelle che erano
davanti alle stanze del re. Il principe e il suo compagno... erano
nel letto, legati. Erano vivi quando il fuoco gli ha raggiunti.”
Fa un respiro profondo, non riuscirà a togliersi
quell'immagine dalla mente per molto, molto, tempo.
“Norne...” Farabuti lo
sussurra come una piccola preghiera.
“Non possiamo dirlo al re, li hai
visti ieri? Non è come il nostro.” Si stropiccia il viso
con le mani.
“Ho fatto in modo che nessuno del
sud li vedesse, solo alcuni dei nostri uomini sanno, e non diranno
nulla. Li abbiamo avvolti nei sudari, sono pronti per la sepoltura di
rito, ho ordinato che fossero composte così tutte le salme. Ho
fatto bene?”
“Benissimo, grazie.” Almeno
portano evitare di far sapere al re la terrbile fine del suo amato
figlio.
“L'ho trovato.” Non sa
nemmeno perchè lo sussurra.
“Questa notte?” Margel lo
guarda stranito.
“Il ragazzo che cercava di
entrare nel castello.” Farabuti si volta a guardarlo.
“Laufey, non so altro, suo
fratello era nell'ala nord. Sappiamo bene che nessuno è
sopravvissuto.”
“Ho trovato altro. Il suo segno.
Lei è stata qui.”
“Che sia dannata e maledetta
dalle Norne, ha ucciso i nostri fratelli e ora tutte queste persone.
Se solo i sacerdoti riuscissero a dirci chi si nasconde dietro a quel
simbolo...” Stringe i pugni, vorrebbe poterla avere tra le
mani. Guarda la sua anima gemella, che sembra in stato di shock.
“Il re sta venendo qui.”
Margel gli sfiora il braccio.
“Sire.” I due fratelli
salutano e si inchinano.
“Grazie per il vostro aiuto, in
molti non sarebbero sopravvissuti.” Il re sembra stanco,
sospira.
“So che siete entrati nel
castello... nelle stanze di mio figlio maggiore.”
“Sì, sire. Mi spiace
immensamente dovervi comunicare che vostro figlio e il suo compagno
sono periti nella prima esplosione.” Margel cerca di essere
breve, ma conciso, nessuno deve fare ulteriori domande.
“Lo immaginavo.” Il re
barcolla appena, uno dei suoi consiglieri lo sorregge per un braccio.
“Chi ha potuto fare una cosa
simile?” Si tappa la bocca con la mano, cercando di non
crollare davanti al suo popolo.
“Abbiamo trovato un simbolo. È
la stessa cosa che ha ucciso i nostri fratelli maggiori. Abbiamo
chiesto agli oracoli, ma sono solo riusciti a dirci che è una
lei e che è la morte.” Farabuti si accorge che Laufey si
è alzato e ora gli sta accanto.
“La pagherà.” Laufey
stringe i pugni.
“Ha ucciso mio fratello, i
servitori, le guardie, ha cercato di uccidere me e mio padre. Che le
norne la maledicano per l'eternità.” Parla con odio, non
può riportare in vita il fratello, né nessuno degli
jotun morti.
“So che la vendetta porta solo
alla distruzione, quindi non la cercherò. Dobbiamo
preoccuparci dei feriti, di ripristinare il castello, dobbiamo
dimostre a questo essere che siamo forti e non ci piegherà
mai. Mi aiuterai?” Laufey mostra il polso a Farabuti, che non
può fare a meno di sorridere.
“ Certamente. Mia giovane e fiera
metà di anima.”
“Voi due?” Il re li guarda
senza capire, i veggenti hanno sempre detto che il nord e il sud non
sarebbero mai stati uniti con contratti o guerre, ma forse
intendevano che sarebbero stati uniti da due anime gemelle?
“Sì padre.” Laufey
fa un cenno sicuro con la testa.
“Padre?” Farabuti guarda
tra i due e non sa se tutto quello sarà un bene o un male.
“Diventerai consorte del re del
sud.” Laufey chiarisce.
“E tu diventerai consorte del re
del nord.” Farabuti si dice che non dovrebbe venirgli da ridere
in un brutto momento come quello.
Ecco a voi una breve storia, non so se
ci sarà un seguito anche se ho qualche mezza idea in mente ^.^
Spero che questa cosina vi piaccia.
Veleno
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