Lunedì 10
luglio, ore 18:05
Non
appena il portellone del jet
privato si aprì, gli
occhiali firmati di Bart Simpson si appannarono per via
dell’umidità pesante
dell’isola di Guam. «Aloha!»
esclamò il ragazzino passando gli occhiali
all’uomo che lo accompagnava perché glieli
pulisse.
Ned
Flanders in realtà era
il segretario personale di suo
padre, il famosissimo attore di Hollywood Homer Simpson, ma da qualche
tempo
aveva ricevuto l’ingrato compito di fare da baby-sitter a
quel moccioso viziato
di Bart. «È alle isole Hawaii che si dice aloha,
qui non so come ci si saluta».
Gli suggerì Flanders. Bart fece spallucce «E
allora stupido Flanders? Chi se ne
importa!» disse saltando sulla pista di atterraggio.
«Dov’è il mio bagaglio?».
Flanders si lasciò sfuggire un sorrisetto compiaciuto mentre
gli tendeva una
sacca di tela. «Scherzi?» insistette Bart stupito
«C’è almeno una mezza dozzina
di valige nella carling
dell’aereo!». Flanders scosse il capo «Le
abbiamo scaricate tutte a Honolulu».
Bart incrociò le gracili braccia sul petto e disse risoluto
«io non ci vado!».
«Come vuoi, in ogni caso con me non torni. Passa pure il tuo
mese qui a Guam… a
proposito sappi che la tua carta Gold è stata
bloccata». «Ho ancora la Silver».
«Giusto, provvederò appena torno a Los
Angeles». Una smorfia di rabbia
impotente si dipinse sul volto del ragazzino. «E va bene,
chiamerò papà!». Tirò
fuori il cellulare, un blackberry di ultima generazione, e si mise a
digitare
il numero con rabbia. Rimase in ascolto qualche secondo per poi gettare
a terra
l’apparecchio con rabbia. «Cacchio, non ho
più credito». «Sei fortunato, a Los
Angeles è mezzanotte, e credo che tuo padre non sarebbe
stato entusiasta di
essere svegliato a quell’ora… in effetti, tuo
padre odia essere svegliato in
generale». Bart continuò a stringere i pugni e
Flanders assunse un tono dolce e
comprensivo. «Bart, ascoltami. Quando hai cercato di vendere
il video della
festa privata di tuo padre ho dovuto faticare parecchio
perché la cosa non
finisse sui giornali. Quando hai compiuto tutti quei furti nei negozi
del
centro di Los Angeles sono stato io a convincere tuo padre che in fondo
lo
facevi solo per attirare la sua attenzione. Ma quando hai preso la sua
moto e
ti sei messo a scorazzare a tutta velocità per il
quartiere… beh, allora
abbiamo deciso che ti serviva una bella lezione e che dovevi cambiare
aria».
«Si, va bene cambiare aria ma questo è
troppo» protestò il ragazzo arricciando
il naso. «Se ti può consolare io avevo pensato
alla chiesa» aggiunse Flanders.
Bart ignorò l’ultimo commento e disse
«Di la verità, sei contento di vedermi in
questa situazione vero?» Un largo sorriso illuminò
il volto di Flanders «Ci
puoi giurare ragazzo, ti servirà di lezione». Poi
il segretario notò un uomo
pallido e massiccio che camminava spedito verso di loro.
«Quello deve essere il
signor Darkos». Si voltò verso il marinaio con
aria cordiale «Sono Ned
Flanders, dell’ufficio di Homer Simpson». Darkos
gli passò accanto veloce e
afferrò la sacca di tela di Bart. «Perfetto!
Ragazzo, salpiamo tra un ora!».
«Stupido Flanders» mormorò Bart tra i
denti mentre Darkos lo portava via.
Completamente ignorato Flanders ritrasse la mano e guardò
Bart che si
allontanava. Per un istante si chiese se dovesse salvare Bart dal duro
destino
che lo aspettava. Ma poi gli ritornarono in mente tutti i disastri che
il
ragazzino aveva combinato. Allora si voltò,
risalì sul jet, e chiuse il
portellone.
Nota: Nihal è la
protagonista del libro “Le Cronache del
Mondo Emerso” di Licia Troisi
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