DON’T YOU REMEMBER THE MONSTERS?
Dexter è seduto sulla sedia mentre attende che Debra, dopo
aver subito l’operazione per estrarre la pallottola sparata
da Saxon, si risvegli. La ragazza, molto pallida, riapre gli occhi e
vede il viso del fratello.
«Che
cosa ci fai ancora qui?»
«Mi
ha chiamato Matthews».
«Avevo
detto di non avvisarti, di lasciarti partire senza
crearti problemi».
«Sei
mia sorella, non sei un problema e starò qui
fino a quando sarai guarita».
«Dex,
ci vorrà molto tempo prima che mi rimetto in
piedi, ma ti assicuro che se mi trascino verso il tuo culo, lo
prenderò a calci se non te ne vai!»
Dexter
sorride ma Debra comprende, avendo conosciuto il lato oscuro del
fratello, che lui è ancora a Miami anche perché
Saxon è ancora libero.
«Parti
Dexter, ci penserà Batista a trovarlo. Io
sto bene, vai da Harrison e trova un poco di pace insieme alla
biondina» dice Debra accennando un sorriso.
La
ragazza, provata dalla fatica di parlare, si addormenta, Dexter le
bacia la fronte e a bassa voce le dice: «Anch’io ti
amo».
L’uomo
esce dalla stanza ed è bloccato da Elway.
«Lo
so cosa state facendo e ti giuro che vi
fermerò a tutti i costi!»
Dexter
spinge l'investigatore privato contro un muro.
«Se
ti metti sulla mia strada, io ti giuro che
sarà molto peggio di quello che puoi immaginare».
Nel
frattempo Saxon ruba un’auto e raggiunge le vicinanze
dell’ospedale in cui è ricoverata Debra. Il sangue
gli scende ancora copioso dal braccio e guardandosi attorno individua
un negozio di dog-sitter, vi entra e con la minaccia della pistola
obbliga il guardiano a ricucirli la ferita.
Dexter
raggiunge la stanza di hotel in cui si sono nascosti Hannah e
Harrison. La donna illustra il nuovo piano d’azione per la
fuga da Miami.
«L’aeroporto
è stato chiuso per
l’intensificarsi dell’uragano quindi ho trovato su
internet un modo per superare il problema. Per l’evacuazione
della città hanno abilitato dei pullman speciali che,
insieme con quelli normali, lasceranno Miami attraversando una corsia
preferenziale. Guardando gli orari ho scoperto che uno dei pullman
raggiunge Daytona in tempo per la coincidenza con un altro che ci
porterà fino a Jacksonville e da lì prendere
l’aereo».
«Non
posso partire Hannah, devo chiudere i conti con Saxon
per mia sorella e anche per me».
«Lo
avevo immaginato e non ho problemi a restare qui fino
alla fine».
«No,
tu e Harrison seguite il piano che hai preparato e
salite sull’aereo per il sud America. Io vi
raggiungerò quando tutto sarà finito. Hannah, mi
fido solo di te e sono sicuro che Harrison è in buone
mani».
Hannah
e Harrison prendono il pullman, Dexter torna
all’ospedale conscio che Saxon cercherà di fargli
del male eliminando Debra. Saxon, infatti, colpisce alla gola il
guardiano del dog-sitter e lo fa entrare sanguinante nel pronto
soccorso così che la distrazione di un uomo ferito gli
permetta di raggiungere la camera di Debra, ma anche Dexter sfrutta
questa situazione caotica. I due uomini si trovano vicinissimi alla
camera della ragazza, si guardano in faccia e la loro
aggressività promette uno scontro ma
all’improvviso appare Batista. Il tenente punta la pistola
alla tempia di Saxon e lo costringe a inginocchiarsi in modo da
potergli mettere le manette senza difficoltà.
Dexter,
per non essere riuscito a sfogare la rabbia, sospira mentre
apre la porta della stanza, ma poi cerca di capire per quale motivo non
ci sia più il letto della sorella; corre verso
l’accettazione incontrando Quinn e la dottoressa che ha in
cura la ragazza.
«Dov’è
Debra?»
Quinn
è in lacrime. «Stava bene ma
all’improvviso ha avuto una crisi ed è in terapia
intensiva».
«Come
è possibile dottoressa? Aveva detto che
stava andando tutto bene» chiede Dexter quasi furiosamente.
«Purtroppo
la situazione si è aggravata
all’improvviso, si è formato un grosso coagulo di
sangue che, arrivato al cervello, ha causato un ictus improvviso. Non
voglio mentirle. La vita di sua sorella è appesa a un filo
sottile e, anche se il coagulo si assorbisse, temo che i danni
cerebrali sia irreversibili. Debra potrebbe vivere in uno stato
vegetativo nel quale non capirà neppure che siete presenti e
per mangiare dovrà essere aiutata da una sonda gastrica.
Dobbiamo soltanto sperare in un miracolo».
«Lei
non la conosce, Debra è una donna forte, si
salverà e non le succederà niente di tutto quello
che sta prospettando perché i miracoli avvengono»
dice Quinn asciugando le lacrime.
«Io
non ne ho mai visti» replica Dexter.
Qualche
ora più tardi Batista e Quinn interrogano Saxon
mentre Dexter osserva la situazione restando all’esterno
della stanza davanti alla vetrata oscurata. Quinn, il più
coinvolto, si scaglia contro Saxon cercando di colpire l’uomo
che ha ferito la sua amata ma Batista riesce a fermarlo e ad
allontanarlo. Saxon ride ma anche il tenente non è tenero
con lui e gli fa intendere subito che prima di andare sulla sedia
elettrica, per colpa degli atti criminosi di cui si è
macchiato, non passerà tranquillo gli ultimi giorni di vita.
Nel
frattempo Hannah e Harrison erano saliti sul pullman che li avrebbe
portati a Daytona Beach ma sul quale c’era anche Elway. La
donna è quasi immobilizzata dall’investigatore
privato mentre Harrison dorme. L’autista annuncia
all’interfono che sono quasi giunti a destinazione ricordando
le coincidenze con altri pullman.
«Siamo
quasi arrivati, adesso farai la brava, io ti
porterò dai poliziotti e poi
m’intascherò i soldi della tua taglia mentre il
piccolo andrà dritto ai servizi sociali».
Hannah
allunga un braccio per prendere il thermos ma Elway le blocca
nuovamente il braccio facendo forza.
«Voglio
solo bere del the» dice la donna sorridendo.
Elway
la lascia fare, lei versa del the in un bicchiere e, sorridendo,
dice: «Posso offritene una tazza?»
«Credi
davvero che sia così stupido?»
dice sarcasticamente l’investigatore.
Hannah
lancia in aria il bicchiere in modo che Elway si distragga e,
velocemente, infilza la mano dell’investigatore con una
siringa. Il liquido ha un effetto immediato così Elway
rimane quasi paralizzato sul proprio sedile.
«Ascoltami
bene Elway; quello che ti ho iniettato
è un sedativo per animali e quindi dovresti essermi grato
per averti lasciato in vita. Fra otto secondi ti addormenterai, e
quando aprirai gli occhi potrai dirtelo da solo quanto tu sia
stupido».
Il
pullman si ferma, Hannah sveglia Harrison e con il bambino scende
per prendere la coincidenza con il mezzo che li porterà a
Jacksonville.
Dexter,
dopo aver visto l’interrogatorio, sente dentro di
sé la smania di eliminare Saxon così, dopo
essersi fatto consegnare il kit per rilevare le tracce di polvere da
sparo, entra nella stanza in cui è in custodia
l’uomo che ha sparato a Debra.
Saxon
sorride. «Come mai mi stai facendo questa visita
inaspettata?»
«Prendo
solo le impronte di paraffina e poi ti
ucciderò con questa penna a sfera» risponde Dexter
guardando la penna a sfera appoggiata sul tavolino.
Saxon
smette di ridere perché gli occhi di Dexter mostrano
un animale implacabile e pronto a colpire quindi decide di fare la
prima mossa senza comprendere che Dexter l’ha provocato
proprio per avere questa reazione. Saxon prende la penna e colpisce il
primo punto del corpo disponibile dell’avversario ma Dexter
si è già posizionato per lasciargli libera
soltanto una spalla. Saxon capisce di essere caduto nel tranello ma non
può reagire perché Dexter estrae la penna dal suo
corpo e con un gesto veloce, quanto preciso, la conficca nella
giugulare dell’avversario. Il sangue esce velocemente dal
corpo di Saxon mentre Dexter, attendendo l’ultimo alito di
vita dell’uomo, gli sorregge la testa in modo che non esista
scampo. Dexter, a questo punto, suona l’allarme per
sopraggiungere i soccorsi, e si appoggia a un muro simulando un dolore
lancinante alla spalla ferita.
L’intera
scena era stata ripresa dalle telecamere di
sicurezza e Dexter, che aveva spinto Saxon ad aggredirlo, entra in una
stanza insieme a Batista e Quinn. I tre rivedono cosa sia successo.
«Perché
sei andato da lui Dexter? Eri troppo
coinvolto!» chiede Batista.
«Proprio
perché sono coinvolto che ho voluto fare
io il test della paraffina in modo che non ci fossero errori nella
procedura».
«Tu
non sei più parte della squadra
omicidi».
«In
realtà lo sono ancora fino a
mezzanotte».
«Si
vede chiaramente che è stato Saxon ad
aggredire Dexter» esclama Quinn.
Batista
osserva nuovamente le immagini e capisce che la freddezza con
cui Dexter ha colpito Saxon e poi atteso qualche istante prima di
suonare l’allarme non è spiegabile in poche parole
così esclama: «Puoi andare da Debra, qui
è tutto in ordine; ti sei difeso e questo è
quanto raccontano le immagini».
Dexter,
lasciato libero da Batista, corre in ospedale e appena entrato
incrocia la dottoressa che sta curando Debra. Lei sorride.
«Che
cosa è successo?»
«Signor
Morgan, sua sorella è fuori pericolo ed
è un vero miracolo che le conseguenze dell’ictus
siano poche considerate le previsioni. Debra è sveglia ma ha
perso buona parte della memoria e pensiamo che difficilmente
potrà ritornarle. La prego di entrare. Parlando con Debra
scoprirà quale sia l’ultimo ricordo di sua sorella
in modo che avremo un quadro temporale sulla menomazione della
memoria».
Dexter
entra e Debra lo guarda sorridendo. «Fratellone, non
mi dicono perché sono qui, e chi cazzo mi ha
ferita».
«Deb,
cosa è l’ultima cosa che
ricordi?»
La
ragazza chiude gli occhi per un istante. «Porca
puttana!»
«Dimmi
Debra» chiede Dexter preoccupato.
«Che
cazzo! La Guerta promossa capitano della squadra
omicidi! Dimmi che è solo un incubo!»
«Non
è un incubo, è proprio la
verità».
«Ho
già detto “che cazzo”
vero?»
Dexter
sorride perché la sorella è viva ma anche
perché ha dimenticato tutto quello che gli ha visto fare
quando, nella chiesa, ha ucciso Travis Marshall, il killer
dell’Apocalisse, ma soprattutto ha dimenticato che
è stata proprio lei, per difenderlo, a uccidere Maria La
Guerta, il loro capitano.
«Ora
ti lascio risposare Debra, devo fare alcune cose
personali».
«Sono
fin stufa di sentirti dire che hai alcune cose
personali da fare! Ah, e Quinn?»
«Starà
venendo qua il tuo fidanzatino»
dice Dexter testando nuovamente i ricordi della sorella.
«Già,
fidanzato. Quasi non ci credo che stia
insieme con lui. Forza, vattene, non voglio che tu veda mentre mi
sbaciucchia e, quando torni, cerca di portarmi qualche pancake dei tuoi
perché dubito che mi faranno mangiare qualche
bistecca».
Dexter
bacia la fronte della sorella ed esce dalla stanza mentre arriva
Quinn.
«Joey,
mia sorella si riprenderà, però
non ricorda più niente del recente passato, però
ricorda che stava insieme con te prima che tu le chiedessi di
sposarla» dice Dexter celando ogni sentimento che prova in
quel momento.
«Quindi
non sa che stai partendo con tuo figlio?»
«No
e non dirle niente, ora non ha bisogno di preoccuparsi
per me. Rendila felice».
«Puoi
scommetterci Dexter e buona fortuna anche a
te».
I
due uomini, che si erano sopportati a mala pena fino a quel giorno,
si stringono la mano.
Dexter
sale sulla sua barca, guarda l’uragano che si sta
avvicinando alle coste della Florida e accende il cellulare.
«Ciao
Hannah, come sta andando?»
«Dexter!
Temevo di non sentirti più. Noi abbiamo
superato il problema Elway e stiamo per salire sull’aereo.
Quando ci raggiungerai?»
«Devo
finire alcune cose ma Debra è viva e Saxon
no».
«Aspetta,
Harrison vuole parlare con te».
«Ciao
papà, dove sei?»
«Ciao
piccolo, sono ancora a casa perché la zia
Deb non è stata bene ma quando guarirà vi
raggiungerò. Ricorda tesoro, anche se sono lontano, ti
voglio un mondo di bene, ricorda sempre le mie parole».
«Anch’io
ti voglio bene».
Il
bambino riconsegna il cellulare a Hannah che saluta. «Ci
vediamo laggiù».
«Ciao
Hannah».
Dexter
spegne il cellulare e accende il motore della sua imbarcazione
mentre il suo cervello crea nuovamente l’immagine di Harry
con cui parla ad alta voce.
«Debra
è salva da tutto, anche dai ricordi
terribili che l’hanno portata quasi ad autodistruggersi e ora
potrà davvero pensare soltanto alla propria vita».
«Non
pensavo che saresti riuscito a provare questi sentimenti
d’amore nonostante tutto quello che hai fatto fino a oggi.
Sono fiero di te ma ora cosa farai?»
«Addio
Harry».
L’immagine
di Harry svanisce mentre Dexter accelera il motore
della barca buttandosi dritto nel centro dell’uragano.
Il
giorno seguente Hannah e Harrison sono seduti ad un bar in Argentina
e la donna legge le notizie su internet scoprendo che sono stati
ritrovati i rottami della barca “Slice of Life”
nell’oceano e i soccorritori presumono, non avendo trovato il
corpo che l’entomologo della squadra omicidi di Miami sia
scomparso nell’oceano travolto dalla forza
dell’uragano che ha colpito Miami.
Hannah,
nasconde il dolore della perdita al piccolo Harrison, si
asciuga le poche lacrime che non è riuscita a trattenere e,
con gli occhi rossi, chiede al piccolo: «Che dici; ti va di
prendere un bel gelato?»
«Sì,
andiamo».
I
due si alzano in piedi quando il cellulare della donna suona.
Qualche
mese più tardi…
Un
uomo molto anziano è sdraiato su un tavolo ed
è bloccato dal cellophan che lo tiene inchiodato sul mobile.
Si agita e pronuncia delle parole in tedesco mentre una donna si
avvicina. Lei è bionda e l’anziano la scambia per
una tedesca, chiede aiuto ma Hannah lo osserva in silenzio. Il vecchio
osserva le foto sistemate in bella vista e capisce di trovarsi in
pericolo ma conta di salvarsi senza considerare l’uomo che
gli si è appena avvicinato.
«Liberatemi
e vi darò tutti i soldi che
vorrete!» esclama il vecchio.
«Anche
le tue vittime promettevano denaro in cambio della
vita? Oh no, è vero, a quelle persone avete rubato tutto
prima di togliere loro la vita» dice Dexter girando intorno
al tavolo. «Chi si è salvato ricorda i mostri
mentre tu li dimentichi perché eri uno di loro. Ti sei
macchiato di gravi atrocità e hai vissuto, anche troppo,
nell’oro macchiato del sangue di queste persone».
Dexter
appoggia il coltello sul cuore dell’uomo, Hannah mette
le mani su quelle di Dexter e insieme spingono il coltello fino in
fondo per poi osservare il sangue che scorre sotto il cellophan.
N.d.A.
Naturalmente ciò che avete letto non è il vero
finale del telefilm Dexter, nonostante molte parti siano fedeli alle
originali scelte degli sceneggiatori, così
com’è chiaro che ho riscritto le parti finali non
avendo gradito la conclusione della serie.
Dexter Morgan, un serial killer psicopatico, è un elemento
scomodo al quale però devi dare un finale che abbia un senso
più profondo e non puoi giustificare la sua fuga dicendo che
si rende conto di essere un male per tutti quelli che gli sono stati
vicini. Nell’arco dell’intera serie lui ne
è già consapevole eppure continua sulla sua
strada con “l’oscuro passeggero”
nonostante la morte della moglie Rita e l’aver scoperto che
il padre adottivo si è suicidato per non essere
più riuscito a sopportare le azioni del figlio. Proprio nel
momento in cui Dexter prova l’amore (anche se a modo suo)
diventa impossibile che scelga di allontanarsi dalle uniche tre persone
cui vuole bene. Certo, la morte di Debra gli
“scombina” ulteriormente la sua mente allucinata ma
per quale motivo togliere di mezzo la sorella? Ammetto che il
personaggio di Debra, soprattutto nelle ultime stagioni, mi aveva
conquistato e forse è questo ciò che non ho
veramente digerito; togliere di mezzo Debra per dare un significato
alla scomparsa di Dexter. Rivedendo tutte le ultime puntate ho avuto
l’impressione che nessuno dei produttori della serie fossero
consapevoli che l’ottava stagione sarebbe stata
l’ultima perché anche la sottotrama di Masuka e la
figlia (che io ho pure tralasciato) stava andando verso una
direzione che si è disintegrata come se non ci fosse mai
stato un suo finale.
Ovviamente è una mia opinione personalissima ma avrei
preferito, così come ho scritto, una Debra debilitata ma
viva e un Dexter lontano ma attivo, oppure, la fine definitiva del
macellaio di Bay Harbor come gesto onorevole sia alla memoria dei
propri cari deceduti sia per le persone ancora in vita.
Il finale della mia storia è uno spunto preso proprio dal
luogo in cui si sono ritirati Dexter e Hannah;
quell’Argentina che ha protetto per molti anni i criminali
nazisti sfuggiti al processo di Norimberga e non giustifico
l’atto criminoso di togliere una vita per saldare il conto di
azioni criminali come quelle avvenute nella seconda guerra mondiale.
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