Li odio. Odio la loro fissazione per la carne. Odio il loro urlarsi banalità a mezzo metro di distanza. Odio il vociare viziato dei loro stupidi pargoli, che si insultano a vicenda e si sbavano addosso. Odio il loro controllare il tuo cazzo di piatto e dirti quanto e cosa mangiare. Odio il modo in cui non sanno di essere incoerenti e bigotti. Li odio, con la loro presunzione con cui sentenziano su cose di cui non sanno niente.
E mi odio. Mi odio, con tutta l'ipocrisia con cui sorrido loro. Mi odio, con il mio maleducato alienarmi al cellulare sperando di diventare invisibile o di trovarmi altrove.
Io non sono così. Io sono una persona dolce. Sono simpatica, e affabile. L'anima della festa. Di solito.
O almeno, lo ero. La mia me più giovane lo era. Quella senza preoccupazioni e responsabilità sulle spalle. Ma più passa il tempo, più mi rendo conto che crescere significa abbassare la testa di fronte alle piccole ipocrisie di tutti i giorni, mentre ti succhiano l'anima via dagli occhi.
Non sono sicura che mi piaccia. Non sono sicura di poterci fare qualcosa.
E mentre fisso lo schermo nero, fingendo di fare qualcosa di importante, mi illudo che le cose cambieranno, che l'anno prossimo non sarà così. E non lo sarà. Sarà peggio. È sempre peggio.
Buon Natale, fottuta famiglia finta. |