UN
DOLCE NATALE
“Una
torta?” domandò il giovane dai capelli a palma e
l'enorme cappotto
blu al giovane che gli stava camminando di fianco, in quel freddo
mattino di Dicembre, con tanto di neve per terra e qualche fiocco che
cadeva dal cielo nuvoloso, leggermente più alto di lui,
dalla pelle
abbronzata, dai capelli neri lunghi fino alle spalle spettinati e una
cicatrice sulla guancia, il quale annuì:
“Già. Vegeta ha deciso
di prepararne una per i suoi genitori che verranno a trovarlo per
Natale.”
I
due si fermarono davanti al citofono della piccola villa e, mentre
schiacciava il citofono, quello più alto aggiunse:
“Sai, sono
sempre via per lavoro, per questo lui e suo fratello li vedono
poco...” “Sono certo che apprezzeranno molto il
pensiero... non
vedo l'ora di vedere la torta che ha fatto... scommetto che
sarà
buonissima.”
Proprio
in quel momento, la porta si aprì e comparve un giovane
più basso
degli altri e coi capelli a fiamma.
Il
ragazzo, senza mezzi termini, indicò il giovane con la
cicatrice e
disse: “Entra pure, Broly. Kakaroth, invece,
resterà fuori.”
“Eh?! E perché, Vegeta?!”
protestò il giovane dai capelli a
palma mentre Broly entrava in casa, e Vegeta rispose: “Vorrei
evitare danni al mio capolavoro e, con la tua propensione a combinare
disastri, me la distruggeresti in un secondo. Guarda che non ho
dimenticato quello che mi hai combinato l'anno scorso.”
“Non ho
mica fatto apposta a incendiarti il tuo albero di Natale...
però è
anche colpa tua. Non mi avevi detto che il tuo albero era
vero...”
“Questo perché non credevo che fossi
così stupido da mettere
delle candele accese sull'albero! Anche un bambino avrebbe messo
delle lampadine, come qualunque persona con un pizzico di
cervello!!!” “Beh, alla fine non è che
è successo qualcosa di
così drammatico...” “A parte l'arrivo
dei vigili del fuoco, dei
curiosi che pensavano che il proprietario fosse un perfetto idiota
dato che aveva lasciato una candela accesa, della distruzione del mio
salotto e del regalo che avevo comprato per i miei?! Abbiamo dovuto
fare la festa di Natale a casa tua, che non ci sta nemmeno uno
spillo! Inoltre, ho dovuto regalare a mia madre una saponetta di
Bulma e a mio padre la mia cravatta più bella, visto che i
negozi
erano chiusi!!! Ma quest'anno non ci casco!!! Tu stai fuori da casa
mia!!! Vedrai la torta solo il giorno di Natale!!!”
Dopo
aver detto quelle parole, il ragazzo chiuse la porta, sbattendola
violentemente.
Goku
si voltò e mugugnò, offeso: “Io non
combino danni... o almeno non
troppi...”
Stava
per andarsene, quando gli arrivò una pallonata in faccia.
Guardando
di fianco a sé, vide due ragazzi dall'altra parte della
siepe del
giardino di Vegeta che si scusarono: “Scusaci, ci
è sfuggita...”
“Nessun problema, ragazzi.” “Ce la
potresti passare?” “Nessun
problema, preparatevi a ricevere un bel missile terra – aria,
la
mia specialità calcistica...” dichiarò
Goku, preparandosi a
tirare un bel calcio alla palla ma si fermò subito.
Poteva
combinare un danno e la prima cosa che avrebbe fatto Vegeta sarebbe
stato quello di fargli la ramanzina.
Gli
avrebbe dimostrato che sapeva non combinare danni!
Così,
prendendo in mano la palla, disse ai due: “Ripensandoci, oggi
non
mi sento in forma... sarà per un'altra volta. In ogni caso,
eccovi
la palla.”
Goku
lanciò la palla ai due ragazzi ma i due la mancarono e
questa sbatté
contro un furgone che passava lì vicino, tornando e finendo,
prima
che il ragazzo potesse fermarla, nella casa di Vegeta, sfondando una
finestra.
Un
minuto dopo, si sentì un forte e adirato urlo maschile che
fece
trasalire tutti, soprattutto Goku:
“KAKAROTH!!!!!!!!!!!!”
“Non
ci posso credere!!!! Ti sbatto fuori da casa mia e tu riesci lo
stesso a distruggermi tutto!!!! Tu attiri davvero ogni
disgrazia!!!!”
Mentre
Vegeta era impegnato a dire di tutto e di più a Kakaroth,
Broly
diede un'occhiata alla torta con in mezzo un pallone da calcio.
Era
stata indimenticabile quella scena: Vegeta aveva preso la sua
stupenda torta dal frigorifero e, un secondo dopo che l'aveva messa
sul tavolo, un pallone aveva distrutto la finestra, centrando in
pieno la torta di Vegeta e sporcando le pareti, il pavimento e il
tavolo della cucina di glassa.
Dopo
che Vegeta ebbe finito la ramanzina, Goku dichiarò, in tono
solenne:
“Perdonami, Vegeta... ma ora basta piangere sul dolce
versato.
Rimbocchiamoci le maniche tutti e tre e prepariamone un altro.
Vedrai, riusciremo a fare tutto prima della festa di domani,
così
farai un figurone con i tuoi genitori!”
Perché ho la sensazione che combinerà un altro
guaio? Fu il
pensiero, sconsolato, di Vegeta.
“Adesso
dobbiamo infornare il tutto per trenta minuti a 180 gradi.”
disse
Vegeta, leggendo le istruzioni sul libro di cucina che aveva in mano
e Goku mise all'interno del forno l'impasto che avevano preparato
tutti e tre insieme, dicendo, tutto contento:
“Fatto.”
Una
volta che l'impasto fu dentro, Broly diede un'occhiata alla cucina e
domandò: “Che ne dite se, nell'attesa che la torta
sia pronta,
puliamo un po' la cucina?” “Ottima idea.
Bisognerà sistemare
questo posto prima che Tarble torni dal suo amico... ti accompagno a
prendere i detersivi... mi raccomando, Kakaroth, non aprire il
forno!” “Va bene.”
Vegeta
e Broly uscirono dalla stanza, lasciando il giovane dai capelli a
palma seduto davanti al forno.
Goku
rimase immobile a fissare la torta gonfiarsi sempre di più.
Caspita...
guarda come si gonfia...
pensò
il giovane e, prima di aprire il forno pensò: Voglio
vederla
meglio... in fondo, cosa vuoi che succeda?
Sfortunatamente,
appena aprì il forno, la torta si sgonfiò
immediatamente.
Goku
richiuse immediatamente il forno ma il dolce rimase sempre sgonfio.
“Oh
no... andiamo, rigonfiati... sennò Vegeta mi
uccide...” la pregò
sottovoce Goku e, proprio in quel momento, la porta si aprì
e
ricomparvero Vegeta e Broly, coi detersivi e gli strofinacci.
Vedendo
la disperazione del compagno, Vegeta domandò, sospettoso:
“Che è
successo?” “Beh...” “Non dirmi
che sei stato così stupido da
aprire il forno.” “Non dico niente.”
Sentendo
quella risposta, Vegeta mise una mano sulla fronte e fece un ringhio
soffocato.
“Mentre
noi due andiamo a comprare gli addobbi natalizi, tu occupati
dell'impasto.” si raccomandò Vegeta, fuori dalla
porta con Broly,
con indosso un un grosso cappotto verde, a Kakaroth, il quale, con un
sorriso sul volto, dichiarò:
“Sissignore.” “Non fare altre
sciocchezze mentre siamo via.” “Fidati di me,
Vegeta. Ci vediamo
dopo.”
Mentre
Vegeta e Broly si allontanavano, il primo pensò: Ho
di nuovo
quella sensazione...
Una
volta che ebbe chiuso la porta, Goku tornò in cucina e, dopo
aver
posizionato il libro davanti a sé e preso gli ingredienti,
cominciò
a leggere, mettendo all'interno di un contenitore la farina:
“Zucchero, farina e...”
Sfortunatamente,
la polvere della farina gli arrivò al naso, facendoglielo
prudere.
Il
giovane tentò di resistere al prurito ma fu tutto inutile e,
alla
fine, starnutì davanti al libro, voltando delle pagine.
Mentre
si grattava il naso, Goku tornò a guardare il libro e, non
accorgendosi che le pagine erano cambiate, lesse: “Dov'ero
rimasto?... Ah già. Peperoni, acciughe, tonno...”
“...Salsa
piccante e capperi?! Kakaroth, hai cucinato uno sformato di
peperoni!” disse Vegeta guardando, disgustato, la schifezza
che
l'amico aveva cucinato.
Piuttosto
che far mangiare ai suoi genitori una roba del genere, li avrebbe
regalato di nuovo la saponetta e la cravatta!
Goku
fece una faccia imbarazzata e poi disse: “Mi sembrava che ci
fosse
qualcosa di strano. Lo zucchero, per esempio. Lì mi sono
insospettito.”
Per
tutta risposta, Broly guardò il compagno con uno sguardo
divertito
mentre Vegeta commentava, esasperato: “Ci
rinuncio...”
“Wow,
che meraviglia!” fu l'esclamazione che Broly non
riuscì a
trattenere, osservando la grande e stupenda torta di panna e fragola.
Era
addirittura più bella di quella che Vegeta li aveva fatto
vedere un
secondo prima che venisse distrutta da una palla da calcio.
Sembrava
proprio appetitosa... non vedeva l'ora di mangiarla...
“Sbaglio
o qualcuno era scettico?” ricordò, con un un
sorriso di vittoria,
Goku e Vegeta si limitò a sbuffare.
Dopo
cinque ore di cucina interrotta, erano finalmente riusciti a cucinare
una torta decente... questo perché lui e Broly avevano
cucinato,
senza perdere di vista quel pasticcione, mentre Kakaroth si era
limitato a mettere la panna e le fragole.
In
ogni caso, la torta era venuta bene... almeno una volta quel cretino
l'aveva combinata giusta...
DRIIIINNNN
Proprio
in quel momento, si sentì il telefono e Vegeta prese la
cornetta e
disse: “Pronto? Ah, ciao mamma, sei tu... come stai? E
papà?”
Goku
e Broly, capendo che Vegeta stava parlando con i suoi genitori,
rimasero in silenzio, entrambi sorridenti.
“Cosa?!
Un impegno improvviso?!”
Anche
se gli dava le spalle, i due giovani capirono dalla voce che l'amico
era sconvolto.
“Ma
avevate promesso a me e a Tarble... so bene che non dipende da
voi...” farfugliò il giovane alla cornetta poi,
dopo qualche
secondo, domandò: “Quindi... non verrete?
Capisco... non
preoccupatevi... ci sentiamo...” CLICK
Vegeta
mise giù la cornetta come un automa e, dopo essere rimasto
immobile
per qualche secondo, corse, scuro in volto, fuori dalla cucina.
“Vegeta...”
lo chiamò Goku ma Broly lo bloccò:
“Credo che abbia bisogno di
stare un po' da solo...”
Il
ragazzo si fiondò in camera sua e si buttò sul
letto, mentre grosse
lacrime gli uscivano dagli occhi.
“Questa
festa è davvero molto bella, si vede proprio che vi siete
impegnati
tanto...” “Grazie, mamma.” “Mi
dispiace un po' per quella
finestra su cui avete messo quel telo di plastica... ma
cos'è
successo?” “Beh, sai... un pallone da calcio
impazzito l'ha
distrutta... comunque, Vegeta ha chiamato degli operai che
gliela metteranno a posto il 27.” “Speriamo che non
succeda
niente...” “Sta tranquilla, mamma.”
Goku
sorrise a sua madre e poi finì di apparecchiare.
Oltre
a lui, a Vegeta e a Broly, c'erano i suoi genitori, Bardack e Gine,
suo fratello maggiore Radish, il quale, come al solito, aveva gli
auricolari nelle orecchie, e la sua fidanzata Chichi, il suo
insegnante di karate Muten, un vecchio amico di suo nonno, e tutti i
suoi amici.
Gli
invitati di Broly erano un po' meno numerosi, in quanto aveva
invitato solo la sua ragazza Cheelai e suo padre Lemo, da lui
considerati la sua vera famiglia.
Da
parte di Vegeta c'erano suo fratello minore Tarble, la sua ragazza
Bulma, dai genitori di lei e da sua sorella maggiore Tights.
Quand'ebbe
finito, tutti si sedettero a tavola e Goku e Broly andarono a
prendere l'enorme torta che avevano preparato per l'occasione.
Tutti
ne furono subito entusiasti.
“E'
davvero un capolavoro, fratellone...” disse Tarble a Vegeta e
l'altro, con un sorriso, annuì: “Grazie,
Tarble.”
Tuttavia,
non appena spostò lo sguardo, Goku notò un velo
di tristezza negli
occhi dell'amico.
Evidentemente,
l'assenza dei genitori alla festa di Natale gli pesava... ma non
l'avrebbe mai ammesso per orgoglio.
DLIN
DLON
“Ma
chi è, fratellone?” domandò Tarble e
Vegeta, alzandosi in piedi,
disse: “Non ne ho idea, Tarble... sarà il solito
vecchietto che
bussa alla porta per chiedere beneficenza.”
I
due fratelli si diressero verso la porta e quando l'aprirono fecero
una faccia incredula.
“SORPRESA!!!”
gridò una giovane donna accompagnata da un uomo alto, con la
barba e
i capelli a fiamma.
Vegeta,
ancora senza parole, balbettò: “Mamma...
papà...” mentre
Tarble, al settimo cielo, corse ad abbracciare i genitori, dicendo:
“Siete venuti!!!” “Certo, come potevamo
mancare alla festa di
Natale?” disse la donna mentre l'uomo aggiunse, mentre
metteva
sull'attaccapanni il suo cappotto: “Più che altro
è stata vostra
madre a convincermi ad annullare tutti i nostri impegni e a farmi
venire qui.”
Tuttavia,
dal tono della voce, Vegeta e Tarble intuirono che il padre, in fondo
in fondo, era stato felice di annullarli per raggiungere i suoi
figli.
“Beh,
adesso siete qui.” disse Vegeta “Che ne dite di
andare in sala da
pranzo? C'è una sorpresa per voi.” “Va
bene, ma... cos'è
successo a quella finestra? Sbaglio o c'è un telo di
plastica?”
domandò il padre di Vegeta e il ragazzo, imbarazzato, disse:
“E'
una lunga storia... ve la racconterò dopo la
sorpresa...”
I
due coniugi raggiunsero la stanza e rimasero senza parole non appena
videro la torta.
“Buon
Natale.” disse Vegeta “Questa torta l'ho fatta io,
aiutato un po'
da Broly e ancora meno da Kakaroth, per voi.”
“Vegeta... sono
senza parole.” disse la madre del ragazzo e il figlio
più grande,
tagliando un pezzo di torta che mise in un piattino di plastica,
disse: “Non dire niente, mamma. Mi basta che tu la
mangi.”
Immediatamente,
tutti tagliarono una fetta di torta e se la mangiarono.
Tuttavia,
appena la misero in bocca, tutti fecero una faccia disgustata.
“Bleah!
Splut! Cough! Cough!” fece Vegeta “Questa torta
è
immangiabile!!!” “A me non sembra tanto
male...” commentò
Broly, divorando il pezzo nel suo piatto “Anzi, è
buonissima. Non
è che si potrebbe fare il bis?”
Aveva
appena finito di dire quelle parole che tutti i presenti gli
avvicinarono i loro piatti.
Vegeta
guardò con sospetto la torta.
C'era
qualcosa che non quadrava... lui e Broly avevano seguito con profonda
attenzione le istruzioni sul libro di cucina mentre quell'idiota di
Kakaroth si era solo occupato delle fragole e della...
Ad
un tratto, lo sguardo di Vegeta s'indurì... aveva un
tremendo
sospetto...
“Fammi
vedere la bomboletta con cui hai messo la panna.”
sibilò a Goku e
il giovane gliela porse.
Non
appena lesse la scritta sull'etichetta, Vegeta trovò la
conferma dei
suoi sospetti.
“Ma
questa non è panna. Questa qui è neve
artificiale!!!!” urlò il
giovane, adirato nero “Possibile che tu sia così
stupido da non
riuscire a mettere della stupida panna?!?!”
“Scusami, Vegeta. Le
tue bombolette mi sembrano tutte uguali.” si difese Goku,
imbarazzato.
Dopo
una risata di gruppo, il padre di Goku domandò:
“Ordiniamo delle
pizze?” “Ottima idea. Telefono a Whis. Gestisce una
pizzeria che
è sempre aperta e se si unisce a noi ce le
porterà senz'altro.”
dichiarò Bulma, prendendo il cellulare.
Vegeta
rimase in silenzio e, dopo essersi voltato, sorrise.
Tecnicamente
Natale non si festeggiava con le pizze... ma, in fondo, non era
importante.
Dopotutto,
la cosa veramente importante del Natale era festeggiarlo tutti
insieme, con gli amici e la famiglia... come, dove e in quale maniera
si festeggiava non aveva la minima importanza. |