NdA: La seguente fanfiction
è stata classificata 2° posto nel contest di
www.strifeheart.forumcommunity.net
Non avevo mai scritto una fanfic dedicata alla CloudxTifa,
né ne sono fan, ma sono molto affascinata da questo rapporto
e soprattutto dalla figura di Cloud che interpreto molto problematica
ed ermetica. Infatti la mia fanfic vuole immergersi nella sua mente
contraddittoria e piena di dubbi spesso infondati, che hanno sconvolto
la sua psiche e ancora non è riuscito a guarire.
Seppur con poche righe, il mio intento era spiegare la mia concezione
angst del pairing, e perché secondo me non riesce ad
arrivare ad un punto saldo. Spero di essere riuscita nel mio intento o
comunque di aver scritto una oneshot minimamente piacevole da leggere^^
Ringrazio il forum Strifeheart per avermi dato la spinta giusta per
scrivere qualcosa su di loro, cosa che da sola forse non avrei fatto.
Mi ha divertita molto!
Un bacione a tutti!! Nd
Grace
A man Who
doesn’t exist
Sembra così
facile capire le cose…
Siamo così
superbi da pensare di capire tutto…ed è qui la
nostra debolezza.
Cosa penso io?
Io sono tra questi
superbi!
Cosa pretendo?
Assolutamente niente…eppure non so quanto tempo sono
disposto ad aspettare. Aspettare poi che cosa? Che un angelo mi piova
del cielo?
Quell’ angelo
mi è gia caduto, ma è caduto tra le braccia
sbagliate.
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Cloud Strife, ex-soldier… ex-abitante di
Nibelheim…
Cloud era stato molte cose. Un semplice ragazzo rinchiuso nel corpo di
un debole che voleva emergere.
Poi è emerso e non è più
tornato…
Cloud Strife, ex- Cloud…Cloud….Cloud…..
Cosa significa ex-Cloud?
…Non lo so! Fatto sta che non sono più
Cloud….o forse non lo sono mai stato…
Se dapprima ero troppo giovane per capirlo, ora sono totalmente fuori
per ricordarlo, per scoprirlo…
Questa è la
mia storia paradossale…
La storia di un uomo che
non esiste.
Eppure c’è tanta gente che dice di conoscermi, di
sapere chi sono, che tipo sono, cosa penso, il mio modo di vivere, di
vedere le cose…
Ma se questo Cloud non esiste, a chi si riferiscono?
O forse….
Sono loro a darmi la mia
identità?
CLOUD STRIFE_
A quell’ora le strade erano ancora umide e buie, illuminate
appena dalla fioca luce del primo mattino, ma la gente già
cominciava a ciondolare per le vie.
Per ricercare quiete? Una semplice passeggiata mattutina? Sonno leggero?
I motivi possono essere tanti.
Un ragazzo dalla capigliatura scomposta e dorata era tra queste
persone, rintanato in un angolo di un bar di periferia un po’
malandato, frequentato da gente come lui. Gente che aveva voglia di
stare in pace. Possibile trovare la pace in un posto così?
No, non è la pace che si cercava…era solo un
attimo di illusione.
Nonostante la figura esile e malandata, Cloud ergeva su di se una sorta
di barriera che trasmetteva forza e freddezza.
Non passava mai inosservato, spesso la gente gli lanciava un sguardo
veloce, ma nessuno gli si avvicinava. Semmai qualcuno lo avesse fatto
per semplice briga …se ne sarebbe ricordato per tutta la
vita.
Lui era li, tra le sue. Sempre.
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Il caffé non
mi è mai piaciuto, perché diavolo lo sto bevendo?
Ricordo di essere entrato solo per ripararmi dalla pioggia che ho
beccato in pieno proprio durante la partenza, ma non capisco
perché poi sono venuto qui spedito e ho detto: “un
caffé”. A me nemmeno piace…
Bah, sarà la
stanchezza.
Cloud avvicinò a sé la tazzina per poter sentirne
il calore, ma ciò che avvertì fu solo un odore
nauseante.
Che schifo, come si fa a
bere una cosa del genere?
Era scappato via come un ladro, eppure quella mattina avrebbe potuto
agire con molto comodo dati i pochi e scarsi impegni di lavoro. Allora
perché tutte le mattine si alzava, si vestiva, prendeva la
moto per…per cosa?
Per
scappare…per non vedere nessuno…
Per non vedere il mondo
che ha costruito quell’uomo…quell’uomo
che poi non conosco.
Sì,
perché io e quell’uomo siamo due persone diverse,
solo che non so chi sia né l’uno e né
l’altro.
Cloud rivolse gli occhi al soffitto, non che ci fosse qualcosa di
interessante da vedere a parte la ventola che girava, girava,
girava…
Forse non siamo tanto
diversi…giriamo e giriamo…ma rimaniamo sempre
nello stesso punto. Ci siamo, ma siamo distanti…
Distaccò lo sguardo.
Nessuno doveva vedere ciò che era stato…nessuno
che lui non voleva…rivolgere gli occhi dove la gente potesse
identificare il suo sguardo, lo sguardo di un uomo che aveva visto di
tutto…
No…nessuno doveva avvicinarsi ai suoi
occhi…quegli occhi ancora marcati.
Abbassò lo sguardo e ingurgitò il
caffé bollente, poi uscì dal bar.
Aveva smesso di piovere, ma il cielo presagiva un ulteriore tempesta.
Perché farsene un problema? In quel momento aveva smesso,
quindi…
Proseguì il suo viaggio mattutino, verso dove?
Verso qualsiasi posto lo avrebbe intrattenuto per almeno
un’ora. Perché un’ora? Quel giorno aveva
deciso così.
Per quale motivo? Chiedetelo a quel uomo, non a me.
-Ma che cazzo di tempo,
le persone normali se ne tornerebbero a casa.-
Io
invece…torno in un posto che non è la mia
casa…ma…
Il vento soffiava forte, quella brezza era capace di portarlo via da
tutto.
Aspettare… aspettare… non aspettava un
perdono… ma aspettava lo stesso.
Che cosa?
Già….
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Settore 5_ Chiesa_
Cloud spense la moto e arrivò davanti le rovine. Una sorta
di sesto senso lo spinse a fermarsi e a non proseguire.
Perché non era da solo.
Lei era lì.
I capelli scuri erano irradiati da una fioca luce che trafiggeva le
impalcature. Il vestito nero elegante ondeggiava come un prolungamento
del suo corpo già longilineo. Lei era lì, con lo
sguardo basso.
Lei era lì, poggiata su un pezzo rotto di qualcosa in quella
chiesa che di chiesa aveva solo il ricordo, neanche le macerie.
Era lì, che incrociava le dita tra di loro, accavallando di
tanto in tanto le gambe. Soave tra quel gioco di luci e ombre.
Tifa Lockheart era sempre lì, perché sapeva che
sarebbe tornato…
Esistono persone che
hanno la presunzione di conoscermi…ma conoscere chi? Io non
sono…
No, lei sa chi sta aspettando…
Sapevo che mi avresti cercato.
Per cosa lo fai?
Per parlare? Per discutere? Per sapere se sto bene?
No…
Tu…sei
qui…per lui, non è vero? Per lui…la
persona che abita questo corpo, ma che io non conosco…
Ti guardo. Trovo che sia così bello guardarti aspettarmi,
perché mi fa star male…perché mi
punisce.
Perché mi trafigge, mi penetra, mi lacera.
…Ma…
mi fa male vederti sola e silenziosa, tu che…
Tu che non sei questo.
Soave tra questo gioco di luci e ombre, non temi la pioggia, non temi
che io possa non arrivare.
Tu sei qui.
Sei sempre stata così buona con me…e in cambio di
cosa? Di fedeltà? Amicizia? Amore…?
Non ti ho mai offerto nulla di tutto questo.
Mai.
Non so neanche chi sono…
E tu…neanche tu sai chi sono…allora…
No…tu lo sai benissimo chi sono io…
sono colui che stai
aspettando e nient’altro…
sono colui che ti ha
deluso, che avrebbe dovuto deluderti,
che ti ha lasciata, che
ti trascura, che ti ha negato una libertà, la
libertà di raggiungermi….
Una libertà che ho negato anche a me stesso.
Eppure sei sempre qui. Stranamente sai sempre dove cercarmi. Non lo
sai, ma mi ha sempre trovato. Sono io che scappo.
Perché non posso.
Non posso guardarti con occhi che invece non osano guardarti, non posso
sentire di volerti accontentare quando non so di chi siano questi
sentimenti. Perché non so chi sia colui che ha questo
corpo…
Non a te…che
sei sempre qui ad aspettarmi. Nonostante tutto.
Per quanto tempo hai intenzione di farlo? Per oggi? Domani? Per
sempre…? No.
Non ti lascio diventare ciò che hai deciso di
diventare….
Sei una
sciocca… il mio cuore già ti appartiene, non
è mio da tanto tempo.
Perché solo a
te posso donarlo. Tu che sai di me ciò che io non
potrò mai accettare. Non è mai stato di
quell’ uomo…
Perciò
conservalo, ricordalo, e non aspettarmi…
…Sei tu la
prova della mia esistenza…dell’esistenza di un
uomo che non sa chi è…di un uomo che è
stato ma non lo ricorda…tu sei la prova di tutto questo.
Tu certifichi la mia
vita.
Qualcosa nella mia vita cambia quando ci sei, ma sono troppo stupido
per volerlo capire. Per andare avanti ci vuole coraggio. Quel coraggio
che hai avuto sempre per due, ma tu non meriti questo involucro senza
significato. Questo corpo di un uomo ferito e frustrato che hai guarito
con tutta l’anima, ma che si è lasciato morire lo
stesso. Sono colui che ti lascia e ti vuole. Che adesso ti fa restare
sola nell’incertezza, ma che sa che in ogni istante dovrebbe
correre da te.
---------Sembra
così facile capire le cose…
Siamo così
superbi da pensare di capire tutto…ed è qui la
nostra debolezza.
Cosa penso io?
Tu non sei tra questi
superbi!
Cosa
pretendo?________________
Questa è la
storia di un uomo che non esiste chiamato Cloud. Basta
così….
Conservalo, ricordalo, e
non aspettarmi…
Cloud chiuse gli occhi, montò sulla moto e andò
via.
Tifa si girò. Riprese a piovere.
“Cloud?”
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