HP - FIGLI
Prima di tutto, le formalità.
DECLAMER:
l'intero mondo di Harry Potter non mi appartiene, resta una prerogativa
della Rowling. Pubblicando questa "storia" non ci guadagno un accidente.
Ora, spieghiamo un po' di cose.
PER FAVORE LEGGETE! E' IMPORTANTE!
Non sono solita pubblicare i miei
scritti perchè personalmente non li ritengo molto brillanti.
Tuttavia, ogni tanto faccio una capatina su EFP e leggo qualcosa qua e
là, seguendo un po' i gusti del momento...
Ho notato, con un po' di delusione
forse, che per quanto riguarda la Next-Generation di Harry Potter, la
maggioranza delle fanfic sono incentrate su Rose e Scorpius -alcune
sono davvero carine-, mentre Albus Severus compare gran poco in veste
di personaggio principale NEL MANIERA IN CUI MI PIACEREBBE VEDERLO.
Mi spiego meglio:
Vorrei
riuscire a leggere una storia dove Al Potter fosse dipinto più o
meno come io -seppur in modo totalemente paradossale- me lo immagino.
E' PER QUESTO CHE VORREI CHE VOI,
LETTORI/SCRITTORI, RIUSCISTE A PRENDERE ISPIRAZIONE DA QUESTA MIA
ONE-SHOT -ALLUCINATA- E COMINCIASTE A SCRIVERCI SU QUALCOSA...
La richiesta è assurda e non
vedo come vi possa interessare rendere piacevole il mio tempo, ma
chiedere non fa mai male secondo me.
Se vorrete limitarvi a leggere, di certo io non mi offend, anzi... Mi preoccupo! Se trovate errori, perdonatemi in partenza.
- FIGLI -
Harry Potter poteva andare fiero dei suoi figli.
James Sirius era indiscutibilmente
un grande cacciatore. Cavalcava una scopa come a nessun altro si era
mai visto fare. Nemmeno suo padre o sua madre, che aveva giocato
persino da professionista, sapeva muoversi in aria con una tale
spregiudicata naturalezza. Non c’era da stupirsi se già al
terzo anno era divenuto capitano della squadra di Quidditch del
Grifondoro a Hogwarts.
Di certo non era molto brillante
né riflessivo, ma sapeva destreggiarsi a dovere, quel tanto che
bastava per spuntarla in qualunque contesto, in primis quello
scolastico.
In lui c’era molto del padre ma ancor più del nonno, dicevano.
Ed infatti era vero.
Stessi capelli indisciplinati,
stessi occhi castani e vivaci, stesso cipiglio un po’ dileggiato
ed orgoglioso, addirittura medesima testa dura ed irrefrenabile
propensione a cacciarsi nei guai. Un erede che i vecchi Malandrini e
zio George non potevano assolutamente disdegnare.
Poi c’era Lilian Luna.
Sognatrice ma coerente, timida
ma allegra, speciale nella sua semplicità, col sorriso sempre a
fior di labbra e disposta a qualsiasi cosa per coloro che amava.
Forse all’interno della
famiglia pareva quella maggiormente bisognosa di protezione e
attenzioni, tuttavia era chi la conosceva bene a correre da lei per
trovare riparo.
La più piccola tra i figli dell’eroe era una grande
ascoltatrice, un’ottima consigliera e soprattutto sapeva
mantenere la parola data in ogni occasione, senza paura.
Il suo volto era soave, delicato
come quello della madre, spruzzato da qualche chiara lentiggine. I
capelli rossicci le ricadevano fluenti sulle spalle come alghe marine e
gli occhi, uguali a quelli del fratello, avevano la forma delle
conchiglie tanto erano grandi. Forse era per questo che sua zia
Hermione spesso la paragonava alla spuma che bagnava la spiaggia del
villino di zio Bill: Lil era un toccasana per tutti.
In ultimo, rimaneva Albus Severus.
Era difficile inquadrare uno come lui. Perfino Harry stentava a comprendere gli atteggiamenti del proprio secondogenito.
Descriverlo era complicato, molto probabilmente perché Al stesso era una persona complicata.
In un esame pressoché
approssimativo, si poteva dire che la vita e dunque la
personalità di Albus Severus fosse scandagliata in varie parti,
collegate tra loro in modo più o meno esplicito.
La prima era da considerasi il momento stesso della sua nascita.
I suoi genitori avevano scelto
per lui due nomi ben conosciuti nel mondo magico al quale apparteneva,
due nomi forse un po’ troppo potenti e immortali per un semplice
neonato. E quel bambino, li aveva sempre sentiti pesare sulle sue
spalle, pendere sopra la sua testa.
Erano un carico pesantissimo che gli ricordava in ogni dannato istante quando gli altri si aspettassero dalla sua esistenza.
Albus, come Albus Silente.
Severus, come Severus Piton.
La seconda parte era quella che lui
manteneva nel contesto familiare, quella che di fronte alle sue
parentele piuttosto allargate non poteva evitare di cucirsi addosso con
assurda non chalance.
Tranquillo, affettuoso,
equilibrato, silenzioso, gentile e studioso. Aiutava la madre in casa,
si appassionava al lavoro di suo padre, insegnava a Lily qualche cosa
in più sulla magia, chiacchierava con competenza e diletto
assieme alla cugina Rose.
Possedeva un cervello davvero
brillante, fine, arguto e terribilmente astuto. Da qui senza dubbio, la
scarsa comprensione tra lui e tipi come James e Hugo.
Sempre da questo fatto, derivava la terza sfumatura del suo essere.
Quella più recondita, che lottava perennemente per uscire alla luce del sole.
Era puro genio il suo.
Inquieto e sorprendente,
accovacciato nei meandri della sua anima, che come un’edera
selvatica s’allacciava al suo cuore, insidiava la sua coscienza.
E quando Albus mollava di poco
la presa, eccolo che balzava allo scoperto, risaliva e si mostrava in
tutte quelle piccole grandi contraddizioni che lo rendevano diverso da
qualsiasi Potter, da qualsiasi Weasley...
In quei momenti si sentiva bene, divinamente bene, pur sapendo che c’era qualcosa d’indiscutibilmente sbagliato.
-A volte la tua testa mi spaventa…-
Aveva detto il suo migliore amico,
il quale sapeva. Conosceva e amava molto questa terza
personalità, con la quale conviveva per l’intero periodo
scolastico e che a suo avviso considerava la più autentica ed
intrigante in qui si fosse mai imbattuto.
C’era infine una quarta scaglia di Al, ma di questa lui a stento riusciva a capacitarsi.
Era quella dove credeva risiedessero le origini e le ragioni delle sue contrapposizioni e dei suoi segreti.
Era pesta e terribilmente struggente, fredda eppure accogliente e completante.
Quando uragani di domande lo
braccavano nel profondo del sonno, era in quest’ultima parte di
sé che il ragazzo si ritrovava e, senza nemmeno desiderarlo, le
risposte gli si affollavano attorno.
E finalmente lui capiva alcuni perché della sua vita…
… il perché la prima
volta che la magia spontanea fuoriuscì dal suo corpo, si
trovasse in un prato con un piccolo serpentello tra le mani…
… il perché la
seconda, davanti alle prese in giro di James a causa del letto bagnato,
il vetro della finestra si fosse infranto e alcune schegge si
conficcarono nel braccio di suo fratello…
… il perché la
sera del primo settembre di alcuni anni prima, fosse stato smistato a
Serpeverde di fronte allo stupore generale…
… il perché
avvertiva come più che ovvio il fatto che la persona a lui
più vicina fosse non altri che Scorpius Hyperion Malfoy…
… il perché, ogni
volta che metteva piede a Diagon Alley, la sua meta divenissero sempre
i cunicoli sudici di Notturn Alley, pieni di mistero e manufatti
interessanti...
… il perché, durante l’estate, rinchiuso nella sua stanza a notte fonda, giocasse con la magia e si perdesse nella pagine di quegli antichi tomi di Arti Oscure gelosamente nascosti...
***
Capito qual è la mia idea di Albus?
Sì certo... Apocalittica, esagerata, nera...
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