A little, crazy thing
called ‘love’
Ringraziamenti: grazie a Dogma per aver inserito
la storia tra i preferiti e avermi lasciato una recensione; a
ArwenBlack e
__Ombra__ per averla messa tra quelle seguite. Grazie mille
perché i avete
spinto a continuare a pubblicarla, anche se è un
po’ folle^^
Disclaimers: I personaggi di questa storia non
appartengono a me, ma a
chi li ha creati. La storia è frutto della mia fantasia.
§
Ecco il
secondo capitolo di questa mia follia! Alla fine ci sarà un
colpo di scena che
probabilmente non immaginate… Spero di aver suscitato un
po’ di curiosità!
Buona lettura!
Capitolo
2
Severus Piton non era uno che si
arrendeva facilmente.
Forse il giorno prima l’incontro con Alyssa non era andato
nel migliore dei
modi. Lucius lo aveva definito “un disastro”. Ma
aveva calcolato tutto: non si
aspettava di certo che lei gli avrebbe gettato le braccia al collo dopo
tutto
quello che era successo in passato. Doveva solo perseverare. E proprio
con
questo spirito si era recato al suo studio legale. Sperava che essendo
ancora
presto lei non fosse già impegnata. Fece un respiro profondo
e si avvicinò alla
scrivania dove era seduta la segretaria di Alyssa.
“Salve”
esordì incerto “sono Severus Piton,
l’avvocato è
libera?”
La segretaria lo guardò
appena. “Ha un appuntamento?”
“No, ma è una
questione molto importante e pensavo che…”
“L’avvocato
non riceve senza appuntamento.” lo bloccò la
donna.
“Sono un vecchio amico,
sono sicuro che se non è
impegnata mi riceverà.”
La donna sbuffò: aveva
capito che quell’uomo non
l’avrebbe lasciata in pace se lei non lo avesse accontentato.
Sollevò il
telefono e chiamò la linea privata dell’avvocato
Hamilton. Per quanto fosse a
distanza di qualche metro non tollerava che nessuno la disturbasse. Le
faceva
storie già quando la chiamava per
“cose
futili”, come d’altronde avrebbe definito
l’insistenza di quell’uomo. Perfetto,
già non era di buon umore figurarsi dopo la telefonata a
causa di quello
scocciatore.
“Avvocato?
C’è qui il signor Piton che
vorrebbe…”
“Lo mandi via, sono
impegnata.”
“Ci ho già
provato, ma dice che è un vecchio amico
e…”
Sospiro.
“D’accordo, non me lo leverò dai piedi
altrimenti. Lo faccia entrare. E mi trovi due aspirine!”
La donna guardò Piton.
Non sapeva neanche cosa lo
aspettava visto l’emicrania dell’avvocato.
Probabilmente l’avrebbe mandato
fuori a calci.
“Può entrare,
ma l’avverto: non è di buon umore.”
‘E quando
mai!’ Pensò Piton entrando.
L’ufficio di Alyssa era
molto ampio e luminoso, ma quel
giorno le tende erano tirate. Lei era seduta alla sua scrivania di
vetro e
ferro battuto.
“Permesso?”
disse, entrando.
“Ho poco tempo,
Severus.”
“Ti sei trasformata in
un vampiro?!” le chiese, notando
le tende tirate.
“Molto divertente. Ho
solo mal di testa. Che cosa vuoi?”
“Guarda qui.”
e le mise sulla scrivania due fogli di
carta.
“Cosa sono?”
“Lettere. Del Consiglio.
Una è per me e una per Silente.
In calce troverai, prima fra tutte, la firma di Dolores Umbridge.
È riuscita,
non so come, a convincere il consiglio ad accusare me di aver sempre
fatto il
doppio gioco per il
Signore Oscuro e
Silente di aver abbandonato la scuola per non affondare con
essa.”
“È
assurdo” disse lei, aprendo le lettere. Le scorse
velocemente. “Quella donna è pazza! E mi sorprende
che quegli idioti del
Consiglio le vadano dietro!”
“Ti avevo detto che la
situazione non è facile. Per
questo abbiamo bisogno della migliore! Per…”
“Ti ho già
detto di no. Ma posso consigliarti dei buoni
avvocati…”
“Non voglio i tuoi
avversarsi, ci serve qualcuno che
vinca la causa di sicuro! Se non vuoi prenderti l’incarico di
legale della
scuola, almeno aiutaci in questa situazione!”
La conversazione fu interrotta
dalla segretaria che entrò
con le aspirine. “Perfetto, grazie.”
Alyssa mandò
giù le aspirine con un solo sorso d’acqua.
“Severus, era la mia ultima parola. Ora se vuoi scusarmi,
devo lavorare.”
Abbassò gli occhi sulle
carte davanti a lei e non lo
degnò più di uno sguardo. Lui uscì
sbattendo la porta.
***
“Allora che ne
pensi?”
Alyssa era a casa del giudice
Richard Woods, suo maestro
e mentore. Era andata da lui a cena per esporgli il problema di
Hogwarts.
Sperava in un suo consiglio per uscire da quella situazione e non
pensarci più.
“Penso che non dovresti
accettare. Non puoi farti
sconvolgere la vita da quell’uomo. Di
nuovo.”
“Ma?”
“Ma la situazione
è complicata. Se la Umbridge vuole
cacciare Albus, puoi star certa che non si arrenderà
facilmente.”
“Quindi?”
sorseggiò il suo gin and tonic e accavallò le
gambe.
“Quindi dovresti
pensarci bene prima di rifiutare.”
“Non mi stai aiutando
poi tanto…” rispose con un sorriso
mesto.
“Tu che vuoi
fare?”
“Io accetterei, non
fosse per…”
“Severus.”
completò Richard.
“Già.”
“E quindi avvocato? Che
farai?”
“Seguirò la
mia etica e accetterò.” concluse lei con un
sospiro.
***
Lasciò casa di Richard
decisa a non cambiare più la sua
decisione. Il giorno dopo avrebbe mandato un gufo ad Albus. Ma mentre
guidava
verso casa si ritrovò per caso dalle parti di
Spinner’s End. Decise che
dopotutto avrebbe anche potuto parlare con lui civilmente.
‘Se c’è una luce,
busso. Se non c’è, me ne vado.’
Una parte di lei si augurava che
tutte le luci fossero
spente, un’altra voleva, stranamente, rivedere Severus.
C’era una luce accesa.
Bussò.
Piton stava leggendo un libro nel
salotto e quasi
sobbalzò a sentire bussare alla porta. Fu ancora
più sorpreso a vedere Alyssa
sulla porta. Lei non gli diede neanche il tempo di parlare.
“Accetto la
causa.”
Lui non riuscì a
trattenere un sorrisetto. “Non vuoi
entrare?”
“Meglio di no.”
“Dai, ti offro un
bicchiere di vino. È un ottimo rimedio
per l’emicrania.”
Lei gli sorrise.
“D’accordo.”
***
Avevano bevuto troppo vino. Un
bicchiere era presto stato
seguito da un altro e poi da un altro ancora. Alyssa continuava a
parlare di
cause e tribunali e Piton non ne poteva decisamente più.
“Va bene, sei la
migliore, lo abbiamo capito, ma c’è un
modo per farti stare zitta?”
“Mi hai cercata tu,
Severus. Ora mi sopporti.”
Era seduta sul pavimento e
rileggeva le lettere del
consiglio. Lui le si sedette accanto.
“Non sei
stanca?”
“Io non sono mai stanca.
Senti, a proposito di questo
passagg…”
Ma non fece in tempo a finire: lui
l’aveva baciata.
“Visto che un modo per
farti tacere c’è?!” e
continuò a
baciarla.
“Severus, non
possiamo…” altro bacio. “Sono il tuo
avvocato, non è eticamente corretto…”
“Stai zitta.”
La spinse sul tappeto e le
sbottonò la camicia, baciandola
fino all’addome, poi le sfilò la gonna. Anche lei
lo spogliò. Restarono così a
baciarsi per qualche minuto poi lui la privò anche della
biancheria intima.
Alyssa non era più in grado di dirgli no. Come se lo fosse
mai stata. Entrò in
lei e le sue spinte si fecero forti e decise. Conosceva bene la
sensazione di
fare l’amore con Severus Piton , ma da tanto tempo ormai non
la provava più. La
portò all’estasi del piacere e poi restarono
distesi sul tappeto, a coprirli
solo la coperta che lui teneva sul divano.
“Sarà meglio
spostarsi in camera o domani avrai anche il
torcicollo, oltre all’emicrania…”
“No.” lo disse
in tono dolce, ma deciso.
“Come?”
“Una cosa è
fare l’amore con te, un’altra dormire con te.
Preferisco fermarmi alla prima.”
Detto questo, si alzò e
si rivestì sotto gli occhi
attoniti di lui. Raccolse le sue carte e si avviò verso la
porta.
“Buonanotte.”
gli disse con un sorriso.
Dopo pochi minuti, Piton
sentì che la sua macchina si
allontanava da casa sua.
§
Allora che
ne dite? Dai, lasciatemi qualche commentino per dirmi se la storia vi
piace, ma
anche se non vi piace (anche se io preferisco la prima opzione
^^”). Nel
prossimo capitolo comincerò a svelarvi qualcosa in
più su questa donna
misteriosa… Spero mi seguirete!
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