Questa mia piccola saga è composta da
brevi storie ispirate al mondo del fantastico e dell'horror giapponese.
Le varie storie sono tutte slegate tra di loro, quindi potete tranquillamente
leggerle senza preoccuparvi di dover conoscere eventuali precedenti o seguiti.
Un elemento in comune tra le varie trame c'è, un personaggio di origine
italiana (ma assicuro che non sono io) che tuttavia si muove sempre sullo
sfondo, sfiorando solo il soprannaturale e che rappresenta l'appartenenza di
tutte quelle storie ad un unico mondo, quello del soprannaturale giapponese appunto.
Perciò anche tale personaggio non necessita di conoscenze precedenti.
DIFFUSION
1° Capitolo - Hikari
La notte era ormai calata da un pezzo sulla città di Neo-Tokyo 3.
Le ampie strade della futura capitale del Giappone si erano svuotate
rapidamente.
Solitamente nelle metropoli le strade non si svuotano mai, ma Neo-Tokyo 3 era
una città speciale, i cui abitanti in pratica erano tutti familiari dei membri
della Nerv, inclusi i membri medesimi, che aveva la sua sede nel sottosuolo
della città.
E per quanto fossero numerosi, questi uomini della Nerv e le loro famiglie
non potevano certo riempire come si deve una città cosi grande, che aveva solo
il 22% delle sue abitazioni occupato.
Quindi, raggiunta una certa ora, la città diventava deserta come accadeva a
certi paesi di montagna.
Comunque qualcuno per le strade si trovava sempre.
Quella sera un gruppo formato da tre ragazze, camminava nella notte.
“Brr, che freddo che fa stasera” esordì una delle tre ragazze, la più alta.
“Mi chiedo se sia dovuto al tempo oppure al film che abbiamo visto” continuò
la più piccola.
“Oh, ti prego, Nozomi” la rimproverò bonariamente la ragazza al centro “Sei
tu che sei voluta venire con noi. Te lo avevo detto che si trattava di un film
horror”.
“Ma non mi avevi detto quanto lo era. Insomma, ho passato quasi tutto il
tempo con gli occhi coperti” replicò Nozomi.
“Hikari ha ragione. Prima vuoi le cose e poi ti lamenti” riprese la ragazza
più grande “Certo che l’urlo che hai lanciato alla fine del film, quando ti
abbiamo avvertito che era finito, te lo potevi evitare. Hai fatto voltare tutto
il cinema verso di noi. Che vergogna!”
Nozomi arrossì. “Kodama, non infierire. Già temo che avrò problemi ad
addormentarmi stanotte”.
Hikari sospirò. “Se accadrà, scordatelo di chiedermi di dormire nel mio
letto. Andava bene quando eri più piccola e ti spaventavano i tuoni, ma ormai
sei cresciuta”.
Nozomi diventò ancora più rossa. “Qu-quando mai l’avrei fatto?!”
Kodama sogghignò. “Direi dall’età di quattro anni fino a dieci”.
“Non è vero!”
“E’ verissimo!”
Le due sorelle cominciarono a scambiarsi una raffica di ‘è vero’ e ‘non è
vero’, con Nozomi diventata personificazione dell’imbarazzo e Kodama presa da un
divertimento quasi sadico.
“Smettetela, ci sono persone che dormono qui intorno!” le rimproverò Hikari
zittendole
Kodama sorrideva assai soddisfatta e Nozomi le faceva le linguacce.
Mentre proseguivano il cammino, passarono vicino a una vetrina.
“Uao! Aspettate!” esclamò Nozomi.
“Che ti prende adesso?” domandò Hikari.
La sorella più giovane si precipitò davanti alla vetrina, che apparteneva a
una libreria.
“Non posso crederci! Qui hanno il libro appena uscito del dottor Heihachirô
Ikuma! Ma sarebbe dovuto uscire nelle librerie solo tra quattro giorni!”
dichiarò estasiata.
Kodama si portò una mano sulla fronte, scuotendo il capo. “Oh no! Di nuovo
quella robaccia paranormale e soprannaturale”.
“Viene da chiedersi come fa a piacerle in questo modo il soprannaturale se
poi si spaventa davanti ai film horror” disse Hikari.
Kodama andò a recuperare la sorellina, mentre Hikari fece qualche passo in
avanti nell’attesa.
Era molto abile a nascondere la gioia per quello che era successo quella
sera: Toji Suzuhara l’aveva invitata a passare una serata insieme.
Certo l’atmosfera non era stata esattamente romantica, perché l’incontro si
era svolto in un cinema che proiettava un film horror. E non erano neppure soli,
essendo venuti altri loro compagni e pure la signorina Misato Katsuragi. E le
sue sorelle si erano in pratica autoinvitate.
Ma era stato comunque un primo passo il fatto che Toji avesse pensato anche a
lei, chiamandola di persona.
Suzuhara provava simpatia per lei, quindi chissà che in futuro…
“Va bene, Nozomi, ho capito. Adesso vieni” disse spazientita Kodama
cominciando a trascinare via la sorella dalla vetrina.
Nozomi sembrava essere diventata un’enciclopedia vivente su quel tizio. “Ma
non ho ancora finito di spiegarti. Il professor Ikuma è un luminare nel campo
della parapsicologia e nella predizione del futuro”.
“Predizione del futuro? Che sciocchezza!”
“Si, tramite i sogni!”
“Una doppia sciocchezza!”
“Non è vero. Ikuma ha dimostrato come in tutti possa risiedere la capacità di
prevedere il futuro, tramite vari segni del destino, le stelle oppure tramite i sogni, anche se poi questi vanno
interpretati correttamente. Infatti subiscono influenze da parte dei nostri
ricordi e del nostro subconscio”.
“Buono per vincere alla lotteria. Ora andiamo”.
Kodama riuscì finalmente a portare Nozomi, tenendola per un braccio, da
Hikari, che stava ferma in piedi e dava loro le spalle. Sembrava che stesse
guardando qualcosa.
“Scusa il ritardo, sorella capoclasse. Possiamo andare” disse Kodama.
Ma Hikari non rispose.
“Hikari, che ti prende?” le domandò la sorella maggiore lasciando il braccio
di Nozomi.
E non appena lo fece, accanto a se sentì un mugugno soffocato.
Si voltò: Nozomi era sparita.
“Ma…. Ma cosa….”
Allibita, cominciò a guardarsi intorno.
Per strada c’erano solo lei e Hikari.
“Hi-Hikari! Dov’è finita Nozomi?!”
L’altra sorella non rispose.
“HIKARI!!!” strillò Kodama prendendola per una spalla.
Fu allora che vide cosa stava osservando la ragazza.
Kodama impallidì, indietreggiò e poi scappò via urlando.
Dopo qualche secondo, le grida cessarono di botto.
E dopo qualche altro secondo, in quella strada non c’era più nessuno.