Consuetudini

di Dida77
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Fanfic scritta, sull'onda dell'ispirazione, a corredo di questa stupenda fanart.

Pioveva forte quella sera. John praticamente correva lungo il marciapiede per arrivare velocemente alla porta di casa. I vestiti ormai zuppi, il freddo di quella notte di gennaio ormai nelle ossa.

Arrivato al 221B tirò un sospiro di sollievo e si mise a rovistare nelle tasche per tirar fuori le chiavi di casa. Come ogni sera il suono del violino arrivava fino al marciapiede e riusciva a superare lo scrosciare della pioggia. John sorrise e alzò la testa per vedere la luce accesa dalla finestra del salotto.
Era a casa. Finalmente.

Entrato nel portone appese il giubbotto bagnato all'attaccapanni nell'ingresso e iniziò a salire le scale.
Piano.
Un gradino alla volta.
Era uno dei suoi momenti preferiti della giornata, voleva che durasse il più a lungo possibile.

Una volta entrato nell'appartamento lo trovò dove già sapeva che sarebbe stato. Davanti alla sua finestra preferita, il violino tra le braccia come un vecchio amante. Ma John non era geloso di quel vecchio compagno e aspettò pazientemente in piedi in mezzo alla sala, godendosi quella melodia che Sherlock aveva composto appositamente per lui anni prima.

Una volta che l'ultima nota ebbe smesso di vibrare per la stanza, Sherlock abbassò il violino e si voltò. John di fronte a lui.
Solo un soffio di aria a separarli. Poi nemmeno più quello. La mano di John dietro la nuca per farlo ancora più vicino. L'altra mano ad afferrare la camicia.

"Bentornato a casa, John."

John non rispose. Lo guardò negli occhi, sorrise e appoggiò le labbra su quelle di colui che era da sempre la sua ragione di vita.




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