Come farsi lasciare in 10 giorni
“Siamo in… contrasto per la FlyStar. Per decidere chi avrebbe ottenuto la quota
maggioritaria le ho chiesto di dimostrarmi che aveva un cuore… ammetto di
essere stato ispirato dal vostro articolo, così l’ho sfidata: doveva far
innamorare qualcuno in 10 giorni. E ho trovato estremamente esilarante proporle
di sedurre voi. Ho avuto la vittoria in tasca fin dal primo istante.”
“Lei…” Kara sentiva il proprio cuore
affossarsi nel petto.
“Lena avrà fatto di tutto per farla innamorare
e lei non era neppure interessata.” Rise ancora, poi Maxwell Lord alzò lo
champagne e si allontanò.
“Oh, no.” I suoi occhi corsero a Kara e si
corrugarono un poco nel vederla parlare con Maxwell.
“Di certo Kara desidera essere qualcosa di più
della ragazza ‘come fare’, ma da qualche parte bisogna pur incominciare.”
“Come?” Chiese tornando ad appuntare tutta la
sua attenzione su Siobhan.
“L’articolo. ‘Come farsi lasciare in 10
giorni’. Non è certo il massimo, ma…” Il suo sorriso si spense mentre fingeva
di comprendere l’errore. “Lei non lo sapeva… io… credevo…” Si interruppe e
sorrise di nuovo.
Lena sapeva che sul suo viso ora vi era un
profondo gelo.
“Mi dispiace…” Disse la donna, che sembrava
tutto meno che dispiaciuta per poi allontanarsi con Eve
che l’aveva afferrata per un braccio.
***
“Come
hai potuto?”
“Io?”
Chiese Lena, furiosa. “Come hai potuto tu! Per un articolo! Sei stata con me
solo per farmi impazzire, per testare le peggiori azioni in una relazione e
farmi fuggire! Cos’hai pensato? Che fossi così disperata da stare con te anche
se ti sei comportata in modo terribile?”
“Cos’ho
pensato? Che ti piacevo! E invece? Invece lo facevi per i soldi! Per una
stupida azienda che non vale nulla!”
Lena
sentì il colore sparire dal suo volto.
“La FlyStar vale più di quanto valga…”
“Di
quanto valgo io? Noi?” Chiese Kara, paonazza dalla rabbia.
“Di un
stupido articolo privo di qualsiasi valore!” Replicò lei e Kara rimase in
silenzio.
Si
guardarono furenti e incapaci di provare altro che rabbia una per l’altra.
“Auguri
con il tuo articolo.”
“Auguri
con la tua FlyStar.”
Kara si
voltò e se ne andò via. Lena era decisa a fare lo stesso, dare spettacolo al
centro della stanza le era bastato, ma Maxwell le si avvicinò pensoso.
“Temo
che tu debba parlare con i tuoi avvocati… le tue quote della FlyStar devono cambiare intestatario. Quella non mi sembra
una ragazza innamorata.”
Lena non
lo guardò neppure, si voltò e se ne andò, furiosa con se stessa, con Kara e con
il mondo.
***
Nel suo
ufficio Lena controllò per l’ennesima volta i documenti e sospirò, rinunciare
alla FlyStar era qualcosa che non avrebbe mai pensato
di fare, ma aveva firmato un accordo e avrebbe rispettato la parola data. Era
stata stupida ad accettare un simile contratto, ma ora se ne sarebbe assunta le
conseguenze.
“Miss Luthor, c’è Maxwell Lord che vorrebbe parlarle.”
“Digli
che…” Non finì la frase perché l’uomo oltrepassò la sua segretaria e si fece
avanti, le mani in tasca. “Sto aspettando gli avvocati, firmerò il passaggio
entro oggi. Non credo che questa conversazione sia necessaria. Jess accompagna
Mr. Lord fuori dal mio ufficio.
L’uomo
fece una smorfia, poi sorrise e alzò le mani in segno di resa.
“Credo
che tu voglia sentire quello che ho da dirti.” Affermò però l’uomo ignorando
Jess e sedendosi davanti alla sua scrivania.
“Chiamo
la sicurezza, miss Luthor?” Domandò allora Jess.
“No.
Grazie.” Lena congedò con un cenno di ringraziamento la segretaria e si
sedette. “Sii breve, non sono dell’umore.”
“Il
fatto è che sono un uomo di parola e il nostro giudice ha parlato.”
“Di cosa
stai parlando?” Chiese Lena, infastidita.
“Del
nostro… gioco.” La donna a quelle parole si fece attenta e Lord sorrise. “Miss
Grant è stata chiamata a firmare in contratto avvallando la mia vittoria, ma…
ha decretato, invece, la mia sconfitta.”
“Quello
che dici non ha senso.”
“Cat Grant, una donna molto intelligente, mi ha detto a
lettere chiare e tonde che la sua segretaria, la tua… conquista, è cotta a
puntino, innamorata persa, completamente andata. Per quanto mi piacerebbe non
posso ignorare le parole di Cat.”
Lena si
alzò dando la schiena all’uomo e osservando la città ai suoi piedi. Si torturò
le mani, cercando di nascondere a Maxwell i suoi sentimenti e di non pensare al
giornale nel cellofan consegnatole quella mattina dalla posta.
“Dunque…
ho perso. La FlyStar è tua. Ho già firmato tutto
quello che c’era da firmare, i miei avvocati ti manderanno i documenti vidimati
da un notaio al più presto.” Lord si alzò e le sorrise. “Portala tra le
stelle.”
Si voltò
e lasciò il suo ufficio.
Lena
tornò a sedersi. Guardò il cellulare, poi la rivista, mandata dall’ufficio di Cat Grant. Poteva immaginare cosa contenesse: una beffa;
poco importavano le affermazioni di miss Grant o di Maxwell.
Stringendo
i denti tornò al suo lavoro, le ore passarono, gli incontri occuparono il suo
pomeriggio e la distrassero fino all’ora di cena, quando Jess entrò per
ricordarle che era ora di andare a casa.
Lena
annuì, poi si alzò e radunò le sue cose. Jess lanciò un’occhiata alla rivista
ancora nel suo cellofan e poi guardò lei.
“Dovrebbe
leggerlo, miss Luthor.” Disse soltanto. Lena alzò un
sopracciglio e la donna si strinse nelle spalle. “È molto bello.”
Guardò
la rivista e poi la sua segretaria, scosse la testa e afferrò il giornale
infilandolo nella borsa.
Andò a
casa e si versò del vino, mangiò cena e poi cercò di rilassarsi leggendo un
libro, ma vi era una forza attrattiva nella sua borsa che sembrava impedirle di
concentrarsi su qualsiasi cosa. Così, infastidita, andò a farsi una doccia.
Quando uscì la borsa e il suo pesante contenuto erano ancora lì.
“E va
bene! Mettiamo una pietra su questa faccenda.” Si arrese. Prese un bicchiere e
lo riempì di vino, poi si sedette sul suo divano con la rivista in mano e la
estrasse dal suo trasparente involucro.
‘Come farsi lasciare in 10 giorni’, urlava la copertina, la nostra ragazza ‘come fare’ questa volta ha puntato in alto,
lanciandosi in una relazione con una donna solo per scoprire quali sono gli
errori da non fare. Ma la cose non sono andate esattamente come da programma…
continua a pag. 17
Strinse
i denti e posò la rivista, poi bevve un lungo sorso di vino, riprese il
magazine e aprì a pagina 17.
Al
centro vi era il titolo e attorno una lunga serie di punti, lesse le prime
righe.
Come farsi lasciare in 10 giorni, questo avrei
dovuto scoprire. Avevo una lista di punti, avevo una serie di mosse semplici,
efficaci: l’avrei fatta impazzire e mi sarei fatta lasciare in un tempo record.
Ma… le liste e le mosse e i punti non reggono nella vita reale. Ho incontrato
una donna meravigliosa e ho scoperto che, tutto quello che volevo, era farla
innamorare ogni giorno della mia vita.
Il cuore
di Lena perse un battito. Si raddrizzò, sedendosi più dritta e continuò a
leggere.
Punto uno: conquistarla. Questa
donna non si conquista, è lei a conquistare te…
L’articolo
andava avanti, punto per punto, il secondo era buono: scoprire le sue passioni,
condividerle; ma poi iniziava l’incubo: farla impazzire. I dettagli erano
precisi, tutto quello che Kara le aveva fatto era presente, un lettore non
avrebbe colto ogni riferimento, ma lei che l’aveva vissuto sì. Ma non era solo
un racconto sterile, in ogni parola, in ogni dettaglio Kara parlava di lei.
Nessuno, mai, l’aveva guardata con occhi simili, attenti, capaci di cogliere le
sue forze e le sue debolezze. Non era lei quella donna, quella era la donna che
vedeva Kara con i suoi occhi… innamorati.
Lena
posò la rivista dopo aver letto l’articolo due volte e afferrò il cellulare, ma
scriverle o chiamarla le sembrava inadeguato. Così prese la borsa, infilò il
giornale di nuovo al suo posto e uscì di corsa.
L’appartamento
di Kara era buio, Lena guardò l’ora e si morse il labbro, poi decise che
avrebbe rischiato. Salì le scale e suonò al campanello.
Dovette
attendere alcuni lunghi minuti, ma alla fine la porta si aprì e un’assonata
Kara la guardò sorpresa.
“Ho
letto il tuo articolo.” Sbottò. “Pensavo che mi avresti odiata dopo quello che
avevo fatto, ma…”
Kara
abbassò lo sguardo poi scosse la testa.
“Ora so
cosa significhi per te la FlyStar. Eve me ne ha parlato e mi sono documentata. Hai ragione,
vale molto di più che un stupido articolo e, dopo tutto, tu non hai fatto altro
che resistere alle mie sciocchezze e regalarmi 10 bellissimi giorni.”
“Non era
solo un stupido articolo, era il tuo futuro… io posso capire.” Le sorrise, ma
Kara sfuggiva ancora il suo sguardo, strusciò i piedi infilate in ciabatte rosa
e pelose e si strinse nelle spalle.
“Mi
hanno proposto uno stage al Daily Planet.” Disse
senza guardarla.
“Il Daily è…”
“Sto
andando a Metropolis.” Confermò Kara.
“Miss
Grant non…” Tentò di dire, si sentiva stupida ora ad essere lì e al contempo
non poteva semplicemente andare via così.
“Mi ha
offerto di diventare una giornalista del CatCo, ma
credo che andare via sia la cosa migliore, almeno per un po’ di tempo.”
“Certo.”
Sorrise. “Sono sicura che lavorare assieme al premio Pulitzer Lois Lane ti
aiuterà a diventare la giornalista che vuoi essere.”
Kara
annuì e lei fece un passo indietro.
“Scusa
se ti ho svegliata.” Disse prima di girarsi e tornare alla sua auto.
Cosa si
era aspettata? Un finale da commedia? Un bacio appassionato che metteva a posto
tutto?
Entrò in
macchina e andò via, guidando fino a quando non si trovò lontana dalla città,
di nuovo nel deserto. Scese dall’auto e guardò il cielo. Una lacrima rotolò
lungo il suo volto, ma, questa volta, non ci furono braccia accoglienti e calde
a consolarla: era sola.
Tornò a
casa che era l’alba e pioveva. Perfettamente in tono con il suo umore. Fece
un’altra doccia cercando di rilassarsi e iniziò a pensare a come avrebbe
investito risorse nella FlyStar, l’avrebbe resa la
più grande agenzia aereospaziale del mondo, doveva solo trovare il modo di far
capire agli investitori che lei ci aveva messo il cuore e… si fermò a metà
pensiero. Il cuore… a differenza di quello che aveva fatto Kara con il suo
articolo lei non le aveva detto quello che provava! Lei non sapeva!
Kara era
all’aeroporto e osservava il tabellone scorrere lentamente. Ben presto
avrebbero imbarcato il suo volo e lei avrebbe iniziato una nuova elettrizzante
esperienza. Lavorare con Lois era un sogno, conoscere meglio suo cugino, tutto
ciò che restava della sua famiglia, qualcosa che desiderava fare da tanto
tempo. E allora perché si sentiva così male? Non aveva dormito, non dopo la
visita di Lena, ma non era solo quello.
Una voce
uscì dagli altoparlanti annunciando che il suo volo imbarcava i passeggeri, lei
si alzò e si mise in fila.
“Kara!”
La folla si voltò, sorpresa da quell’urlo che infrangeva il tranquillo via vai
mattutino dell’aeroporto, per poi vedere una donna elegante che si avvicinava
di corsa e disinteressarsi. Ma lei aveva il cuore che batteva veloce.
“Lena…
cosa..?”
“Sono…”
Lena prese il respiro, era pallida. “Scusa, ho volato per venire qua e poi ho
corso, non volevano farmi passare, ma ho comprato il primo biglietto che mi
capitava e…” Alzò il biglietto leggendo. “Credo che potrei andare a Tokio se lo
volessi e…”
“Hai
volato fino a qui?” Chiese lei stupefatta.
“Il tuo
volo partiva se non facevo in fretta, un elicottero era l’unico modo per…”
“Hai
volato per me.” Chiese conferma ancora Kara e Lena prese un profondo respiro.
“Sono
venuta a dirtelo.” Disse allora.
“Dirmi
cosa?” Lena sbatté le palpebre, trangugiò a vuoto e poi abbassò il volto,
quando lo rialzò aveva gli occhi lucidi, ma era decisa.
“Non
voglio che tu vada via senza sapere quello che provo per te.”
“Oh, no,
non devi… voglio dire, ho capito, non…”
“Io,
credo… penso che…” Balbettò la giovane Luthor.
“Oddio, non è mai stato così difficile dire qualcosa, eppure… è stato così
facile e… penso sia successo quando siamo andate nel deserto… di certo non
all’opera, sei stata pessima all’opera… e poi volare, oddio, ho quasi vomitato
l’anima, ma a casa tua… in bicicletta e… mi sono lasciata andare,
completamente, totalmente, per la prima volta ho capito che potevo non essere
più sola, ma non è solo questo, è di più, è sentirsi completa, io, finalmente,
potevo…” Si interruppe e guardò Kara.
“Forse
dovresti dire quello che ti stai sforzando tanto di non dire.” Suggerì una
vecchietta seduta su di una sedia in attesa del suo volo. Lena la guardò e
annuì, mentre Kara arrossiva.
“Io sono
innamorata di…” La baciò, prima ancora che lei finisse.
Piangeva
mentre baciava le labbra dolci di Lena.
“Avevo
paura di essermi sbagliata a Midvale di aver visto
solo quello che volevo vedere, ma…”
“Avrei
dovuto dirti di Maxwell e del suo stupido accordo!”
“Avrei
doluto dirti dell’articolo!” Replicò Kara.
“Mi
dispiace così tanto.” Dichiarò Lena e Kara annuì condividendo il suo pensiero.
“Signorina,
se vuole imbarcarsi questo è il momento.” La chiamò un’hostess e Kara annuì.
“Devo
andare.” Mormorò piano.
“Ma
certo…” Lena si separò da lei. “Il tuo stage, il tuo futuro… sono importanti.”
“Due
mesi.” Le disse Kara. “Due mesi e tornerò, potremmo, se sarai ancora libera…”
“Potremmo,
sarò ancora libera.” Assicurò Lena. “Ora vai.”
Kara
fece qualche passo, poi tornò indietro e la baciò.
“Oh,
ehm… anche io sono innamorata di te.” Affermò appoggiando la fronte contro la
sua.
“Bene.”
“Bene.”
Si sorrisero, poi Kara si separò lentamente da lei e Lena la guardò andare via,
un sorriso sulle labbra.
Dopo
tutto, forse, a volte, le cose andavano come nelle commedie.
Note: e così finisce la storia! Il
titolo per l’ultimo capitolo si è scelto da solo, come ormai avrete capito la
commedia da cui ho preso chiaramente spunto è proprio quella: “Come farsi
lasciare in 10 giorni.”
Come ogni classica commedia anche in
questa storia ci voleva la corsa in aeroporto e la dichiarazione finale, il
bacio e l’intruso che da una piccola mano alla coppia. Ma, questa volta, ho
voluto aggiungere un piccolo di più: il futuro non si ferma. Kara va lo stesso
a Metropolis per il suo importante stage al Daily Planet e di certo Lena non cerca di fermarla. L’amore
vero non teme le distanze e cosa sono due mesi?
Potrei scrivere un epilogo, ma non è
necessario, lo sapete che quei due mesi passeranno in fretta, Lena li userà per
progettare chissà quale magnifico prototipo di astronave e Kara per imparare
come mettersi nei guai per scrivere un buon articolo e, quando si
rincontreranno, la loro storia avrà un nuovo inizio, basato sulla sincerità e
privo di retroscena moralmente discutibili. ;-)
Grazie mille per aver seguito la
storia, mi scuso di nuovo per il ritardo nelle risposte ai vostri commenti e
per la discontinuità nel pubblicare. Altre storie in arrivo!
Ciao ciao