Lee girò lentamente il capo verso la soglia.
- Tenten? - chiese in un mormorio.
Certo, quegli chignon erano inconfondibili.
Sorrise, per quanto i
postumi della anestesia gli permettessero: che gioia vedere una faccia
amica. Per un attimo il pensiero di alzarsi e correre ad abbracciarla
gli attraversò la mente. Poi però dovette fare i
conti con il
proprio corpo, che di muoversi non ne voleva sapere.
Fu Tenten ad andargli incontro, sedendosi accanto al letto.
- Tra tutti e due... - sorrise guardando ora le proprie
medicazioni ora
quelle del ragazzo, - Siamo proprio uno splendore! -
Lee incurvò gli angoli della bocca verso l'alto. Ma altro lo
preoccupava, ora.
- Ti ho sentito litigare con Neji. -
Tenten perse un battito. Aveva sentito la loro discussione?
Aveva
sentito? "Tenten, mi raccomando," l'aveva pregata il maestro Gai, "per il momento non dire niente a Lee. Voglio
aspettare gli esiti di analisi più approfondite"
- Voi due non avete mai litigato. Perché non mi
racconti cos'è successo? -
- Io... Lee, senti... - balbettò, le lacrime che
le salivano agli
occhi.
- Scusami, sono sempre troppo curioso. - chinò il
capo.
Tenten si sentì morire. Quel ragazzo era sempre
così
umile... Forse avrebbe preferito se la avesse costretta con la forza a
dirgli in faccia tutto ciò che lo riguardava.
Lei, invece era una tale inetta. Era stata totalmente incapace di
assumersi le proprie
responsabilità e, forse persino peggio, aveva tradito la
fiducia del maestro.
- E' che... - proseguì la bestia verde di Konoha,
- sentivo le
vostre voci ma non capivo quello che dicevate. -
Rock Lee fece gli occhioni, le
labbra gli si incresparono:
- E' terribile, non trovi? Come imparare una
tecnica di tai solo superficialmente, senza poterne cogliere
l'essenza. -
La kunoichi trasse un sospiro profondo, una mano sulla fronte.
Lee la richiamò. Lei alzò il viso, interrogativa.
Lui
la fissava di nuovo serio.
- E' per Neji che stavi per piangere, quando sei entrata? -
Smascherata in pieno.
In effetti, entrando nella camera subito dopo
aver discusso con lo Hyuuga, non aveva avuto il tempo di asciugarsi
gli occhi. Tuttavia, in quel momento Tenten aveva desiderato solo
andare lontano da lui. Tutto il resto era divenuto secondario.
- Va tutto bene, adesso. - lo rassicurò.
Ma Lee non intendeva
cambiare discorso.
- Quando uscirò di qui, - levò
il pollice a fatica davanti al viso, - lo farò strisciare ai
tuoi piedi per implorarti perdono! -
- Lee... -
Grazie...
Non riuscì a dirglielo. Perchè le parole di Gai,
quasi in lacrime, le tornarono in mente. Fu come gettare nuova legna
da ardere sul fuoco appena acceso da Neji.
La mano di Lee si schiuse mentre il ragazzo guardava Tenten incurvarsi
e portare le mani sul volto.
- Lee... - parlò tra i singhiozzi, la voce
impastata dallo
sforzo del pianto liberatorio, - Mi stimerai di meno ... come
kunoichi... per questo?
-
Le sfiorò le dita con la punta delle proprie, per quanto
deboli e tremanti.
- Farsi trascinare dalle passioni è molto
giovanile, Gai sensei lo dice sempre. Poi, - sfoggiò uno
sorriso scintillante, - tu per me sei la migliore kunoichi di
Konoha!
Anche meglio di Sakura-chan. -
Tenten scacciò la sua mano:
- Bugiardo... -
Alla fine, però, gli
gettò le braccia al collo, versando lacrime e lacrime sulle
bende di entrambi.
Rabbia. Tenten scaricava tutta la sua rabbia con quei lamenti disperati.
Per la crudeltà del ragazzo di cui era innamorata. Per
l'ingiustizia del destino con una persona pura come Rock Lee.
Le cose sarebbero mai cambiate?
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