Will things ever change?

di _f r a n c y_
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Lee girò lentamente il capo verso la soglia.
 - Tenten? - chiese in un mormorio.
Certo, quegli chignon erano inconfondibili.
Sorrise, per quanto i postumi della anestesia gli permettessero: che gioia vedere una faccia amica. Per un attimo il pensiero di alzarsi e correre ad abbracciarla gli attraversò la mente. Poi però dovette fare i conti con il proprio corpo, che di muoversi non ne voleva sapere.
Fu Tenten ad andargli incontro, sedendosi accanto al letto.
 - Tra tutti e due... - sorrise guardando ora le proprie medicazioni ora quelle del ragazzo, - Siamo proprio uno splendore! -
Lee incurvò gli angoli della bocca verso l'alto. Ma altro lo preoccupava, ora.
 - Ti ho sentito litigare con Neji. -
Tenten perse un battito. Aveva sentito la loro discussione?
Aveva sentito?
"Tenten, mi raccomando," l'aveva pregata il maestro Gai, "per il momento non dire niente a Lee. Voglio aspettare gli esiti di analisi più approfondite"
 - Voi due non avete mai litigato. Perché non mi racconti cos'è successo? -
 - Io... Lee, senti... - balbettò, le lacrime che le salivano agli occhi.
 - Scusami, sono sempre troppo curioso. - chinò il capo.
Tenten si sentì morire. Quel ragazzo era sempre così umile... Forse avrebbe preferito se la avesse costretta con la forza a dirgli in faccia tutto ciò che lo riguardava.
Lei, invece era una tale inetta. Era stata totalmente incapace di assumersi le proprie responsabilità e, forse persino peggio, aveva tradito la fiducia del maestro.
 - E' che... - proseguì la bestia verde di Konoha, - sentivo le vostre voci ma non capivo quello che dicevate. - 
Rock Lee fece gli occhioni, le labbra gli si incresparono:
 - E' terribile, non trovi? Come imparare una tecnica di tai solo superficialmente, senza poterne cogliere l'essenza. -
La kunoichi trasse un sospiro profondo, una mano sulla fronte.
Lee la richiamò. Lei alzò il viso, interrogativa. Lui la fissava di nuovo serio.
 - E' per Neji che stavi per piangere, quando sei entrata? -
Smascherata in pieno.
In effetti, entrando nella camera subito dopo aver discusso con lo Hyuuga, non aveva avuto il tempo di asciugarsi gli occhi. Tuttavia, in quel momento Tenten aveva desiderato solo andare lontano da lui. Tutto il resto era divenuto secondario.
 - Va tutto bene, adesso. - lo rassicurò.
Ma Lee non intendeva cambiare discorso.
 - Quando uscirò di qui, - levò il pollice a fatica davanti al viso, - lo farò strisciare ai tuoi piedi per implorarti perdono! -
 - Lee... -
Grazie...
Non riuscì a dirglielo. Perchè le parole di Gai, quasi in lacrime, le tornarono in mente. Fu come gettare nuova legna da ardere sul fuoco appena acceso da Neji.
La mano di Lee si schiuse mentre il ragazzo guardava Tenten incurvarsi e portare le mani sul volto.
 - Lee... - parlò tra i singhiozzi, la voce impastata dallo sforzo del pianto liberatorio, - Mi stimerai di meno ... come kunoichi... per questo? -
Le sfiorò le dita con la punta delle proprie, per quanto deboli e tremanti.
 - Farsi trascinare dalle passioni è molto giovanile, Gai sensei lo dice sempre. Poi, - sfoggiò uno sorriso scintillante, - tu per me sei la migliore kunoichi di Konoha! Anche meglio di Sakura-chan. -
Tenten scacciò la sua mano:
- Bugiardo... -
Alla fine, però, gli gettò le braccia al collo, versando lacrime e lacrime sulle bende di entrambi.
Rabbia. Tenten scaricava tutta la sua rabbia con quei lamenti disperati.
Per la crudeltà del ragazzo di cui era innamorata. Per l'ingiustizia del destino con una persona pura come Rock Lee.
Le cose sarebbero mai cambiate?






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