Titolo: Acqua E Sale
Personaggi:
Jack Harkness, Ianto Jones, Gwen Cooper, Rhys Williams
Pairing: Jack/Ianto
Rating:
Giallo
Genere: Romantico, Sentimentale,
Sci-fi, Soprannaturale
Avvertimenti: Slash
Timeline: Tra la seconda e la terza stagione.
Disclaimer: Jack, Ianto, Gwen e
Rhys non sono miei, tutto quello che scrivo non è a scopo di lucro e purtroppo
l’intero Torchwood è di Russel T. Davis.
Note: Le parole in corsivo sono i pensieri di Ianto.
Note2: Dedicata alla mia carissima H W. Colei che mi ha fatto scoprire questo
meraviglioso telefilm e il Janto. Spero sia di tuo gradimento questa mia nuova
storia =)
Note3: Ringrazio la mia essenziale cavia da laboratorio Rachele per
ogni volta che legge ciò che scrivo e tutti i suoi consigli preziosi.
Gwen se ne stava fra le braccia di Rhys che guardava la
partita interessato e taciturno.
La donna era vicina all’assopimento e le figure dei
giocatori sullo schermo con i suoni della telecronaca si facevano sempre più
soffusi finché il suono di un telefono non irruppe in quella sua amata
monotonia.
Alzò il capo stordita e si sporse automaticamente verso il
ripiano su cui stava il proprio cellulare.
Dette un’occhiata allo schermo illuminato, era Ianto.
- Pronto? –
- Gwen, devi venire alla base, ci sono state delle strane
segnalazioni. –
Come al solito, qualsiasi ora l’orologio indichi, Ianto risultava
sempre attivo, estremamente professionale. O così voleva far sembrare.
La donna dette un’occhiata all’orologio, le 22:40.
- Sono stata a lavoro tutto il giorno, è sera e sono stanca.
Mi è concesso di dormire? –
- Scusa Gwen, ma il capo non sono io. –
- Allora dì a Jack che... –
Si fermò solo per accorgersi che non stava parlando con
nessuno. Udiva solo un tump, tump che suonava a vuoto.
- Ha riattaccato. –
Più che a Rhys, lo aveva detto a se stessa.
- Allora non ci andare. –
L’ex poliziotta di liberò dalle braccia del marito e si
infilò la giacca di pelle nera che portava abitualmente.
- Sai come è il mio lavoro, devo essere sempre pronta ad
andarci. –
Aprì la porta dell’ingresso prendendo la borsa.
- Maledetto Torchwood. –
- Tornerò il prima possibile, te lo prometto. Ciao. –
- Ciao Gwen. –
Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che la porta si
era già richiusa.
***
Ianto Jones ripose il cellulare sulla scrivania di Jack,
l’ilarità in lui sembrava non fosse mai esistita. Era l’emblema della serietà.
- Ianto... –
Il capitano cercò di attirare l’attenzione a sé invano.
- Vado a preparare il caffè. –
La risposta fu fredda, distaccata.
L’uomo uscì dall’ufficio diretto a quella che piaceva
chiamare “il suo tempio”, la macchinetta per il caffè.
Si concentrò solo in quello che stava facendo, escludendo
Jack e l’irritazione che provava verso lui dai suoi pensieri.
Accendere la
macchinetta, prendere il caffè e metterlo al posto di quello vecchio, sistemare
le tazze mentre l’apparecchio si scalda...
- Scusa. –
La voce di Jack si fece sentire alle sue spalle, vicina.
Troppo.
- Non so di cosa parli. –
Il tono si era leggermente scaldato, ma non tralasciava
alcun segno di interesse a tenere una conversazione.
- Sì che lo sai invece. –
Una mano si posò su un fianco di Ianto.
Decisamente troppo.
Trattenne un sospiro, non doveva considerarlo.
Aspettare che si
scaldi, prendere lo zucchero e i cucchiaini...
Era arrabbiato, voleva qualcosa da Jack e pareva che l’unico
modo per avere ciò che desiderava, era quello di fare l’offeso.
D’altra parte lo era, ma che poteva farci se ogni volta che
avevano un appuntamento quello veniva interrotto per via del lavoro?
- Quando anche questo finisce, mi farò perdonare. Promesso.
–
Il respiro caldo del capitano gli solleticava la nuca
piacevolmente.
Chiuse gli occhi.
Il caffè è quasi caldo
al punto giusto. Caldo, ho un caldo tremendo. Concentrati Ianto, concentrati.
Continuava a ripetersi le stesse cose mentalmente, ma era
tutto invano.
Bastò una piccola pressione delle labbra di Jack sul suo
collo per mandare a farsi un giro tutti i buoni propositi.
Si girò di scatto poggiando le braccia sul ripiano dove
stava la macchinetta e si ritrovò con il naso a due centimetri da quello del
compagno.
Irrimediabilmente
troppo.
I battiti accelerarono finché non poté sentirne il suono rimbombargli
nelle orecchie.
Le labbra di Jack scoprirono un leggero sorriso, visibile
appena data la vicinanza.
Ci volle veramente poco perché esse si posassero su quelle
di Ianto schiudendole e incitando il compagno a faro lo stesso facendo uso
della lingua.
A quell’ultima prova di resistenza il gallese cedette a
quelle labbra morbose che ogni volta lo catturavano facendogli perdere ogni
briciolo di razionalità che aveva in corpo.
Non riusciva nemmeno a sforzarsi di opporre una resistenza,
ogni sua emozione passava lasciando il posto al più completo desiderio che la
maggior parte delle volte veniva soddisfatto dopo poco.
La macchinetta dietro, sbuffò fumo iniziando a erogare il
caffè, ma nessuno dei due la degnò di una minima considerazione.
Le sue labbra, il suo
odore, il suo sapore, il suo tocco...
Si aggrappò alle spalle dell’ amante per non cadere quando
sentì la sirena della porta a ruota dentata squillare.
Ci mise qualche secondo a capire che non erano più soli, era
arrivata Gwen.
- Sono arrivata! –
Tentando di riacquistare un minimo di contegno, Ianto riuscì
a staccarsi di dosso Jack e tornare al suo caffè.
Jack di tutta risposta, si avviò verso Gwen con il suo
solito tono allegro e un sorriso indecifrabile stampato sulla faccia.
Un sorriso di vittoria, sicuramente.
- Allora? Cosa c’è di così urgente che non potete risolvere
da soli? –
La donna sbadigliò mentre posava la giacca e la borsa sulla
propria postazione.
- Ebbene, sono spariti un pescatore con la sua barca alla
baia. –
Esordì il capitano.
- Se li è mangiati Nessie?? Grazie Ianto. –
Gwen prese il caffè che portò prontamente alle labbra
bevendo metà del contenuto in un colpo solo.
- Nessie è a Loch Ness. –
La corresse Ianto con la sua solita calma e una certa aria
da saputello.
- Okey, allora un calamaro gigante? –
- In entrambi i casi, ci sei sicuramente andata vicina. Ci
sono stati notevoli picchi della fessura nel bel mezzo del mare in questi
giorni e non escluderei ipotesi di quel genere. –
- Dici che possa essere di origine aliena? –
- No, dico che sicuramente
è di origine aliena. Pare che il nostro Sampei abbia cercato di pescare
qualcosa che va ben oltre le sue competenze. –
- E noi cosa dovremmo fare con questo? No fermo, prima che
tu lo dica, sappi che non lo farò prima di domani. –
Bevve un altro sorso del suo caffè per mantenere la mente
lucida, ma c’era ben poco da mantenere, moriva dal sonno.
- Andare a pesca, mi pare ovvio. –
Continua...
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