Io
Ti aspetto.
Io ti aspetto nel secondo che precede il tempo
Nelle
bugie che non ti ho detto per sentirmi perso
Nei
tuoi capelli che non riesco mai a dimenticare
Nelle
bestemmie che ho sputato per farmi sentire
[...]
Quando
ti urlavo e tu non mi capivi
[Pianeti- Ultimo]
Ehi.
No
aspetta, come cazzo si iniziano queste dannate cose?
Ciao?
No,
no. Banale
Senti,
ricominciamo, forse questa volta andrà meglio...
No,
non c'è un modo per impostarsi, porca puttana!
A
questo punto tanto vale...
Allora,
penso tu ti sia resa conto che non so davvero come scrivere ma per te
ci sto provando.
Niente poesie, niente puttanate simili.
Dio,
sento già il diabete salire.
Fanculo,
torniamo al punto che qui sto tergiversando e perdo tempo, cazzo!
Ci
sono cose che non sai, forse sono anche troppe e a malapena so come
districare i pensieri e come riordinarli.
Come le volte in cui ti ho osservata da quel banco si scuola, o la
prima volta che ti sei librata in aria, durante un'esercitazione, ed
ero pronto a riprenderti in caso di caduta.
Come quella volta che ti ho urlato addosso che di te non me ne fregava
un cazzo, che per me potevi anche morire che non ti avrei pianto... ma
morivo dentro io, davanti ai tuoi occhi lucidi.
E di come mi sono beato del profumo della tua pelle, durante i nostri
allenamenti.
O di come avrei voluto proteggerti, arrivando quasi a morire per te...
Ricordo
quella notte di due anni fa come fosse ieri.
Ricordo
il tuo sguardo ceruleo, spento. Cazzo, infesta ancora i miei incubi.
Ricordo
le mie mani rosse, ricoperte di sangue e le lacrime che ho ricacciato
portandoti in quel cazzo di ospedale.
Le
tue mani gelide e pallide che stringevo spasmodicamente mentre ti
intubavano.
Ricordo
le parole non dette, le urla ricacciate, mentre temevo di averti persa
Le
nocche di Deku contro al mio naso ed il sangue sputato contro al muro.
Sai, quella volta non mi sono nemmeno mosso, ho lasciato che
mi riempisse di pugni senza fiatare.
Ricordo
il vaso di fiori che avevo portato per te, sul tuo comodino, in
frantumi sul pavimento.
Il
rimorso che mi ha divorato l'anima, senza sapere la motivazione.
Le
colpe che mi sono inciso sotto pelle, seduto du quella sedia accanto a
quel letto a guardarti respirare attaccata ad una macchina.
E
non capivo. Cazzo!
Non
capivo perchè facesse tanto male o perchè avrei
preferito mille volte essere al tuo posto, attaccato a quella cazzo di
macchina. O morto.
Due
anni su quella cazzo di sedia, ad aspettare che tu aprissi gli occhi. A
rielaborare sul fatto che sono uno stronzo e non so parlare.
Non
ho mai saputo dirti quanto tu mi spronassi a mostrare la parte migliore
di me, ad un mondo che per me meriterebbe di bruciare, ma a cui valeva
la pena dargli una possibilità solo perchè tu gli
donavi il tuo sorriso.
Non
hai mai saputo che dormivo lì, aspettandoti.
Ma
che cazzo avrei dovuto dirti, eh?!?
Prendi
la mia vita? La mia aria?
Trasformami
nella persona che tu riesci a vedere dentro sotto questo cumulo di
merda?!
Dio,
sono patetico!
Ricordo
l'abbraccio di Kirishima, mentre mi diceva che le
possibilità che tu potessi risvegliarti erano basse.
Non
ho mai pianto tanto in tutta la mia vita, soprattutto davanti a
qualcuno.
Poi
qualcosa accadde.
Decidesti
di riaprire quei cazzo di occhi, nell'unico momento in cui non c'ero...
ma lui era al tuo fianco.
E
da bravo coglione gli ho chiesto di mentire, che non sono mai stato in
quella cazzo di stanza di ospedale.
che
di te non me ne fregava...
Che
era più facile così.
Che
stronzo, vero? ma quella polaroid di te che sorridevi in quel letto e
quel cazzo di nerd che ti stringeva la mano, non posso bruciarla dai
ricordi... è qui, impressa come una cazzo di maledizione.
Eri
felice, cazzo, e così voglio vederti per il resto della mia
stupida vita. Con quel cazzo di sorriso stampato in faccia, magari
circondata da marmocchi con i tuoi occhi.
Questa
lettera non la leggerai mai, e va benissimo così. In
realtà l'ho scritta per me... per ricordarmi quanto sono
stato coglione a perdere l'unica cosa vera in tutta la mia vita.
L'unica
in grado di capirmi senza aver bisogno di parole.
L'unica
che abbia amato.
Porca
puttana, se sono messo male se riesco ad ammetterlo!
In
ogni caso vorrei avere i coglioni per poterti dire che non mi
presenterò al tuo cazzo di matrimonio e spero tu possa
capire.
Preferirei
cavarmi gli occhi, piuttosto che vederti accanto a quel coglione, nel
tuo abito migliore o sapere che ti accarezzerà dopo il
ricevimento e...
Dio, sarai bellissima, lo so.
Vaffanculo,
me lo merito e lo accetterò così.
Con
quanta fatica ho capito che eri la mia metà...
Con quanta rabbia ti lascio andare...
Perchè, in fondo, io ti aspetto, nonostante sia privo di
senso: non hai mai voluto me, Ochako.
Per sempre tuo.
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