Scientifically Speaking
Scientifically Speaking.
Scientificamente parlando, Velma sa che non c'è niente di
sbagliato in lei. Che non c'è niente di sbagliato nel
provare dei sentimenti per una persona dello stesso sesso. Per questo,
sotto quell'aspetto, non è per niente preoccupata.
Quello che la mette in
agitazione, piuttosto, è che la persona da cui si sente
attratta è nientemeno che Daphne Blake, giovane donna che
conosce praticamente da sempre. Che è la sua migliore amica.
E che è fidanzata con Fred.
Scientificamente
parlando, Velma sente di star diventando matta. Poteva essere chiunque,
non importa chi, e invece... Daphne. Oggettivamente è bella,
questo non può negarlo, e ha dimostrato
più e più volte di non essere solo apparenza.
Quindi sì, è naturale che possa provare qualcosa
per lei. Anche per il fatto che passano un sacco di tempo insieme. Come
diceva, non c'è niente di sbagliato, a parte l'incredibile
sfortuna nella scelta del soggetto. Perché, anche se non
fosse la sua migliore amica, Daphne resta fidanzata con il loro amico e
componente della gang Fred Jones.
Velma non ha idea di
come gestire tutto questo. Non se lo aspettava, davvero, ma
è successo, e ora che la situazione a preso una piega
imprevista è agitata, nervosa, spaventata. Sa come vanno
cose del genere, gli amori non corrisposti, le cotte a senso unico; la
preoccupa che la storia venga fuori e porti problemi all'interno del
gruppo, che rovini la loro amicizia, che inizino a trattarla in maniera
differente. Ma ancora di più la preoccupa che non cambi
niente, che rimangano la solita Mistery Inc., e sarebbe come se i suoi
sentimenti non esistessero nemmeno.
Scientificamente
parlando, Velma è fregata.
***
Daphne in costume da
bagno è qualcosa di cui Velma non aveva assolutamente
bisogno.
La squadra ha appena
risolto un caso relativamente semplice in un'assolata giornata di
agosto. Quando Shaggy ha proposto di passare qualche ora in spiaggia,
tutti si sono trovati subito d'accordo. E così ora si trova
lì, seduta su un asciugamano dello stesso colore arancione
del suo costume intero, a chiedersi cosa abbia fatto di male per
meritarsi quello. Non sa bene cosa prova - gelosia, invidia, desiderio
-, non ha ancora fatto chiarezza nella sua mente; sta di fatto che il
bikini viola di Daphne lascia scoperta più pelle di quella
che la Dinkley era pronta a vedere, permettendo alla sua fervida
immaginazione di viaggiare senza controllo. Una provocazione, ecco
cos'è.
"Tizio carino a ore
due" la informa l'amica, sistemandosi gli occhiali da sole mentre la
testa di Velma scatta in automatico in quella direzione.
Qualche metro
più in là il 'tizio' indicato dalla rossa
ricambia il suo sguardo, facendola arrossire. È davvero
carino, alto e moro e con la giusta dose di muscoli, gli addominali
scolpiti e le spalle larghe. È troppo carino, a
dirla tutta. Non è possibile che stia guardando proprio lei.
"Non dire sciocchezze"
replica Daphne, e, cavoli, non si era nemmeno accorta di aver parlato
ad alta voce. "Sei una bella ragazza, Velma, chiunque ti guarderebbe."
Ed è qui che
il suo cuore perde un battito o due, per poi prendere a galoppare come
un pazzo. Perché Daphne l'ha appena definita bella.
"Sei sicura?" le
domanda, senza riuscire a trattenere la nota di scetticismo che sporca
la voce.
"Certo. Non
è vero, Fred?"
Jones annuisce,
incerto, tanto per dare ragione alla sua fidanzata, ma a Velma non
potrebbe importare di meno. Lei, proprio lei, la secchiona con il
caschetto e il perenne maglione a collo alto, la quattrocchi saccente,
lei ha ricevuto un tale complimento proprio da Daphne.
Si stende
sull'asciugamano, il viso sorridente rivolto verso il sole. Adesso
sì che riesce davvero a godersi la spiaggia.
***
Fred e Daphne si sono
lasciati.
La Blake glielo dice
così, con naturalezza, sistemandosi i capelli con una mano,
come se fosse una cosa normale, come se questo non sbilanciasse gli
equilibri del loro gruppo.
Come
se questo non cambiasse tutto.
Velma annuisce,
è tutto ciò che riesce a fare, perché
non sa bene cosa si dovrebbe dire quando due dei tuoi migliori amici
smettono di essere fidanzati. E perché non è
sicura che ammettere di esserne felice sia la scelta giusta. Dovrebbe
spiegare troppe cose, non è il momento. Non è
pronta, e non lo è neanche Daphne. Allora se ne esce con un
"Mi dispiace" di circostanza, una mano sulla spalla, una maschera di
apprensione calata sul volto. "Ti va di parlarne?" aggiunge,
perché è pur sempre la sua migliore amica, ma non
può fare a meno di sentirsi sollevata quando la rossa scuote
la testa e le sorride, come se le avesse così tolto un peso
enorme dalle spalle. Il peso di dover fingere ancora, di mostrarsi
triste e addolorata, quando invece vorrebbe quasi saltare dalla gioia.
Non si illude di avere
qualche speranza - è difficile quando l'oggetto del tuo
desiderio è una tale bellezza e tu, beh, tu sei Velma
Dinkley - ma il sospiro di sollievo che lascia la sua bocca non appena
Daphne le volta le spalle non la fa sentire minimamente in colpa. Ora
che Fred è fuori dai giochi, le cose potrebbero anche farsi
più semplici.
***
La colpa è
tutta di Fred e della sua mania di separarsi. Mai una volta che scelga
di cambiare le squadre, anche adesso che non ha una ragione
effettivamente valida per fare coppia con Daphne, relegandola ad
indagare praticamente da sola, non potendo contare
sull'affidabilità di Shaggy e Scooby. Velma percepisce una
punta di gelosia nei propri pensieri, da un po' di tempo, nonostante
quella sia la consuetudine alla Mistery Inc.
Ma questa volta non
è solo gelosa. È anche arrabbiata, parecchio,
perché se Fred non avesse deciso di dividersi adesso non
starebbe penzolando nel vuoto, aggrappata a un pezzo ancora
miracolosamente integro del pavimento che qualche minuto prima ha
deciso di sgretolarsi sotto i suoi piedi, gridando come un'ossessa in
cerca di aiuto. Se Fred non avesse deciso di dividersi a lei non
sarebbero toccati i due che spariscono non appena il mostro o fantasma
del giorno appare e ora non sarebbe sola. Sa che dovrebbe stare calma,
non è stupida, che agitarsi è pericoloso in
questi casi. Allora tira un respiro profondo, soffiando via l'aria con
calma, e si impone di tranquillizzarsi. Si accorgeranno della sua
mancanza e verranno a cercarla. Nel frattempo può cercare di
salvarsi da sola, di far forza sulle braccia e issarsi su quella che al
momento le sembra un'oasi nel deserto. Si concentra, un altro respiro,
la testa piena di calcoli e possibilità,
l'eventualità di un sempre più verosimile
fallimento ricacciata a forza in un angolo.
"Velma!"
Oppure per oggi
può essere lei la donzella in difficoltà.
"Fred! Sono qui!" urla
di rimando, sperando che la senta.
Avverte i passi sopra
di lei, passi cauti e delicati di chi sa di star camminando su un
terreno pericolante.
"Resisti, Velma" le
intima Shaggy - e, seriamente, dov'era poco fa?
Ma la mano che si
sporge per aiutarla non è quella grande e ruvida di Jones.
Le dita che si chiudono intorno al suo polso sono sottili e morbide,
delicate ma allo stesso tempo salde, e non le ci vuole molto per capire
a chi appartengono. Si lascia tirare su, cercando di aiutare, e poco
dopo si ritrova carponi sul pavimento, la respirazione accelerata e il
cuore che batte all'impazzata. Cielo, questa volta ci è
andata davvero vicina.
"Stai bene?"
Solleva la testa di
scatto, ritrovandosi il volto di Daphne a pochi centimetri dal suo. La
rossa è inginocchiata accanto a lei, la mano posata sulla
sua spalla e negli occhi uno sguardo preoccupato. Velma pensa per un
attimo a quello che è successo, si chiede dove l'amica abbia
trovato la forza per reggere il suo peso, ma poi decide che non le
importa, che non le interessa nemmeno ciò che penseranno gli
altri, se deve andare così le sta bene. Allora si sporge in
avanti e bacia Daphne sulle labbra, un bacio a stampo, un bacio che non
dura che pochi secondi ma che colpisce Velma con la forza di un pugno,
perché adesso è tutto vero, non si può
più negare.
Poi il suo portentoso
cervello si riaccende e Velma realizza cosa ha fatto. Ha baciato
Daphne. L'ha baciata sul serio. Davanti a tutti. Dev'essere diventata
matta.
"Mi dispiace. Oddio,
Daphne, mi dispiace tanto." Le parole escono velocemente e allo stesso
ritmo si muovono le mani, mentre l'ansia le chiude la gola. "Non so
cosa mi è preso, forse l'adrenalina, e..."
Tutte le sue paure
spariscono, esattamente come il suo respiro e il flusso dei suoi
pensieri, quando si sente afferrare per il maglione e labbra soffici si
posano nuovamente sulle sue. Ci mette un po' a capire, ma quando lo fa
è come ritrovare un pezzo di sé che non sapeva di
aver perso, come se di colpo qualcuno avesse premuto un pulsante e
rimesso in moto tutto il suo mondo.
"Cosa?" è la
sola cosa che riesce a chiedere mentre l'altra si allontana.
La Blake ride appena
mentre con un dito dalle unghie curate le sistema gli occhiali
scivolati sulla punta del naso.
"Secondo te
perché Fred ed io ci siamo lasciati?"
Velma vorrebbe darle
una risposta, ma non è sicura di riuscire a mettere insieme
le parole.
Scientificamente
parlando - ma anche no - non poteva andare meglio di così.
Note: Storia partecipante al contest "Ti
odio tanto che potrei morirne", indetto da Setsy sul forum di
Efp
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