Anatema Capitolo I
«
Perché proprio lui, mio signore? » chiese la donna
bionda vestita di broccato nero. « In fondo è
soltanto un
ragazzo » aggiunse con voce tremolante e congiungendo le
pallide
mani dalle dita inanellate, "lui
è mio figlio"
pensò, senza però dirlo.
L'oscuro signore continuava a girare in tondo e in modo frenetico,
senza mai rivolgere gli occhi verso la donna che si trovava
vicino al camino spento nella grande sala di Malfoy Manor.
Dopo un po' di esitazione Narcissa
Malfoy riprese a parlare « io so che non ho alcun diritto di
chiedere - »
« Brava Narcissa! » Voldemort si girò di
scatto e fece
qualche passo verso di lei « hai pronunciato le parole
giuste, tu non
hai alcun diritto di fare richiese. »
Narcissa abbassò gli occhi, non voleva che
l'oscuro
signore captasse la sua paura, le veniva da piangere ma avrebbe
preferito soffocare, considerando il fatto che Voldemort traeva piacere
dal dolore. Si limitò a deglutire lentamente. Intanto
Voldermort
si avvicinò a lei, finendo per schiacciarla contro
la pietra dura del camino. Narcissa riusciva a sentire l'odore di morte
che l'oscuro signore si portava dietro, un odore che entrava dal naso
ma pervadeva tutto il corpo, indebolendo le ossa e irrigidendo i
muscoli, proprio come fa il veleno di un serpente.
« Avevo dimenticato la tua bellezza Narcissa »
sussurrò Voldemort, poi prese una ciocca di
capelli biondi
della donna e se la portò alle narici,
annusò e
portò gli occhi da serpente su di lei, si accorse che era
pallida
e rigida, una preda avvelenata e in attesa di essere divorata.
« Hai paura di me? » le chiese Voldemort fingendo
meraviglia.
« Qual è l'origine di tanto timore Narcissa?
» le
sollevò il mento e vide gli occhi di lei gonfi di lacrime.
Narcissa
continuava a deglutire senza proferir parola.
« Capisco... hai paura per Draco, non è
così?
» lasciò il mento della donna in modo brusco e si
allontanò
di qualche passo facendo frusciare la lunga veste.
Narcissa rimase ferma, anche se il solo sentir pronunciare il
nome
di suo figlio da quelle labbra la fece sussultare per un momento.
« Draco... credo,
anzi mi
auguro che sia diverso da suo padre... voglio sperare che abbia
più coraggio. In fondo quando gli ho fatto presente la mia
decisione mi è sembrato onorato del compito che gli ho
assegnato » ragionò Voldemort con tono tranquillo,
si
stava prendendo gioco di Narcissa, faceva finta di non comprendere la
ragione delle sue paure, come se il fatto solo di servirlo non fosse
già una condanna a morte per un ragazzino di sedici anni.
« Sul fatto che Draco non si sottrarrà ai suoi
doveri non
c'è alcun dubbio » la signora Malfoy
alzò gli occhi
e drizzò le spalle « io e Lucius lo abbiamo
educato bene,
diventerà un uomo d'onore » concluse in modo
fiero.
« Tutto il contrario del padre allora! »
sbottò
Voldemort facendo risuonare la sua voce nella stanza dalle pareti di
pietra.
« Lucius si è dimostrato un servo scadente e un
codardo! E
tu osi ancora parlare di lui al mio cospetto? Dovresti solo ringraziare
e chinare il capo considerando che avrei potuto uccidere te e il tuo
prezioso figlio con un solo Avada Kedavra! E questa sarebbe
stata
la giusta punizione per il traditore di tuo marito... Ma d'altra parte
io sono un uomo misericordioso. Al di sopra di voi piccoli tirapiedi
inutili. »
Dopo il lungo monologo Voldemort riprese la calma, e si mise a sedere
sulla grande poltrona in pelle nera di Lucius. Lo fece lentamente e
guardando Narcissa con sorriso beffardo, comportandosi come
se
fosse stato a casa sua,
perché tutto quello che apparteneva ai mangiamorte, vivi o
deceduti che fossero, apparteneva anche a lui, dopotutto era l'oscuro
signore, capo delle forze del male.
Narcissa non sapeva che altro aggiungere, cadere in ginocchio
e
pregare Voldemort di risparmiare Draco, di lasciargli vivere la sua
giovinezza, farlo essere un ragazzo normale ma
sarebbe
stato inutile. La decisione era stata presa, Draco Malfoy era stato
marchiato sul braccio sinistro proprio quella mattina, divenendo
ufficialmente un Mangiamorte, doveva
dimostrare la sua lealtà, uccidere Silente e indebolire
Potter,
'il prescelto'. Erano entrambi compiti adeguati, se Draco
fosse riuscito a portarli in
fondo, Voldemort lo avrebbe preso sotto la sua ala destra.
La cosa che più spaventava e aveva lasciato sconvolta
Narcissa
era stato vedere quello strano bagliore negli occhi di suo figlio, una
volta che Voldemort lo aveva convocato per fargli presente i suoi
piani, quella mattina stessa, mentre imprimevano il marchio nero sulla
sua pelle non aveva versato una lacrima, una cosa strana visto che
Draco era
sempre stato molto lamentoso, sin da piccolo. In quel preciso momento
Narcissa si accorse di aver perso il suo bambino, non le apparteneva
più, era affare di Voldemort adesso.
« Spero di non essere arrivata in un momento inopportuno.
»
Una
voce squillante e fastidiosa si fece largo dal fondo della
sala, la figura vestita di nero aspettò di essere invitata
per
proseguire.
« Vieni avanti Bellatrix » la invitò
Voldemort con un gesto della mano senza alzarsi dalla comoda seduta.
Bellatrix Lestrange, sorella di Narcissa Malfoy e lealissima serva del
signore oscuro, avanzò a passi decisi e pesanti, facendo un
gran
rumore sul pavimento in marmo nero con i suoi tacchi. Vedere sua
sorella e il suo signore a
così breve distanza e da soli l'aveva irritata molto,
Narcissa
si accorse che la vena sulla fronte di sua sorella pulsava in modo
frenetico, era gelosia quella e pensò che fosse
semplicemente
folle.
« Mio signore, giungo con notizie importanti quest'oggi
» Bellatrix
fece un profondo inchino di riverenza una volta di fronte all'oscuro
signore.
« Su coraggio, parla! » fece Voldemort spazientito.
Bellatrix cominciò a parlare «il capo del
ministero della Magia,
quell'alloccho di Cornelius Caramell è stato sostituito da
Rufus Scrimgeour, da quello che le
mie fonti dicono è un osso duro. Sarà
più
difficile entrare e prenderci il ministero.»
« Ah! » Voldemort si alzò di scatto
dalla poltrona
facendo sussultare Narcissa e indietreggiare di un passo Bellatrix,
« credi davvero che quattro Auror impediranno la mia ascesa?
Sei
una sciocca Bellatrix! »
Quel
rimprovero colpì a fondo la
Lestrange che si piegò e nascose la testa tra le mani
facendo un
lamento isterico. Narcissa guardava sua sorella, sembrava un ratto
sotto tortura, provò disgusto per la sua persona
così
malandata. I capelli di Bellatrix erano ridotti a una matassa
sbruciacchata, gli abiti vecchi e logori, la corporatura che era sampre
stata minuta adesso sembrava ancora più fragile.
« Mio signore, perdonatemi, sono stata sciocca e
presuntuosa » Bella protese le braccia verso il suo signore
che
invece la ignorò completamente e si avvicinò a
Narcissa,
« passiamo oltre, dimmi il resto... Hai notizie sul
ragazzo? »
proprio nel momento in cui Voldemort pronunciò la domanda,
apparve Draco un fondo alla sala, arrivava dalle sue stanze, Narcissa
sgranò glio occhi e gli fece un cenno con la testa come per
avvicinarlo a se, ma il ragazzo la ignorò, si
sforzò di
camminare in modo tranquillo verso Voldemort che nel frattempo stava
ascoltando sua zia Bellatrix.
«
Il ragazzo si trova a casa dei
Weasley, a quanto pare Silente in persona l'ha portato
laggiù,
soggiornerà in quella topaia sino all'apertura di
Hogwarts » disse sibilante Bellatrix.
«
Io penso che questo sia il momento giusto per attaccare,
così potremmo risparmiarci tutte le incombenze che
porterebbe il
piano precedente mio signore » propose Narcissa.
Draco
si voltò di scatto verso la madre,
con un espressione palesemente contrariata. Capì subito il
tentativo della donna, fare fuori Potter subito, in modo tale da
lasciare lui e la faccenda di Silente a chissà quando.
« Devi essere pazza sorella! » la
rimproverò Bellatrix
strabuzzando gli occhi « in questo modo i piani andranno in
fumo! »
« Dobbiamo rimanere nell'ombra Narcissa » fece
Voldemort,
aveva capito prima di Draco il ragionamento della donna e proprio per
rigirare il dito nella piaga si avvicinò a lui e gli mise
una
mano sulla spalla « lasciamo lavorare il nostro Draco
»
e sorrise in modo mellifluo.
« Se mi è permesso
mio signore,
continuerei con le informazioni. »
« Prego Bellatrix, va avanti. »
« Pare che con lui ci sia quella nata babbana che gli fa da
tira
piedi... » Draco capì subito a chi si
stava riferendo
sua zia, per un attimo vide davanti a se una figura minuta con la veste
di Grifondoro, la solita aria da so tutto io e il suo sguardo
sprezzante tutto per Draco. Il ragazzo sentì dentro di se un
fremito di rabbia e la parola gli uscì dalle labbra
istintivamente « la Granger... »
pronunciò stringendo
i denti.
Ci fu un attimo di silenzio e Voldermort rivolse tutta la sua
attenzione verso Draco.
« Percepisco forti sensazioni da parte tua per
questa nata babbana, qual è il motivo Draco? »
Draco si sentì per un attimo sotto esame e le parole giuste
gli
morirono in bocca, non poteva certo spiegare al signore oscuro che
l'odio per Hermione Granger era derivato dal fatto che fosse
un'insopportabile so tutto io, in fondo tranne qualche insulto e
occhiataccia non avevano mai avuto un vero scontro e in confronto a
Potter lei non rappresentava niente per lui, era solo una dei tanti
tirapiedi dello sfregiato, come Ronald e Ginevra Weasley, loro non
erano niente.
« Il mio odio per quell'essere insopportabile risiede tutto
nel
suo
sangue marcio mio signore, mi sono sempre guardato bene dall'esserle
tropppo vicino da poterne sapere di più » Draco
spiegò tutto in modo meccanico, evitando, stupidamente, lo
sguardo di Voldemort che lo guardava con gli occhi ridotti a due
fessure.
« Da quel poco che sai di questa ragazza, Draco, dimmi... La
reputi una minaccia? Pericolosa per i nostri piani? »
Draco soffocò una risatina, « la Granger una
minaccia? Mio
signore lo è solo per le povere orecchie di chi deve
ascoltare le
sue infinite lamentele o le sue lunghe liste su cosa sia legale o non
legale ad Hogwarts, adesso che è pure prefetto... »
Perché aveva risposto così? Hermione Granger era una
minaccia, sin dal primo anno ad Hogwarts si era sempre dimostrata la
più intuitiva e caparbia del magico trio, gli altri due
senza di
lei sarebbero morti anche contro Raptor al primo anno, se solo si fosse
impegnata non ci avrebbe messo molto a capire le intezioni Draco e la
sua missione, avrebbe detto tutto a Potter e quei tre gli avrebbero
messo di sicuro i bastoni tra le ruote. Deoveva assolutamente
togliersela dai piedi, in quei pochi attimi di ragionamenti Hermione
Granger era diventata la sua più grande minaccia.
« Capisco...
» annuì Voldemort trascinando giù Draco
dalla nube
di ragionamenti e paranoie che si era creato in pochi minuti.
«Be'
per
adesso possiamo lasciarla in vita, verrà abbattuta a tempo
debito, non sprechiamo energie inutili per adesso. »
Bellatrix parve contrariata mentre Narcissa sembrava lontana con i
pensieri.
« Con il vostro permesso mio signore... » irruppe
Draco con
decisione ma senza mai guardare Voldemort negli occhi « della
Granger vorrei occuparmi io personalmente e a
breve. »
« Adesso smetti di fare lo spavaldo Draco, vuoi caricarti
tutto
tu? » lo rimproverò la zia con ardore «
la tua
bacchetta è ancora un ramoscello verde e tu vorresti fare
più di quanto noi tutti facciamo? »
Draco si irritò terrbilimente e per un secondo
dimentcò
dove si trovava « sono stato scelto! Ha scelto me! Io posso
uccidere chi voglio, quando e come mi pare! »
A quel punto intervenne Narcissa « vede mio signore? il
ragazzo
non è pronto, si lascia prendere dall'entusiasmo! »
« Finirà per rovinare tutto! »
Rafforzò Bellatrix.
« Adesso basta! » Voldemort urlò
talmente forte che
nel farlo agitò le braccia e finì per lanciare un
incantesimo che ruppe i vetri delle fineste.
Bellatrix scappò a rifugiarsi in un angolo,
proprio come
un ratto, mugolava e diceva parole senza senso, Narcissa cadde a terra
tappandosi le orecchie e Draco tremò a vetta ma rimase in
piedi
nella sua posizione e Voldermort gli si avvicinò.
« Voglio che tu faccia esattamente quello che ti dico, non mi
importa dei risentimenti che hai verso inutili mosche che posso
schiacciare con un solo respiro, tu farai tutto quello che ti ordino,
chiaro? » Voldermort aveva preso Draco per il colletto della
camicia nera che portava sotto il completo scuro elegante.
« Chiarò? » ripeté stringendo
la presa con le
sue dita rinsecchite dalle unghie lunghe e giallastre, «
s-sì »
balbettò il ragazzo che adesso aveva perso tutta la sua
sicurezza.
« Quella Granger è così importante per
te? »
Draco rimase inebetito dalla domanda, se importante voleva dire importante
eliminarla allora
sì.
« La odio quanto odio Potter signore. »
« Perfetto. » Voldemort parve quasi soddisfatto
dalla risposta,
Narcissa temeva un Crucio verso suo figlio per la sua insolenza da un
momento all'altro.
« Se per te è necessario eliminarla fai pure
Draco, ti ho
dato la mia fiducia » sul volto di Draco si
disegnò un
sorriso compiaciuto « ma fai sì che risulti un
incidente,
capito? Perciò tieniti lontano da lei finché non
arriverà il momento opportuno. »
« Non mi sarà difficile signore »
rispose Draco
risoluto.
Voldemort
annuì compiaciuto e finì per
sistemare il colletto della camicia al ragazzo, il suo gesto era
chiaramente intimidatorio e Draco non vedeva l'ora che gli togliesse le
mani di dosso, stava cominciando a cedere, non voleva dimostrarlo ma
aveva veramente paura.
Voldemort si guardò intorno, Bellatrix all'angolo china su
se
stessa con l'aria di un cane bastonato e Narcissa guardava abbattuta il
figlio che stava andando in una direzione troppo lontana,
« Narcissa » fece per richiamare la sua attenzione,
la donna
scattò sull'attenti « sistema subito i vetri delle
finestre. »
«
Sì mio signore, subito. »
Note
Dopo
uno stop bello lungo eccomi di nuovo qui, questo piccolo grande spazio
dove dare sfogo alla fantasia mi era mancato. Spero che questa nuova
storia vi piaccia.
Accetto consigli e critiche a
patto che siano costruttive, ci tengo a migliorare e dopotutto efp
serve anche a questo no?
Baci e a presto.
Morgana La Strega.
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