Toronawa
“Allora non
vieni a ballare, traditore?” mi chiede Serena ridendo, mi
guarda
sono pallido in volto e sto arpionando i miei jeans
all’altezza
delle cosce. Le ragazze guardano lo chef tornare in cucina, come
faccio io, o forse loro con curiosità e io con uno sguardo
diverso,
di chi brama qualcosa. Charly mi sorride con fare dolce
“Shin, non
abbiamo capito nulla, lei ha capito qualcosa, ma io sono
completamente all’oscuro” ridacchio e poi passo di
nuovo
all’inglese, e mi fa quasi strano, sono stato trasportato a
Kanagawa, e ho ritrovato lui, se penso all’effetto che mi ha
fatto
adesso, e la rabbia sportiva che provavo per lui al liceo mi viene
solo da ridere. “Allora, per chi non parla giapponese il
riassunto
è che mi sono complimentato con lo chef senza riconoscerlo,
ma lui
l’ha fatto, mi ha riconosciuto, nonostante il liceo sia
finito,
ormai da anni. Si chiama Jun Uozumi era il centro di una squadra che
rivaleggiava con la mia, penso di averci giocato contro sin dalle
elementari, ed era veramente bravo, un centro solido, ma
generoso”
scrollo le spalle “Gli ho chiesto se voleva uscire con me il
suo
giorno libero e mi ha chiesto di aspettarlo a fine turno”
Serena si
gratta la nuca osservandomi, quasi studiandomi “E
così non vieni a
ballare” con il tono di una constatazione “Se non
vi disturba, se
no dico a Uozumi che faremo un’altra volta” e
adesso è Charly a
rispondermi “Amore, sei raggiante, sei strano da quando hai
assaggiato il Ramen” scrollo le spalle
“è difficile da spiegare,
ma forse tu che non sei di Toronto puoi capire, hai presente il
piatto tradizionale del tuo paese che preferisci? Lo trovi in un
locale a mille mila chilometri da casa ed è più
buono di quello di
tua nonna?” lei annuisce “ecco cosa ho provato,
cibo migliore di
quello della nonna” Serena ridacchia mentre continua a
parlare
Charly “E quegli sguardi languidi erano tutti per il
ramen?”
chiede sorridendomi per poi aggiungere “Menomale ti abbiamo
convinto a farti bello” ridono entrambe e si congedano,
Serena
condisce il saluto con una serie di improperi creativi. “Se
volete
siamo al Piper” annuisco “non so cosa
vorrà fare Jun” fanno i
cuoricini con le dita e mi abbandonano davanti al locale, e
spariscono tra le strade del Path. Sono nervoso e non so nemmeno
perché, sto per uscire con una vecchia conoscenza mica con
un nuovo
fidanzato. Sospiro e mi lecco le labbra, sono seduto al bancone del
bar del locale di ramen, distrattamente guardo il telefono come a
cercare le risposte alle domande della vita.
Dopo
quella
che a me sembra un’eternità e che per gli umani
sono quaranta
minuti Uozumi esce dal locale e mi raggiunge, i suoi capelli tagliati
in modo ordinato sembrano ancora bagnati. “Ma sei pazzo fuori
ci saranno meno venti” Lui mi sorride, e nonostante
l’aspetto da
uomo tutto d’un pezzo sembra quasi un bambino quando lo fa.
“Pensavo di passare dal Path, vorrei portarti a bere una
cosa, ma
ti dovrai fidare del tuo più grande rivale” ed io
sorrido a mia
volta “Sicuramente in cucina vinci tu, e quindi ti
seguirò” lui
si lecca le labbra e io incantato lo faccio a mia volta. Dopo qualche
svolta tra le strade del Path ci troviamo davanti ad un locale
dall’aspetto familiare. “Un bar in stile
Giapponese” afferma e
io lo seguo all’interno “Qua hanno il miglior
saké di tutta
l’America” Sorrido “ti prendo in parola,
dai per te faccio uno
strappo alla dieta stretta da atleta” e lui sorride a sua
volta
“Con quel fisico puoi anche fare un paio di strappi alla
regola”.
L’abbronzatura mi salva da fare una figuraccia arrossendo, io
lo
guardo meglio mentre lo seguo dentro il locale, ora il suo fisico
è
imponente, massiccio ma non grasso, il suo volto ora con quel velo di
barba sembra più proporzionato rispetto a prima, non lo so
se penso
alla tensione sportiva che c’era tra me e lui svanita in una
porzione di Ramen “Ma il ristorante è
tuo” chiedo e lui si volta
sorridendomi “Si, abbiamo un franchising, ci siamo allargati
per
tutto il Giappone, e adesso abbiamo anche questo locale a Toronto,
volevo imparare l’inglese e vedere cose nuove rispetto a
casa. Sono
qua da pochi mesi, tu come ti trovi? Ti ho visto in tv”
sospira e
io abbasso lo sguardo “Oh, mi trovo abbastanza bene, ho fatto
amicizia con Charly e Serena, le mie due amiche che mi hanno
accompagnato a mangiare stasera.” Troviamo un tavolo e ci
sediamo
“Il solito, per due stavolta” ordina ad un ragazzo
dinoccolato,
che sorride “Si Jun per due, fantastico” con fin
troppo
entusiasmo per i miei gusti. “Una
delle due è la tua ragazza?” chiede candidamente e
io scoppio a
ridere di gusto guadagnandomi uno sguardo intimidatorio dal mio
accompagnatore “Oh cielo, no, loro due sono fidanzate, tra
loro”
specifico. Uozumi sembra rilassarsi e di conseguenza mi rilasso
anch’io. “Fa strano, c’era tutta quella
tensione tra noi,
quella voglia di primeggiare, e poi tu ce l’hai sempre fatta.
Ora
siamo qua, nel mio locale preferito, con un ottimo saké caldo
a conversare come due amici che non si vedono da tempo”. Lo
osservo
per qualche secondo. “Ho pensato la stessa cosa, ma poi ora
non
siamo rivali, e io ti ho sempre stimato, e sei un genio della cucina,
il tuo ramen è migliore di quello di mia nonna, e lo sai se
dici a
una nonna di qualsiasi nazionalità che qualcuno cucina
meglio di
lei, rischi la vita” lui ride, una risata calda avvolgente, e
mi
rendo conto che sia la prima volta che assaporo questo suono.
“Shinichi, posso chiamarti così?” io
annuisco “Solo se posso
chiamarti Jun”. “Perfetto, non dirò mai
a nessuna nonna quello
che è appena uscito dalla tua bocca”. La serata
passa rilassata
tra qualche fiume di saké “Domani quadruplo
allenamento”
borbotto e lui ridacchia, anche grazie all’ebrezza
dell’alcolico
caldo che ci siamo scolati. “Potrei sapere come smaltire la
sbornia, ma
ci conosciamo
troppo poco per proportelo” io non capisco cosa voglia dire
“Andiamo a ballare allora” lui si schernisce un
po’ “Non so
ballare, e poi non sono molto apprezzato” ed io mi avvicino
pericolosamente al suo orecchio “Oh, sta sicuro che
c’è chi
apprezza molto sia il tuo fisico che la compagnia, andiamo al
Piper”.
il Piper è un locale lgbt famoso, in cui
l’ambiente è rilassato e
festaiolo ogni sera della settimana. Riesco a convincerlo, e quando
vado per pagare lui mi blocca “Ho già
fatto” e lo guardo
sgranando gli occhi mentre lui sorride. “Dopo tutti i
complimenti
sul mio cibo, dovevo pur ricambiare”. Rientriamo nel Path e
raggiungiamo il locale dopo una ventina di minuti di camminata a
passo svelto. “Eccoci” entriamo e veniamo
investiti da un mare di coriandoli e glitter e a seguire da una mezza
ubriaca Serena che fa da orsetto abbraccia tutti “Oh ciao bel
maschione” abbraccia Jun che strabuzza gli occhi e guarda me,
che
però non riesco a trattenere una risata “Oh
c’è anche ShinDiva,
vieni balliamo” mi trascina e adesso sono io che guardo
implorante
il mio compagno di disavventura che mi sorride ma non fa nulla per
salvarmi. Viene avvicinato da Charly e li vedo che si dirigono al bar
chiacchierando. Mi lascio trasportare dalla musica e mi ritrovo con
la mia amica sul cubo a ballare. Dopo un po’ un ragazzo sale
e
comincia a strusciarsi su di me, ma dopo poco sento che non
c’è
più con un gridolino, e vedo Uozumi che lo ha alzato di peso
e lo ha
fatto scendere dal cubo. Finisce la canzone e scendo dal cubo e lui
mi sorride “Troppo vicino per i miei gusti” mi
trascina in mezzo
alla pista per ballare insieme, e nonostante la mole si muove proprio
bene, e son sicuro se mi analizzano il sangue lo devono distillare
dall’alcol.
Note
Sparse
Non
si arriva
da nessuna parte come al mio solito.
Piper:
Flauto
et similia un bar lgbt… ok il quadruplo senso era voluto.
Qualcosina
si
smuove, ma sapete la cosa di Maometto e della montagna…
|