Questa
storia non è canon, non è plausibile, non
è… Non mi interessa cosa non è.
Non
dovete prenderla sul serio, ma solo esserne consolati se come me
sentite la
mancanza di Gred e Forge e di tutti gli altri.
E
se pensate che la Rowling sia un genio, ma anche una bastarda senza
cuore.
«Sul
tuo non c'è nessuna lettera» osservò
George. «Segno che mamma crede che tu non
ti dimentichi come ti chiami. Ma neanche noi siamo stupidi... sappiamo
benissimo che ci chiamiamo Gred e Forge!»
The
best joke ever - No rain (Blind Melon)
Harry
spinse Hermione davanti a sé con Ron, poi si
chinò e prese il corpo
di
Fred sotto le ascelle. Percy capì le sue intenzioni: si
alzò dal cadavere
del
fratello e lo aiutò. Insieme, curvi per evitare le
maledizioni che arrivavano
dal
parco, trascinarono Fred fuori dalla linea del fuoco.
«Qui»
disse Harry, e lo deposero in una nicchia lasciata vuota da un'armatura.
Non
sopportava di guardare Fred un attimo più del necessario;
dopo
essersi
assicurato che il corpo fosse ben nascosto si lanciò dietro
a Ron
e
Hermione. (Harry Potter e i Doni della Morte, capitolo 32)
-Fred…
Ehi, Fred! Svegliati!-, sibilò George.
-Sono
sveglio, George, non mettermi fretta. Mi è appena crollato
un muro addosso, lasciami
essere appena un po’ stordito… Sai dobbiamo
migliorare il sapore della Focaccia
Alla MortaRella, ha un sapore…-
-Pessimo,
lo so. Me lo ha detto Piton quando l’ha provata
l’altra volta. Dice anche che
ci può dare una mano con la composizione del sangue finto:
la sacca che gli ho
dato non lo soddisfaceva come consistenza. “Signor Waesley,
il sangue arterioso
è più fluido di quello venoso, e più
chiaro”-, lo imitò alla perfezione George.
-Però l’effetto della Focaccia Alla MortaRella gli
è piaciuto: dice che
riuscirà a sembrare davvero morto e ad ingannare Voldemort.
Comunque il muro
era finto, non puoi esserti fatto molto male; voglio dire, io ho perso
un
orecchio per davvero…-.
Insieme
trasfigurarono una statua ancora integra nella copia di Fred e la
misero dove
prima era adagiato lui.
-Riguardo
a Piton, non vorrei essere davvero al suo…-
-Posto-,
terminò l’altro gemello. -Tentare di raggirare
contemporaneamente Voldemort e
la Creatrice Bastarda non è roba da poco. Adesso tu infilati
sotto il tuo Mantello
dell’Invisibilità e portati dietro il mio:
sta’ attento a non rovinarli: comprarli
ci è costato l’incasso di mezzo anno. Io vado a
dare la notizia a mamma e papà:
erano tremendamente in ansia che il piano potesse non funzionare; poi
loro
penseranno ad avvertire i nostri fratelli e Ginny che tutto
è filato a
meraviglia-. Gorge fece una pausa, parve riflettere, poi
guardò Fred e
impallidì. -È stato orribile-, aggiunse
addolorato. -Sapevo che era una recita,
ma mi è comunque sembrato che tutta la gioia fosse andata
via dal mondo e non
potesse più tornare-.
-Quindi,
praticamente, sono un Dissennatore. Anche se gli assomigli di
più tu; sai, i Dissennatori
non hanno le orecchie, quindi tu sei già a metà
strada…-
George
scoppiò a ridere e si allontanò per cercare il
resto della sua famiglia.
Fred,
rimasto da solo, si concesse un momento per riflettere su quanto fosse
appena
accaduto, poi fece spallucce: morire non era stata questa gran cosa.
Si
incamminò verso la Stamberga Strillante.
Era
cominciato tutto dopo la morte di Cedric Diggory alla fine del quarto
anno: si
erano resi conto che la Bastarda Creatrice faceva sul serio ed era
intenzionata
a trasformare il racconto in qualcosa di più fosco; questo
voleva dire che
sarebbero morti anche i buoni.
Non
erano al sicuro.
Fu
Severus Piton a farsi carico della parte investigativa: era abituato a
comportarsi da spia, era un perfetto Legilimens ed era anche quello a
cui la Bastarda
Creatrice pensava più spesso: quando lei lo pensava, lui
riusciva dal proprio
mondo a sbriciare nella testa di lei e a scorgere quale destino stesse
pianificando per tutti loro.
Diggory
aveva svolto il ruolo di cavia e la sua vicenda era servita a far
capire che avevano
del tempo a disposizione per escogitare delle contromisure: tra quando
la
Bastarda Creatrice scriveva le loro storie e quando le storie venivano
pubblicate.
Per
Sirius fu facile, la sua morte era descritta bene, ma nel contempo
abbastanza
vaga da permettere un intervento: sapevano che Sirius sarebbe stato
colpito da
un getto di luce rossa, per cui non l’Avada Kedavra; fu un
gioco da ragazzi
incantare qualcosa che fungesse da Passaporta: l’ultimo della
casata dei Black
(antica e nobile casata dei Black), azionò
l’oggetto magico subito prima di
passare oltre l’arco e venne trasportato lontano, al sicuro
dalle attenzioni
omicide della Bastarda Creatrice; si rassegnò a vivere in
clandestinità in un’isoletta
minore della Polinesia, era bravo con la clandestinità.
Tutti
gli altri proseguirono con il copione predestinato, sopravvivendo alle
bastardate
della Creatrice in attesa di riuscire a beffarla definitivamente.
Quando
Piton raccontò cosa sarebbe successo durante il sesto e
settimo anno, vi fu una
sorta di rivoluzione: fino a quel momento Silente era stato a capo del
movimento segreto battezzato Tutti-Contro-La-Rowling. Tuttavia Harry
perse le
staffe quando scoprì il piano del Preside, che non
negò una sola virgola, per
sconfiggere Voldemort e per un po’ si parlò di non
salvarlo dalla sua sorte sulla
Torre di Astronomia.
Harry
avrebbe voluto picchiarlo, ma Lupin gli fece notare che avrebbe
rischiato di
ammazzarlo prima del tempo, allora sarebbe stato alquanto difficile
perculare
la Bastarda Creatrice.
Piton,
del quale fin dall’inizio si conosceva il coraggioso ed
esemplare
comportamento, assunse il ruolo di nuova guida del movimento e propose
la
strategia più ardita e geniale di tutte…
Fred
e George avevano messo a punto tutta una serie di Tiri Vispi Weasley
che
sarebbero tornati utili sia durante la guerra che per il loro progetto;
comprarono persino due Mantelli dell’Invisibilità
che misero a disposizione dei
membri di Tutti-Contro-La-Rowling.
L’insegnante
di Pozioni passò decine di ore ad esercitarsi, ma alla fine
riuscì a lanciare
un incantesimo non verbale di semplice stordimento che assomigliasse
all’Anatema
Che Uccide in tutto e per tutto: bastava porre l’accento
diverso sulla prima
parola. L’idea era venuta da Hermione.
-Professore,
potrebbe dire “avaaaada” invece che
“avàda”-, aveva proposto la ragazza.
-Granger,
cinquanta punti a Grifondoro-.
-Qui
non si assegnano punti, Severus-, aveva interloquito Lupin bonariamente.
-Allora,
Granger, ti regalerò uno dei miei libri di Pozioni-, era
stata la replica dell’arcigno
uomo.
Hermione
si era commossa, mentre Ron le batteva cameratescamente una mano sulla
spalla.
Il
resto fu semplice: Silente, all’oscuro di tutto, venne
disarmato da Malfoy, stordito
da Piton e precipitò dalla Torre di Astronomia; fu fermato,
prima che si
schiantasse al suolo, da un incantesimo di Malocchio, che
smaterializzò entrambi
molto lontani, mentre Hagrid posizionava una copia del corpo del
Preside al
posto giusto e si preparava a sua volta a entrare in scena.
Fanny
si era indispettita di tutta quella messinscena ed era volata via.
Il
settimo anno li mise tutti duramente alla prova: il numero di morti
aumentava e
dovevano darsi da fare sul serio.
Per
Edvige avevano dovuto sacrificare una civetta delle nevi che le
assomigliasse:
era troppo alto il rischio che la bestia non si comportasse in
attinenza al
piano; Harry si era dispiaciuto e sentito in colpa per quello
stratagemma, ma
aveva messo lui stesso sotto Imperius la bestiola sacrificale.
Edvige
viveva dalla fine del sesto anno alla Tana, al sicuro, camuffata da
gufo reale:
il suo umore ne aveva risentito, ma sembrava aver capito la
necessità di quella
manovra.
Alastor
Moody, d’altro canto, aveva affermato con ostinazione di
poter bloccare la
maledizione che si presumeva dovesse ucciderlo. Era ritornato solo al
momento del
trasferimento di Harry, aveva inscenato la propria morte senza
condividerne i
dettagli con nessuno, da vero paranoico, e poi era nuovamente sparito
di scena:
si suppose che avesse abbandonato il suo occhio magico e la carriera di
Auror
per dedicarsi alla vigilanza costante di Silente:
pare che lo obbligasse
a vivere senza bacchetta, con una fortissima limitazione dei poteri
magici e
che gli facesse fare da controfigura di vecchi maghi barbuti in serie
televisive e film.
Con
Dobby le cose iniziarono a farsi complicate, senza la collaborazione
della
famiglia Malfoy non ce l’avrebbero fatta.
Piton
aveva corso un grande rischio a metterli a conoscenza di quanto aveva
appreso
dalla mente della Bastarda Creatrice, ma ne era valsa la pena: appena i
tre
Malfoy seppero che Voldemort sarebbe stato sconfitto con sicurezza
assoluta e
che Bellatrix, quella stronza folle, sarebbe morta, passarono
istantaneamente
dal lato di Tutti-Contro-La-Rowling. Lucius in cambio chiese che non
tentassero
di salvare la cognata e Piton non ebbe alcun problema a prometterlo.
Narcissa
conosceva bene il pugnale che Bellatrix prediligeva, non era stato
difficile
incantarlo perché fosse innocuo; la parte più
brutta fu di dover seppellire
Dobby vivo, ma il piccolo elfo, tutto contento della sua sacca di
sangue finto,
aveva dichiarato che per lui non era un problema, si sarebbe potuto
smaterializzare anche sotto metri di terra: infatti ancora prima che
venisse
posata la lapide, Dobby era insieme a Sirius in Polinesia.
E
poi era arrivato il giorno della battaglia finale a Hogwarts.
Spostarono
il corpo di Voldemort in un'aula accanto alla Sala Grande,
lontano
dai corpi di Fred, Tonks, Lupin, Colin Canon e degli altri cinquanta
che
erano morti lottando contro di lui. (Harry Potter e i Doni della Morte,
capitolo 36)
Fred
arrivò alla Stamberga Strillante sotto il Mantello
dell’Invisibilità, non
sapendo a che punto della narrazione si fosse arrivati.
Voldemort
aveva già fatto quel che doveva fare. Pure Ron, Harry e
Hermione erano già usciti
di scena per proseguire con la loro parte della storia.
Restava
solo il corpo di Piton, che sembrava molto definitivamente morto.
Il
giovane Weasly rifletté che l’effetto era tremendo
e capì perché George fosse
stato tanto scosso nonostante sapesse della recita in atto.
Si
accoccolò accanto a Piton in attesa che l’effetto
della Focaccia Alla
MortaRella terminasse ed intanto lo ripulì dal sangue finto.
I
membri della famiglia Weasley stavano intanto tentando di salvare
quante più
persone potessero, ma non era facile: di molti non conoscevano
l’identità e
quindi non potevano far altro che improvvisare, contando solo sul fatto
che la
Bastarda Creatrice non si sarebbe accorta della finta morte di tutte
quelle
comparse anonime.
Di
Colin Canon si occupava Oliver Baston, dopo che a tavolino avevano
deciso come
salvarlo: avevano optato semplicemente per sostituirlo con un fantoccio
che lo
rappresentasse già morto, dal
momento
che di lui non si faceva parola se non in quel momento; Oliver Baston
lo aveva
obbligato a rimanere nella Stanza delle Necessità quando lo
aveva intercettato
dopo che era sgattaiolato indietro per combattere; l’ex
Portiere di Grifondoro
aspettava solo il momento adatto della trama per trasportare il
fantoccio in
Sala Grande.
Il
punto più debole del piano di salvataggio era rappresentato
dal salvataggio di
Remus e Tonks, perché non si sapeva cosa e quando fosse
accaduto.
Incredibilmente,
fu Draco Malfoy ad eseguirlo.
Si
trovò semplicemente nel posto giusto al momento giusto.
Due
Mangiamorte avevano indirizzato, mentre erano di passaggio, una coppia
di
Maledizioni Mortali verso i due sposi. Draco si era limitato a
frapporre un
Sortilegio Scudo di discreta potenza. Dato che i Mangiamorte erano
già passati
oltre senza verificare l’effetto dei loro anatemi, era stato
facile inscenare
le morti. Remus e Tonks avevano guardato Draco Malfoy con riconoscenza,
il
quale, imbarazzato da quella assurda situazione, aveva biascicato un
“congratulazioni
per il lieto evento” e quindi se l’era data a gambe.
Remus
e Tonks avevano trasfigurato delle mandragole nei loro duplicati, si
erano
baciati per poi scappare dalla battaglia: volevano assolutamente andare
ad
abbracciare Teddy.
Il
galeone tra le mani di Fred si riscaldò: una rapida occhiata
al messaggio che
apparve sul bordo lo informò che anche gli ultimi due della
lista erano in
salvo.
Tutti
i loro amici avevano scampato la morte, anche se non tutte le comparse,
purtroppo.
Il
rosso, ancora accoccolato, diresse allora la sua attenzione al
Pozionista, che
aveva con tutta calma passato in rassegna il proprio aspetto,
rassettandosi e
pulendosi; da ultimo, aveva levato la sacca di sangue finto da sotto il
colletto e l’aveva buttata in un angolo della stanza.
-Professore,
ha rischiato grosso-, soffiò Fred con ammirazione.
Piton
si limitò a fissarlo con circospetta superiorità.
-Cosa
faremo adesso?-, domandò Fred.
-Non
so tu, Signor Weasley, ma io prenderei in prestito il tuo secondo
Mantello dell’Invisibilità
e andrei a godermi la scena della disfatta di Voldemort-,
comunicò con il tono
di voce di chi stesse ordinando qualcosa alla Testa Di Porco.
-E
dopo?-
-Dopo…
Dopo ci aspetta il libero arbitrio di una storia mai raccontata prima-.
Dedico
questa storia a Gred e Forge, i due furetti che presto entreranno a far
parte
della nostra famiglia.
Mentre
pensavo a loro due, prepotente si è fatta strada in me la
necessità di salvare
i loro “gemelli di carta e inchiostro” (citando la
Rowling).
Ho
iniziato a scrivere e poi li ho voluti salvare tutti.
Impazzisco
per l’idea che quando si racconta una storia, i protagonisti
prendano realmente
vita, e possano agire al di fuori del sentiero tracciato per loro
(consiglio:
leggete “Cuore d’inchiostro”).
Tutti
i personaggi di Harry Potter hanno la loro dose di dolori, torture,
sofferenze
fisiche ed emotive: non potevo raddrizzare tutti i torti, ma almeno
evitare le
tragedie più grandi.
Tranne
Cedric: che è un inutile Hufflepuff. E comunque un vampiro
che sbrilluccica.
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