Della
lontana musica
Si è accorto che c’era qualcosa di strano in lui
solo
recentemente, solo durante il ritiro. “Star sei
l’unica che mi
ama” dice con fare melodrammatico coccolando il san Bernardo
di
casa Akagi, il cane gli lecca il viso e lui ride.
“Ryochan” a
parlare è il centro della squadra “Siamo amici
vero?” chiede con
fare timoroso. “Certo che siamo amici, galeotta fu
l’altalena,
quella volta ho capito che ti avrei potuto dire tutto. “Ieri
sera
ci siamo baciati” il più basso alza gli occhi al
cielo
“Finalmente” il rosso sussulta mentre guarda
l’amico basito.
“Ma… cioé...” viene
interrotto mentre cerca di proferire
parola “mi era chiaro da tempo, da parte sua quando sei
andato in
riabilitazione, gli allenamenti senza di te sono stati sottotono, ma
soprattutto lui non sembrava azzeccarne una, e poi sei tornato e hai
sempre e solo cercato la sua attenzione, non più quella di
Haruko,
ma quella di Rukawa.” il più piccolo sgrana gli
occhi stupito.
“Ora non so cosa succederà” confessa
facendo ridere l’altro.
“Seguirete l’istinto, nessuno lo sa”
continua a giocare con
l’enorme cane, mentre il cane nero è addormentato
con la testa sul
petto dell’ala piccola che dorme a propria volta sul prato.
Hanno
un pomeriggio libero dagli allenamenti e tutti si stanno rilassando a
loro modo, qualcuno è andato al paese a piedi e qualcuno
è rimasto
a casa. “Comunque hai beccato il più bello di
Kanagawa, dovresti
essere orgoglioso, ma sarei geloso del cane” ridono entrambi
rilassati. “Ma tra te e Ayako?” chiede e in
risposta il play
sbuffa “Sai dopo Hiroshima ci abbiamo provato, siamo usciti,
ma
siamo finiti a fare le stesse cose di sempre e quando abbiamo provato
a baciarci ci siamo risi in faccia, e poi penso di avere qualcosa di
troppo per piacerle” l’espressione di Hanamichi
è stupita, ma
non sembra voler fare ulteriori domande “Quindi per te non
c’è
nessun problema” dice “se io e lui, qualsiasi cosa
sia?” scuote
la testa coperta dai ricci “No tranquillo Hanachan, nessun
problema” viene abbracciato dall’amico che poi si
allontana e va
a svegliare il cane e il compagno di squadra con un “Tra
canidi vi
intendete” e ricevendo in cambio un pugno nello stomaco. Ride
guardandoli “Star amore mio” si dichiara al cane
“un po’ li
invidio, si sono trovati, anche loro” sbuffa e fa sprofondare
la
testa tra il pelo morbido dalla grande cagnolona che se lo coccola
come se fosse un cucciolo.
La metà di maggio è sopraggiunta e la storia tra
Hanamichi Sakuragi
e Kaede Rukawa va, stranamente a gonfie vele e il ragazzo si trova ad
ascoltare di quella cosa carina, o quell’espressione buffa
del
secondo. L’ala piccola sembra giocare in modo più
rilassato,
migliorando così le sue prestazioni in modo esorbitante.
“Ayachan”
urla per il cortile della scuola e lei allarga le braccia
“Ryochan”
le risponde e lui si lascia abbracciare “Mi sei
mancata” la voce
è alta ad uso e consumo delle malelingue “sul
serio” aggiunge
con un filo di voce “ho avuto la febbre, lo sai, e poi devo
riuscire ad incastrare le cose” lui annuisce “le
hai detto
dell’università?” chiede e riceve una
risposta affermativa “Si,
ed è contenta di sapermi in buone mani.” ridono
entrambi “Quello
che corre pericoli sono io” borbotta e lei gli scompiglia i
capelli. “Che hai Ryochan?” chiede a bruciapelo la
riccia “Nulla,
sul serio, ma tra te che hai Haruko, e quella coppia di scoppiati mi
sento solo.” Lei sorride amaramente “non so come
aiutarti” lui
scuote la testa “Quando tutto è insopportabile
vado a correre con
Daiki” lei sorride, “con lui puoi conquistare
chiunque, è
bellissimo” lui fa un broncio “E io no?”
e lei scuote la testa
“Mai quanto il tuo cane è una poesia, quel pelo,
quegli occhi, mi
dispiace vince a zampe basse” ridono entrambi
“Forse il basket
non mi basta” sussurra “non potrebbe mai
bastare” dice la
ragazza mentre si dirigono in classe, e si siedono vicini “me
ne
sono resa conto dopo che l’ho baciata” mi dice e io
sospiro “Non
finiamo come al solito nella zona too much info” e lei
ridacchia
“Pensavo che a voi ragazzi piacesse il porno
lesbico” il ragazzo
sbatte la testa contro il banco “a me no” non
aggiungono altro,
hanno le simulazioni dei test d’ammissione
all’università e dei
test finali, i professori hanno cominciato a tartassarli con questo
tipo di prove già da metà aprile anche se manca
ancora quasi tutto
l’anno scolastico.
Gli allenamenti sono spossanti per tutti, il capitano da un
po’ di
tempo sembra indemoniato, quasi che ogni preoccupazione che si
può
intravedere sul suo volto venga sfogata nel basket, negli allenamenti
e nelle partitelle. Ayako entra di corsa con un bigliettino, che
porge a Ryota, e un gran sorriso “Abbiamo
un’amichevole con una
squadra universitaria, l’università N della nostra
prefettura
verrà qua per una partita di allenamento. “Bene
ragazzi la partita
sarà tra dieci giorni, scordatevi di tutto, dobbiamo
vincere, perché
vorrebbe dire che siamo pronti per i nazionali” dice il
capitano
dopo aver letto il foglietto. Adesso non sono solo Sakuragi e Rukawa
a prolungare gli allenamenti, adesso la squadra esce tutta insieme
proprio sulla chiusura del cancello della scuola. Il play è
il più
basso della squadra, è agile veloce e instancabile, e i
compagni
cercano di tenergli dietro “Ragazzi dovete fare fiato, sugli
scatti, non voglio che nessun altro svenga in partita, mi è
bastato
Mitsui lo scorso anno.” Parla con tono deciso con i suoi
compagni,
dirige la squadra con saggezza e polso, senza dover usare le maniere
forti come succedeva con il precedente capitano. Si sono tutti
rivestiti “Andiamo al Konbini a prendere un po’ di
onigiri?”
chiede Sakuragi, un grugnito dal fidanzato che l’altro sembra
aver
interpretato “Ayachan e Haruchan” chiede e le
ragazze rispondono
in coro “volentieri” il play cerca di allungare il
passo
“Ryochan?” sospira e risponde in modo affermativo.
“Miyagi ma
tu vai a correre prima di venire a scuola?” chiede Rukawa
“Si, e
anche dopo porto il mio cagnolino fuori e ci facciamo una
corsetta”
Sakuragi comincia a descrivere una scena in cui il play corre a
fianco di un pincher, di quelli con il mantello come i doberman.
“Daiki non è un pincher, te lo assicuro”
ride Ayako e tutti la
guardano “è un bellissimo Weimaraner grigio con
gli occhi
turchesi” il rosso scuote la testa “ma i cani
piccoli non vi
piacciono?” a rispondere è la piccola Akagi
“I miei hanno scelto
dei cani da pastore per la nostra casa in montagna, che stanno
soprattutto là con i signori che si occupano della casa,
anche se
sono affezionata a Cioccolato e Star, che hanno adottato come propri
cuccioli Rukawasan e Miyagisan” ridono tutti “Bello
il tuo pelo
Ryota dopo che un san Bernardo ti ha leccato la testa.”
Ridono
tutti rilassati. “Il Leonberger che ama un maschio
sconosciuto…
Hai dei superpoteri Rukawakun” dice il capitano e lui sospira
“Mi
piacerebbe avere un cane, ma per mio padre sono abbastanza
impegnativo da solo” risponde sinceramente. “Io ho
solo un pesce
rosso” dice la manager con un sorriso. Entrano nel negozio e
prendono gli onigiri che mangiano appena sulla porta per poi
dividersi e andare in direzioni diverse.
Rimasto solo il capitano dello Shohoku sospira e raggiunge la propria
casa, apre il cancellino e viene travolto dal cane di taglia grande e
dall’energia inesauribile. “Daiki, su bravo, mi
cambio e andiamo
a correre” gli dice e il cane si mette seduto il tempo in cui
il
padrone cambia le scarpe e saluta la mamma con “Io e Daiki
andiamo
a correre” prende il guinzaglio che lega attorno alla vita e
comincia a correre con il proprio amico a quattro zampe. Arriva sulla
spiaggia e continua a correre senza guardarsi intono, fino a quando
il canide comincia a tirarlo verso una figura con un Akita inu.
Riesce a fermare il cane con un richiamo vocale e puntando i talloni
nella sabbia. “Mi scusi, è un po’
impetuoso, è una femmina?”
chiede mentre carezza il cane che sembra essersi calmato.
“Dei
Miyagi” la voce è nota, è un avversario
di vecchia data con cui
si sono già scontrati e dovranno affrontare ai nazionali
“Oh
Sendosan, scusami, Daiki è molto irruente, ma è
un bravo cagnolone”
dice dando un premio al bracco che se ne sta impettito accanto al
padrone, mentre l’altro si avvicina e fa fare conoscenza ai
due
cani “Sto facendo da dog sitter per mia sorella, mi ha
incastrato
perché sono tornato a casa per il bucato” ride
“Il bucato, non
abiti con i tuoi?” chiede gentilmente mentre lasciano i cani
liberi
di correre. “Abbiamo il dormitorio al Ryonan, ma sono venuto,
in
zona, per il compleanno del mio migliore amico” osservano i
due
cani correre e bagnarsi le zampe felici sul bagnasciuga
“Koshino?”
si arrischia il più piccolo e il capitano del Ryonan scuote
la testa
e i capelli rimangono immobili nella loro impalcatura da porcospino
“No, è mio amico, ma è il compleanno di
Hisachan, sarebbe
contento se tu venissi, dai, ci divertiremo, è al The Game
domani
sera alle 21”. Lo sguardo di Miyagi si perde
all’orizzonte “non
lo so, abbiamo litigato un sacco l’ultimo periodo in squadra
insieme” la risposta sincera, ma non guarda il proprio
interlocutore. Quando Miyagi lo guarda nuovamente “Sul serio,
gli
farebbe piacere. Lo conosco bene, non farti pregare.”
sorride, con
quell’incresparsi di labbra perfetto “Mi hai
convinto, ma se
finisce che litighiamo, come sempre, sarà colpa
tua” Akira ride
mentre i cani tornano dai padroni e Daiki da buon ed energico
Weimaraner non prende bene la misura e travolge il proprio
proprietario che finisce steso sulla sabbia. Dall’anno
precedente è
cresciuto ancora un po’ in altezza, ma nonostante tutto
quando
l’altro lo aiuta ad alzarsi si sente un nanetto, la sua
altezza è
sopra la media giapponese, ma si ritrova sempre in mezzo a stangoni
dalle gambe infinite come Sendo. Si spolvera dalla sabbia con le mani
“Daiki, predi la mira per abbattermi?” chiede al
cane che in
risposta scodinzola e gli lecca il volto senza grossi problemi
alzandosi sulle zampe di dietro. “Ti voglio bene
anch’io” fa
scendere il cane e lo lega nuovamente alla vita. “Ci vediamo
domani, ora ho bisogno di una doccia per togliere tutta la sabbia di
dosso” saluta il più grande che ricambia,
ricominciando a correre
con il cane che tiene il passo abbaiando allegramente.
Il telefono è sul letto del ragazzo che ha i fianchi coperti
da un
asciugamano, il corpo è armonioso, i muscoli sono
pronunciati ma non
esagerati, ha raggiunto il metro e settantadue il peso non è
aumentato ma i muscoli si sono rafforzati, anche grazie alle lunghe
corse con il cane impetuoso, che adesso è sdraiato vicino al
telefono del proprio padrone. Dall’apparecchio si sente una
voce
femminile “Ryochan ripeti con calma” e lui fa un
profondo respiro
riemergendo dall’armadio “Ieri ho incontrato Sendo
e Daiki ha
fatto amicizia col cane di sua sorella, e lui mi ha invitato al
compleanno di Mitsui e non so come mi ha convinto ho detto si, e se
me lo chiedi, si ho un regalo per lui. Solo che ora non so che cazzo
mettermi.” la risata di Ayako si spande per la stanza facendo
scodinzolare il cane che si guarda intorno, il ragazzo è
più veloce
del cane che sta per leccare il telefono. “Non prendermi per
il
culo, dai, ha usato quei denti perfetti, secondo me contengono
allucinogeni” lei ride ancora alle parole di lui “I
jeans skinny
che ti ho regalato a natale e una camicia, opterei per quella grigia
col collo alla coreana.” lui indossa i vestiti che lei gli ha
proposto mentre il cane si guarda in giro come a cercare la
proprietaria della voce “ok, non sembrerò un
cretino vero?”
chiede con un filo di voce “No Ryochan, non sembrerai un
cretino,
tranquillo.” una litania di “perché ho
detto si, chi me lo ha
fatto fare” si ripete per qualche secondo fino a quando la
ragazza
lo interrompe “Se sei pronto ti conviene andare, è
un po’
lontano da casa tua.” gli ricorda e lui annuisce
“allora ti
saluto amore della mia vita, ci vediamo lunedì a
scuola.” lei lo
saluta a sua volta e la chiamata viene chiusa.
Al The Game l’atmosfera è rilassata, è
un pub con i videogiochi
in stile vintage, una delle due salette private è stata
prenotata,
c’è un biliardo e ci sono un sacco di tavolini e
un buffet con un
sacco di cibo, il festeggiato ancora non è arrivato, la
festa è una
sorpresa ed è a girare a vuoto con il suo migliore amico.
Miyagi
arriva e si unisce agli invitati, alcuni li conosce di vista, altri
non ha idea di chi siano, si sente in imbarazzo, la sala pullula di
ragazze.
Passa qualche minuto ed arriva Sendo seguito da un Mitsui con una
benda sugli occhi, quando lo sbenda tutti urlano insieme
“Sorpresa”
facendo sorridere ampiamente l’ex guardia dello Shohoku.
Indossa un
paio di pantaloni di ecopelle e una maglietta nera con il logo di una
band americana, i capelli sono corti con lo stesso taglio
dell’anno
precedente. Il fisico sembra più massiccio e anche lui
è cresciuto
di qualche centimetro d’altezza. “Grazie”
comincia a
ringraziare tutti, e nota un tavolo pieno dei regali che gli sono
stati portati. In un angolo nota il nemico amico di sempre.
“Ryokun,
grazie” e riceve in risposta un formale
“prego” con tanto di
inchino fin troppo profondo. “Cominciate a mangiare e bere
alla
faccia di questo vecchietto”. Mitsui viene sballottato in
tutta la
sala, parla e conversa con ogni ospite e viene raggiunto
dall’ex
compagno di squadra “Mitsuisan” e viene fermato
“Siamo tornati
al Mitsuisan?” sembra quasi deluso mentre guarda
l’altro lo
sguardo scivola lungo la camicia dove il primo bottone lascia
intravedere un po’ di pelle del petto dell’altro.
“Te l’ho
detto, mi fa piacere se mi chiami Hisashi” il più
piccolo
arrossisce “Hisashisan ti rinnovo i miei auguri di buon
compleanno,
e me ne andrei” viene trattenuto con una presa sul braccio
“Ryokun,
rimani, c’è la torta, ci sono i regali
imbarazzanti di quei
cretini della squadra universitaria” il capitano dello
Shohoku
sospira “Mi hai convinto, rimango” e cerca di
allontanarsi ma si
ritrova incastrato dalle chiacchiere leggere di Sendo, che lo
coinvolge nei vari ragionamenti che fa con il suo migliore amico. Ad
un certo punto arrivano davanti ad un gruppo di stangoni.
“Ryotakun
loro sono Tanakasan, Kioshinsan, e Tsosushimasan i miei senpai del
club di basket, lui è Ryotakun il mio Kohai e capitano del
club di
basket dello Shohoku” i tre sono della stessa altezza degli
altri
due e con fisici possenti, Miyagi si sente quasi un bambino al
confronto con loro. “piacere” si inchina e uno dei
tre comincia a
ridere “Quindi giocheremo con una squadra guidata da un
bambino?”
il play si infiamma e un sorriso increspa le labbra della guardia
della squadra universitaria N “Voi mi sottovalutate
perché supero
di poco il metro e settanta? Vi faremo un culo così grande
che non
riuscirete a sedervi per giorni” sembra più vivo,
rispetto al
vegetare alla festa tenuto fino a quel momento. “Non mi avete
visto
giocare, e non avete visto la mia squadra, ma potete scommetterci le
vostre palle che noi non ci arrendiamo mai, e piangerete come delle
bambine a cui hanno rubato la bambola preferita” si gira e si
dirige al buffet lasciando i più grandi basiti e non in
grado di
ribattere a tono. Mitsui ride di gusto e i suoi nuovi compagni di
squadra lo guardano male e Tanaka si rivolge a lui “lo trovi
divertente?” il moro annuisce “Certo, avete appena
toccato il
tasto che lo fa indiavolare, e vi assicuro sulle mie protesi dentarie
che non è piacevole averlo contro incazzato”
Kioshin che è il
compagno di stanza di Mitsui fa un’espressione stupita
“è lui?”
Hisashi si tocca il mento e annuisce “proprio lui mi ha fatto
saltare i denti davanti, e vi dico ci sono almeno un altro paio di
personaggi del genere nella mia vecchia squadra, al confronto degli
altri due io sono un tipetto tranquillo” lascia i tre alle
loro
considerazioni mentre viene trascinato verso una zona rialzata a mo
di palco da Sendo “Ora il festeggiato canterà per
voi” un pugno
si abbatte sullo stomaco di quello che ha appena parlato “I
segreti
Akira, i segreti” gli dice e Kioshin sembra rincarare la dose
“Non
ve ne pentirete” lo sguardo del festeggiato si fa truce e
pericoloso ma si ritrova un microfono in mano mentre tutti gli
invitati inneggiano il suo nome seguito dalla preghiera di cantare.
Quando tutti si zittiscono parte con una strofa di una canzone
“If
you wanna be somebody/ If you wanna go somewhere,/ you better wake up
and pay attention.”
fa un profondo inchino in tutte le direzioni togliendosi un cappello
immaginario, ha in pratica solo detto quei pochi versi di una canzone
“Grazie, grazie, lo so sono un cantante superbo, ma ora
arriva la
torta” salvato in corner dalle lamentele degli invitati che
in
pratica non l’hanno sentito cantare. Il giocatore dello
Shohoku
guarda insistentemente il festeggiato che ricambia con un gran
sorriso. Sospira leggermente e distoglie lo sguardo. Arriva una torta
a forma di palla da basket che il festeggiato taglia e consegna ad
ogni invitato e per ultimo all’ex compagno di squadra
“Non sapevi
che avremmo giocato contro?” scuote la testa prendendo il
dolce
“grazie, no non lo sapevo, non ci parlavamo molto nel periodo
in
cui hai accettato l’invito a giocare per
l’università N”
Mitsui si morde un labbro e dopo qualche secondo in cui si perde a
guardare in volto l’altro ragazzo risponde “Hai
ragione, ma
quando sono sotto pressione divento proprio stupido. Quando
l’allenatore ha detto che ci saremmo allenati contro di voi
ho
fatto una previsione, ci farà un culo non indifferente e non
importa
il punteggio, perché con voi sarà complicato,
siete coriacei, ma
non vedo l’ora di rincontrare tutti” Miyagi dondola
leggermente
sul posto spostando il peso da una gamba all’altra
“Molto, molto
stupido, mi è mancato il rapporto che avevamo prima. Ora lo
sai che
caricherò a molla quei due, e non ce ne sarà per
nessuno, basterà
dire al rosso che i tuoi compagni ci hanno deriso.” Ridono
insieme
come non facevano da tempo, come se non fossero stati ai ferri corti
per mesi. “Come va con Ayako?” chiede il
più grande guardando il
corpo dell’altro coperto dai vestiti scelti proprio dalla
ragazza
“Come deve andare? Dopo Hiroshima abbiamo provato ad uscire,
e
niente, non ci siamo nemmeno mai baciati, avevo la sensazione di
cercare di baciare sulla bocca qualcuno di famiglia, e ora è
fidanzata, tutti si fidanzano attorno a me” sbuffa passandosi
una
mano tra i ricci dalla nuca verso il volto, coprendoselo mentre
sbuffa e questo da l’occasione a Mitsui di indugiare anche
sul
corpo dell’altro, senza giudizi da parte del proprietario di
quel
corpo così proporzionato. “Succede anche a me, a
parte Akira, che
è fidanzato con mezzo Ryonan, gli altri sono tutti in
coppia, anche
all’università ed è
frustrante.” con una spallata leggera e una
risata il più piccolo cerca di sdrammatizzare
“Secondo me hai la
fila ma qualcuno non vuole che arrivino a te, e punto su quello coi
capelli da broccolo del club di basket” vede arrossire il
proprio
ex compagno di squadra “No, eh? Pensi?” cerca di
nascondersi
dietro le parole e il volto tra le mani. “Tieni” lo
distrae
consegnandogli il regalo, che viene subito aperto, la scatola
è ben
impacchettata usando degli origami per chiudere la carta,
all’interno
c’è una maglia dei Bulls, un vecchio modello, con
un bel numero 23
sopra. “Ma come?” scrolla le spalle, è
autentica ed entrambi lo
sanno. “Ci hai sbavato per un sacco di tempo, e so che con te
è al
sicuro” viene travolto da un abbraccio e da un bacio a fior
di
labbra che sa di alcol. “Devo proprio andare” e
più che un
saluto è un avviso di fuga, corre via come se avesse il
diavolo alle
calcagna.
Il festeggiato si lascia cadere su una sedia toccandosi leggermente
la bocca e tenendo stretta una canottiera rossa e nera.
“Hisachan”
lo chiama il migliore amico, che però non riceve risposta
mentre
ignorando chiunque e qualsiasi cosa intorno abbraccia la canottiera.
“mi ha regalato la sua maglia originale di Jordan”
dice con un
filo di voce. Riceve in ricambio un sorriso ampio che fa girare mezzo
locale solo per guardarlo. “E l’ho baciato, e lui
è scappato”.
“Racconta ancora a zio Akira quanto sei coglione,
parlamene” fa
sorridere il festeggiato “Akichan” la voce sembra
un lamento
“L’ho fatto scappare di nuovo, ma almeno stavolta
non mi ha fatto
saltare i denti” si consola sospirando. “Mai fare
la persona
normale, con lui soprattutto, dai riesci ad allontanarti da lui, e a
me che è toccato portare quel cane pulcioso di mia sorella
solo per
invitarlo al tuo compleanno, e tu sei riuscito a farlo incazzare con
i tuoi compagni di squadra, a baciarlo e farlo scappare, penso tu
possa gareggiare per il guinness dei primati, inteso come quello
delle scimmie” mentre insulta il proprio migliore amico gli
si
siede di fianco. “Su baciapiselli portiamo a termine questa
festa,
apri i regali, e vedi di non molestare nessun altro” in
risposta
riceve uno sbuffo e un “coglione” detto a mezza
voce dalla
guardia. La festa termina e i regali sono tanti, e molti sono
abbastanza utili o carini, poi ci sono le bidonate e quelli che
vorrebbero essere goliardici. I compagni di squadra sono gli ultimi a
salutare il festeggiato “Peccato che il ragazzino delle
superiori
se ne sia andato, mi sarebbe piaciuto provocarlo ancora” a
parlare
è Tsosushima il ragazzo con i capelli a broccoli*1,
in
risposta Mitsui e Sendo ridono “Voi non sapete chi vi siete
messi
contro, preparatevi alla partita più difficile degli ultimi
tempi.”
Non sembrano credere alle parole della matricola e del suo amico.
“A
lunedì” si salutano. Rimangono solo Hisashi e
Akira, che
raccolgono tutto il ciarpame lasciato dagli invitati e notano un
telefono abbandonato in un angolo. Non riesce a sbloccarlo ma
riconosce la schermata di blocco. Scrive un messaggio dal proprio
telefono [Ciao Ayako, sono Mitsui, scusa se ti disturbo ma Miyagi ha
lasciato il telefono alla mia festa, avvertilo che domani glielo
porto. H]. Il capitano del Ryonan scuote la testa “Se mi
chiedessero quanto sei stupido da 1 a 10 direi che sei fuori scala
come i Midiclorian di Anakin” fa ridere il festeggiato il cui
compleanno ormai è passato visto che è la
mezzanotte è scoccata
molte ore prima. “Akira di più, maledetto istinto,
come arriva lui
non capisco più niente, ma mi ha regalato il sacro Graal e
volevo
ringraziarlo”. I capelli del porcospino non hanno subito
modifiche
di acconciatura nonostante siano molte ore che è uscito di
casa e
scuote la testa “Per ringraziare si fa un inchino e si dice
grazie,
non si molestano i ragazzi” la voce è ironica
“Nemmeno se sono
quelli che ti piacciono tipo da sempre.” un gemito esce dalle
labbra dell’altro seguito poi da “quanto sono
stupido da uno a
non esiste un numero tanto grande”. Akira ride
“Zucchero, vuoi
che risponda sul serio? Lo sai da solo, ma devo capire una cosa,
quando te ne sei accorto?” Si siedono a terra uno appoggiato
alla
schiena dell’altro in un gesto che facevano anche da piccoli.
“Quando ho iniziato il secondo anno andavo di tanto in tanto
a
spiare il club di basket e c’era questa minuscola matricola
con il
carattere di una tigre che in pochi giorni è riuscito a
diventare
play titolare, e non per l’altezza, per
l’abilità. Poi lo
incontravo a giro per scuola, e non passa inosservato, continuava ad
urlare il suo amore per Ayako, e io volevo la sua attenzione e quindi
andavo a parlare con lei di basket, sopratutto ed è
così mentre io
parlavo con la ragazza che gli piaceva che mi son ritrovato a
picchiarmi con lui, e le cose sono degenerate, siamo stati entrambi
all’ospedale e mi ha fatto fuori gli incisivi e non posso
ancora
mettere qualcosa di fisso perché la mia dentatura non
è completa.
Devo essere masochista, sono ancora innamorato di lui, ed ero felice
durante la nostra tregua, ma poi lo studio e il basket in cui dovevo
primeggiare o non avrei trovato un’università che
mi prendesse e
l’ho allontanato di nuovo. Sono proprio un
coglione.” Sendo
sbadiglia leggermente “Si lo sei, dovresti trattarlo bene e
finisci
per trattarlo male, o baciarlo in pubblico. Sei un uomo, vuoi capire
che non tutti apprezzano?” Mitsui si morde il labbro
“Lo so che
non siamo te che qualsiasi essere vivente vuole scopare”
quando
dice queste parole riceve una schienata “Zucchero andiamo a
letto,
tanto non risolviamo niente” propone Akira, e i due tornano a
casa
propria per riposare.
Alla fine Hisashi ha portato il telefono a Ryota, che non ha trovato
a casa e lo ha lasciato alla madre dopo essere stato annusato e
leccato per bene dal fantasma grigio*2, in
realtà l’altro
ragazzo è a casa ma non vuole incontrare l’ex
compagno di squadra,
che ora appare molto educato “voglia scusarmi signora, ma suo
figlio ha dimenticato il telefono alla mia festa di compleanno,
eccolo” poggia l’oggetto sul tavolo facendo un
profondo inchino
“ora se non vorrei disturbarla ancora” si congeda e
se ne va.
La squadra di basket dello Shohoku si sta muovendo come un gruppo di
indemoniati, il capitano li ha spronati a dare filo da torcere ai
giocatori dell’università N. Arriva il fatidico
giorno e le
squadre si ritrovano nel cerchio del salto a due che viene
conquistato da Sakuragi che direziona perfettamente la palla nelle
mani di Miyagi che si lancia in contropiede supportato da un
indemoniato Rukawa. Gli universitari non si rendono quasi conto di
essere arrivati all’interruzione lunga carichi di falli,
mentre i
ragazzini sembrano immuni dal fare fallo. Hanno sbagliato parecchio i
più piccoli, ma stanno sfruttando le abilità
della nuova
accoppiata. Mitsui riesce a mantenere la poca distanza nel punteggio
per gli universitari che però stanno perdendo. Ripartono con
il
terzo tempo e i ragazzini dello Shohoku guidati da un indemoniato
play, che fa dei passaggi veloci e precisi, che spiazzano la difesa
avversaria e che riesce a evitare la zone press che stanno attuando,
e Sakuragi che sembra chiudere ermeticamente la possibilità
del tiro
a canestro. Gli universitari cercano di arginare un Rukawa in ottima
forma, e anche le matricole sembrano essere trascinate dal trio dei
più grandi e fanno faticare quelli che sono fisicamente
molto più
uomini e meno ragazzini rispetto a loro. Lo Shohoku arriva al quarto
quarto con 15 punti di vantaggio e non sembra voler cedere un
centimetro, stanno facendo pressione a tutto campo e correndo come
dei forsennati. Tsosushima che ha già quattro falli ad un
certo
punto travolge il capitano della squadra avversaria e lo stende a
terra e gli tira una pedata nelle costole, cercando di far sembrare
di essere inciampato, come arbitro c’è
l’allenatore degli
universitari, il signor Hiragi, che ferma il gioco. Miyagi si alza
con uno sguardo che potrebbe incenerire tutti, una mano sulle costole
e il respiro corto “Ce la fai ragazzo?” chiede
l’adulto e
riceve in risposta “Si”. Tira il tiro libero che
mette a segno e
poi si mette a ricevere il passaggio, ma cade a terra con il fiato
corto. Viene preso in braccio dalla guardia della squadra avversaria
“Ryokun” l’altro respira affannosamente
“fa male” dice e
poi il signor Hiragi si ritrova a dover fronteggiare un energumeno
dai capelli rossi con lo sguardo furente con a fianco un silenzioso e
inquietante talento del basket che cerca di calmare il primo
prendendogli un polso con la mano calda. “Gli ha tirato la
pedata
apposta”, il tono di voce di chi lancia un’accusa
con cognizione
di causa. “Ora vorrei spaccargli la faccia, ma abbiamo da
vincere
un campionato nazionale.” L’allenatore della
squadra
universitaria guarda il proprio giocatore in panchina che sogghigna e
poi una delle sue matricole che sta soccorrendo il play avversario
“Direi che la partita finisce qua, e con voi faremo i conti
agli
allenamenti, andate a cambiarvi” ordina ai suoi mentre si
avvicina
a Miyagi, mentre il rosso dice “Ryochan tutto ok”
lui annuisce “è
la botta, ma fa malissimo”. “Togli la maglietta che
controlliamo
se hai bisogno di una lastra, figliolo” a parlare
è il signor
Hiragi”. Il play esegue l’ordine e
all’altezza delle costole
sul lato destro c’è un livido a forma di punta di
scarpa che è
già venuto fuori, si lascia esaminare dall’uomo
che decreta,
dall’alto della sua esperienza come medico sportivo,
“Dovrai
stare fermo qualche giorno e applicarci dell’arnica
perché si
riassorba l’ematoma, ma non c’è nulla di
rotto.” Ne frattempo
Mitsui sembra non volersi allontanare dal ragazzo. “Noi
torniamo in
università, se trovi un passaggio puoi rimanere con
loro” indica
gli altri “Grazie coach”. La squadra universitaria
si allontana
dallo Shohoku e Hisashi sembra non voler lasciare andare il ragazzo
che sta sorreggendo. “Ce la faccio da solo” dice
piccato
“Lasciati aiutare, per favore” gli altri della
squadra su ordine
di Ayako si vanno a lavare e rimangono in campo solo il play e la ex
guardia che stanno battibeccando come al solito. “Non sono
infermo”
l’altro scuote la testa “Sei
infortunato”. Alla fine visti i
cedimenti delle gambe per il fiato corto il più basso si
lascia
accompagnare dall’avversario nello spogliatoio. Riesce a
farsi la
doccia da solo, e indossa i boxer prima di avere un altro cedimento
sulle gambe “Lo uccido, giuro lo uccido” dice il
più piccolo.
“Ci penso io quando torno in dormitorio” minaccioso
sembra
tornato il teppista di due anni prima. “Mi aiuti a chiudere i
pantaloni? Non riesco a piegarmi” chiede con un filo di voce
il
play rosso in viso. “Non ti molesto, tranquillo”
cerca di essere
credibile nella propria risposta il più grande che si
avvicina
all’ex compagno di squadra e gli tira su i pantaloni e glieli
chiude godendo della vista delle gambe toniche dell’altro, si
sente
inebriato dall’odore della pelle di Miyagi e dal suo
bagnoschiuma,
ma cerca di mascherarlo. “l’altra sera avevo bevuto
troppo, e il
tuo regalo è così bello” non lo guarda
in faccia mentre lo aiuta
anche con la maglietta. Cerca di non dare retta al proprio istinto,
quello di spogliarlo e non di aiutarlo a rivestirsi.
“Siediti”
gli dice con un tono calmo e caldo che l’altro non riesce ad
interpretare, ma fa quanto richiesto, il più grande gli si
inginocchia davanti e gli fa indossare i calzini e le scarpe da
esterno. “Lo so, ma fuori non ce la farei” aggiunge
e gli lega i
lacci inginocchiato davanti al ragazzo di cui è innamorato
da tempo.
Si morde forte un labbro “Mi dispiace che ti sia fatto
male”
aggiunge mentre si impegna con le scarpe “grazie del
telefono”
Miyagi cambia discorso “Non sono passato direttamente
perché
abbiamo fatto tardi e non volevo che i tuoi si
arrabbiassero.”
aggiunge. L’atmosfera è tesa e nessuno dei due
sembra sapere come
muoversi. “Vieni andiamo verso casa tua, non mi va di
lasciarti
andare da solo” sentenzia il più grande. I due
raggiungono casa
Miyagi senza proferire parola “Allora Ryokun, ci
vediamo” la voce
sembra incrinata è strana “Hisashisan”
lo richiama prima che si
allontani “grazie di tutto” si indica i vestiti e
indica casa, si
è appoggiato al cancelletto di casa che si apre e ne esce un
grosso
cane grigio che travolge la guardia della squadra universitaria e
comincia a leccarlo tutto felice, scodinzolando. “Piaci al
mio
cane, lui è Daiki” Hisashi riesce a far calmare un
po’ le
coccole del bracco “io e Daiki ci siamo visti quando ti ho
riportato il telefono, è un gran coccolone” il
padrone del cane
scuote la testa “Di solito abbaia a tutti i maschi, canidi o
umani
non importa, sei uno dei pochi che gli piace, anche se ho sempre il
dubbio che faccia così perché ha paura di
rimanere senza cibo e gli
sembriamo degli stuzzichini appetitosi” ridono entrambi, e
l’aria
si fa più rilassata. “Ci possiamo sentire di
nuovo? Mi dispiace di
aver rovinato tutto” dice il più grande
“Ero nervoso anch’io,
tutta la responsabilità del club, la paura di non essere
all’altezza, di non mantenere la disciplina come faceva
Akagi...”.
L’ex numero 14 fa uno scatto verso l’altro ma si
ferma ad un
passo da lui mentre il cane gli sbatte contro facendolo cozzare
contro il padrone dello stesso che viene sbalzato contro il muretto
ma viene fermato dalle braccia forti di Mitsui prima che impatti
malamente. “Devi far rifare la convergenza al cane”
ridono
entrambi, in un abbraccio maldestro e impacciato che si scioglie
quasi subito. Fin troppo presto per il cecchino e fin troppo per
l’altro. Il cane scodinzola e si dirige in casa da una
porticina da
cui potrebbe passare anche il padrone tanto è grande.
“Ci vediamo
allora” lo saluta, e si allontana veramente questa volta.
Lasciano
l’altro che lo guarda dall’uscio di casa, con una
strana
sensazione addosso mentre guarda l’altro che comincia a
correre e
quando è fuori dalla propria vista rientra in casa.
Ayako suona alla porta di casa Miyagi e viene accolta calorosamente
dalla mamma di Ryota “Oh almeno lui si è trovato
una brava
ragazza, non come suo fratello che sta con una teppista e sua sorella
che sta con un tizio così viscido. La ragazza cerca di non
ridere in
faccia alla mamma del suo migliore amico “Signora, siamo solo
amici, solo amici.” le ripete ogni volta, ma niente insieme
alla
mamma di Ayako stanno organizzando le nozze nelle loro teste di mamme
preoccupate per i loro bambini. “Ma starà
bene?” chiede la donna
guardandola negli occhi con fare indagatore “Si, lo ha visto
un
medico, deve stare fermo qualche giorno, e poi sarà come
nuovo” la
mamma di Ryota fa un sospiro di sollievo e dopo i soliti convenevoli,
la signora le da un vassoio con una grossa brocca di the freddo e dei
biscottini appena sfornati. La ragazza raggiunge la camera del play
ed entra senza bussare “Oh” sospira lui e lei
ridacchia. “Tua
mamma sta organizzando le nozze, dobbiamo fare attenzione a
rispondere si a quelle due, o ci ritroveremo sposati” Lui
ride, ma
è una risata forzata che interrompe dopo poco con un gemito
“ma
porca merda quel capelli a broccoli” lei lo guarda
“sembrava
arrabbiato con te già da quando è
arrivato.” lei comincia a
mangiare qualche biscotto “tua mamma mi sta mettendo
all’ingrasso”
e lui ride “ma se sei un figurino, dai sta zitta” e
lei sorride
“grazie” lui scrolla le spalle “Lo sai ti
dico la verità”
lei annuisce “Ma continua a dirmi del broccolo”. Si
passa una
mano tra i capelli ricci “Ero al compleanno di Mitsui e lui
mi ha
trascinato a conoscere i suoi compagni di squadra, e capelli a
broccoli ha detto che avrebbe vinto contro la squadra guidata da un
bambino” lei ride “Per questo sembravi
assatanato?” lui
conferma annuendo “Certo che si, e abbiamo vinto, nonostante
lui mi
abbia abbattuto, mi ha tirato una pedata” Ayako si siede sul
letto
e viene raggiunta da Daiki che le mette la testa in grembo.
“Ah
questo puttanone si è spupazzato Mitsui sia quando
è venuto a
portarmi il telefono che prima quando lui mi ha
riaccompagnato” lei
ridacchia “Daiki, che fai? Slinguazzi il ragazzo che piace al
tuo
padrone?” il ragazzo quasi si strozza con il the che sta
bevendo, e
riesce per un pelo a non sputare tutto fuori. “Non mi piace,
non
siamo nemmeno veramente amici” lei alza gli occhi al cielo e
beve a
sua volta. “Siete amici, o non ti avrebbe aiutato, ha anche
mandato
via gli altri, lo sai Hanachan voleva aiutarti, ma gli ha detto che
ci avrebbe pensato lui.” il ragazzo mangia un biscotto
“Mi ha
baciato al suo compleanno, e sapeva di alcol, era ubriaco e me lo ha
confermato stasera.” dice come se fosse una cosa abituale e
adesso
è la ragazza a tossire briciole di biscotto. “Ti
ha baciato?” e
lui conferma “Si è stata una cosa veloce, e poi
sono scappato. E
quando è venuto a casa mi sono nascosto per non vederlo.
Oggi non ne
ho potuto fare a meno” comincia a sfogliare distrattamente un
fumetto. “Non mi piace” le dice e lei ride
“Ma a lui piaci, o
non avrebbe senso tutto quello che ha fatto in questi anni”
Ryota
si ferma e la guarda con aria strana “Tutta la manfrina di
venire a
parlarmi con la scusa del basket? Cioè parlavamo di basket
ed era
divertente parlare con qualcuno che ne sapesse almeno quanto noi, ma
era un teppista e non aveva senso questa cosa, poi tu ci hai messo
tanto del tuo, vi siete menati per benino, come gli dei comandano,
con tanto di ricovero in ospedale tutto per me?” e lui
annuisce
“lui ti infastidiva, e io ero seriamente cotto di te, almeno
in
quel periodo, poi sei tornata ad essere la mia migliore amica, la
persona più importante della mia vita, ma non
un’amante” e lei
sorride “anche per me sei il più importante, e
l’affetto che
provo per te non toglie niente all’amore per lei”
si abbracciano,
i vincoli della società lasciati fuori dalla porta, ma lui
mugugna
leggermente. “fa male porco cane” e Daiki alza il
muso “scusa
Daichan” dice al cane che si mette di nuovo a dormire sul
letto del
ragazzo. “Sei sicuro che il bacio non ti sia
piaciuto?” chiede
lei “sei anche voluto andare tutto carino, dovevi stare da
dio, ti
stanno proprio bene quei pantaloni, ti fanno un culetto...”
lui
arrossisce “sei incorreggibile Aya” e lei ride di
gusto “con te
è facile, ti imbarazzi subito, al primo
complimento”. Lui scuote
la testa “10 ragazze mi hanno rifiutato e quella che mi ha
trattato
meglio ha detto che sembro un piccolo rospo” lei scuote la
testa
“Ma sei stato baciato da uno dei più belli della
scuola” insiste
su quel bacio e lui è quasi nel panico
dall’imbarazzo. “Sono
provato dalla giornata di oggi. Mi ha messo e legato le scarpe e mi
ha portato fuori della palestra in braccio, per non sporcare il
pavimento, e mi ha portato la borsa fino a casa, e mi ha protetto
quando questo ammasso di pelo e deficienza lo ha travolto e per poco
non mi schiaccia contro il muretto di casa.” lascia fluire il
ricordo di quello che è successo poche ore prima
“Ti ha preso in
braccio di nuovo? Sei la sua principessina?” lei ride ormai
dimentica dei biscotti e lui si innervosisce mentre gli suona il
cellulare. [Ryokun, non so come ringraziarti, e mi scuso se mi sono
comportato in modo poco opportuno in questi giorni, non ti disturbo,
me ne sto tornando al dormitorio. Hisashi] lui fa leggere il
messaggio alla ragazza che sembra ancora divertita “Ma che
cazzo
gli hai regalato per farlo così felice, la tua
verginità?”
facendo arrossire il proprio migliore amico “Sei perfida, no,
assolutamente no! La maglia dei Bulls di Jordan quella
originale.”
e lei sgrana gli occhi color castagna e lo guarda, senza commentare
il fatto. “Dovresti farti offrire un caffè! E
pretendere le scuse
del suo compagno di squadra.” Lei abbraccia l’amico
e non
aggiunge altro, non arriverebbe da solo a quello che per lei
è
chiaro da tempo.
Nella palestra della squadra di basket
dell’università N, il coach
Hiragi cammina a passi lunghi davanti ai giocatori che sono tutti
seduti in cerchio attorno a lui*3.
“Tsosushima sei
sospeso dal club per tre mesi, e fai attenzione a quello che fai, la
tua borsa di studio è in bilico. Era una partita di
allenamento e
avresti dovuto impegnarti e non picchiare il play avversario. Per tua
fortuna il ragazzo ha solo una contusione, ma hai rischiato di fargli
veramente male. Ora passiamo all’analisi della partita. Non
metto
in dubbio il talento di quei tre, il play, piccolo, veloce e con
un’eccellente visione di gioco e una predisposizione a
cambiare gli
schemi in corsa, e l’affiatamento con gli altri due, quel
ragazzone
dai capelli rossi che è un ottimo centro per essere uno
delle
superiori, ha un’ottima difesa, e una tecnica a rimbalzo da
far
invidia ai professionisti, che dire poi di Rukawa, lui è
nella
selezione della nazionale juniores da due anni non a caso, ma sembra
migliorato ancora, meno individualista. Ma non dovevamo perdere, la
nostra altezza media, esperienza e gioco di squadra sono superiori,
loro sono forti in tre, gli altri due sono ancora quindicenni
impauriti. L’unico che ha retto i ritmi è Mitsui,
che è abituato
al gioco dei suoi ex compagni di squadra, ma voi li avete guardati e
sottovalutati, nel basket non si fa mai, lo dovreste sapere, sono
quaranta minuti e sono diversi da tutte le altre partite precedenti.
Non si sottovaluta il nemico. Se giochiamo così non
arriveremo ai
nazionali, dobbiamo lavorare sulla collaborazione di squadra,
giocherete senza il permesso di palleggiare, MUOVERSI. Quando
finiremo l’allenamento vi aspetta la suicide squad”
tutti
cominciano a borbottare “La serie sarà da 20
suicidi*4
oggi, e sarà così fino ai campionati nazionali,
se vi lamentate o
mi fate ancora incazzare allora si aggiungeranno serie, non singoli
suicidi” la squadra comincia a lavorare, si sente solo il
suono
della palla che impatta con le mani dei giocatori e le voci a
chiamare gli schemi.” Alla fine dell’allenamento e
della suicide
squad l’allenatore manda tutti negli spogliatoi tranne Mitsui
“Ragazzo, per essere una matricola ti muovi bene, sono
contento che
abbia accettato il nostro invito ad entrare in squadra, ho questa
lettera per te” gli consegna una busta. “Ora vedo
che ci sono
momenti in cui hai paura del tuo ginocchio” il cecchino che
ancora
non ha aperto bocca annuisce “Si coach ho avuto un incidente
ai
legamenti in prima superiore, e delle volte ho ancora paura.”
lui
lo osserva un po’ “ti darò degli
esercizi per rafforzare la zona
e darti più sicurezza”. L’inchino che fa
Mitsui è fin troppo
profondo e fa ridere l’allenatore. “Ho visto che
stavi per
saltare al collo di Tsosushima ma non l’hai fatto e ti
rispetto. Ha
colpito uno dei tuoi amici. Non metterti nei guai, sappiamo del tuo
passato.” il ragazzo annuisce e trattiene il fiato.
“La prossima
partita parti come titolare, quindi impegnati come oggi, o farai da
panchinaro a vita”. Un sorriso si dipinge sulle labbra della
guardia “Certo coach, sarò perfetto” si
inchina ancora. “Ora
puoi andare” e si congeda con un piccolo inchino. Rimasto
solo apre
la busta è una chiamata per la nazionale U19, ci
è rientrato a
pelo, avendo appena compiuto 19 anni. “siamo lieti bla bla
bla…
il ritiro… bla bla bla...” la prima cosa che fa
è chiamare il
proprio migliore amico, ma trova il telefono staccato, e senza
pensarci chiama Miyagi “Ryota” e
dall’altra parte sente in
risposta un timido “Hisa?” il sorriso si fa
più ampio, ma
l’altro non può vederlo “mi hanno
chiamato in nazionale, e
dovevo dirlo a qualcuno, ed è anche grazie a te, che hai
lasciato il
passato nel passato.”. “Anche a me” dice
timidamente il più
piccolo “hanno chiamato anche me, ovviamente Rukawa, e
tieniti
forte Sakuragi, Nobunaga e Sendo” Hisashi sembra stupito
“hanno
saccheggiato Kanagawa” risponde e ridono entrambi e dalla
cornetta
si sente il suono ovattato della risata dell’altro. Il play
è
seduto sulla panchina della palestra “Domani posso
ricominciare ad
allenarmi” gli dice “Ci vediamo al
ritiro” e chiude lasciando
il più grande con il cellulare in mano e
un’espressione felice.
Prova a richiamare il proprio migliore amico e adesso la linea
è
libera “Aki, ho saputo saremo insieme al ritiro” e
dall’altra
parte sente un allegro “Anche tu, bene, ci sarà da
lottare per un
posto da titolare, non ti farò sconti zucchero”
ridono insieme “se
per quello nemmeno io, e smetti di chiamarmi zucchero.”
Dall’altra
parte il capitano del Ryonan è nello spogliatoio nudo che
parla al
telefono mentre i compagni di squadra si lamentano “Li sento,
sei
nudo?” aggiunge e sente la risata di Sendo “Certo,
sono appena
uscito dalla doccia, e in doccia si è nudi” il
moro scuote la
testa anche se l’altro non può vederlo.
“Copriti, ci sentiamo
dopo” e chiude. Raggiunge lo spogliatoio e si prepara per
andare
via.
I giorni passano e arriva la seconda settimana di giugno, il primo
ritiro della nazionale U19 che dovrà disputare i mondiali
che si
terranno a Sapporo agli inizi di settembre. I prescelti in tutta la
nazione sono quindici, ma solo dieci potranno andare a disputare
quell’importante competizione. I borsoni sono pronti, le
espressioni inquietanti, anche lo squadrone di Kanagawa 6/15 sono i
convocati da quella prefettura sembra essere quello fatto da dei
teppisti, teppisti che con una palla da basket riescono a fare delle
ottime cose. I primi giorni, i nuovi si allenano in un gruppo e i
vecchi convocati lavorano in un altro, i primi a cambiare gruppo sono
appunto i ragazzi di Kanagawa che raggiungono Rukawa che sembra
essere diventato il perno silenzioso della squadra. Gli allenatori
sono stupiti dei progressi, soprattutto caratteriali del numero 11
dello Shohoku. Avere quattro ragazzi che hanno già giocato
insieme e
due dei loro avversari diretti fa sembrare una squadra oliata, Mitsui
e Miyagi sembrano capirsi al volo sul campo, ma nelle osservazioni
degli allenatori hanno notato che al di fuori non si parlano e
nemmeno si guardano. “Zucchero passa” la palla va a
finire nelle
mani di Sendo passata da Mitsui che si avvicina alla linea dei tre
punti e riceve indietro la palla e segna. Stanno giocando due contro
due, da una parte Miyagi e Rukawa dall’altra Sendo e Mitsui
quest’ultima coppia sta faticando perché
l’intesa tra il play e
l’ala piccola sembra quasi perfetta. Sono arrivati in piena
forma,
pronti alla guerra per un posto. Qualcuno comincia a lasciare il
ritiro sono rimasti in dodici, e ancora i sei di Kanagawa, sembra che
quella prefettura sia la nuova fucina dei talenti giovanili
giapponesi. Alla fine del quarto giorno il primo allenatore li chiama
“Ora ragazzi ancora due di voi dovranno lasciare il gruppo,
ma per
stasera rilassatevi in città c’è una
fiera andate tutti insieme e
divertitevi, domani vi voglio però in forma. Vi
valuterò anche per
come gestirete il tempo libero” li congeda e vanno tutti a
farsi la
doccia sospirando. “Kitsune, me la puoi anche rivolgere la
parola”
lo rimprovera il rosso “Dohao, in palestra si lavora, fuori
si”
l’altro annuisce “ok, ma stasera” e
l’altro arrossisce. “Io
rimango in camera” annuncia Rukawa facendo ridere il capitano
del
club scolastico, che viene incenerito dallo sguardo del moro.
“Dopo
la doccia andiamo, dice tra le risate” tutti accettano tranne
Sakuragi che accusa un insolito mal di testa. Nobunaga Kyota sgrana
gli occhi violetti “ce l’hanno fatta.”
chiede e non riceve
risposta, quasi una constatazione. Sendo gli si avvicina con fare
cospiratorio “Si, e secondo me fanno anche bene,
cioè guarda che
culetto” nessuno commenta ma ognuno cerca di non farsi vedere
dal
porcospino. Quando tutti sono pronti vanno in gruppo alla festa.
Molte ragazze si avvicinano a questi ragazzoni, sono tutti
così
alti. “Possiamo fare una foto?” chiede una a Sendo
che non si
tira indietro sorridendo. Si dividono, mentre Miyagi parla con un
ragazzo di Sapporo “Quindi se ti convoca per i mondiali in
pratica
sei a casa” l’altro ride “si, anche
perché sto proprio vicino
al palazzetto della città”. Il play si tocca il
mento “sarebbe
fantastico no? Giocare un mondiale e giocarlo in Giappone”
annuiscono tutti “Sarebbe fighissimo. Avete notato che sta
mandando
via quelli con più esperienza? Se non ci impegniamo ogni
momento
potremmo essere buttati fuori in un minuto.” Mitsui cammina
poco
lontano dai due ma non parla con nessuno, il suo migliore amico lo ha
perso dietro a due o tre gonne in compagnia del ragazzo dagli occhi
violetti. Si è vestito con cura, un paio di jeans scuri e
una
maglietta a maniche corte del medesimo colore, lo stesso del suo
umore, lo sguardo truce come quando faceva risse e girava con una
banda di teppisti. Ryota si volta a guardarlo un paio di volte e si
sente strano, continua a parlare con il ragazzo di Sapporo con una
strana sensazione. “Hai stile” gli dice il ragazzo
“l’orecchino,
i capelli, e poi jeans e camicia. Da me non funzionano molto i
capelli strani e l’orecchino.” il play ride
“I capelli strani
sono miei, e ho la rasata per non sembrare un barboncino, e
l’orecchino mi piaceva e l’ho fatto, e questo tipo
di stile me lo
ha consigliato la mia migliore amica” l’altro
sgrana gli occhi
“Migliore amica? Non c’è nulla nulla tra
voi?” Miyagi scuote
la testa “No, lei è fidanzata felicemente e dopo
lo scorso
campionato nazionale abbiamo capito che funzioniamo come amici ma non
come fidanzati, è come baciare mia sorella, anzi mia sorella
non la
bacerei nemmeno con le labbra di un altro, Ayako invece mi sta
simpatica”. “Ma da Hiroshima?” si
intromette Mitsui “Si e se
non ci fossimo comportati da coglioni te ne avrei parlato”.
Lo
stato d’ansia del più basso sembra alzarsi, si
muove più
velocemente, e viene fermato da una mano del più grande sul
braccio.
“Ryokun, tranquillo” e questa cosa sembra avere
effetto sul più
piccolo “vi conoscete da tempo?” chiede ignaro dei
precedenti tra
i due che ridacchiano. Mitsui si toglie i denti davanti e fa un
sorriso sdentato al compagno di nazionale che rimane shockato
“Mi
ha espresso il suo affetto” e si rimette la protesi a posto.
“Espresso affetto?” chiede “Allo Shohoku
abbiamo delle tare
mentali si vede, visto quei due” gli occhi del play si
spalancano
“Lo hai capito anche tu? Dopo la bertuccia?”
partono le risate
“Stai troppo con il tuo amico Hanamichi, stai usando i suoi
soprannomi, quando li ho visti, e poi l’hai visto che
cambiamento
radicale ha avuto Rukawa.” il ragazzo di Sapporo li guarda
come si
guarderebbe un film “ragazzi non capisco, a me Rukawa sembra
gelido
come l’inverno in siberia” ridono entrambi
“Adesso è meno
gelido. Lo dovevi vedere quando l’abbiamo conosciuto lo
scorso
anno” dice Mitsui dondolando sul posto “Tu zitto
che quel giorno
le hai prese, tanto per cambiare”. “Ryota quel
giorno sono
cambiato, ma ancora di più quando mi hai detto Sei tu che
vivi nel
passato non io, là c’è stata la
svolta.” Il più piccolo guarda
verso le proprie scarpe, si sente strano, e il cuore accelera, guarda
di sfuggita Mitsui e poi Kei, il ragazzo di Sapporo,
“Hisashisan,
siamo in mezzo a una fiera” cerca di nascondere il proprio
imbarazzo. “Sei un grande Ryokun”, la guardia se ne
sta con la
schiena dritta e un gran sorriso. “Keikun, se Miyagi diventa
tuo
nemico temilo, se diventa tuo amico non perderlo” si
allontana di
un paio di passi socchiudendo gli occhi scuri. Non parla e cerca di
mascherare il battito accelerato del cuore, si lecca nervosamente le
labbra e poi si asciuga la bocca con la mano ripetutamente.
“Scusa,
ci conosciamo da anni, e delle volte si danno per scontate
cose”
parla il play “Su torniamo in albergo, ho voglia di
dormire”
sprona gli altri due “voglio andare a tutti i costi ai
mondiali”
aggiunge, gli altri due concordano e si dirigono in silenzio in
albergo.
“C’è un calzino sulla mia
porta” si dispera Miyagi “Spero
lascino stare le mie cose”. Sono rimasti soli, Kei da Sapporo
è
andato nella sua stanza che si trova dalla parte opposta del
corridoio, dopo le scale. “Vieni nella camera mia e di
Rukawa” lo
invita il più grande. “Non ti molesto, giuro. Ti
faccio dormire
nel mio letto, non sia mai che la volpe ti trovi nella sua
tana”
riesce a farlo ridere, e si dirigono nella camera. “Non ho
nulla
con cui dormire” espone la cosa come se fosse un problema
“Ti do
qualcosa io” dice l’altro cercando di mantenere il
tono neutro e
mascherare la propria euforia. Cerca nella propria valigia qualcosa e
tira fuori un paio di pantaloncini che si possono stringere con il
filo e una maglietta a maniche corte che gli sta perfettamente
aderente. “Ecco qua” gli porge i vestiti e poi
prende qualcosa
dalla valigia “Ti lascio il bagno”. Il
più piccolo va in bagno
mentre Hisashi rimane in camera e si cambia alla velocità
della luce
e si siede tenendosi una mano sul petto, e poi mette la testa tra le
mani sospirando. Le spalle sono piegate in avanti mentre cerca di
tranquillizzarsi respirando lentamente. L’altro torna dal
bagno in
cui ha avuto dei momenti tormentati. “Grazie
Hisasan” dice e si
siede sul letto che l’altro gli ha indicato come suo. Sono
entrambi
in imbarazzo e si guardano a malapena. Miyagi si nasconde sotto le
coperte e si mette di fianco con la schiena verso il muro.
“Se vuoi
ci stiamo entrambi, sono piccolo” alza un angolo delle
lenzuola e
il padrone della camera accetta l’invito senza dire niente
mordendosi un labbro con foga. Il tepore delle coperte aiuta il
più
piccolo a rilassarsi “buonanotte” si scambiano
l’augurio e dopo
poco il respiro del play si fa regolare, mentre Hisashi rimane
sveglio e quando è certo che l’altro dorma gli
carezza piano i
capelli per poi passare qualche minuto a guardarsi la mano con cui ha
toccato quei capelli ricci, è la prima volta che
può osservare quel
volto realmente rilassato. “come sono stupido”
dice, ma riesce a
prendere il telefono e fa una foto, e poi manda un messaggio al
proprio migliore amico [come va il gemellaggio con il Kainan? Quante
ragazze avete trovato? Io sto ospitando Ryota che è stato
sfrattato
dalla coppia del secolo. Sto facendo il bravo. Buonanotte]. Il sonno
lo coglie mentre carezza quei capelli morbidi. La luce che attraversa
la finestra sveglia Ryota che si rende conto della mano calda
dell’altro attorno al proprio fianco e l’altra tra
i suoi
capelli. Si alza di scatto e l’altro mugugna qualcosa che
potrebbe
suonare come “dai suki” ma non ne è
sicuro e non lo vuole
sapere. I vestiti dell’altro hanno un buon odore e lo fanno
sentire
bene, nonostante siano di un paio di taglie più grandi del
necessario. Nel silenzio dell’alba si concede di guardare
l’altro,
il lenzuolo è caduto e può vedere le cosce sode,
il corpo che da un
senso di protezione, i capelli corti che gli coprono disordinatamente
la testa, gli occhi chiusi e quella bocca che l’ha baciato
ruvidamente ma senza pretese alla festa del suo compleanno. Si
avvicina timidamente a quelle labbra, quella bocca che ha colpito
duramente fino a fargli cadere i denti, quella bocca da cui sono
uscite cattiverie di prima categoria e discorsi pigri, ne saggia la
consistenza con i polpastrelli e poi si stacca di scatto, quasi si
fosse scottato. “che cazzo mi prende?” borbotta
senza però
distogliere lo sguardo dall’altro che si muove nel sonno e
cambia
posizione, la maglietta gli risale scoprendo gli addominali scolpiti.
Il nervosismo del più basso si sta manifestando nel suo
dondolare
sul posto, lo sguardo su quei muscoli, su quel corpo così
diverso da
quelli che ha sempre sbraitato di amare, e che ha sempre ricercato.
Il suono della sveglia, più tardi, lo trova seduto sul bordo
del
letto del compagno di squadra con lo sguardo fisso sulle natiche
coperte dalla stoffa leggera dei pantaloncini che indossa. Mitsui si
sveglia e si stiracchia prima di aprire gli occhi e questo da il
tempo al più piccolo di riprendersi, alzarsi in piedi e
dirigersi
alla finestra “Buongiorno” dice e l’altro
“Allora non ti ho
sognato anche stanotte, eri qua sul serio.” Miyagi si
innervosisce
e corre in bagno con un “scusa è
urgente” mentre esce qualcuno
bussa alla porta. “Sono Rukawa” dice la voce dietro
la porta
“Entra pure è anche camera tua”, lo
invita il più grande,
sembra il solito Kaede, anche se ad un occhio attento sembra meno
assonnato e meno freddo. “Sei in forma campione?”
gli chiede l’ex
compagno di squadra che riceve in risposta un “Hn”
lo vede
prendere i vestiti e dirigersi verso il bagno “Aspetta,
c’è
Ryota, sai lo avete sfrattato” Mitsui si gode la reazione
istintiva
del ragazzo dagli occhi cobalto “Eh, si ecco…
cioè” ride piano
il più grande “Non ti preoccupare, era ovvio che
ti piacesse, non
sapevo che tu gli piacessi in realtà. Nessuno qua ti
dirà mai
niente per questa scelta. Anzi, vi fate bene a vicenda, lui
è meno
turbolento e tu sei più aperto.” Il volpino si
mette a guardare
nella propria valigia solo per avere qualcosa da fare
“grazie”
dice senza aggiungere altro fino all’arrivo del senpai
“Grazie
Miyagisan” e fa un inchino. “di nulla”
cerca di sembrare
normale, cerca di celare l’imbarazzo, indossa gli abiti della
sera
prima e in braccio ha i vestiti che l’altro gli ha prestati
“Te
li lavo e te li ridò” la voce cerca di sembrare
sicura, ma è
incrinata dall’imbarazzo. “vado in camera mia a
dopo” esce di
corsa con il cuore che gli batte all’impazzata, ha origliato
lo
scambio di battute tra gli altri due. Raggiunge la propria camera e
quando apre la porta si ritrova nell’abbraccio di Sakuragi
“Grazie
Ryochan, mi mancava stare con lui”. Il più grande
ridacchia “basta
che tu non entri nella zona to much info” e ridono insieme
“Tranquillo, anche se volessi entrarci ti potrei solo dire
che ci
siamo coccolati e abbiamo dormito.” stranamente il play
arrossisce
sotto lo sguardo stupito del compagno di stanza. “Che
succede?”
riceve in cambio un “Nulla. Menomale mi ha ospitato
Mitsui”
aggiunge “Io pensavo ti avesse chiesto Kei di dividere la
vita con
lui” il play sembra cadere dalle nuvole “Kei, il
pivot di
Sapporo?” chiede in conferma “Sbava su di te dal
primo giorno, ti
spoglia con gli occhi ed è peggio degli sguardi che lancia
il
porcospino allo specchio” ridono insieme “Non mi
sembra
minimamente probabile, non sono così attraente”
Hanamichi ride
“non puoi venire agli allenamenti così”
lo indica “per chi ti
sei fatto bello ieri sera?” riceve in risposta una scrollata
di
spalle “Ormai mi vesto solo dietro consiglio della mia guru
dello
stile, mi ha diviso i vestiti in valigia in busta per abbinamenti,
nemmeno dovessi sfilare.”. “Non ti fa strano che la
tua migliore
amica e la mia migliore amica siano fidanzate?”. Il ragazzo
più
basso scuote la testa “No, per nulla, anche se delle volte
ricevo
troppe informazioni sulla loro relazione. Ho rivalutato Haruko, ora
che la conosco meglio ho capito che era solo schiacciata dalla
presenza di Akagi” l’altro annuisce “Sei
bravo Ryochan” lo
sguardo stupito di lui che indossa un paio di pantaloncini da
allenamento e la maglietta con cui ha dormito, in modo molto
naturale, senza pensare chi ne fosse il proprietario. “Riesci
a
sviare i discorsi, bravo, complimenti, ma dovremo parlare seriamente
della tua totale inettitudine a vedere se piaci a qualcuno”
ridono
insieme “Ora che stai con l’idolo delle folle sei
diventato
esperto di relazioni? Cacchio facciamo 62 scaricamenti in due, cosa
ne vogliamo sapere” continuano a ridere mentre si recano a
colazione. Ad un tavolo ci sono un pimpante Nobunaga e un sornione
Akira che li attendono, mentre due ragazzi nuovi del giro della
nazionale come loro sembrano devastati. Ryota e Hanamichi si siedono
al tavolo con i ragazzi della loro prefettura e vengono raggiunti da
Hisashi e Kaede che camminano fianco a fianco rilassati, cosa che
stupisce Sendo e Sakuragi che li osservano con fare curioso. Al
tavolo si aggiunge Kei, che si fa posto proprio accanto al play, che
non si rende conto delle attenzioni che l’altro cerca di
avere, e
della poca distanza fisica che l’altro ha creato. Mangiano
tranquillamente e raggiungono la palestra dove comincia un
allenamento estenuante, i due nuovi che a colazione erano
già
devastati, corrono poco e sembrano stanchi, a metà mattina
l’allenatore richiama i ragazzi. “Bene, mi hanno
detto che vi
siete divertiti tutti, ma voi due” indica i due devastati
“non
reggete i ritmi di gioco, e non vi sapete gestire, non ho bisogno di
giocatori che non siano sempre al massimo delle loro energie, tornate
in stanza e fate le valige, avete i biglietti pronti per tornare a
casa.” Manda via gli ultimi due e i dieci con cui
andrà i mondiali
sono davanti a lui, sei ragazzi di Kanagawa e altri quattro tra i
migliori del Giappone, “Si uniranno a noi altri nel prossimo
ritiro, posso convocare dodici giocatori, non sentitevi arrivati,
avete visto come funziona” tutti in coro rispondono
“Si coach”.
“Ora faremo una partita contro un paio di squadre del
campionato
professionistico, quindi fatemi fare bella figura, mi
raccomando” e
guarda soprattutto i tre dello Shohoku e l’ex guardia della
stessa
squadra. “Soprattutto voi teste calde” tutti ridono
anche se i
quattro non di Kanagawa sembrano non capire la situazione.
Il ritorno a casa è stato strano per ogni componente della
selezione
nazionale u19. Allo Shohoku si respira un’aria indiavolata, i
tre
titolari si allenano e fanno allenare i compagni in modo sistematico
e più feroce rispetto a prima, con grande soddisfazione di
Anzai che
di tanto in tanto passa dalla palestra continuando a fare “Oh
oh
oh”. Gli allenamenti finiscono e il play indossa ancora una
volta
una maglietta troppo grande. “Ryochan questa non è
tua” lo ferma
la manager mentre gli altri vanno a farsi la doccia, sono rimasti
solo loro quattro, e lui smette di fare gli affondi “Si, non
è
mia, ma è comoda” e lei lo guarda inclinando la
testa da un lato.
“Amore della mia vita devi farti un esamino di coscienza, ti
prego”
e lui la guarda stupito “e perché?” La
ragazza si passa una mano
davanti al viso sbuffando “Perché ti serve,
perché usi quella
maglietta, perché hai la testa per aria, perché
ti voglio bene” e
lui le sorride “io ti amo, più di quanto amo la
mia famiglia, ma
continuo a non capire.” Lei gli da un bacio sulla guancia
“allora
continua a impegnarti. Ora passa all’esercizio
successivo” gli
dice e lui riprende ad allenarsi, mentre la ragazza ha perfezionato
tre allenamenti personalizzati per i suoi compagni di scuola.
All’università N alcuni del club di basket
sembrano aver preso in
antipatia il cecchino proveniente dallo Shohoku, che forte della
chiamata in nazionale sembra riuscire a domare le asprezze del
proprio carattere. Si allena duramente, e segue anche
l’allenamento
personalizzato del coach Hiragi e sente la sicurezza salire nelle
proprie possibilità. La matricola sta lavorando bene durante
le
partite di avvicinamento ai campionati Nazionali, a cui si sono
qualificati con sforzi e serie di Suicide Squad. Al di fuori della
palestra non sono in molti quelli che riescono ad avvicinarlo, i
compagni di squadra spesso rimangono stupiti dal suo cercare la
solitudine in modo maggiore da quando è tornato dal ritiro.
Una
volta tornati al dormitorio Kioshin si rivolge a Mitsui
“Hisakun,
che hai?” in risposta riceve una specie di grugnito
“No adesso
parliamo”, lo vede sospirare “Ryota” e
l’altro lo interrompe
“Il play dello Shohoku che ti ha fatto saltare i
denti”. “Proprio
lui, al ritiro una sera abbiamo dormito insieme, e da quel giorno non
so come fare a parlargli. Dopo che ho ricominciato a giocare lui ha
lasciato nel passato i nostri screzi e mi ha liberato di un peso che
mi portavo dentro. Ci siamo mandati all’ospedale a vicenda, e
in
buona parte è stata colpa mia, l’ho visto e volevo
attirare la sua
attenzione e allora mi sono messo a flirtare con la ragazza che lui
voleva conquistare. Poi ci siamo picchiati, e poi quando son tornato
dall’ospedale volevo togliergli tutto quello che amava come
era
successo a me, non avevo il basket e non avevo lui. Sono andato con
dei teppisti con cui andavo a giro per far chiudere il club e invece
è finita con me in lacrime che chiedo di rientrare nel club
e lui
che ha accoppato qualcuno dei miei, e gli amici di un compagno di
squadra che si son presi la colpa lasciando integro il club. Abbiamo
cominciato a giocare insieme e non mi è passata
l’infatuazione,
anzi ho scoperto lati di lui che me lo hanno fatto piacere di
più.
Quando l’ex capitano della squadra ha lasciato in mano sua il
club
sono diventato di nuovo un cretino, cercavo di farmi notare da
qualche università, studiavo e giocavo a basket e ho
scaricato molte
delle mie frustrazioni su di lui che si è di nuovo
allontanato, e si
è avvicinato alla ragazza che gli piaceva. Pensavo stessero
insieme,
ma l’ho fatto invitare dal mio migliore amico.”
l’altro lo
interrompe “chi quello con quei capelli assurdi e che se non
fossi
etero potrei trovare affascinante?” Mitsui annuisce.
“Si proprio
lui, ha fatto un appostamento col cane della sorella, che odia,
entrambe sia la sorella che il cane, solo per invitarlo, e lui sai
cosa mi ha regalato? Una maglia dei Bulls originale, la numero 23 di
Jordan.” il compagno di squadra lo guarda
“L’ho visto
scappare”. Un colpo di tosse dell’ex dello Shohoku
“per
ringraziarlo l’ho baciato”. Kioshin scuote la testa
“Ma hai
qualche blackout? Ha la ragazza e lo baci?” scrolla le spalle
“ho
bevuto, fin troppo, e poi mi piace da morire, e mi ha regalato quella
maglietta, non sapevo proprio come ringraziarlo. Al ritiro lui era
con un ragazzo di Sapporo che ci stava provando con Ryota e io li ho
seguiti tutto il tempo per mettere i bastoni tra le ruote al suo
spasimante. Alla fine è dovuto rimanere a dormire in camera
mia
perché il mio compagno di stanza e il suo compagno di stanza
hanno
una storia d’amore iniziata con una bella rissa” il
compagno di
stanza si lascia cadere sul letto come sfinito “non mi
interessa
degli altri, quindi avete dormito insieme e?”.
“Nulla, gli ho
prestato dei vestiti per dormire, e abbiamo diviso il mio letto e
quando si è addormentato gli ho carezzato i capelli, e mi
sono
sentito finalmente felice, finalmente non mi sono sentito fuori
posto, dopo un po’ mi sono addormentato e quando mi sono
svegliato
lui si era già alzato.” una risata di cuore
travolge Mitsui
“cazzo, potevi anche innamorarti di un grizly, avresti avuto
gli
stessi problemi, sei proprio un caso umano, ma ho io un consiglio.
Esci con qualcuno, dimenticalo, non ti vuole”. “Ho
giurato di
impegnarmi nel basket e voglio mantenere il mio posto in nazionale o
ti avrei già sparecchiato quel bel musino, lo so da solo che
non mi
vuole, ma io non ho voglia di perdere tempo con altri. Ma tu come va,
oh super esperto di relazioni, la tua storia
d’amore?”. Si porta
una mano sul cuore “Oh, la piccola Ren Miyagi è
caduta ai miei
piedi” dice con fare melodrammatico per poi aggiungere
“sul
serio, sono stracotto di lei e lei ha detto che sono il suo amore, e
sono così felice”. “Ren Miyagi 21 anni,
che frequentava il
Kainan, campionessa di Scacchi?” chiede il più
piccolo. “Si,
come fai a conoscerla?” chiede e l’altro scuote la
testa “Ha
due fratelli vero?” e lui annuisce “Si uno si
chiama Reijiro ed è
un senpai che si è diplomato due anni fa e l’altro
è piccolo e si
chiama...” Mitsui conclude per lui “Ryota, si
chiama Ryota”
cominciano a ridere insieme “Ecco perché mi
ricordava qualcuno con
quei capelli.” dice sospirando “Che caratterini
hanno in
famiglia, e comunque è la prima volta che vedo qualcuno
avere il
coraggio di rialzarsi dopo una pedata del genere di Nobuosan”
Il
più piccolo chiude gli occhi e comincia a respirare
forzatamente con
calma “Non aggiungere voglia di ucciderlo a quella che ho
già.
Andiamo a cena?” chiede e l’altro annuisce. Vanno
alla mensa
rimanendo in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri almeno fino a
quando il più grande spezza la tranquillità
“Quindi saremo
cognati se riesci a conquistarlo” urlato in mezzo alla mensa
universitaria, ma soprattutto davanti alla sorella maggiore del
ragazzo che gli piace. Mitsui cerca di distogliere lo sguardo mentre
Ren si avvicina “E di chi sei lo spasimante Rei o
Ryo?” la
guardia cerca di allontanarsi ma viene riacciuffato dalla ragazza
“Quale dei miei fratelli, potrei darti qualche
consiglio”.
“Senpai Miyagi ti ringrazio ma il tuo ragazzo ha battuto la
testa
da piccolo, e vede cose dove non ci sono” cerca di sembrare
tranquillo, nonostante stia fremendo. Si sta torturando le mani e
cerca di allontanarsi ancora mentre la ragazza si aggrappa al suo
braccio “Qualeeee? E daaaiii” cerca di convincerlo
“Nessuno,
nessuno. Ho da fare” si allontana e si dirige verso la
palestra con
passo marziale borbottando.
Le lezioni del pomeriggio sembrano interminabili, il capitano della
squadra dello Shohoku sta scrivendo qualcosa su un quaderno e poi lo
passa alla compagna di banco “Secondo me dovresti spostarlo
in due”
e anche lei segna qualcosa e lui sembra approvare. In un angolo della
classe ci sono due grosse valige, che attendono la fine delle lezioni
così come i proprietari. “Prendiamo lo Shinkansen
delle 18, quando
abbiamo finito le lezioni andiamo tutti a prendere il treno”
dice
lui “lo so Ryota, ho organizzato tutto io, anche il fatto di
arrivare un giorno prima” sembra elettrico e lei nota la
maglietta
che porta sotto la divisa e sorride carezzando una mano al compagno
di classe. “Sono disperato, non so se metterli in stanza
insieme o
no, forse si, almeno nessuno deve spostarsi di notte.”
parlano
sottovoce e il professore li ignora. “Stanza insieme, non
vorrei
sentire le lamentele di Hanachan soprattutto perché io e
Haruko
saremo in stanza insieme.” lui annuisce “sono un
po’ geloso,
voi potete fare le cosacce e io non ho nessuno con cui
farle.” lei
ridacchia tappandosi la bocca con la mano “Oh io conosco
qualcuno
che farebbe cosacce con te tutto il giorno.” lui la spinge
piano e
lei gli sventaglia una mano. L’ultima campanella scolastica
suona e
i due con uno scatto degno di Bolt recuperano le valige e si dirigono
all’uscita raggiunti dopo poco da tutti i compagni di
squadra. Lo
Shohoku si muove in gruppo a piedi e arriva alla stazione in poco
tempo, hanno i posti riservati sul treno ad alta velocità
notturno.
Le coppie si siedono vicino e gli altri giocatori fanno gruppetto,
solo il capitano rimane da solo. Si raggomitola sul sedile e prova a
dormire come stanno facendo gli altri, ma il sonno tarda ad arrivare
ripensa a quelle labbra ruvide che lo hanno sfiorato e sono settimane
che non fa altro, nonostante non capisca perché un gesto di
qualcuno
ubriaco lo abbia colpito così tanto. Ripensa a quella
mattina al
ritiro, quella in cui si è svegliato presto e riposato
nonostante
abbia diviso il letto singolo con un ragazzo fisicamente ben
piazzato. Si è svegliato con la mano di lui nei capelli e
istintivamente si porta una mano tra i riccioli a scompigliarli, la
sensazione di vuoto che lo ha assalito quando si è alzato e
quella
carezza è cessata lo fa sussultare, sotto la divisa sta
indossando
ancora una volta la maglietta di Mitsui, che ormai ha perso il suo
odore da molto tempo, ma non riesce a smettere di fare questo gesto,
quello di cercare la calma di quella mattina in
quell’indumento.
Dopo un po’ sente qualcuno che gli si siede vicino, la
persona più
inaspettata che sta viaggiando su quel treno. Non dice niente come al
suo solito, ma quasi di prepotenza fa poggiare il capitano contro la
propria spalla “Devi dormire” sussurra con quella
voce che è
così raro sentire. Rukawa è un ragazzo a cui
piace passare
all’azione, non è uno da grandi discorsi. Il
capitano accetta il
gesto travolto dalla spontaneità dell’altro.
“Perché? E Hana?”
chiede meritandosi uno sbuffo in risposta. “Non dormi e devi
essere
riposato, lui dorme di brutto e per stasera non ha bisogno di me, e
io appena ti addormenti mi addormento”. Se nei due anni di
militanza nella medesima squadra Miyagi ha capito qualcosa del numero
11 è che ogni suo gesto è ponderato, e nulla
è lasciato al caso,
quindi cerca di rilassarsi contro la spalla del compagno. Impiega
ancora qualche minuto per addormentarsi, sente l’odore della
pelle
dell’altro come estraneo, ma piacevolmente rilassante
è qualcosa
che sa di pino e ammorbidente. Si addormentano entrambi e vengono
svegliati da Sakuragi che ha l’accortezza di svegliare il
proprio
ragazzo delicatamente senza incorrere nelle sue ire mattutine.
“Ragazzi tra dieci minuti arriviamo a destinazione”
sorride e
Rukawa di slancio lo bacia mentre Ryota rimane imbambolato a
guardarli, non lo fanno spesso, ma qualche volta dopo gli allenamenti
è successo di intravederli. Il suo cuore comincia a battere
più
forte e la mente va a delle labbra al sapore di alcol, così
diverse
dalle labbra di qualche ragazza che ha baciato in precedenza. Se
chiude gli occhi riesce a sentirne la consistenza contro la propria
bocca, contro le proprie dita. La sua mente gli fa uno scherzo che
non si aspetta si sofferma sul ricordo di quelle gambe e di quel
sedere tonico che ha fissato per almeno un’ora prima del
suono
della sveglia e della bussata del moretto. “Ragazzi state
dando
spettacolo, la vecchina del 7b sta per avere un colpo” i due
si
dividono di scatto e poi si rendono conto che al 7b
c’è Haruko che
li guarda con l’occhio di triglia tipico degli anime. Esce
dalla
sua impasse personale mettendo in imbarazzo gli altri due.
Il
giorno libero è servito a tutti, senza allenamenti, senza
scuola e
senza preoccupazioni ognuno di loro è riuscito a
concentrarsi al
massimo per le partite del campionato nazionale. Le prime gare
scorrono veloci e le sentono alla loro portata, in semifinale si
scontrano con il Ryonan guidato da un Sendo in grande spolvero. La
partita comincia in salita con la perdita del salto a due da parte
dello Shohoku, il primo quarto finisce 18 a 5, e gli avversari
cominciano a rilassarsi, sbagliando la valutazione sugli avversari
che si portano sul 29 pari poco prima della pausa lunga. I dieci
minuti tra il secondo e il terzo tempo Anzai da qualche indicazione
ai ragazzi, e poi li lascia liberi di confrontarsi “Dobbiamo
mantenere la calma, li abbiamo battuti molte volte dall’anno
scorso, noi siamo più bravi, e dobbiamo
dimostrarlo” parla Miyagi
rivolgendosi soprattutto alle matricole “E voi due, cazzo vi
ho
preso un po’ per il culo, riprendetevi, ne sentirete di
peggiori da
persone peggiori di me.” li avverte, e si ritrova in un
abbraccio
spezza ossa del centro “Uccidere il play non ci
porterà alla
vittoria” le matricole sussultano, è forse la
seconda volta che
sentono una frase completa e di senso compiuto, che non preveda
insulti al rosso, da parte di Rukawa. “voi due, seguite gli
schemi,
ricordatevi che li cambiamo anche in corsa.” continua
lasciando
tutti senza parole per i quattro minuti successivi, in cui vanno
sotto canestro a fare un po’ di passaggi e tiri liberi. Il
cambio
di campo sembra portare una svolta nella partita il Ryonan, se pur
guidato da Sendo che mette in campo tutto il suo geniale talento
sembra sparire sotto gli schemi vari e ben fatti dello Shohoku. La
partita volge al termine e ci sono quindici punti di differenza,
l’incolmabile divario porta i ragazzi in casacca rossa ad
accedere
alla finale.
La finale sembra una copia della partita con il Ryonan, un inizio
difficile. Alla fine della prima metà della gara lo Shohoku
insegue
con un divario di otto punti, ma alla fine della partita si aggiudica
il campionato nazionale con un divario di dodici punti. Lo scorer
parla di un’efficienza sbalorditiva in difesa, e una
precisione
estrema nel tiro a canestro, e tutto questo perché ogni
buona
giocata parte da un buon passaggio. Festeggiano e ridono, piangono e
si abbracciano, nessuno avrebbe scommesso su di loro, nessuno ha
scommesso su quasi nessuno dei singoli fino all’anno
precedente, e
ora stanno raccogliendo i meritati frutti della loro passione e del
loro impegno.
La cosa strana alla fine della premiazione è la sensazione
di vuoto,
la sensazione di sentirsi incompleto del capitano, che elargisce
sorrisi, che non sente veri, tiepidi rispetto alla felicità
della
vittoria. Passato il picco di adrenalina si ritrova in albergo a
fissare una parete, mentre gli altri festeggiano ballano e cantano,
solo un altro giocatore si tiene fuori da questa bolgia; come
è
successo sul treno Rukawa si avvicina a Miyagi non dicendo niente,
gli siede vicino, così vicino da sfiorarsi, ma non fa nessun
gesto,
nessun incoraggiamento. “Come hai capito che ti piacessero i
ragazzi” gli viene chiesto. “Per me è
stato facile, ho sempre
sognato qualcuno che potesse tenermi testa, e per qualche mese alle
medie ho pensato potesse essere Ayachan, ma poi ho avuto
l’erezione
più dolorosa della mia vita dopo aver visto un senpai nella
doccia,
e da là tutti i miei sogni erano pullulati della sua
immagine.” le
parti sembrano invertite il play, solitamente molto comunicativo
risponde con un timido “Hn, grazie”. Le sue
sicurezze circa la
sua eterosessualità vacillano, o forse prende solo atto che
non
erano altro che favolette che si è raccontato per molto
tempo. Ha
sognato Mitsui molte volte dal primo incontro tra loro, al suo primo
anno nel corridoio della scuola, lo aveva insultato, ma la cosa che
non riusciva a togliersi dalla mente è di quanto fossero
belli quei
capelli neri e quegli occhi così scuri da sembrare pozzi
senza
fondo. I sogni erano continuati anche dopo la rissa, quando si era
svegliato in ospedale con una commozione cerebrale e un sacco di
contusioni abbastanza gravi, ma nulla di irreparabile. Giocare
insieme era stato poi catartico nei sogni se lo era ritrovato nel
letto, si era ritrovato tra quelle braccia forti, aveva desiderato
che lo abbracciasse che gli passasse le dita tra i capelli, si sono
intensificati nel periodo buio della loro amicizia, o quel che fosse
visto come si son trattati, sono diventati più espliciti,
sempre
sogni che finivano in bagno con una sega di consolazione. Ha
accettato l’invito al compleanno con curiosità e
ha scelto il
regalo che sapeva avrebbe fatto più piacere
all’altro, una maglia
di Jordan originale, che arrivava direttamente dagli Stati Uniti,
comprata là durante una vacanza con la famiglia quando aveva
quattordici anni, in realtà ne aveva prese due, una la
teneva
gelosamente nascosta a tutti, l’aveva trovata in un mercatino
di
quelli che si vedono nei film dove la gente mette tutto fuori e
l’aveva pagata a poco prezzo per essere quello che era, ma
che in
realtà aveva prosciugato la sua paghetta, solo per quello
scarabocchio col pennarello che la padrona pensava ne abbassasse il
valore, anche se non era propriamente così. Nella sua mente
la sua
fortuna era finita quel giorno, e poi erano state sempre lotte,
battaglie e guerre in tutti gli ambiti della sua vita. Anche adesso
era in guerra con quello che sentiva, con il desiderio di sentire
ancora quelle labbra sulle proprie, in guerra con quello che la
società e la sua famiglia vorrebbe per lui. Le regole della
famiglia
Miyagi sono poche tra queste però c’è
quella di non fare quelli
strani, il che vuol dire che già l’orecchino
è uno strappo alla
regola, ma entro i ventidue ventitré anni bisogna sposarsi
con
qualcuno del sesso opposto e cominciare a fare figli, almeno un paio
meglio tre. Suo fratello era stato bravo in questo a vent'anni si era
sposato con una brava ragazza e adesso lui era zio di quattro
bellissimi nipoti una coppia di gemelli di quasi quattro anni, una
bambina di due e un piccoletto di sei mesi, Ren era fidanzata ma
prima voleva finire l’università, e i loro
genitori già storcono
il naso a questa scelta, ma lei è troppo intelligente per
cedere
alle loro pressioni, e poi c’è lui il piccolo di
casa in tutti i
sensi, è l’ultimo figlio, l’ultimo
nipote, è il più basso
della famiglia quello col fisico più piccolo, quello meno
intelligente rispetto alla campionessa di scacchi, quello che ancora
non ha la fidanzata giusta, e comincino a mettergli pressione e ha
solo diciotto anni appena compiuti, e non li ha festeggiati, solo la
squadra gli ha portato una torta agli allenamenti. Non si è
mai
permesso di indugiare su un corpo maschile, non si è mai
chiesto
perché avesse avuto quella reazione eccessiva nei confronti
di
quelle che erano chiacchiere sul basket, niente di più di un
flirt
impacciato. “Ti lascio da solo” la voce di Rukawa
lo risveglia
dai suoi pensieri, e vede il ragazzo allontanarsi per poi raggiungere
Sakuragi e tirargli uno scappellotto facendo partire la rissa, e ora
gli viene da ridere perché le forme dell’amore che
ha davanti sono
così diverse, ci sono Haruko e Ayako, così
discrete, un amore sulle
note della musica classica, magari impetuosa, ma sempre così
contenuta ed elegante, ci sono i suoi genitori che sono come una
vecchia canzone degli anni cinquanta dove l’uomo protegge la
sua
donna dal mondo e lei fa la casalinga, poi ci sono quei due
casinisti, il loro è punk, il loro amore è una
protesta contro
tutto quello di brutto che può succedere, ed è un
amore folle, a
tratti sembra odio e questo lo spiazza, nella sinestesia di associare
i sentimenti alla musica trova che questo lo abbia influenzato
più
volte, la sua amicizia con Ayako è come le quattro stagioni
di
Vivaldi, variegata e molto intensa. Il rapporto con la sua famiglia
può essere riassunto con il suono delle unghie sulla
lavagna, non
che non lo amino, o che lui non voglia bene loro, ma sembrano
incompatibili sulla maggior parte della visione della vita, e adesso
questo, questa musica di sottofondo, a tratti un rock melodico, a
tratti un suono metal, che spazia dalla ballata più dolce a
dei
momenti in cui il black metal sembra l’unica musica da
ascoltare, e
come sempre ne è attratto, i suoi gusti sono musicalmente
variegati,
ma non riesce a stare troppo a lungo lontano dal rock e dal metal,
ciclicamente deve ascoltare di nuovo qualcosa, o la fissa del momento
è ascoltare cover di canzoni pop in chiave rock e metal.
“Lui è
rock e metal” dice mentre i pensieri son ancora fissi su
questo suo
associare la musica alle persone e ai sentimenti. I festeggiamenti
vanno avanti ancora per molte ore, raggiunti anche dai giocatori del
Ryonan che festeggiano il loro terzo posto ai campionati nazionali
dopo molto tempo che non riuscivano a presentarsi sulla piazza
più
importante del basket liceale. “Chi è rock e
metal” il
porcospino si siede accanto al capitano della squadra che li ha
stracciati, e lo fa con calma e il solito sorriso perfetto.
“Ah,
eh? No nulla” arrossisce e guarda da un’altra
parte. “Io penso
che Hisachan sia molto metal” il tono è malizioso,
come sempre e
l’aver nominato il perno dei propri pensieri fa sussultare
Miyagi.
“Ti pensa spesso sai?”. Se non fosse seduto su un
comodo divano
sarebbe caduto a terra come una pera cotta “Chi?”
chiede solo per
velare il proprio imbarazzo al sentire quell’affermazione.
“Miyagi,
siamo abbastanza grandi per non nasconderci dietro un dito e credere
di esserci riusciti, lo sai a chi mi riferisco.” un sbuffo
esce
dalle labbra del più piccolo “te lo concedo Sendo.
Ti stupirebbe
se ti dicessi che lo penso spesso?” i capelli immobili sulla
testa
che si muove sembrano quasi un porcospino su una testa. “In
realtà?
No, non ne sono per nulla stupito. So che ti ha baciato, so che avete
dormito nello stesso letto al ritiro, mi racconta tutto”.
“Lui è
proprio fatto di rock e metal, e ho paura” non aggiunge altro
sospirando e tirando le gambe sul divano e sedendosi sul bracciolo,
aumentando la distanza dal proprio interlocutore che continua a
sorride. “Paura di essere felice? Paura perché
è un maschio?
Paura perché per il primo anno di conoscenza vi siete
mandati
all’ospedale?” Sendo è rilassato, si
è svaccato con fare
casuale sul divano mentre l’altro dondola sul bracciolo,
agevolato
dal fisico sottile. “di tutto e di niente”.
“Il Giappone sta
cambiando, ora quasi esclusivamente i vecchi hanno problemi con i
diritti altrui, con l’amore degli altri. In lui potresti
trovare
sostegno, lui che ha fatto della sua presa di coscienza una guerra
contro il mondo intero, e contro di te in particolare. Se ti dico
queste cose è perché gli voglio un bene
dell’anima, non sono uno
che va a parlare di queste cose a giro” vengono interrotti da
due
ragazze più grandi e molto sensuali che propongono qualcosa
al
capitano del Ryonan. “Ora se vuoi scusarmi, devo prendere il
premio
di consolazione per essere arrivato solo terzo” si alza e se
ne va
mano nella mano con le due ragazze, lasciando il play nuovamente da
solo e con altro a cui pensare.
Ren Miyagi si trova nella stanza del dormitorio di Mitsui e attende
che il fidanzato sia pronto. “Forse se mi fossi fidanzata con
una
ragazza avrei dovuto aspettare meno” si lamenta con
l’ex compagno
di squadra del fratello. “Ah, non lo so, non sono mai uscito
per un
appuntamento” lo guarda bene “Eppure sei un
così bel ragazzo”
si complimenta “Sono stato un teppista, e sai non
è un’attività
che ti lascia molto tempo per il romanticismo.” Lei lo
osserva
mentre lui sta cercando di studiare da un grosso libro, con scarsi
risultati visto che l’esercizio sul quaderno è
ancora intonso.
“Quando ti sei accorto che ti piaceva Ryota?” una
domanda a
bruciapelo gli occhi scuri sgranati in un’espressione
stupita, le
labbra carnose socchiuse e un leggero rossore sulle guance lo fanno
sembrare ancora più affascinante, la voce è calma
nonostante il
corpo dia l’idea del disagio che sta provando. “Tu,
come?” le
chiede e lei ride, è alta per essere una ragazza,
è più alta di
suo fratello, i lineamenti sono simili, ma differiscono i colori, gli
occhi di lei sono di un bel verde chiaro e i capelli sono castani,
mentre quelli del fratello sono di un bel bruno, così come
gli
occhi. “A parte il discorso di quel cretino del mio
fidanzato? L’ho
capito quando eravate in ospedale, sai ti ho visto venire a spiarlo
di notte, quando pensavi che tutti dormissero. Lui sussulta e lascia
cadere la matita. “La nostra famiglia non è una
cosa facile” gli
dice e Hisashi la guarda stupito “ci sono delle regole
ferree, ed
io ne sto infrangendo qualcuna, intanto non ho lasciato
l’università
appena trovato il fidanzato e ancora non sono sposata, alla mia
età
mio fratello maggiore era già padre di due gemelli. Non
dobbiamo
fare cose che potrebbero portare imbarazzo alla nostra famiglia. Mi
ricordo ancora le lotte per quell’orecchino che Ryo ama
tanto.”
l’affetto per il fratello minore traspare dalle sue parole
“Mai e
poi mai essere troppo affettuosi, si perde di forza, è una
cosa da
deboli” gli spiega e lo lascia senza parole. Kioshin arriva
ed
interrompe la conversazione definitivamente e mentre escono la
ragazza torna indietro e dice “tu lo puoi salvare da quelle
regole,
sei abbastanza forte e selvaggio” torna sui suoi passi ed
esce
dalla camera che il fidanzato condivide con la matricola.
I giorni passano, e non sono giorni leggeri, sono giorni di studio
disperato e di allenamenti in attesa dell’arrivo del ritiro
pre-mondiale che li esonererà dalle lezioni, ma non dalle
verifiche
e soprattutto dagli esami finali.
Ryota Miyagi diciotto anni, play, studente del terzo anno allo
Shohoku, per la prima volta da quando è alle superiori
è riuscito a
passare gli esami di fine trimestre con una media di voti
invidiabile, ha riversato tutta la frustrazione per la situazione in
cui si trova, una presa di coscienza di un innamoramento profondo,
così diverso da quelle cotte, da quelle ragazze che non lo
hanno
nemmeno considerato, che non hanno visto oltre la sua altezza, o il
suo orecchino. Non ha bisogno di persone così, e
l’unica donna che
avrebbe mai potuto sposare è felicemente fidanzata con
un’altra
ragazza. La famiglia di lei ha accettato Haruko come una seconda
figlia, per fortuna, Haruko, come lui non ha una famiglia
all’avanguardia, sono tradizionalisti e nostalgici di periodi
idolatrati e creduti migliori. I suoi muscoli si sono irrobustiti, e
ha perso quel poco di forma ancora da bambino che gli era rimasta,
ora è un giovane uomo, di altezza media che porta
l’orecchino, e
che ha capito di voler di più di un matrimonio e dei figli,
ha
capito di voler vivere in un ambiente pieno di amore e non uno pieno
di convenzioni. Ha preparato le valige, non solo quella per Sapporo e
i mondiali, ma anche quelle con le proprie cose preferite, ed una in
fondo all’armadio con una cuccia, una ciotola e un guinzaglio
di
Daiki, è il suo cane è sua
responsabilità i suoi sono stati
chiari, e lui non vorrebbe altrimenti. Con gli altri si sono trovati
a Tokyo, l’unico esonerato da questo viaggio è Kei
che già si
trova dall’altra parte del paese, si sono mossi con
l’aereo e per
qualcuno è la prima volta in volo. Sakuragi sembra un
bambino di
cinque anni, e per tutto il volo guarda fuori dal finestrino
raccontando storie su quelle piccole macchine che portano piccole
persone, e rende il viaggio piacevole, anche se queste persone
potrebbero essere dei Tanuki o solo delle bestie fantastiche. Volano
per meno di due ore, Miyagi e Mitsui sono ai lati opposti della
solita fila ognuno ad un finestrino, divisi da due sedili occupati da
altri compagni e un corridoio dove passano le hostess. Hisashi si
toglie la felpa, sull’aereo fa caldo, e rimane con la
canottiera
che gli ha regalato Miyagi, sembra distratto e non si è reso
conto
dell’effettiva vicinanza del ragazzo che gli ha donato quella
maglietta. Il suo compagno di volo non è nella cerchia di
quelli di
Kanagawa è un ragazzo di Tokyo “Bella, dove
l’hai presa?” il
volo ha rilassato i nervi tesi della guardia che risponde “Me
l’ha
regalata il ragazzo di cui sono innamorato ormai da tre anni”
questa frase arriva anche al lato opposto del corridoio.
“Scusa,
fammi passare” dice al ragazzo che ha di fianco e si ritrova
nel
corridoio proprio davanti al giocatore di Tokyo, che lo Shohoku ha
battuto in finale. Non dice niente guarda fisso Mitsui come se questo
potesse dargli le risposte che sta cercando, come se la maglietta che
indossa gliele potesse dare, è quella che ormai non
restituirà più
al proprietario che però la riconosce. Non si parlano non
sull’aereo
e non prima di aver partecipato ai mondiali. Non capitano in camera
insieme. Mitsui è in camera con il proprio migliore amico,
mentre
Miyagi è in camera con Kei di Sapporo. Cominciano in sordina
l’esperienza mondiale, si stanno scontrando con ragazzi che
hanno
più esperienza di loro, qualcuno addirittura ha
già calcato i
parquet, magari solo in panchina, con le nazionali maggiori.
Rosicchiano punti importanti nella fase a gironi e riescono ad
arrivare in semifinale. Le due semifinali vedono pezzi da novanta del
basket mondiale e il Giappone, che si affaccia con un nuovo gruppo di
ragazzi affiatati sul campo e potenzialmente letali. Si scontrano
contro la corazzata USA, e perdono, non è una brutta
partita, ma la
superiorità è netta, loro vengono da una nazione
in cui il basket è
al limite dell’idolatria, la scelta è ampia e i
ragazzi hanno già
giocato a livelli mondiali, con la nazionale u17, sono esperti, sono
fisicamente studiati per giocare nel migliore dei modi.
L’altra
semifinale è tra la Serbia e la Russia, nazioni con
giocatori
altissimi e dai fisici possenti, anche i più grossi
giapponesi
sembrano delle bamboline in confronto. La perdente si
scontrerà per
il terzo posto con il Giappone, la squadra sfavorita del torneo, e
che invece sul campo nazionale ha brillato grazie alle stelle e
all’ottimo gioco di squadra.
L’avversario del Giappone è la nazionale della
Russia, uno
squadrone di dodici ragazzi di altezza superiore ai due metri, anche
il play è alto forse supera il metro e ottantacinque*5
.
La partita parte come d’abitudine per lo Shohoku di
quell’anno, e
per i 3/5 di quella nazionale con un primo tempo da dimenticare e una
gara in salita, ma dopo la pausa lunga e un quintetto di soli ragazzi
di Kanagawa riescono a recuperare e stare ad una distanza da un punto
dall’altra nazionale. Negli ultimi secondi del quarto tempo
sono
sotto di due punti, sono stanchi fisicamente e mentalmente. Il play
sembra sentire la presenza della guardia tiratrice e con un No Look
perfetto gli fa un passaggio da manuale e Mitsui riesce a mettere
dentro un tiro da tre, di quelli che fanno cantare i cori degli
angeli, e subisce un brutto fallo da parte del difensore, che
commette un antisportivo che prontamente la terna arbitrale sanziona,
il tiro libero viene realizzato e la palla è in mano a Sendo
che
passa a Miyagi che lancia a canestro Sakuragi che chiude a cinque
centesimi dal termine della partita con un poderoso slam dunk e una
serie di autocelebrazioni, la partita finisce al tocco di palla del
passaggio della Russia. La nazionale U19 giapponese è la
terza al
mondo, e a nessuno dei giocatori adesso importa di chi sia la prima
al mondo, tranne per un euforico Sakuragi che dice “Se
vincono gli
Stati Uniti e vincono con più punti rispetto a come hanno
vinto con
noi allora siamo superiori alla Serbia” in campo i
festeggiamenti
durano poco, lo devono lasciare per dare spazio alla vera finale.
Quando tornano in albergo l’allenatore li elogia
“sono felice che
abbiate risposto alle mie aspettative, qualcuno si è
mostrato in
questa vetrina e potrebbe avere dei risvolti positivi per la carriera
futura. Mi dispiace di aver scoperto qualcuno solo alla soglia dei
diciannove anni, purtroppo Mitsui il prossimo anno non potrò
lavorare con te, anche se ti convocherò fino a dicembre per
gli
allenamenti.” La guardia fa un profondo inchino
“Grazie sensei”
l’uomo sorride “avrai occasione di sfruttare il tuo
talento”
gli dice e poi “Ragazzi le altre valutazioni le faremo
tornati a
casa. Tra un mese avremo il prossimo ritiro, ora siete liberi di
festeggiare il meritato terzo posto”.
L’atmosfera
è
rilassata e i ragazzi vanno tutti insieme in un pub aperto anche ai
minorenni, e come tali vengono trattati e riescono a festeggiare con
bibite analcoliche, cazzeggiando come se fossero amici da sempre, uno
strano e rumorosissimo duo sta facendo scherzi di dubbio gusto a
tutti gli avventori, che però non sembrano troppo
infastiditi dalla
coppia di scimmie urlanti che le stanno travolgendo. Appoggiato ad
una parte con una bibita in mano Mitsui sembra non prendere parte
alla caciara dei festeggiamenti, anche il migliore amico lo ha
abbandonato per andare a seguire qualche gonnella. Il play si
avvicina con in mano una birra e la passa all’altro.
“Come hai
fatto?” chiede bevendo un sorso della bibita frizzante e
amarognola
“Una ragazza mi ha chiesto cosa volessi, e mi ha preso la
birra”
scrolla le spalle “E Kei cosa voleva da te?” cerca
la gelosia è
malcelata dalle parole appena pronunciate “Ha provato a
baciarmi”
il più piccolo parla sinceramente e viene incalzato da un
Mitsui
sempre più nervoso “e tu cosa hai
fatto?” il tono si alza di
un’ottava “Mi sono scansato, e gli ho detto che non
sono
interessato.” La voce trema ad entrambi ma Miyagi si fa
coraggio “è
vero quello che hai detto in aereo?”. La guardia chiude gli
occhi
scuri come la pece e sospira “si è vero, volevo
attirare la tua
attenzione parlando con Ayako”, in risposta riceve un
“adesso mi
sento veramente stupido” si fa passare la birra e ne beve due
generose sorsate per poi passare di nuovo la bottiglia
all’altro,
che beve a sua volta ad occhi chiusi sospirando appena alla fine
della sorsata. Sta per passare nuovamente la bottiglia a Ryota quando
invece si ritrova il corpo tonico e sottile di lui schiacciato
addosso, il ragazzo in punta di piedi e le sue labbra stampate sulle
proprie in un bacio impacciato, quando si riprende dallo shock
iniziale passa un braccio attorno alla vita dell’altro e si
abbassa
leggermente per agevolare il bacio. Una danza di lingue che sembra
essere la cosa più giusta da fare. Quella sensazione di
completezza
che pervade entrambi e li cristallizza nel tempo.
Parole Sparse
Ho
rubato il titolo al libro di una mia amica e questa storia non
c’entra una cippalippa con la sua, e nemmeno la mia cultura
musicale. Grazie a lei ho assistito alla mia prima e unica opera dal
vivo, e ho scoperto che prima di Beautiful l’opera svolgeva
su per
giù la stessa funzione, e con trame ben più
arzigogolate.
*1
Capelli a broccoli: ho visto un anime su una squadra universitaria di
Cheerleader, tutti ragazzi, e di cui non ricordo il titolo in cui
c’era un personaggio che urlava
“Broccoli” per presentarsi
perché aveva i capelli a forma di broccoletto.
*2
Il Weimaraner o bracco di Weimaraner è una razza di cane dal
colore
grigio è spesso chiamato il fantasma grigio
*3
Nella cultura giapponese il sensei, sta in piedi e gli allievi si
siedono in segno di rispetto. Nelle arti marziali gli allievi sono in
ginocchio ad ascoltare il maestro che fa le sue lezioni anche
filosofiche e morali.
*4
Ho trovato un meme con la foto di un campo da basket e la dicitura
Suicide Squad. Il suicidio è quel sadico esercizio per cui
corri
dalla riga di fondo fino a toccare ogni riga presente sul campo, e se
il campo è polisportivo fai i chilometri. Spesso
è usato come
esercizio “consolatorio” alla fine di una partita
persa.
*5
Anche la mosca atomica, il mitico Pozzecco, che visto con
la
nazionale sembrava puffo pazzoide in realtà supera il metro
e
ottanta.
Avrò
dimenticato qualcosa sicuramente... Forse ci sarà un
seguito....
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