Tallahassee no more

di AngelCruelty
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Tallahassee no more

Una siepe verde fitta come quella di un labirinto.
Un cancello in ferro battuto che sembrava appartenere a una di quelle ville da serie tv californiane.
Al di là si intravedeva una lunga e stretta piscina ricolma di acqua azzurra, e poi erba e alberi.
Verde, verde e ancora verde. Emma Swan immaginò per un attimo di essere un cigno, per poter galleggiare sulla superficie d’acqua, increspare la sua statica natura. Sembrava di essere alle porte dell’entrata del Paese delle Meraviglie. Si incamminò e si immerse in quel paradiso. Tutto quel che vedeva, chiome rosee con petali che scendevano giù leggiadri come piume, cespugli immobili e rami che vibravano a ritmo del vento, le fecero pensare ad una sola cosa: calma.
Buffo, era proprio l’opposto di quel che provava in quel momento. Provava rancore. Rabbia. Risentimento. Dubbio. Incertezza. Timore. Preoccupazione. Tristezza. Nostalgia. Rimpianto. Ma non calma … se solo avesse potuto, avrebbe distrutto quel luogo magnifico pur di trovare sfogo al suo dolore e alla sua furia. Ma non poteva, era venuta fin lì per un motivo. Si sedette su una panchina in mezzo al nulla, ad osservare le deboli onde di un laghetto in cui vivevano dei pesci rossi. E poi attese.
Aveva atteso anni in un posto ben peggiore di quello, poteva attendere qualche altra ora.
Calò la notte. I grilli iniziarono a farsi sentire e il silenzio piombò sull’Alfred B. Maclay Gardens State Park. Questo poteva significare solo una cosa: niente più visitatori nel parco per quella giornata. Emma aspettò un altro po’, giusto per essere sicura. Poi tornò indietro, camminando sul viottolo di mattoncini che l’aveva condotta fin lì. Il cancello in ferro battuto era ormai chiuso, per cui lo scavalcò con agilità. Il giorno precedente aveva studiato la posizione di tutte le telecamere del parco, per cui sapeva quale strada percorrere da lì in poi. Le bastava girare intorno al perimetro dell’edificio e prima o poi avrebbe scorto le guardie. Di notte si posizionavano soltanto lì. Cercando di non calpestare qualche maledetta foglia secca, iniziò. Le guardie non avevano torce con loro, perché probabilmente il loro ruolo era più rappresentativo che di vera sorveglianza. Chi poteva entrare di notte in un posto in cui vi erano solo piante? Nemmeno lei avrebbe mai provato l’impulso di rubare qualcosa in quel luogo. E, conoscendolo, nemmeno lui … questo però rendeva le cose un tantino più complicato. Tuttavia, qualche lampione all’interno del parco, faceva sì che non fosse esattamente buio pesto. Camminò per qualche minuto prima di incontrare la prima guardia. Se ne stava impettita, muta, immobile … annoiata. Beh, almeno non si poteva dire che fosse una faticaccia lavorare per quel museo in quel turno. Emma proseguì oltre, intenta a cercare colui che tentava di individuare già da tanto, troppo tempo. Seconda guardia! No … nemmeno questa era lui. Tirò dritto. Alla terza, per un attimo pensò di avercela fatta. Il suo cuore si riempì di cieca gioia, fino a quando non guardò meglio e si accorse che quella figura era troppo panciuta e tonda per essere quella del suo uomo.
Emma scosse la testa, ricordandosi all’improvviso che non era lì per gioire. Lei era ancora profondamente arrabbiata. Era lì per urlare, accusare, imprecare …
Solo dopo, casomai … La ragazza tentò di reprimere quel pensiero sciocco e giovanile, ma esso fluì suo malgrado nella sua mente: amare, baciare, stringere …
Sempre più nervosa, Emma continuò la sua ricerca. Mancava una sola guardia all’appello del turno di notte. Magari si trattava del N. Cassidy che stava cercando … N.
Quando ormai stava per perdere le speranze, lì a Tallahassee, aveva scoperto che in quel parco lavorava come guardia notturna un certo N. Cassidy. Aveva cercato per due anni in ogni singola casa e appartamento della città, ma forse Neal non abitava lì, forse ci lavorava soltanto! Oppure, non aveva guardato nel posto giusto nel momento giusto … e comunque la pista del lavoro poteva essere più valida di quella della residenza. Era statisticamente provato che le persone spendevano più tempo lì, che a casa, no? Ma in quel momento il mondo le crollò addosso. Nolan? Ned? Nathan? Qualunque fosse il nome dell’uomo che si trovava a pochi metri da lei non era Neal. Quell’uomo non era il suo Neal. Arrabbiata, ma stavolta più con sé stessa che con altri, scappò. Non riusciva ad attendere il giorno seguente per andare via. Non le importava se l’avessero vista, se l’avessero presa e rinchiusa di nuovo. Quella città sarebbe dovuta essere il suo porto sicuro, il suo paradiso, il posto in cui i suoi sogni si avveravano. E invece si era trasformata nel suo incubo peggiore, quello in cui lei era ancora una volta una piccola orfana che elemosinava amore da qualcuno che non aveva intenzione di darglielo. Fu come se Neal l’avesse tradita ancora una volta. Una parte di lei ancora rifiutava che il loro passato potesse essere davvero accaduto. Certe volte però, faticava a capire quale parte era vera e quale frutto di un’invenzione. La parte di lei bisognosa di amore diceva che non era possibile che il Neal che conosceva potesse averle fatto tutto ciò. Ma la parte cinica e vendicativa, quella che cercava di proteggersi da tutto il dolore che provava, pensava che forse la verità era che non si erano mai amati davvero. In quel momento Emma decise di dover andare via da Tallahassee, via da un sogno che l’aveva intrappolata per così tanto tempo da diventare un incubo, anche nel momento in cui si era ormai svegliata.

Angolo Autrice

Questa piccola OS è dedicata a una persona in particolare, che non posso nominare. Infatti partecipa al Contest "Il mio Babbo Natale segreto" sul Forum di EFP indetto da Claire Roxy, in cui a ogni 'concorrente' è stato assegnato un profilo EFP da studiare. I corsisti devono poi scrivere una ff che potrebbe piacere all'utente in questione.
Se il contest non fosse ormai scaduto, vi consiglierei di unirvi a noi! Io stessa ce l'ho fatta per un pelo ...
Il resto verrà svelato solo a Natale!
Non ho mai scritto sugli Swanfire, ma ho sempre amato alla follia questa coppia e ho pensato che fosse il momento giusto per sperimentare.
Beh, tu che stai leggendo (destinatario effettivo o utente di passaggio che sia) Buon Natale!
Merry oh oh, AC




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