N/N
Sono tornata dopo una pausa, un po' lunga con una nuova fanfiction, in
barba ai miei propositi, su One piece. Non chiedetemi come
questa cosa mi sia uscita perchè non lo so. Ovviamente, la
sopravvivenza di questa storia dipenderà da quanto voi la
gradiate, se vi piace, mi rimbocco le maniche e continuo, se e no va
direttamente nel cestino.
Passiamo
agli elementi tecnici: ho deciso di costruire la storia
partendo dalla fine, con l'utilizzo dei flashback.
E' una
ZoNami, (questo farà felice qualcuno un po' meno
qualcun'altro), però sarà messo in luce anche il
rapporto tra amicizia che lega Rufy hai suoi amici (tema a me molto
caro) dunque anche verso Nami e Zoro, ma ci tengo a precisare che non
ci saranno triangoli amorosi, e quant'altro, forse ci saranno
altre coppie, ma comunque niente rapporti incasianti del tipo lui ama
lei e lei ama un'altro. a parte Sanji, ma lui è un caso
speciale, no?
lo dico,
solo per sicurezza perchè mettendo in enfasi in
taluni casi l'affetto che lega i personaggi potrei essere fraintesa.
magari sono io che mi fascio la testa prima di romperla!
E' un AU, e,
potrebbe esserci delle incogruenze con la storia
orginale per esigenze di trama, come delle parentele che non ci sono
realmente su Op, ancora non è deciso perchè il
racconto è ancora in fase di costruzione, e molte cose
potrebbero cambiare come no;
Sarà
mia premura rispettare il carattere orginale
di tutti i personaggi per quanto mi è possibile! se leggendo
vi rendete conto che sono Out carather in maniera esagerata per favore
fatemelo saprere!!! dare un accento personale a seconda della storia
è anche positivo, ma se si esagera si rovina la storia, al
meno secondo me.
E' un po'
drammatico, spero senza esagerare, e comunque sarò
alternato da momenti più leggeri!!!
vi lascio a
questa "cosa", e spero che non sia una cagata totale!!! (
piccola caduta di stile)
Fanny
Edit: Il
capitolo è stato rivisto e corretto^_^
Prologo
Rischiare di perdere
è come perdere,
e se per
caso ci rendiamo conto di perdere un amico,
è
come sapere di perdere la vita stessa.
La serietà con cui la guardava avrebbe raggelato il peggiore
dei criminali, ma la voce con cui parlò fu anche peggio.
Non
c’era da stupirsi, erano lì ferme su una corsia
d’ospedale deserta, dalle quelle pareti bianche, letti vuoti
messi ad un angolo; non era un posto dove poter essere allegri.
“Con
tutta probabilità avrai capito come è fatto, che
razza di pagliaccio sia. Ma, non so se puoi immaginare quanto sia
straziante vederlo disteso lì con quella marea di tubicini,
pallido, sospeso tra la vita e la morte, sapendo che un piccolo soffio
di vento può spengere il suo sorriso per sempre; sopratutto
per chi lo conosce da anni e ha imparato a convivere con le sue pazzie.
Fa parte di
quelle cose, che puoi odiare quando le incontri, , ma non
potrai più farne a meno”.
Annuì,perché
non sapeva fare altro.
"Perciò,
vattene. Se Lu ritornerà a correre, a ridere, a fare
stupidaggini, potrà decidere di perdonarti. ora,
però, Noi non lo faremo, non ti perdoneremo."
Quasi non ci
credeva, quasi credeva che fosse solo un incubo.
Quasi.
C'erano i
sensi di colpa che le ricordavano la sua colpa ogni volta che cadeva in
tentazione di buttare nell'oblio quelle settimane.
Noi non ti
perdoneremo.
Se ne
andò senza fiatare più veloce che poteva, colpita
dai suoi stessi sensi di colpa. Non aveva capito nulla.
Avrebbe
venduto l'anima al diavolo, tanto era convita che Nami aveva interesse
solo per se stessa e per i soldi, eppure le aveva dimostrato che il suo
più grande avere erano i suoi amici, la sua famiglia e guai
a chi avrebbe fatto male loro.
O, che Usop
fosse solo un fifone bugiardo buono e nulla: eppure quasi rimase ferito
pure lui per soccorrere Rufy. sbagliato.
Parliamo di
Sanji? di Franky? Di Brook ? Robin e Zoro? ma sì, ogni sua
conclusione su di loro era sbagliata, sempre.
Chissà, forse s'era fatta un'idea sbagliata anche sul
cucciolo Chopper.
Ma,
più di ogni altra cosa, oltre ad ogni ragionevole
dubbio aveva sbagliato con Rufy
Sperava di
non essere perdonata, altrimenti il rimorso non le avrebbe
più dato pace, ma Lu, era Lu, niente avrebbe cambiato quello.
Nami
guardava la porta da cui la causa di tutto era da un secondo sparita.
causa di preoccupazioni e notti insonni.
“Mi
domando con che coraggio sia venuta e com’è sia
ancora a gironzolare libera e spensierata?”
esclamò irata, rintonano all’interno di quella
angustia sala d’attesa.
“Le
sue informazioni sono state fondamentali, collaborando con la giustizia
si è guarnita la libertà. senza contare
che non ha avuto parte attiva nel piano, si è limitata a
vedere certe informazioni, e non è stata mai messa al
correte del piano esplicitamente, non poteva sapere cosa quella gente
avrebbe fatto o no. o almeno non ci sono prove.”
spiegò Robin.
“E’
sì, questo basta alla giustizia,no?”
esclamò irata camminando su e giù distruggendo un
fazzoletto dopo l’altro incapace di fermare le sue mani.
Erano tutti
lì, Mancava solo Sanji, il quale era
andato a dare da mangiare a Chopper e a portarlo a fare una
passeggiata, anche per fumarsi la sua sigaretta in pace.:
C’era Usop bianco quanto un lenzuolo che muoveva ritmicamente
mai e gambe, in una muta preghiera, c’era Franky che non la
smetteva di singhiozzare, c’era Brook,immerso in
chissà quali pensieri, c’era Ace
preoccupato e disperato. Gli unici che sembravano riuscire a
mantenere la calma erano Robin e Zoro. Dio solo sapeva come riuscivano
a mantenere il controllo.
“Non
si salverà me lo sento, questa storia andrà a
finire male.” esclamò Usop colto da un momento di
pessimismo acuto.
Un colpo
secco colpì la testa di Usop che sorpreso cadde a carponi
sul pavimento dolorante. Nami lo aveva colpito, la sua faccia era
rabbiosa e sussurrò:
“Non
dire più una cosa del genere,sono stata chiara?”
ululò.
“ora
basta.”
Zoro
alzò lo sguardo improvvisamente e con la sua voce profonda e
bassa esclamò: “Rufy si salverà, punto.
basta aspettare.”
Robin
guardò il ragazzo capendo che Zoro si rifiutava
anche solo di prendere in considerazione l’idea. Anche lei
voleva crederci,Rufy era forte e non avrebbe mai smesso di lottare.
Eppure le parole della signora Monkey continuavano a venirle
in mente. “Robin, sappi questo, i medici mi hanno parlato fin
da subito con molta franchezza. tutto si deciderà nel giro
di una notte, se Rufy la supererà vivrà,
altrimenti...”
Le forti
braccia di Zoro presero Nami per le spalle e la
costrinsero ad uscire da quella stanza, perché lei aveva
bisogno d’aria di scaricare i nervi, di piangere anche
Sì. Zoro la condusse all’esterno
all’aria fresca della sera, ma come solito suo Nami si
divincolò dalle sua presa e si
allontanò da lui.
“Non
lo perdonerò:”
“Hm?”
“Se
muore io non lo perdonerò.”
“Stai
tranquilla, non accadrà”
Nami si
voltò e lo guardò scioccata: “Come fai
ad essere così tranquillo?”
Zoro
sorrise, un sorriso triste: “Io so, perché lo
conosco.”
E’
così perché io lo conosco.
““Zoro...
forse sei tu a stare peggio, non è
così?” pensò fra sè
Nami
capì e corse ad abbracciarlo si fece stringere a lui,
baciare e stringere, e baciare. Uniti in un solo cuore in una
sola anima.
“Ehi
Zoro!”
“Che
vuoi?”
“Io
faccio il tifo per te, con Nami intendo. Sanji è un mio
amico, ma sicuramente tu vai molto meglio per lei!”
“Sai,
mi sembra strano... stiamo insieme e lui ancora non lo sa. e pensare
che lui ha fatto sempre il tifo per noi.” disse ridendo.
“Zoro
sei un idiota.”
“Perché?
lui non prenderebbe tutto con un sorriso?”
Ridere:
si, era ciò che gli riusciva meglio. Era con il
suo sorriso a rendere i brutti momenti meno amari, quelli
più bui, quelle senza speranza.
Nami
aveva paura, aveva pura di perdere quel regalo, quel angelo combina
guai.
Strnse la
mano grande e calda di Zoro.
Sospirò:
“quando è iniziato tutto? Perché
è accaduto? Perché proprio a lui?”
“Non
ha più importanza, Nami. Ora Rufy ha bisogno di noi, tocca a
noi aiutare lui.”
Nami
sorrise, convinta che, in qualche modo, ce l’avrebbero fatta.
Tutti
insieme, come sempre.
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