Bacio Sora con più trasporto, affondando subito
dopo la testa sul suo collo.
Diamine,
sono sopra di lei, servirà pure a qualcosa, no?
Mi
muovo con una certa fretta, mentre la sento lanciare qualche mugolio e
tenermi stretto con le braccia.
Cavolo,
non ce la faccio!
Come
posso pretendere di continuare quando c’è lei dentro
la mia testa?
Dio,
sta diventando un’ ossessione!
La
vedo ovunque, fa la “gatta” ovunque e a volte mi
graffia. Risultato? Non posso più andare avanti.
Non
mi sento a mio agio.
«Matt»
si lamenta Sora, mentre io volto la testa alla nostra sinistra
«Perché ti sei fermato?»
Sento
la rabbia salire fino alle punte dei miei capelli dorati e i miei occhi
blu mandare frecciatine all’essere che mi guarda con
insistenza.
«La
tua gatta mi inquieta!» indico, imbronciato.
Dovunque
c’è sempre lei!
Dio,
quanto la odio quell’ammasso di pulci!
Sora
gira la testa e vede la sua “cara gattina”
osservarci al buio della stanza. I suoi occhi gialli illuminano da
morire.
«Ma
è solo Palla di Neve!»
Solo
Palla di Neve?!? E’ un incubo!
Sento
sempre il suo sguardo addosso, non c’è
più privacy in questa casa!
Per
di più, mi odia esattamente come io odio lei, con il
particolare che lei può graffiarmi le braccia, mentre io no
o Sora si incazza.
«Vieni,
Palla di Neve!» la incita lei per l’appunto
«Vieni qui sul letto, piccolina!» batte
delicatamente la mano destra sul materasso e in men che non si dica
quell’odioso gatto si posiziona al mio posto.
Mi
levo da sopra Sora e le siedo accanto, incrociando le braccia.
Palla di Neve.
Bah.
«Che
c’è, Matt?» mi chiede la mia ragazza,
accarezzando la micia che miagola odiosamente «Hai problemi
con Palla di Neve?»
Avrei
più che problemi, direi.
Uffa,
dovrò seguire i consigli di Taichi un giorno.
"Dille
che vai a buttare la spazzatura, prendi di forza la gatta e la ficchi
dentro il sacco dell’immondizia. Non se ne
accorgerà, vedrai!"
Sbatto
la testa.
E’
un’ impresa afferrare quella maledetta!
Prima
di tutto perché non sta mai in un posto preciso e per quanto
è minuscola si perde tra mobili e cassetti.
Seconda
cosa, graffia, graffia da morire!
«Allora?»
mi richiama Sora.
Guardo
Palla di Neve che sembra mandarmi frecciatine.
Se
potessi la lancerei dal settimo piano; anche se non servirebbe a
niente, ora che ci penso.
Atterrerebbe
con le zampe e non morirebbe lo stesso perché ha nove vite.
Bah.
«Non
ho intenzione di essere osservato da lei! Chiudila in uno sgabuzzino,
per favore!» obbietto, mentre la gatta incomincia a fare le
fusa a Sora.
«Perché
mai?» chiede questa, arrabbiata «E’ solo
una gattina indifesa!»
«Indifesa
per te! Non sopporto la sua presenza. Rende tutto estremamente
imbarazzante!»
«Ti
vergogni di un gatto?»
«Precisamente
del tuo, di gatto!» dico, mentre
lei volta la testa un po’ indignata «E’
fastidiosa, non la reggo!»
Sora
si corica d’ un fianco, voltandomi le spalle.
«Visto che non vuoi convivere con la mia micina, allora non
lo farai neanche con me!»
Palla
di Neve fa un cenno d’assenso, miagolando.
Stupido
micio! Se per colpa tua litigo con Sora, prendo tanto in considerazione
l’idea di Tai, sai?
«Andiamo,
amore, non c’è bisogno
d’arrabbiarsi»
«Sta’
zitto. Sei il solito insensibile!» mi
risponde lei.
Palla
di Neve, come per volermi punire, si scaraventa addosso e mi graffia il
petto nudo.
«Brutta
figlia di una mi… ehm, micia!»
esclamo dal dolore, mentre Sora tossicchia.
Avessi
detto mignotta e
mi avrebbe fatto dormire sul divano.
Palla
di Neve sembra entusiasta e si accoccola vicino a lei.
Sbuffo
sonoramente.
E’
una gatta lesbo, non c’è che dire.
Le
piace Sora.
Va
bè, adesso non esageriamo…
Ma
se tenta di averla vinta può già smettere di
esultare.
Mi
sdraio anch’io da un fianco e abbraccio la mia ragazza da
dietro la schiena.
«Amore mio, dai, non litighiamo per un’ inutile
palla di pelo!»
«Come
l’ hai chiamata?!» esclama lei.
«Ehm,
scherzavo, su» Mento «Non arrabbiarti» le
bacio il lobo dell’ orecchio e la sento muoversi un
po’.
Passo
al collo e risalgo alle guance, mentre lei socchiude gli occhi.
Le
accarezzo la pancia, provocandole un brivido di piacere.
Segno
una lunga traiettoria con la mia lingua e arrivo alle labbra alle
quali, sfortunatamente, non resisto.
Amo
le sue labbra.
La
bacio e lei si lascia andare, circondandomi la schiena con un abbraccio.
Mi
riposiziono sopra di lei e Sora, con una mano, mi passa Palla di Neve
che si agita e miagola.
Senza
staccare le labbra dalle sue, afferro il gatto guastafeste e lo getto
per terra senza curarmene più di tanto.
Ha
nove vite, no?
La
micia miagola schizzinosamente e la sento uscire dalla stanza in men
che non si dica.
AH-AH!
Siamo
1 a 0, per me, carissima palla di pelo!
E
questo 1 aumenterà a 100.
Perché
Sora è mia, penso mentre
continuo a fare l’amore con lei, e tu sei un povero
gatto sfigato.
Quanto
ti odio.
Palla di Neve.
Tsk.
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