Il cerchio di ra

di Leolinda
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Molti anni orsono, quando il tempo si contava con la sabbia. La maschera che teneva in mano era degna di un vero faraone, il legno, che ormai era coperto da una leggera filigrana d'oro, era forte e liscio. Lavorato da mani sagge e umili l'oggetto sarebbe durato anni se non generazioni. Le vecchie mani del Maestro ricoperte d' anelli e bracciali ripercorsero le linee dorate che marcavano i lineamenti di uno sciacallo, le orecchie dritte sembravano in ascolto, pronte a muoversi al primo rumore, il muso, fiero, era immobile in una espressione solenne. Il Maestro appoggiò l'oggetto vicino ad altre simile ad essa, accanto si vedeva la maschera argentea di una divinità ancora più antica con il volto da falco e dall'altro lato la maschera di una gatta dai tratti affilati e neri. Ogniuna era affiancata da un piccolo cerchio d'oro che avrebbe accompagnato le maschere per secoli. Forti colpi fecero cadere polvere fine del soffitto sulle maschere sacre, che rimasero linde anche dopo i successivi colpi seguiti dagli ordini che facevano tremare la stanza. Le orbite vuote delle maschere osservarono il Maestro che rimase in piedi ad osservarle, e quando il vecchio portone di legno si aprì una nuvola di sabbia si alzò tutta intorno a loro facendole svanire dagli sguardi altrui.




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