"Ehm...ehm...Cuddy? I tuoi irrazionali sensi di colpa fanno di te un
pessimo medico, ma ti rendono perfetta per il tuo incarico"
"I miei irrazionali sensi di colpa fanno di me un buon capo?"
"Il mondo sarebbe un posto migliore se non ci sentissimo in colpa. Fa
bene anche al sesso [...]Non stai male perchè Alfredo
è caduto dal tuo tetto...tu vedi il mondo com'è e
vedi il mondo come dovrebbe essere, ma non vedi quello che vedono
tutti: la grande ingiustizia che c'è nel mezzo"
"Io non sono un'ingenua. Capisco quell..."
"Se così fosse non mi avresti assunto. Tu non sei contenta
se le cose non sono giuste. Questo significa che sei un buon capo e che
non sarai mai felice"
Ero spiazzata.
Si girò e ne andò verso la porta.
Stacy, di fronte a me, era paralizzata da quelle parole.
House di fermò alla porta e si voltò.
"A proposito..perchè tutti credono che abbiamo fatto sesso?
Beh, se continua così ci crederò anch'io!"
Detto questo, uscì dalla stanza chiudendosi la porta lle
spalle.
Sorrisi alla sua ultima frase, ma lo sguardo interrogativo e
preoccupato di Stacy mi obbligò a tornare seria.
"Lisa...Lisa...Lisa..."
"Che c'è?"
"Quello che ha detto Greg...non è solo un pettegolezzo,
vero?"
"Stai sherzando? Io...a letto con House? No. Mai!"
Mi ci volle tutta la forza di volontà per dire quella frase.
La voce era abbastanza convincente, ma le mie guance non nascondevano
il rossore sotto lo sguardo indagatore dell'avvocato.
"Lisa, a me lo puoi anche dire"
"Non c'è niente da dire!!!"
"So quando menti, ti conosco troppo bene...siamo amiche ti puoi fidare
di me lo sai..."
"No..."
Ancora quello sguardo che sembrava leggermi nel pensiero. Quello
sguardo rifece arrossire le mie guance.
"Eh va bene...eravamo al college"
"Ah Lisa! Allora veramente voi due avete...?"
"Sì..."
"E poi?"
"E poi niente! Non è successo assolutamente niente!"
Questa volta la mia voce tradì l'emozione.
"E questo di è dispiaciuto..."
"Che domanda stupida...certo che no!"
"La mia non era una domanda...era un'affermazione!"
Sentti le mie guance farsi ancora più rosse.
"Oh Stacy...non mi piace parlare di questo...specialmente con te che
sei la sua ex"
"Proprio per questo dobbiamo parlarne"
"Non mi sembra il caso..per favore..."
Stacy sospirò e spostò lo sguardo sulle mie mani.
Senza accorgermi, stavo torturando le unghie.
Ero nervosa. Eccessivamente nervosa.
Il suo sguardo si rispostò sul mio viso che per l'ennesima
volta tornò paonazzo.
"Ok...ho fatto sesso con lui...solo per una volta...sono dispiaciuta
perchè avrei voluto che la cosa continuasse, ma è
impossibile con House..Dopo vari anni ho provato a rimettermi in
contatto con lui, ma c'eri già tu nella tua vita...poi l'ho
assunto nel mio ospedale, ma lui era follemente innamorato di te...poi
c'è stato l'infarto e io l'ho curato. subito dopo tu l'hai
abbandonato per poi sposarti con Mark...Mar stava male e allora lo hai
portato da House, che lo ha curato...siete stati insieme a Baltimora e
lì vi siete baciati...siete tornati e siete stati a letto
insieme mentre tu eri ancora spostata con mark...hai deciso di mollare
Mark per poi tornare da House, ma lui ha capito che come hai mollato
lui dopo l'infarto, hai abbandonato Mark dopo aver scoperto della sua
malattia. E' la prima volta che te lo dico: mi hai delusa, credevo che
tu fossi diversa. Credevo che..."
Mi bloccai.
Senza accorgermene stavo urlando e le lacrime avevano preso a rigare le
mie guance.
Stacy mi guardava sbigottita.
Posai il mio sguardo altrove, non avevo il cpraggio di guardarla neli
ochci.
Ripresi coscienza del mio tono di voce e ricominciai.
"IO sono stata vicino a lui durante la convalescienza e durante il
periodo in cui voi due vi detestavate. Lui è sempre stato
innamorato di te, e non di me...è di questo che sono
dispiaciuta, e adesso rieccoti qui. Non riesco nemmeno a capirne il
perchè. Tu hai avuto tante possibilità di stare
con lui. Io no. Sono 20 anni che lo conosco e da 10 lo vedo arrivare
zoppicando ogni mattina e so che il suo cuore è ancora tra
le tue mani. E vorrei che quel cuore appartenesse a me."
Detto questo mi alzai; presi la borsa, il capotto e me ne andai.
Salii in macchina.
Avevo bisogno di un posto sicuro e silenzioso.
Volevo stare sola e lontano da tutti.
Arriva all'incrocio che stava a metà strada tra casa di
House e la mia.
Pregai perchè il semaforo non fosse rosso.
Avrei dovuto lottare con tutte le mie forze contro l'istinto di girare
a sinistra verso casa di House.
Il semaforo era verde, ma inconsciamente svoltai a sinistra come se
quella fosse stat la strada che percorrevo ogni giorno.
Percorsi il viale e mi fermai davanti al suo portone.
Le luci erano accese. Lui era in casa.
Suonai, ma non aprii nessuno.
Continuai a suonare per 5 minuti buoni, ma nessuno venne ad aprire.
Iniziai a bussare.
"House, sono Cuddy apri!"
"Non apro proprio perchè sei tu!"
"Sei un bastardo, ho bisogno di parlare"
Sentii i suoi passi accompagnati dal bastone, avvicinarsi alla porta
per aprirla.
Me lo ritrovai a pochi centimetri da me. Era in boxer e maglietta.
"Mi fai entrare o vuoi che rimanga qui fuori?"
Si spostò di alto per lasciarmi entrare.
Era la prima volta che entravo in casa sua.
Mi aspettavo una sorta di discarica, ma in realtà il
disordine la rendeva originale.
Mi tolsi il cappotto e lo appoggia insieme alla borsa sulla spalliera
del divano.
Mi voltai verso di lui. Il suo sguardo era fisso su di me.
Anch'io mi misi a fissarlo.
"Vuoi un caffè?"
"Sì, grazie"
Andò in cucina e dopo pochi minuti riportò due
tazze di caffè caldo.
"Grazie"
Ci sedemmo sul divano. Passarono un paio di minuti prima che io
trovassi il coraggio di parlare.
"Ho pensato a quello che hai detto sui miei sensi di colpa e alla fine
ho capito che...hai ragione...ho passato la mia vita a studiare, a
lavorare assumendomi tutte le responsabilità. ho mandato a
monte ogni mia storia perchè i miei sensi di colpa non mi
lasciavano in pace e..."
"Io non avevo ragione"
Rimasi bloccata.
Erano anni che, ogni volta che finivo per dargli ragione, lui iniziava
con le sue battutine sarcastiche.
Quest volta lui era serio e stava ammettendo di avere torto.
"Cosa...?"
"Avevio torto. Tu non sei felice in questo momento, ma sono sicuro che
tra un paio di anni troverai unn uomo che ti ama e che vorrà
avere una famiglia con te."
Ancora una volta rimasi zitta impietrita dalla verità delle
sue parole.
Anche lui rimase zitto per qualche secondo, fino a quando non
ricominciai a parlare.
"Ho parlato con Stacy subito dopo che tu sei uscito dal mio ufficio. Le
ho detto che al college abbiamo fatto sesso"
House ora mi guardava negli occhi con la bocca aperta dallo stupore.
"Ma la cosa più stupidas che ho fatto che...mi sono lasciata
prendere dalla rabbia"
House si avvicinò di poco a me, mentre io mi allontanai da
lui.
"Le ho urlato contro tutto quello che penso di lei. Le ho detto che ti
ha ferito più volte e che io ero quella che cercava di
sistemare le cose; che ogni volta che ti vedo desidero che la nostra
storia non si fosse fermata a quella notte"
Mi abbandonai alle lacrime.
Non lo avevo ancora guardato negli occhi. Ma non feci in tempo.
Le sua braccia mi cingevano al suo petto in un abbraccio.
Gli avevo appena detto che mi mancava e lui mi aveva abbracciata.
Continuai a piangere tra le sue braccia.
"Sono una emerità idiota!" biascicai.
"Non dirlo neanche per scherzo"
Mi staccai di poco dal suo petto per cercare il suo viso.
"Lo credi davvero? Credi che io non sia un'idiota?"
"Tu non lo sei e non lo sei mai stata.Fare idiozie è una
cosa normalissima.Per esempio: assumere me è stata
un'idiozia. Ma tu non sei un'idiota"
"Non sei stato uno sbaglio"
Questa volta strinsi la stretta delle mie braccia e rimasimo
lì fermi per un'eternità.
Mi addormentai tra le sua braccia per la seconda volta.
***
Mi svegliai di soprassalto. Guradai l'orologio. Erano le 3. Dovevo
andarmene.
Scivolai tra le sue braccia stando attenta a non svegliarlo.
Presi il cappotto e la borsa. Andai veso la porta, ma la sua voce mi
bloccò.
"Dove vai alle 3 di notte?"
"Me ne torno a casa"
Si alzò faticosamente dal divano.
!Non vuoi rimanere qui?"
"Non credo sia la cosa più giusta da fare"
Lui si era avvicinato. Era a pochi centimetri da me. Gli diedi le
spalle.
"Cuddy?"
"Sì?"
"Anch'io avrei voluto che tra noi funzionasse"
Mi voltai verso di lui giusto in tempo per vedere la sua mano
accarezzarmi i capelli.
"E' troppo tardi e lo sai anche tu"
Mi voltai di nuovo verso la porta decisa ad uscirmene da quella casa
che stava diventando smepre più piccola.
"Io non credo"
Anche questa volta il mio istinto ebbe la meglio.
Mi voltai verso di lui.
E dopo tanto tempo gettai le braccia al suo collo. Di nuovo.
***
Non so se i miei irrazionali sensi di colpa mi abbandonarono del tutto
dopo quella notte.
Ma in fondo, qualche idiozia bisogna sempre farla.
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