FIRST DAY OF SCHOOL
Primo giorno di scuola.
Una ragazza dai capelli rosso
fuoco e dai brillanti occhi verdi si svegliò all'improvviso, issandosi a sedere
sul letto dalle bianche coperte buttate chissà dove.
Si grattò la schiena da sotto la
larga maglietta del pigiama arancione e adocchiò la sveglia rotonda sul
comodino.
Le bastò un attimo per capire che
ore fossero e, per poco, non si mise ad urlare.
Balzò giù dal letto come farebbe
una gatta saltando da un muretto e corse spedita in bagno, sbattendosi la porta
alle spalle.
Ne uscì quindici minuti dopo
vestita di tutto punto e profumata, dirigendosi verso il vecchio mobile a
specchio con la spazzola.
Cercò di darsi una sistemata ai
capelli arruffati e di lisciarsi la divisa scolastica del liceo, dopo di ché si
affrettò a lasciare la sua cameretta per scendere le scale due gradini alla
volta.
Afferrò lo zaino con una mano e
un pancarré ricoperto di marmellata dal tavolo della cucina con l'altra, facendo
un rapido cenno di saluto alla madre - intenta a lavare i piatti - e scappando
fuori.
Se non si sbrigava rischiava di
arrivare in ritardo, e chi arrivava in ritardo non poteva sperare di scegliere
il posto a sedere.
E questo era un aspetto a cui
lei, Kushina Uzumaki, testarda e orgogliosa studentessa del terzo anno, teneva
particolarmente.
"Uzumaki, sei in ritardo!"
"Mi scusi, professore."
Kushina si morse il labbro
inferiore e si guardò circospetta attorno: tutti i posti erano stati occupati,
ad eccezione di quello al primo banco al centro dell'aula.
"Cominciamo male..." pensò ad
occhi chiusi, appoggiando rassegnata la cartella e sedendosi.
"Bene ragazzi" parlò l'uomo
"adesso che anche la signorina Uzumaki è arrivata, posso presentarvi il vostro
nuovo compagno di classe."
Dopo questo annuncio, la porta si
aprì e un ragazzino biondo, dalla capigliatura folta e ribelle, fece il suo
silenzioso ingresso sistemandosi accanto al professore.
"Mi chiamo Minato Namikaze, mi
sono appena trasferito in città e spero di trovarmi bene tra di voi!" si
presentò poi, volgendo uno splendido sorriso a tutta la classe.
Un sorriso che passò quasi
inosservato: qualcuno lo guardava disinteressato, qualcun'altro stava appuntando
qualcosa sul diario o sul quaderno; qualcuna bisbigliava parole incomprensibili
all'orecchio della compagna di banco.
Mentre ognuno era immerso nei
fatti propri, Kushina ebbe un sospetto: spostò uno sguardo di fuoco tra il nuovo
arrivato e il posto vuoto accanto a lei.
Ecco perché "detestava" fare
tardi!
"Avanti, Namikaze: prenda posto
nell'unica sedia disponibile e iniziamo con l'appello." lo invitò il professore,
e lui obbedì senza fare storie.
Trovandosi di fronte a Kushina,
le rivolse un'occhiata divertita e compiaciuta insieme.
"Che ci trovi di divertente, eh?"
sbottò lei, con un tono di voce udibile soltanto a lui.
"Niente." si limitò a rispondere,
calmo, prendendo posto accanto a lei.
"Credo che mi troverò bene, qui con te"
le sussurrò dopo un minuto, proprio mentre lei era intenta ad aprire la
cartella.
"Ma se nemmeno ci conosciamo!"
esclamò forte la rossa, attirando l'attenzione di tutti.
"Scusate."
Lei abbassò subito il capo,
mettendo il broncio.
Non era per niente abituata a
questa situazione: scontrosa e orgogliosa com'era, aveva sempre cercato di
ottenere ciò che voleva.
Ma quel giorno non c'era riuscita
e, come se ciò non bastasse, doveva sorbirsi il nuovo compagno di classe - un
perfetto sconosciuto, aggiungiamo - che già ci provava.
Nossignore!
"Uzumaki!!" tuonò il
professore.
"Ch-che c'è?! Che ho fatto
adesso?"
"Ti ho appena chiamata e non hai
detto 'presente'. Sei sorda o hai la testa fra le nuvole?"
La ragazza restò a bocca aperta,
mentre tutti gli altri - compreso Minato - sghignazzavano.
Mise nuovamente il broncio e
biascicò un "scusate" a denti stretti.
Il secondo in dieci minuti
buoni!
Se quello era solo l'inizio del
primo giorno di scuola, non osava immaginare cosa sarebbe capitato dopo.
Ma, oltre a ogni sua previsione,
le ore trascorsero calme e tranquille fino alla ricreazione, ossia fino a quando
Minato cercò di intavolare una conversazione sensata.
"E' bello stare qui, vero?" le
domandò, con le braccia incrociate sul banco.
"Oddio… dipende..." farfugliò
lei, per poi prendere la bottiglietta d'acqua e bere un sorso.
"Come mai così schiva?
Rilassati!" le consigliò.
"Mh" La rossa sospirò, posando la
bottiglia. "Io sono sempre rilassata."
"Davvero?"
"Davvero."
Siccome Kushina non si permise
ancora di guardarlo dritto negli occhi mentre conversavano, il biondo decise di
prendere l'iniziativa: si alzò dalla sedia e si inchinò di fronte a lei,
piantandole la testa sul banco.
Così, irrimediabilmente, la rossa
si trovò dei profondi occhi azzurri interessati a scrutarla.
Una vena le pulsò visibile sulla
tempia.
"Ehi tu: sei davvero assillante,
lasciatelo dire! Non puoi prenderti subito tutta questa confidenza con una
ragazza!" gli fece sapere, con un tono da so-tutto-io e le braccia incrociate
pomposamente al petto.
"E perché, di grazia?" la provocò
Minato, compiaciuto e senza spostarsi minimamente dalla sua postazione.
"Perché..." cominciò, esitante,
"Oh, insomma! Perché è così e basta!!" si arrabbiò, fulminandolo con uno sguardo
infuocato e piantandogli il viso arrossato a pochi centimetri da quello
dell'altro, le mani chiuse a pugno sui fianchi.
"Credo proprio di averlo capito
da solo il motivo."
Le sorrise orgoglioso, e si
sporse fino a raggiungere con le labbra il suo orecchio.
"Sei più carina quando ti
arrabbi."
Kushina rimase impietrita, senza
rendersi immediatamente conto di ciò che le era stato detto, in un sussurro.
Sgranò gli occhi, poi si alzò di
botto, mostrando le guance diventate dello stesso colore dei capelli.
Anche Minato si alzò in piedi,
fronteggiandola e aspettandosi qualsiasi reazione dalla sua compagna.
La rossa gli puntò un dito sul
petto, apparendo minacciosa.
"Non azzardarti mai più a dire
una cosa del genere! Sei un... un... un approfittatore, ecco!" sbottò, per poi
dargli le spalle e dirigersi a grandi falcate irregolari nel corridoio.
Quando fu lontana da sguardi e
orecchie indiscrete, la bella Kushina sorrise, schiena contro il muro.
Okay, forse come primo giorno di
scuola era cominciato male, ma sentì che non le sarebbe capitata mai più una
dichiarazione del genere.
Forse.
E Minato intanto, sedendosi
composto al proprio posto come se nulla fosse e addentando un pezzo del suo
panino al prosciutto, pensò che sì, sarebbe stato davvero bene con quella
ragazza schiva e - ancora - così misteriosa.
FINE
*-*-*-*-*
Note dell'Autore: Piccola one-shot
scolastica, senza troppe pretese, sul MinaKushi, una delle mie coppie preferite.
*_*
I personaggi non mi appartengono,
è mia solo la trama di questa storia.
Ulteriore nota: Considerando che non
ero molto convinta di questa fic, sono contenta del quarto posto che ha ottenuto
in questo contest. ^^
Che bello sapere di non aver
rovinato questi due personaggi che adoro e sui quali ho scritto per la prima
volta *_*
Ringrazio le bravissime giudici e
mi complimento con le altre partecipanti! ^O^
Commenti, critiche e consigli di
qualsivoglia genere saranno ben accetti se spronano la sottoscritta a
migliorare.
Un bacione
Rinalamisteriosa
PS: Ed ecco qui i due stupendi
bannerini *O*
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