Pebbles in the Universe

di meryl watase
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Volute trasparenti si alzavano dal cappuccino che stringeva tra le mani, ma Izuku non era concentrato sulle evoluzioni di quel fumo o sul calore della tazza, era troppo concentrato ad osservare la ragazza sorridente che con grembiule e vassoio faceva la spola tra il bancone e i tavoli degli avventori.
Ochako Uraraka, così si chiamava la ragazza, sembrava volteggiare leggera come una ballerina di danza classica e lui non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, continuando a borbottare tra sé e sé in un modo che gli altri gli rimproveravano sempre.
"Sei inquietante!"
Ecco, appunto.
La voce scocciata di Kacchan, suo migliore amico e rivale, interruppe le sue elucubrazioni.
"S-scusa, n-non lo faccio apposta" ribetté Izuku.
Quando lo prendeva alla sprovvista ricominciava a balbettare come il ragazzino di un tempo. Era difficile scrollarsi di dosso le vecchie abitudini, dopotutto per anni era stato vittima del suo bullismo, finché non gli aveva salvato la vita durante una rissa tra scuole - era tardo pomeriggio e gli insegnanti erano tutti andati via, non aveva avuto altra scelta che buttarsi nella mischia per uscire - in cui quei vigliacchi degli avversari avevano tirato fuoti i coltelli.
"Un mese. È un dannatissimo mese che trascini qui me o Iida - non che me ne importi qualcosa che del tempo che fai perdere a lui, ma io ho ben altro da fare!"
Izuku distolse gli occhi dalla ragazza per fissarli in quelli perennemente furenti di Kacchan.
"È che... " cominciò a spiegare, venendo subito interrotto.
"Non sono stupido, so perfettamente perché siamo qui. Quello che mi fa incazzare è che ancora non ti decidi. Se non ti sbrighi, lo faccio io. Razza di deku!"
"Che cosa intendi con...?" gli chiese confuso.
"Ora vedrai!"
Bakugo scostò la sedia, si alzò e si diresse verso il bancone, dove la ragazza stava preparando dei caffè.
Approfittando del fatto che Aizawa, il proprietario, era occupato alla cassa, si sporse per attirare l'attenzione di Ochako su di sé.
A Izuku bastò vedere il labiale per capire cosa stesse dicendo il ragazzo: "Sei libera stasera?"
Gli si gelò il sangue nelle vene.
Erano settimane che andava lì ogni giorno e si sedeva nella speranza di trovare il coraggio di parlare con quella ragazza. Non riusciva neanche ad ordinare e per questo si portava dietro uno dei suoi amici, non voleva balbettare di fronte a lei e fare una figuraccia come ogni volta che si sentiva nervoso.
Il ventre gli si strinse in una morsa gelida e si alzò anche lui in un attimo, raggiungendoli ed interrompendo il suo amico.
"Stasera usciamo tutti insieme: noi, Iida gil ragazzo che gesticola molto - lo hai visto qualche volta con me -, e alcune nostre amiche. Vorresti venire con noi?" disse tutto d'un fiato.
Non era riuscito ad escogitare niente di meglio in quei pochi secondi.
Il sorriso di Ochako lo abbaccinò come se fosse stato di fronte al sole - era così poco abituato a parlare con le ragazze che gli sembrò un miracolo averle finalmente parlato e si sentiva terribilmente nervoso.
"Oh, allora è di questo che si tratta" rispose lei, lanciando un'occhiata a Bakugo.
"Accetto molto volentieri!"
Si scambiarono velocemente i numeri di telefono per mettersi d'accordo più tardi e furono aspramente rimproverati da una voce severa: "Smettetela di dare noia alla mia barista!"
Il signor Aizawa sapeva fare davvero paura quando voleva nonostante l'aspetto trasandato.
Pagarono in fretta le consumazioni e una volta usciti Kacchan gli rivolse uno sguardo derisorio.
"Un'appuntamento di gruppo, eh!? Ti meriti un quattro scarso in tecnica di rimorchio!"
Izuku si scompigliò i capelli con una mano, imbarazzato.
Poi incontrò due occhi castani colmi di allegria attraverso la vetrina dello Yuei Coffee Bar e sorrise.
Dopo tutto era un inizio, no?


Angolo autrice
Salve a tutti! Questa è la prima volta che pubblico e scrivo qualcosa su questo fandom. Non sono chissà che storie elaborate, ma sono input stuzzicanti.
Grazie di essere passati a leggere.




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