inquietante
Il
mio nome è Yoshida Ayumi, molto piacere.
Sono una kunoichi del
villaggio della Foglia, anzi, sono la kunoichi.
Vi chiedete
perché? Adesso mi spiego meglio.
Piacere, Ayumi.
‘La kunoichi senza alcuna passione’. Tutti qui a
Konoha mi
conoscono così.
Tutte le altre ragazze,
infatti, si dilettano trascorrendo il loro tempo libero
in attività piacevoli: Ino ama la moda e, quando ha qualche
ora libera, si
sveste e si riveste continuamente per trovare nuove combinazioni di
abiti;
Sakura adora leggere e ogni sera la si può trovare seduta
nello spiazzo d’erba
antistante il palazzo dell’Hokage con una pila infinita di
libri; Tenten ama
alla follia cucinare cibo cinese e contemporaneamente leggere le carte;
Hinata,
nel poco tempo che le rimane dopo gli estenuanti allenamenti per
migliorare, si
diverte a creare composizioni di fiori colorati. Per non parlare poi di
Tsunade
sama, che non fa altro che perdere i suoi risparmi al gioco di azzardo,
e della
povera Shizune san, costantemente impegnata a rincorrere la sua
principale e il
piccolo Tonton. Certo, questa non può essere definita
propriamente ‘passione’,
ma credo che ormai Shizune san ci abbia fatto l’abitudine.
Insomma, io sono
l’unica a non avere alcuna passione da esercitare nel mio
tempo libero.
Questa cosa tuttavia
non mi pesa molto: non ho mai sentito la necessità di
svolgere
qualche attività per rilassarmi. Non l’ho mai
fatto.
Ciò che mi
infastidisce è che per colpa di questa mia
‘mancanza’ sono guardata
con diffidenza.
Sin da quando ero
piccola non ho mai avuto tanti amici, più che altro
perché
non mi ha mai fatto impazzire stare in compagnia. Sono sempre stata una
ragazza
piuttosto solitaria. Non avevo mai pensato, però, che questo
fatto potesse far
allontanare gli altri da me.
Ci ho riflettuto su
l’altro giorno, dopo aver assistito ad una conversazione di
cui non avrei dovuto neanche sospettare l’esistenza.
Camminavo lungo la via
che conduce al palazzo dell’Hokage in silenzio, ma ad un
certo punto sono stata richiamata da forti risate. Facendo ancora
qualche
passo, sono giunta in un punto dal quale si poteva osservare benissimo
chi stesse ridendo: erano Ino e Sakura e
stavano quasi per soffocare, tanto sogghignavano. Mormoravano eccitate
e
ridevano sguaiatamente.
Incuriosita, mi sono
avvicinata e ho sentito quello che non avrei dovuto,
perché parlavano di me, tanto per cambiare. Ho sempre
sospettato che non stessi
loro particolarmente simpatica, chissà come mai.
“E’
proprio strana” continuava a ripetere Sakura, portandosi una
mano davanti
alla bocca per celare le risate. Ino, invece, non aveva bisogno di
coprirsi il
viso. Facendo appello a tutto il suo autocontrollo aveva già
smesso di ridere,
disteso i lineamenti del viso e ribatteva: “Oh sì,
è inquietante! Sembra sempre assente mentre
le parli e poi…”
Inquietante.
Ino mi ha
definita ‘inquietante’.
Non avevo mai pensato a
questa possibilità, in tutta sincerità. La mia
caratterizzazione si è sempre fermata agli aggettivi
‘strana e diversa’.
‘Inquietante’ mai.
Eppure, secondo gli
altri lo sono. E pensare che io definivo
‘inquietanti’ gli
altri…
Inquietante
“Preoccupata per la
missione?”
La voce che sentii alle mie spalle mi fece sobbalzare.
Erano passati tre giorni da quella conversazione che avevo origliato e
ormai mi
ero convinta di essere ‘inquietante’, per questo
avevo preso l’abitudine di
rifugiarmi nella foresta, chiedendo a tutti di non cercarmi.
Tuttavia forse non ero inquietante abbastanza
se qualcuno ancora osava avvicinarsi a me. Il respiro mi si
bloccò in gola e mi
voltai di scatto, spaventata.
“Shino san!” esclamai senza fiato non appena
realizzai chi avesse parlato.
Mi era venuto quasi un infarto!
Ricominciai a respirare normalmente –o quasi-, mentre lui
continuava a fissarmi
all’apparenza apatico, ma io già immaginavo degli
occhi indagatori intenti a
scrutarmi in attesa di una risposta che fosse abbastanza soddisfacente.
“Beh… un po’.” Ammisi
diventando un po’ rossa in viso e con un filo di voce.
Parlare con lui mi metteva sempre una certa ansia. Avevo risposto
soltanto
perché smettesse di guardarmi. “E’ la
mia prima missione di livello S.”
Shino alzò gli occhi al cielo, disinteressato, e io tirai un
sospiro di sollievo.
Forse non ero abbastanza interessante come ‘oggetto da
analizzare’ e finalmente
aveva smesso di scrutarmi. La cosa che
più detesto, infatti, è essere al centro
dell’attenzione, avere gli occhi di
qualcuno puntati addosso, ma questo accade sempre quando sono con
Shino. Dubito
che lui possa mai essere resistito alla tentazione di non fissare
qualcuno o
qualcosa nella sua vita. Quando è con me lo fa sempre, ma ho
notato che questo
accade anche con gli altri. Shino è un grande osservatore,
questo è certo.
Pone un’attenzione quasi maniacale in ciò che i
suoi occhi riescono ad
analizzare e questo a me non piace per niente, se devo dire la
verità.
“La prima volta è sempre la più
difficile,” sussurrò lui in tono quasi mistico,
facendomi rabbrividire “ma devi stare calma. Ti ho osservato
mentre ti
allenavi, sei migliorata molto. Puoi farcela.”
Ti ho osservato mentre ti
allenavi.
Ovviamente.
In una situazione del genere la mia irritazione avrebbe ormai sfiorato
livelli
mai raggiunti, ma, dopo un accurata riflessione ponderata in due
secondi netti,
la mia parte spaventata e preoccupata ebbe il sopravvento, cancellando
tutto il
risentimento.
“Tu… tu dici?” mormorai piano,
abbassando la testa.
Avevo bisogno di essere rassicurata, anche se forse Shino Aburame non
era
proprio la persona migliore da interpellare in quella situazione.
Lui abbassò gli occhi dal cielo e
ricominciò a fissarmi, rendendomi partecipe di
ciò che pensava come se fosse la
cosa più facile del mondo da capire, anche se la sua
espressione praticamente
non dava indizi.
“Certo. Se stai calma.”
Stranamente il suo incoraggiamento fece l’effetto contrario.
Dovetti lottare
parecchio contro la mia volontà per non spalancare la bocca,
sconvolta. Non
volevo dare agli altri un altro motivo per parlare di me, anche se,
considerando la loquacità di Shino, probabilmente non
l’avrebbero mai saputo.
La mia gola, però, aveva deciso di non obbedirmi ed emise,
non voluto, un verso
strozzato di disapprovazione, ma Shino per fortuna non parve
accorgersene.
Sospirai.
“Adesso vado.” annunciò poi lo shinobi
“Non vorrei disturbare ancora le tue
riflessioni. Sei venuta qui per pensare, giusto?”
Le sue parole furono per me una doccia ghiacciata. Con le poche battute
che
avevamo scambiato era riuscito a capire tutto quello che avevo in
mente. E dire
che con lui era così difficile!
Quel ragazzo mi sorprendeva sempre di più.
“Beh, più o meno…” dissi, ma
poi mi corressi in fretta: “Però non è
nulla di
importante. Puoi restare, se ti va.”
Attesi impaziente, temendo di averlo offeso, ma ovviamente fu
impossibile
comprendere dalla sua espressione se fosse davvero
così. Shino si risistemò gli occhiali
sul naso
fissando con apparente interesse un albero rigoglioso dinnanzi a lui.
Chissà cosa stava pensando. Avrei dato tutti i miei
possedimenti per saperlo.
“Ci vediamo, Ayumi” disse poi accompagnandosi con
un lieve cenno della mano e
prese a camminare in direzione del villaggio, senza neppure darmi il
tempo di
ricambiare il suo saluto.
“Ciao Shino san” mormorai all’aria,
lievemente turbata, quando lui ormai era già
lontano.
Il vento aveva preso a soffiare pigro tra le fronde delle piante
rigogliose,
muovendone lievemente le foglie e portando una certa aria calda che,
nonostante
tutto, non riuscì ad impedirmi di rabbrividire.
Quanto era strano quel ragazzo. Forse addirittura più strano
di Ayumi, ‘la
kunoichi della Foglia senza alcuna passione’.
In un certo senso io e lui ci somigliavamo.
Tutti lo guardavano con disprezzo - come accadeva con me- , tutti
credevano che
fosse strano - come accadeva con me -.
Sconvolta, rabbrividii di nuovo.
Non potevo paragonarmi a lui, io odiavo gli insetti!
“Non sono come lui, non sono come lui!” mi ripetei
mentalmente più volte,
cercando di convincermi, spaventata da quella stramba idea che aveva
preso il
sopravvento in me. “Lui è… inquietante!”
Inquietante.
Quella era
proprio la parola giusta.
Inquietante.
Peccato che lo fossi anche io. Allora io e Shino Aburame eravamo
davvero molto
più simili di quello che io avessi mai potuto pensare. Gli
altri mi guardavano
come guardavano lui.
Io ero come lui.
Inquietante.
C’erano mille cose al mondo inquietanti. Non solo una persona
poteva essere
inquietante.
Anche la figura che avrei fatto alla missione se fossi rimasta nella
foresta a
rimuginare ancora invece di prepararmi sarebbe stata catalogata sotto
la lista
‘inquietante’.
Alzai gli occhi al cielo, consapevole.
“A presto foresta. Se non morirò di vergogna ci
rivedremo” sussurrai con un
sorriso sconvolto.
Afferrai lo zaino che avevo posato sul terreno ai piedi di un albero
non appena
ero arrivata, lo indossai sulle spalle e più velocemente
possibile corsi verso
il villaggio.
Da quel momento parlavo anche con il cielo. Benissimo. Ero convinta di
aver
fatto qualcosa di… davvero inquietante.
Sì, inquietante. Quello era il termine giusto.
In quel momento, finalmente, capii di essere davvero inquietante.
Sentii anche che,
con un po’ di allenamento, avrei potuto fare concorrenza
anche a Shino.
Stranamente un sorriso mi si aprì sul volto ripensando a
ciò che mi era
accaduto.
Ero inquietante. E allora? Non riuscivo a coglierne bene la
gravità.
Anche Shino lo era, ma parlare con lui non era stato poi tanto
terribile.
Quindi non poteva fare male parlare con una persona inquietante. Mi
rilassai.
Ero inquietante.
“Benissimo.” Esclamò una voce dentro di
me “Hai fatto la fortuna di Ino, non
sei contenta? Da questo momento avrà molto
di cui parlare. Devi essere fiera di te. Hai aiutato un amica a
continuare il
suo hobby preferito.”
E per un ninja aiutare un compagno è la cosa più
importante.
Scoppiai a ridere. Essere inquietanti non era poi tanto male…
Sogghignando, continuai a correre verso il villaggio.
~
La
fic che avete appena letto molto probabilmente è e
sarà il mio primo e ultimo
tentativo di fic con un nuovo personaggio. Questo perché non
credo di saper
muovere bene nuovi personaggi in un mondo già creato. Un
conto è cominciare
tutto dall’inizio e muovere personaggi nuovi in un universo
nuovo, un altro
conto è inserirli in un universo già esistente.
Nonostante
questo, sono davvero contentissima per il risultato ottenuto,
soprattutto
perché, a causa di queste premesse, credevo di non aver
fatto un buon lavoro.
Ho
cominciato a tremare tutta quando ho letto i risultati e non ancora
riesco a
credere di aver vinto! XD
Ringrazio tantissimo Katia – alias Rinalamisteriosa, che ha
deciso di occuparsi
dei risultati e ci ha fatto smettere di essere ansiose, una buona
volta, per
questo contest – per la sua gentilezza, efficienza e
rapidità *_*
Faccio,
inoltre, i complimenti alle altre partecipanti, Shurei e _AkAtSuKiNa_,
e
aggiungo che non vedo l’ora di leggere le loro fic,
perché sono sicura che
saranno splendide! *_*
Pubblicate
presto, ragazze!
Ringrazio,
infine, chi vorrà lasciare una recensione per dirmi cosa ne
pensa di questa
fic-esperimento (almeno secondo me) e riporto il commento della giudice
e il
bannerino fatto da Shurei
(è bellissimo, grazie *_*).
Un
bacio e alla prossima!
Ayumi
I°
CLASSIFICATA
Ayumi Yoshida con "Inquietante"
Correttezza grammaticale e stile
= 9,5 (10)
Caratterizzazione dei personaggi = 10 (10)
Originalità = 9,5 (10)
Attinenza al tema = 5 (5)
Giudizio personale = 3 (3)
Punti complessivi = 37
Commento:
One-shot principalmente introspettiva e profonda, con quel pizzico di
comicità
che non guasta.
Grammatica quasi perfetta: c'è qualche piccola svista o
imperfezione, ma nulla
di grave.
Lo stile è fluido, lineare e scorrevole.
Ottima caratterizzazione dei personaggi, che sono stati tutti abilmente
gestiti, ben delineati e rispettati.
La tua Ayumi (il personaggio che ti rappresenta) è, come
scrivi, "la
kunoichi della Foglia senza alcuna passione".
Si presenta fin da subito come una ragazza senza un hobby particolare,
interessante e misteriosa; riservata, schiva, che si fa i fatti suoi.
E' bello il modo in cui la parola "inquietante" si ripeta spesso,
divenendo quasi il fulcro di tutta la vicenda, arrivando a soggiogare
la mente
della protagonista che, ascoltando per caso un pettegolezzo tra Ino e
Sakura
che la riguardava, comincia a chiedersi come mai una parola del genere
la debba
rappresentare.
La scena della foresta, con Shino Aburame che - seppur poco loquace -
si
interessa a lei, alla missione che deve compiere e sembra capirla
più di se
stessa, è significativa: il loro dialogo, seppur breve e
rispettoso, riesce a
smuovere Ayumi, ad aiutarla a convincersi che - forse - lei
è davvero
inquietante.
In un modo che Sakura e Ino nemmeno immaginano XD
Arriviamo al finale che, in effetti, è l'unico punticino
dolente del giudizio:
tu dici che è forzato, io dico che andava approfondito.
Sarò pignola ma mi ha trasmesso ansia e curiosità
per la sorte del tuo
personaggio. >.<
Tutto sommato è stato un ottimo lavoro, fortemente sentito,
di cui devi andare
fiera. Complimenti! ^_^
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