The becoming

di Pontomedusa
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4. Ottenimento

 

Quando Tyrone, seduto sul bordo della sedia della sala d'aspetto del dottor Mach, finisce di rosicchiarsi le unghie della mano sinistra, trova spontaneo portarsi alla bocca la destra.

Ci mette qualche istante, per ricordarsi che, da quella parte, non c'è più nulla da rosicchiare.

Cristo.

“Signor Rust?” lo chiama l'assistente del dottore. “Tocca a lei. Si accomodi pure.”

Tyrone si alza, ansioso e spaventato al tempo stesso, all'idea di vedere il primario.

Il dottor Mach è ben diverso dall'autorevole professionista dai capelli grigi che Tyrone aveva immaginato: un uomo biondo, sui quarantacinque anni, che ricorda più un ufficiale di un esercito irregolare che un luminare della medicina.

“Si sieda, signor Rust,” gli dice.

Tyrone esegue, e comincia subito a parlare, accavallando le parole per il nervosismo.

“Mi dispiace di aver perso la pazienza, ieri,” comincia. Il braccio, quello destro, comincia a pulsare, facendogli male da morire. “Il fatto è che non ho ancora accettato la...situazione. Non mi mandi via, per favore. Prometto che sarò più collaborativo. Seguirò la fisioterapia...”

Mach scoppia a ridere.

“Non abbiamo nessuna intenzione di mandarla via, signor Rust! Non si preoccupi. Reazioni come la sua sono assolutamente comuni...In questa struttura, trattiamo tanti pazienti come lei; abbiamo visto ben di peggio. No, al contrario...l'ho fatta chiamare qui, oggi, perché è stato selezionato per una nuova protesi sperimentale.”

“...Oh.”

“Si tratta di nanomolecole ibride...metalliche e organiche. Non sarà una protesi, in realtà. Sarà integrata nel suo organismo. Una volta innestata, non sarà più removibile.”

Tyrone non si sente molto a suo agio, all'idea di trovarsi incollato al corpo un uncino che non è neppure in grado di chiudere e aprire.

“Io...non saprei. Non me la sto cavando molto bene, nel controllo della protesi. Non...”

“Oh, no, signor Rust! Questa è completamente diversa. Piazzeremo degli elettrodi all'interno della scatola cranica, che comunicheranno con la protesi a livello wireless...”

Cioè, dovrete operarmi al cervello?!

“Non c'è niente da temere, signor...posso chiamarti Tyrone?”

“...Certo,” risponde lui, colto di sorpresa.

“Come per tutti gli interventi, ci sono dei rischi...ma non più di quelli legati ad una banale appendicectomia, ti assicuro. E questo ti permetterà di controllare la protesi come faresti con un arto naturale.”

“Cioè, dovrò solo pensare di aprire la mano...?”

“Non dovrai nemmeno pensarlo...dovrai farlo, e basta. E non si tratta solo di chiudere e aprire. Potrai fare qualunque tipo di movimento.”

“...Potrò riprendere a suonare?”

“Certamente! È uno dei motivi per cui ti abbiamo selezionato. Sarà di grande interesse, seguire il recupero di un musicista.”

“...Accidenti.”

“Come detto, è una terapia sperimentale. Ci sarà quindi un bel po' di carta da firmare...Il mio assistente ti darà i moduli, appena avremo finito qui.”

“Io non so...”

“Capisco che tu ci voglia riflettere...Ma questo progetto è finanziato da società che pretendono riscontri in breve tempo...Dobbiamo iniziare la sperimentazione al più presto. Posso darti solo ventiquattr'ore per pensarci...Poi, offrirò quest'opportunità a qualcun altro. Sono certo che tu capisci...”

Dieci minuti dopo, Tyrone ha già firmato. Per quanto si possa chiamare firma lo scarabocchio che riesce a fare con la sua mano sinistra.





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