Siamo finalmente giunti all'ultimo capitolo del mio immenso lavoro,
durato più di un anno.
Ringrazio chi ha commentato, ovvero harua_96 ed Illidan. Vi ringrazio
per le vostre recensioni.
Chi ha messo la fic tra le preferite:
Bankotsu
CaMbAbOy
harua_96
Illidan
Jakotsu
Karen94
marjane
princessangel
Ramona37
Vodia
Chi tra le seguite:
Bankotsu
MalkContent
Shakuma92
Targul
Vodia
Ed infine vi lascio all'ultimo capitolo. Spero vi piaccia.
Un premio per gli eroi
Rannek sbatté gli occhi: era in una grande sala, ampia e ben
arredata, appoggiato su un comodo letto.
Il guerriero si guardò attorno: i suoi
compagni stavano riposando vicino a lui; solo allora si accorse che non
indossava più l'armatura, ma un elegante abito rosso da
cerimonia. Un istante dopo notò una ragazza dai capelli
rossi
che vegliava su Illius; la maga fissò a lungo il volto del
ragazzo, poi lo baciò dolcemente sulla bocca mentre era
ancora
privo di sensi.
"Ah!" - esclamò lo spadaccino.
Hikaru si voltò di scatto e vide il guerriero.
"Ehm...da quanto tempo sei lì?"
"A sufficienza."
La ragazza si grattò la testa, imbarazzata.
"Rannek!"
Morwen, che era appena entrata, vide lo spadaccino e gli corse incontro.
"Complimenti!" - disse dandogli una pacca sulla spalla - "Siete stati
bravissimi, fantastici oserei dire!"
Gli altri eroi si svegliarono.
"Cosa..."
"Illius!"
La maga si gettò tra le sue braccia.
"Hik...aru...anch'io sono felice di vederti, però
controllati."
"Ohi...la mia testa..." - si lamentò Zhai - "Che cosa...ora
ricordo! Abbiamo ucciso l'elfo e..."
Due figure entrarono nella stanza: la prima, una donna, vestiva un
abito bianco elegantissimo con delle cuciture dorate, mentre la
seconda, un ragazzo, un'armatura argentata da cerimonia.
"Noto con piacere che vi siete ripresi." - disse il giovane.
"Maestà! Voi?"
Caim
uscì dalla stanza e parlò ad un'enorme massa di
persone.
"Gli eroi di Ancaria si sono svegliati!!!"
Il popolo esultò.
Drizzt e gli altri uscirono, notando che dall'alto Angelus, la
dragonessa del re, li fissava dall'alto dell'edificio; il re e
la
regina, in profondo segno di rispetto, fecero un inchino davanti a loro.
A quella vista tutto il popolo, i soldati ed i nobili si
inginocchiarono.
"Wow...non sono abituato a certe cose!" - disse Drizzt.
Il re alzò la testa e disse:
"Ora è giunto il momento che riceviate il vostro premio."
Il re sguainò la spada; gli eroi capirono le sue
intenzioni e si inginocchiarono.
"Io nomino te, lord Drizzt. Io nomino te, lady Zhai. Io nomino te lord
Illius. E te lord Rannek. Voi tutti ora siete dei nobili, e voi e la
vostra progenie saranno i benvenuti in tutto il regno!"
Il popolo esultò di nuovo.
"Noi tutti abbiamo un profondo debito nei vostri confronti! Il nemico
è stato sconfitto grazie a voi ed all'aiuto dei divini, che
ci
hanno ricostruito la città con i loro infiniti poteri!"
Per i guerrieri fu una magnifica notizia.
"Ma...maestà, come conoscete i nostri nomi?" - chiese lo
spadaccino.
"Merito loro." - spiegò facendosi da parte - "Un vostro
gruppetto di amici."
Gli eroi furono raggiunti da un samurai con i capelli d'argento, uno
stregone anziano, un altro samurai, un uomo in armatura ed un nano
piccolo ma
robusto.
"Maestro Samanosuke!"
"Maestro Khelben!"
"Goshiro!"
"Berethor! Fratello mio!"
"Ah ah! Thibbledor!"
Gli eroi andarono incontro ai loro amici, ricevendo le loro lodi.
"Sono fiero di tutti voi. Nemmeno io avrei mai saputo fare di meglio."
- dichiarò il più anziano.
La gioia fu però interrotta: un terribile dubbio
attraversò la mente degli eroi.
"Ma...che ne è stato di Onimusha?" - chiese Illius.
Il monaco rispose:
"Mi ha detto che voleva vederci davanti ad un suo tempio, tutti e
cinque. Subito. Se dovete salutare qualcuno fatelo adesso."
Rannek ed Illius si guardarono, poi si voltarono verso Morwen ed Hikaru.
I due corsero incontro alle loro donne.
"Non staremo via molto amore, torneremo subito!" - disse il mago.
La ragazza rimase in silenzio, ma poi Illius le schioccò un
bacio sulla bocca, facendola arrossire ulteriormente.
"Tornerò subito."
Rannek cinse le spalle di Morwen.
"Ci uniremo dopo ai festeggiamenti. Voi..."
La ragazza si liberò dall'abbraccio e lo sbatté
contro il muro.
"Tu parli troppo." - disse prima di baciarlo appassionatamente.
Zhai mise una mano sulla spalla di Drizzt.
"Imitiamoli!"
"Cosa? Qui, davanti a tutti? Io..."
La ragazza gli tappò la bocca con un bacio appassionato.
"Bene, vogliamo andare?" - chiese il maestro.
Gli eroi ricevettero delle altre lodi, poi si avviarono con il monaco,
ma si fermarono quando la folla fece largo ad un mostro con la pelle
verde ed i capelli lunghi e neri.
"Thrall, capo dell'orda." - lo salutò Caim
"Caim, re del Regno di Damara."
I due si fissarono per qualche istante: Thrall odiava gli umani,
perché avevano ucciso suo padre; allo stesso modo Caim aveva
sempre ritenuto gli orchi alla stregua delle bestie.
Sotto gli occhi di tutti, però, i due re si abbracciarono.
"Mistdale non è caduta anche grazie al vostro intervento." -
ammise il re degli uomini.
"Ma ora è giusto che riceviamo il premio al quale abbiamo
diritto."
"Giusto. D'ora in avanti il popolo degli orchi sarà il
benvenuto
in tutto il continente! Non sarete più visti come nemici, ma
avrete gli stessi diritti degli uomini!"
Un gruppo di orchi esultò.
"Ed ora cimenteremo l'accordo con un contratto di pace..." - disse Caim.
"...e poi fumando insieme la pipa della pace! Noi usiamo erbe diverse
dalle vostre, le coltiviamo nelle nostre terre, l'importante
è
non esagerare con le dosi..."
Rannek si staccò dal gruppo ed andò incontro
all'orco.
"Re Thrall..."
"Cosa? Tu?"
Lo spadaccino si inginocchiò al suo cospetto e gli
offrì i guanti.
"Sono vostri, io non ho alcun diritto di..."
"Tienili, ragazzo." - rispose il guerriero facendolo alzare - "Li hai
conquistati battendo mio padre, e secondo le usanze del mio popolo chi
conquista una cosa in un duello leale ne diventa il proprietario. Ora
va."
L'uomo tenne la testa china, colpito dalla magnanimità del
re, e si riunì ai suoi amici, con i quali partì.
"M...maestro..." - disse Illius quando furono lontani.
"Sì?"
"Sapete di...Geki e Black..."
"Il loro eroico sacrificio sarà sempre ricordato. Nessuno di
noi
si scorderà mai di loro." - rispose l'uomo mentre una
lacrima
scendeva lungo il suo volto - "Ma ora andiamo!"
Con i poteri del monaco il gruppo arrivò davanti ad un
tempio del dio, dove erano attesi da Onimusha in persona.
I cinque si inginocchiarono al cospetto della divinità, ma
il padrone dell'Oscurità li fece alzare.
"Avete compiuto una grande impresa. Sconfiggendo Illidan, l'elfo
corrotto, avete salvato non solo me, ma scongiurato una tremenda
guerra. Vi meritate tutto il mio rispetto." - disse il dio facendo un
inchino come aveva fatto il re.
Gli eroi rimasero di stucco: un re era una cosa, ma il più
potente degli dei faceva un altro effetto.
"Ma...signore...se la Luce sparisce..."
"La Luce non sparirà. Perché ora avremo un nuovo
Dio della Luce."
Onimusha puntò il dito verso Samanosuke.
"Samanosuke, tu sei stato il mio servo più fedele ed il
più coraggioso guerriero che abbia mai incontrato. Io, con
l'approvazione dei miei fratelli, ti nomino nuovo Dio della Luce! Cosa
rispondi?"
Il monaco esitò un istante, egli stesso colpito dalla mole
del dono; poi chinò il capo.
"Accetto con gioia di assumermi questa grande
responsabilità!"
Un raggio di luce uscì dalle mani del dio, e ad esso se ne
unirono altri che scesero dal cielo, avvolgendo il maestro,
trasformando la sua armatura in un'armatura d'oro e rendendo biondi i
suoi capelli; il samurai fu avvolto da un alone dorato, simbolo della
sua nuova natura, e gli eroi percepirono in lui un nuovo potere,
benevolo ma al tempo stesso terrificante.
Qualche istante dopo Samanosuke aprì gli occhi: ora era
diventato un dio.
"Sono pronto ad assumermi le mie nuove responsabilità, mio
signore."
"Sei un mio pari adesso. Anzi, come Dio della Luce ora puoi
considerarmi come un fratello!"
I due si scambiarono un abbraccio in profondo segno di rispetto ed
amicizia.
"Eroi, ora voi ritornate nella città. Vi aspettano i
festeggiamenti! Ma prima..."
Onimusha agitò le braccia e disse:
"Io benedico voi, la gente che amate e la vostra futura progenie.
Nasceranno eroi forti e valorosi almeno quanto voi. Essi cresceranno
col favore degli dei."
"Vi ringrazio, o sommo!" - disse Drizzt.
Gli eroi salutarono ed infine furono avvolti da una luce, ritornando
nella città. I due dei, invece, salirono nel Regno dei
Cieli,
nuova casa di Samanosuke, dal quale poterono ammirare i festeggiamenti
e la statua eretta in onore dei quattro eroi che liberarono un intero
continente dal Male.
"Sembra che tutto si sia risolto per il meglio." - disse il
più anziano.
Il più giovane sorrise maligno.
"No, ci stiamo dimenticando di qualcuno, quello di cui mi hai parlato."
Onimusha ricambiò il sorriso.
"Ti riferisci ad un certo prepotente?"
"Proprio lui."
I due furono avvolti da una luce e sparirono nel nulla.
Nella pagoda in cui viveva Naraku stava progettando i suoi piani,
circondato dai suoi tre figli.
"Ebbene, dato che Fortinbras è morto non resta molto nemmeno
ad
Onimusha! Quando lui sarà sparito costringerò gli
dei a
nominarmi loro nuovo padrone! Uh? Cos'è?"
Dalla porta cominciò a filtrare una luce accecante.
"Cos'è quella luce? Fortinbras? No, lui è
morto...allora chi..."
"Questa è una nuova luce...una luce incandescente che
riscalda più del sole...la Luce Aurea!"
Un'ondata di luce dorata avvolse l'intera stanza, spazzando via gli dei.
"Cos'è questa forza? Tu?"
Il novello dio entrò nella stanza.
"So cos'hai fatto. Ed ora pagherai."
"Ti hanno reso un dio? Il Dio della Luce, per di più? Beh
non
importa, un dio alle prime armi non può vincermi da solo!"
"Ma io non sono solo."
Una mano si appoggiò sulla spalla di Naraku: il Dio dei Vizi
si voltò e vide suo fratello maggiore.
"AAAAH!" - gridò cadendo all'indietro - "Figli miei!
Aiu...dove siete?!"
In lontananza Naraku poté vedere alcune sagome, segno che
era stato abbandonato.
"Io...voi...aspetta, se mi uccidi, Medivh..."
"Hakudoshi sarà nominato tuo successore. Ma non morirai
prima di aver sofferto."
"Cosa? Insomma, io sono tuo fratello minore, non vorrai..."
Una voragine si aprì negli Inferi, risucchiando il dio.
"Soffrirai le più atroci torture! Perderai tutti i tuoi
poteri ed essi passeranno a tuo figlio! Sei bandito per sempre!"
Naraku precipitò negli Inferi, ed il suo grido di terrore
non
passò inosservato: infatti l'anima di Illidan, legata a
delle
rocce davanti a delle fiamme, lo sentì.
"Mi sembra di sentire una voce familiare..."
Naraku cadde oltre l'elfo, precipitando tra le fiamme dell'Inferno.
"Mph...a quanto pare avrò compagnia!"
Illidan scoppiò in una sadica risata, felice che chi l'aveva
usato l'avrebbe pagata ed avrebbe sofferto per tutta
l'eternità.
Fine
Spero che vi sia piaciuto. Ringrazio Illidan che l'ha controllato e mi
ha dato un piccolo consiglio prima che lo pubblicassi.
Grazie ancora a tutti voi.
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